Cohors una, cum haud procul Anxure esset, ad Lautulas saltu angusto inter mare ac montes consedit ad excipiendos quos consul aliis atque aliis, ut ante dictum est, causis mittebat Iam ualida admodum numero manus erat nec quicquam ad iusti exercitus formam praeter ducem deerat Incompositi itaque praedantes in agrum Albanum perveniunt et sub iugo Albae Longae castra uallo cingunt Perfecto inde opere reliquum diei de imperatore sumendo sententiis decertant, nulli ex praesentibus satis fidentes: quem autem ab Roma posse exciri Quem patrum aut plebis esse qui aut se tanto periculo sciens offerat aut cui ex iniuria insanientis exercitus causa recte committatur |
Una coorte che si trovava non lontano da Anxur si andò ad accampare nei pressi di Lautule, in uno stretto passo tra mare e monti, dove sarebbe stato possibile intercettare gli uomini che il console con vari pretesti stava congedando Ben presto si formò un reparto di ragguardevoli proporzioni, cui non mancava altro che un comandante per costituire un esercito vero e proprio Così, privi di ordini com'erano e affidandosi a razzie, arrivarono nel territorio albano e si accamparono sotto i monti di Alba Longa cingendo il campo di un fossato Ultimata la costruzione, passarono il resto della giornata a discutere sulla scelta di un comandante (nessuno dei presenti godeva di sufficiente fiducia) Ma chi potevano far venire da Roma Chi tra i patrizi o tra i plebei si sarebbe offerto di affrontare consapevolmente un pericolo tanto grande A chi poteva essere affidata senza rischi la causa di un esercito esasperato dall'offesa patita |
Postero die cum eadem deliberatio teneret, ex praedatoribus uagis quidam compertum attulerunt T Qvinctium in Tusculano agrum colere, urbis honorumque immemorem Patriciae hic vir gentis erat; cui cum militiae magna cum gloria actae finem pes alter ex volnere claudus fecisset, ruri agere uitam procul ambitione ac foro constituit Nomine audito extemplo agnouere virum et, quod bene verteret, acciri iusserunt Sed parum spei erat uoluntate quicquam facturum; uim adhiberi ac metum placuit Itaque silentio noctis cum tectum uillae qui ad id missi erant intrassent, somno grauem Qvinctium oppressum, nihil medium aut imperium atque honorem aut ubi restitaret mortem ni sequeretur denuntiantes, in castra pertraxerunt |
Il giorno dopo, mentre ancora continuavano a discutere, alcuni dei razziatori che si aggiravano nei dintorni riferirono di aver sentito dire che Tito Quinzio si dedicava ai suoi campi nei pressi di Tuscolo, senza più preoccuparsi di Roma e della sua vita pubblica Quest'uomo, che apparteneva a una famiglia patrizia, dopo aver ottenuto grandi riconoscimenti in campo militare, si era visto stroncare la carriera da una ferita che lo aveva menomato rendendolo zoppo, e si era ritirato in campagna lontano dal foro e dalla politica Non appena udirono il suo nome, lo riconobbero e lo fecero chiamare nella speranza che le cose potessero prendere una buona piega Ma siccome le speranze che qvell'uomo scegliesse spontaneamente di aiutarli erano assai ridotte, decisero di ricorrere alla forza e all'intimidazione Giunti così nel cuore della notte alla sua fattoria, gli incaricati della missione sorpresero Quinzio immerso nel sonno Non gli offrirono alternativa: o avrebbe accettato la carica e il comando, oppure, se avesse rifiutato di seguirli, lo avrebbero ucciso |
Imperator extemplo adveniens appellatus, insigniaque honoris exterrito subitae rei miraculo deferunt et ad urbem ducere iubent Suo magis inde impetu quam consilio ducis conuolsis signis infesto agmine ad lapidem octauum uiae, quae nunc Appia est, perveniunt; issentque confestim ad urbem, ni venire contra exercitum dictatoremque adversus se M Valerium Coruum dictum audissent et magistrum equitum L Aemilium Mamercum [40] Vbi primum in conspectum uentum est [et] arma signaque agnouere, extemplo omnibus memoria patriae iras permulsit |
Così, lo trascinarono nell'accampamento Non appena vi mise piede, lo nominarono comandante, gli conferirono le insegne del grado e gli chiesero di condurli a Roma Messisi poi in marcia più per loro iniziativa che per decisione del comandante, arrivarono in assetto di guerra a otto miglia da Roma, su qvella che oggi è la via Appia E di lì avrebbero immediatamente puntato sulla città, se non avessero sentito che un esercito muoveva ad affrontarli agli ordini di Marco Valerio, che era stato nominato dittatore con Lucio Emilio Mamerco in qualità di maestro di cavalleria 40 Non appena i due schieramenti giunsero l'uno in vista dell'altro e riconobbero le rispettive armi e insegne, a tutti venne sùbito in mente la patria e qvel ricordo placò la loro ira |
Maybe you might be interested
Livio, Ab urbe condita: Libro 01, 31-45
Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 01, 31-45
Nondum erant tam fortes ad sanguinem ciuilem nec praeter externa nouerant bella, ultimaque rabies secessio ab suis habebatur; itaque iam duces, iam milites utrimque congressus quaerere ac conloquia: Qvinctius, quem armorum etiam pro patria satietas teneret nedum adversus patriam, Coruinus omnes caritate ciues, praecipue milites, et ante alios suum exercitum complexus [Is] ad conloquium processit Cognito ei extemplo haud minore ab adversariis uerecundia quam ab suis silentium datum 'Deos' inquit 'immortales, milites, vestros meosque ab urbe proficiscens ita adoraui veniamque supplex poposci ut mihi de vobis concordiae partae gloriam non victoriam darent Satis fuit eritque unde belli decus pariatur: hinc pax petenda est |
Gli uomini non erano ancora così duri da spargere il sangue dei concittadini; non avevano conosciuto nient'altro che guerre con popoli stranieri e la secessione dal resto della cittadinanza era considerata l'apice di ogni rabbiosa reazione Così, da entrambe le parti, tanto i comandanti quanto i soldati semplici cercavano il modo per incontrarsi e trattare: tanto Quinzio, che era sazio anche di guerre in difesa della patria (immaginiamoci poi di guerre contro di essa), quanto Corvino che voleva bene a tutti i concittadini, in particolar modo ai soldati e al di sopra di ogni altro al suo stesso esercito Fu lui a farsi avanti per avviare le trattative Non appena lo riconobbero, calò sùbito il silenzio e gli avversari mostrarono di avere per lui non meno rispetto di quanto ne avessero i suoi uomini Soldati cominciò Corvino, mentre mi accingevo a uscire da Roma, ho rivolto una preghiera agli dèi immortali vostri e miei, chiedendo loro supplichevolmente di concedermi l'onore non tanto di avere la meglio su di voi quanto di ottenere la vostra riconciliazione Le varie guerre hanno già offerto abbastanza occasioni di gloria, e altre ne offriranno |
Quod deos immortales inter nuncupanda uota expoposci, eius me compotem uoti uos facere potestis, si meminisse uoltis non uos in Samnio nec in Volscis sed in Romano solo castra habere, si illos colles quos cernitis patriae vestrae esse, si hunc exercitum ciuium vestrorum, si me consulem vestrum, cuius ductu auspicioque priore anno bis legiones Samnitium fudistis, bis castra ui cepistis Ego sum M Valerius Coruus, milites, cuius uos nobilitatem beneficiis erga uos non iniuriis sensistis, nullius superbae in uos legis, nullius crudelis senatus consulti auctor, in omnibus meis imperiis in me seuerior quam in uos |
Ora bisogna adoperarsi per arrivare alla pace Le richieste che ho fatto agli dèi immortali con la mia preghiera, voi potreste da soli realizzarle, se soltanto voleste ricordare di aver posto il vostro accampamento in territorio romano e non nel Sannio o nella terra dei Volsci, se vi venisse in mente che i colli che vedete si trovano nel vostro paese natale, che questo esercito è fatto di vostri concittadini e che io sono il vostro console, qvello sotto i cui auspici e il cui comando avete per due volte sbaragliato le legioni dei Sanniti, per due volte conquistato il loro accampamento Soldati, io sono Marco Valerio Corvo, il cui sangue patrizio conoscete per i benefici ricevuti e non per le ingiustizie perpetrate nei vostri confronti: sono un uomo che non ha mai proposto né leggi irriguardose né ha mai votato decisioni del senato crudeli verso di voi, risultando in tutte le posizioni di potere da lui occupate sempre più rigido con se stesso che con voi |
Maybe you might be interested
Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 19 - 20
Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 27; 19 - 20
Ac si cui genus, si cui sua virtus, si cui etiam maiestas, si cui honores subdere spiritus potuerunt, iis eram natus, id specimen mei dederam, ea aetate consulatum adeptus eram, ut potuerim tres et viginti annos natus consul patribus quoque ferox esse non solum plebi Quod meum factum dictumue consulis grauius quam tribuni audistis Eodem tenore duo insequentes consulatus gessi, eodem haec imperiosa dictatura geretur; ut neque in hos meos et patriae meae milites [sim] mitior quam in uos -- horreo dicere -- hostes Ergo uos prius in me strinxeritis ferrum quam in uos ego; istinc signa canent, istinc clamor prius incipiet atque impetus, si dimicandum est |
Ma se le origini, il valore personale, la dignità e i riconoscimenti hanno mai suscitato in qualcuno l'arroganza, ebbene io per nascita mi trovavo in qvella condizione: avevo dato una tale prova delle mie capacità, ero arrivato alla più alta carica della repubblica in età così giovane che, console a ventitré anni, avrei potuto essere sprezzante anche nei confronti dei patrizi, e non solo della plebe Ma quando ero console ho forse detto e fatto qualcosa di meno accettabile rispetto a quando ero tribuno Ho retto due consolati consecutivi comportandomi nella stessa maniera: nel condurre questa dittatura che mi conferisce poteri assoluti mi atterrò agli stessi principi: non mi comporterò, nei confronti di questi miei uomini e dei soldati della mia gente, in maniera più mite di quanto non facciano i nemici - e al solo pronunciare questa parola rabbrividisco - nei vostri confronti Perciò sguainerete la spada prima voi contro di me che non io contro di voi Dunque le trombe suonino il segnale di battaglia dalla vostra parte, l'urlo di guerra e l'assalto partano dalla vostra parte, se davvero si deve combattere |
Inducite in animum quod non induxerunt patres auique vestri, non illi qui in Sacrum montem secesserunt, non hi qui postea Auentinum insederunt Exspectate, dum vobis singulis, ut olim Coriolano, matres coniugesque crinibus passis obuiae ab urbe veniant Tum Volscorum legiones, quia Romanum habebant ducem, quieuerunt: uos, Romanus exercitus, ne destiteritis impio bello T Qvincti, quocumque istic loco seu uolens seu inuitus constitisti, si dimicandum erit, tum tu in nouissimos te recipito; fugeris etiam honestius tergumque ciui dederis quam pugnaveris contra patriam Nunc ad pacificandum bene atque honeste inter primos stabis et conloquii huius salutaris interpres fueris |
Osate pure qvello che i vostri padri e i vostri antenati non osarono, e non ebbero il coraggio di mettere in pratica né i plebei che si ritirarono sul monte Sacro, né qvelli che poi si ritirarono sull'Aventino Aspettate fino a quando a ciascuno di voi - come successe in passato a Coriolano - verranno incontro le madri e le mogli coi capelli sciolti Fu allora che le legioni dei Volsci, siccome avevano un comandante romano, cessarono di combattere Volete non astenervi dal combattere una guerra scellerata voi che siete un esercito romano Tito Quinzio, qualunque sia la tua posizione in qvello schieramento - che tu l'abbia cioè occupata di spontanea volontà o sia stato forzato a farlo -, se si tratterà di combattere, allora ritìrati in mezzo alla retroguardia: per te sarà meno vergognoso fuggire e dare le spalle a dei concittadini piuttosto che combattere contro la patria Ma ora che si deve arrivare alla pace, è giusto e doveroso che tu stia qua in prima fila e agisca nel supremo interesse delle due parti |
Maybe you might be interested
Livio, Ab urbe condita: Libro 36; 26 - 30
Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 36; 26 - 30
Postulate aequa et ferte; quamquam vel iniquis standum est potius quam impias inter nos conseramus manus ' T Qvinctius plenus lacrimarum ad suos versus 'me quoque' inquit, 'milites, si quis usus mei est, meliorem pacis quam belli habetis ducem Non enim illa modo Volscus aut Samnis sed Romanus verba fecit, uester consul, uester imperator, milites, cuius auspicia pro vobis experti nolite adversus vos velle experiri Qui pugnarent vobiscum infestius, et alios duces senatus habuit: qui maxime vobis, suis militibus, parceret, cui plurimum uos, imperatori vestro, crederetis, eum elegit Pacem etiam qui vincere possunt uolunt: quid nos velle oportet |
Se le vostre richieste sono ragionevoli, verranno accolte; ma è preferibile accordarci anche a condizioni inique piuttosto che versare sangue in uno scontro empio Tito Quinzio, voltandosi con le lacrime agli occhi verso i suoi uomini, disse loro: Se, soldati, io sono di qualche utilità, posso essere per voi una guida migliore verso la pace che verso la guerra Qvelle parole non le ha pronunciate un Volsco o un Sannita, ma un Romano, il vostro console, o soldati, il vostro comandante: i suoi auspici li avete sperimentati in vostro favore, non cercate quindi di metterne alla prova l'efficacia contro di voi Il senato aveva a disposizione anche altri comandanti in grado di affrontarvi in maniera ben più drastica: eppure ha scelto l'uomo che avrebbe trattato con voi - i suoi uomini - con maggior comprensione, e nel quale, come vostro comandante, avreste potuto riporre il massimo della fiducia La pace è l'obiettivo anche di chi è in grado di dominare: che cosa dovremmo dunque desiderare noi |
Quin omissis ira et spe, fallacibus auctoribus, nos ipsos nostraque omnia cognitae permittimus fidei ' [41] Approbantibus clamore cunctis T Qvinctius ante signa progressus in potestate dictatoris milites fore dixit; orauit ut causam miserorum ciuium susciperet susceptamque eadem fide qua rem publicam administrare solitus esset tueretur: sibi se privatim nihil cauere; nolle alibi quam in innocentia spem habere; militibus cauendum, quod apud patres semel plebi, iterum legionibus cautum sit ne fraudi secessio esset |
Lasciamo da parte l'ira e la speranza, falsi consiglieri e affidiamo noi stessi e la nostra causa a un uomo la cui lealtà è conosciuta da tutti 41 Poiché tutti approvavano a gran voce, Tito Quinzio avanzò oltre le insegne e annunciò che i suoi uomini si sarebbero rimessi all'autorità del dittatore, che egli implorò di sostenere la causa di quei disgraziati concittadini e, accettato tale cómpito, di proteggerne gli interessi con lo stesso scrupolo con cui era solito amministrare le cose di pubblico interesse Quanto alla sua personale situazione, Tito Quinzio dichiarò di non voler nessuna garanzia in quanto non intendeva far affidamento su altro che sulla propria innocenza Ai soldati, invece, come già in passato alla plebe al tempo degli avi e poi in séguito alle legioni, avrebbe dovuto essere assicurato che la secessione non li avrebbe fatti incorrere in punizioni |
Maybe you might be interested
Livio, Ab urbe condita: Libro 04, 38-42
Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 04, 38-42
Qvinctio conlaudato, ceteris bonum animum habere iussis, dictator equo citato ad urbem reuectus auctoribus patribus tulit ad populum in luco Petelino ne cui militum fraudi secessio esset Orauit etiam bona venia Quirites ne quis eam rem ioco serioue cuiquam exprobraret Lex quoque sacrata militaris lata est ne cuius militis scripti nomen nisi ipso uolente deleretur; additumque legi ne quis, ubi tribunus militum fuisset, postea ordinum ductor esset Id propter P Salonium postulatum est ab coniuratis, qui alternis prope annis et tribunus militum et primus centurio erat, quem nunc primi pili appellant |
Elogiato Tito Quinzio e invitato il resto della truppa a ben sperare, il dittatore tornò al galoppo in città dove, dopo aver ottenuto l'autorizzazione del senato, fece approvare dal popolo riunito nel bosco Petelino una legge in virtù della quale nessun soldato avrebbe potuto esser perseguito a causa della secessione Li pregò poi, in qualità di cittadini romani, di evitargli generosamente che qvell'incidente diventasse per qualcuno motivo di biasimo, reale o per celia Venne anche approvata una legge sacrata militare in base alla quale non avrebbe potuto essere cancellato dai ranghi il nome di alcun soldato arruolato, a meno che lo stesso ne avesse fatto richiesta; alla legge venne aggiunta una clausola che impediva a chiunque di comandare una centuria nei quadri di una legione nella quale era stato tribuno I protagonisti della insurrezione militare chiesero di applicare questo provvedimento ai danni di Publio Salonio, il quale era stato con regolare alternanza un anno tribuno dei soldati e l'anno dopo primo centurione (grado che oggi è conosciuto come centurione primipilo) |