Livio, Ab urbe condita: Libro 07, 37-42, pag 3

Livio, Ab urbe condita: Libro 07, 37-42

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 07, 37-42

Huic infensi milites erant, quod semper adversatus nouis consiliis fuisset et, ne particeps eorum esset, [qui] ab Lautulis fugisse[n]t

Itaque cum hoc unum propter Salonium ab senatu non impetraretur, tum Salonius obtestatus patres conscriptos ne suum honorem pluris quam concordiam ciuitatis aestimarent, perpulit ut id quoque ferretur

Aeque impotens postulatum fuit ut de stipendio equitum -- merebant autem triplex ea tempestate -- aera demerentur, quod adversati coniurationi fuissent

[42] Praeter haec invenio apud quosdam L Genucium tribunum plebis tulisse ad plebem ne fenerare liceret; item aliis plebi scitis cautum ne quis eundem magistratum intra decem annos caperet neu duos magistratus uno anno gereret utique liceret consules ambos plebeios creari
Gli uomini erano ostili nei suoi confronti perché Salonio si era sempre opposto ai loro progetti di ammutinamento ed era fuggito da Lautule per evitare coinvolgimenti nella rivolta

E così, dato che il senato non voleva cedere su quest'unico punto per riguardo nei confronti di Salonio, fu Salonio stesso che, implorando i senatori di non anteporre la sua onorabilità alla concordia civile, li spinse a cedere anche in qvel caso

Ugualmente sfrontata fu la richiesta di ridurre lo stipendio dei cavalieri - che allora guadagnavano tre volte la paga dei fanti -, per il semplice fatto che essi si erano opposti all'ammutinamento

42 Oltre a questi provvedimenti, ho trovato presso alcune fonti che il tribuno della plebe Lucio Genucio propose alla plebe di dichiarare illegale il prestito a interesse E che con altri plebisciti venne stabilito che nessuno avrebbe potuto detenere la stessa magistratura nell'arco di dieci anni, né una doppia magistratura nel corso di un unico anno, e che fosse possibile eleggere due consoli di estrazione plebea
Quae si omnia concessa sunt plebi, apparet haud paruas vires defectionem habuisse

Aliis annalibus proditum est neque dictatorem Valerium dictum sed per consules omnem rem actam neque antequam Romam veniretur sed Romae eam multitudinem coniuratorum ad arma consternatam esse nec in T Qvincti uillam sed in aedes C Manli nocte impetum factum eumque a coniuratis comprehensum ut dux fieret; inde ad quartum lapidem profectos loco munito consedisse; nec ab ducibus mentionem concordiae ortam sed repente, eum in aciem armati exercitus processissent, salutationem factam et permixtos dextras iungere ac complecti inter se lacrimantes milites coepisse coactosque consules, cum uiderent aversos a dimicatione militum animos, rettulisse ad patres de concordia reconcilianda
Se al popolo furono concessi tutti questi privilegi, allora è evidente che qvell'ammutinamento militare aveva avuto non poca forza

Altri annalisti riportano invece che Valerio non fu eletto dittatore, che l'intera questione venne condotta dai consoli, che la massa di rivoltosi venne piegata con le armi, e inoltre che l'attacco notturno non venne portato alla fattoria di Tito Quinzio, bensì alla casa di Gaio Manlio, il quale venne catturato dai ribelli e costretto a divenirne il comandante Secondo queste fonti, sarebbero partiti di lì per andarsi ad accampare a quattro miglia da Roma, in un luogo fortificato I comandanti non avrebbero fatto accenni alla concordia, ma all'improvviso, quando i due schieramenti erano ormai di fronte in armi, si sarebbero scambiati il saluto militare, mentre i soldati, mescolandosi gli uni con gli altri, avrebbero cominciato a stringersi la mano e ad abbracciarsi piangendo E i consoli, vedendo che gli uomini non erano nella disposizione di combattere, si sarebbero visti costretti a proporre al senato di ristabilire l'armonia tra le parti in causa
Adeo nihil praeterquam seditionem fuisse eamque compositam inter antiquos rerum auctores constat

Et huius fama seditionis et susceptum cum Samnitibus graue bellum aliquot populos ab Romana societate auertit, et praeter Latinorum infidum iam diu foedus Priuernates etiam Norbam atque Setiam, finitimas colonias Romanas, incursione subita depopulati sunt

Così gli storici del passato sono d'accordo soltanto sul fatto che l'insurrezione armata sia avvenuta e che sia stata poi ricomposta

La notizia di questo ammutinamento unita alla difficile guerra iniziata coi Sanniti spinse alcuni popoli a rinunciare all'alleanza con Roma: a parte i Latini, che già da tempo erano alleati inaffidabili, i Privernati devastarono con un'improvvisa incursione anche le colonie romane di Norba e Sezia

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