Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 01, Par 21 - 40, pag 2

Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 01, Par 21 - 40

Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 01, Par 21 - 40
insequenti quoque anno Gaio Marcello, qui fratri patrueli suo Marco in consulatu successerat, eadem temptante collegam eius Aemilium Paulum Gaiumque Curionem uiolentissimum tribunorum ingenti mercede defensores parauit

sed cum obstinatius omnia agi uideret et designatos etiam consules e parte diuersa, senatum litteris deprecatus est, ne sibi beneficium populi adimeretur, aut ut ceteri quoque imperatores ab exercitibus discederent; confisus, ut putant, facilius se, simul atque libuisset, ueteranos conuocaturum quam Pompeium nouos milites

cum aduersariis autem pepigit, ut dimissis octo legionibus Transalpinaque Gallia duae sibi legiones et Cisalpina prouincia uel etiam una legio cum Illyrico concederetur, quoad consul fieret
L'anno successivo fece gli stessi tentativi Gaio Marcello, che era succeduto nel consolato a suo cugino Marco, ma Cesare, spendendo somme enormi, si procurò, come difensori, Emilio Paolo, il collega di Marcello, e Gaio Curione, uno dei più violenti tribuni della plebe

Vedendo però che ci si accaniva contro di lui con maggiore ostinazione e che erano stati designati come consoli perfino due suoi avversari, scrisse al Senato pregandolo di non togliergli un comando concessogli dal popolo, o altrimenti di rimuovere dai loro eserciti anche gli altri generali Pensava, come credono, che avrebbe potuto convocare quando volesse i suoi veterani in un tempo più breve di quello impiegato da Pompeo per fare nuove leve

Agli avversari propose di congedare otto legioni, abbandonando la Gallia Transalpina, e di tenere per sé due legioni e la Gallia Cisalpina, o almeno una legione con l'Illirico, fino a quando fosse stato eletto console
[30] uerum neque senatu interueniente et aduersariis negantibus ullam se de re publica facturos pactionem, transiit in citeriorem Galliam, conuentibusque peractis Rauennae substitit, bello uindicaturus si quid de tribunis plebis intercedentibus pro se grauius a senatu constitutum esset

Et praetextum quidem illi ciuilium armorum hoc fuit; causas autem alias fuisse opinantur

Gnaeus Pompeius ita dictitabat, quod neque opera consummare, quae instituerat, neque populi expectationem, quam de aduentu suo fecerat, priuatis opibus explere posset, turbare omnia ac permiscere uoluisse
30 Il Senato però non rispose e gli avversari si rifiutarono di scendere a patti per questioni che riguardavano lo Stato; egli allora scese nella Gallia citeriore, quindi, tenute le sue riunioni, si fermò a Ravenna, ben deciso a vendicare con la guerra quei tribuni che facevano opposizione in suo favore, qualora il Senato avesse preso provvedimenti troppo severi nei loro confronti

Fu questo per lui il pretesto della guerra civile, ma si crede che altre siano state le cause

Pompeo andava dicendo che, vedendosi impossibilitato a portare a termine i monumenti iniziati e a realizzare, con le sue sole risorse, le speranze che aveva fatto concepire al popolo per il suo ritorno, egli aveva voluto precipitare ogni cosa nel caos
alii timuisse dicunt, ne eorum, quae primo consulatu aduersus auspicia legesque et intercessiones gessisset, rationem reddere cogeretur; cum M Cato identidem nec sine iure iurando denuntiaret delaturum se nomen eius, simul ac primum exercitum dimisisset; cumque uulgo fore praedicarent, ut si priuatus redisset, Milonis exemplo circumpositis armatis causam apud iudices diceret

quod probabilius facit Asinius Pollio, Pharsalica acie caesos profligatosque aduersarios prospicientem haec eum ad uerbum dixisse referens: 'hoc uoluerunt; tantis rebus gestis Gaius Caesar condemnatus essem, nisi ab exercitu auxilium petissem
Altri dicono che temesse di essere costretto a rendere ragione di ciò che aveva fatto durante il suo primo consolato, senza tener conto né degli auspici, né delle leggi, né dell'opposizione dei magistrati; M Catone annunciò più di una volta, e non senza accompagnamento di giuramenti, che lo avrebbe trascinato in giudizio nel momento stesso in cui avesse congedato l'esercito; si diceva apertamente che se fosse tornato senza nessuna carica, seguendo l'esempio di Milone, avrebbe sostenuto la sua causa davanti a giudici circondati da uomini armati

Rende credibile la cosa Asinio Pollione quando riferisce che, dopo la battaglia di Farsalo, vedendo i suoi avversari fatti a pezzi e completamente battuti, Cesare disse queste testuali parole: 'Lo hanno voluto loro: dopo tante imprese io, Gaio Cesare, sarei stato condannato se non avessi chiesto aiuto ai miei soldati

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Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 06, Par 01 - 30
Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 06, Par 01 - 30

Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 06, Par 01 - 30

' quidam putant captum imperii consuetudine pensitatisque suis et inimicorum uiribus usum occasione rapiendae dominationis, quam aetate prima concupisset

quod existimasse uidebatur et Cicero scribens de Officiis tertio libro semper Caesarem in ore habuisse Euripidis uersus, quos sic ipse conuertit: nam si uiolandum est ius, [regnandi] gratia uiolandum est: aliis rebus pietatem colas

[31] Cum ergo sublatam tribunorum intercessionem ipsosque urbe cessisse nuntiatum esset, praemissis confestim clam cohortibus, ne qua suspicio moueretur, et spectaculo publico per dissimulationem interfuit et formam, qua ludum gladiatorium erat aedificaturus, considerauit et ex consuetudine conuiuio se frequenti dedit
Alcuni ritengono che sia stato condizionato dall'abitudine del comando e che abbia colto l'occasione di conquistare il potere supremo, da lui ardentemente desiderato fin dalla prima giovinezza, dopo aver saggiamente valutato le sue forze e quelle del nemico

Anche Cicerone sembrava seguire questa opinione, perché nel terzo libro della sua opera 'Dei doveri' dice che Cesare aveva sempre sulle labbra i versi di Euripide (si trovano nelle 'Fenicie': 'Quando si deve commettere ingiustizia, bellissima è l'ingiustizia per il potere; per il resto si deve essere pietosi') che egli stesso così aveva tradotto:'Giacché se il diritto si deve violare, violarlo si deve per la conquista del regno; in tutto il resto osserva la pietà'

31 Quando dunque gli fu riferito che non si era tenuto conto dell'opposizione dei tribuni e che questi avevano abbandonato Roma, subito fece andare avanti segretamente alcune coorti, per non destare sospetti Poi, con lo scopo di trarre in inganno, si fece vedere ad uno spettacolo pubblico, esaminò i progetti di una scuola di gladiatori che aveva intenzione di costruire e, secondo le sue abitudini, pranzò in numerosa compagnia
dein post solis occasum mulis e proximo pistrino ad uehiculum iunctis occultissimum iter modico comitatu ingressus est; et cum luminibus extinctis decessisset uia, diu errabundus tandem ad lucem duce reperto per angustissimos tramites pedibus euasit

consecutusque cohortis ad Rubiconem flumen, qui prouinciae eius finis erat, paulum constitit, ac reputans quantum moliretur, conuersus ad proximos: 'etiam nunc,' inquit, 'regredi possumus; quod si ponticulum transierimus, omnia armis agenda erunt'

[32] Cunctanti ostentum tale factum est
Dopo il tramonto del sole, aggiogati ad un carro i muli di un vicino mulino, partì in gran segreto, con un'esile scorta Quando le fiaccole si spensero, smarrì la strada e vagò a lungo, finché all'alba, trovata una guida, raggiunse a piedi la meta, attraverso sentieri strettissimi

Riunitosi alle sue coorti presso il fiume Rubicone, che segnava il confine della sua provincia, si fermò per un attimo e, considerando quanto stava per intraprendere, si rivolse a quelli che gli erano più vicini dicendo: 'Siamo ancora in tempo a tornare indietro, ma se attraverseremo il ponticello, dovremo sistemare ogni cosa con le armi

32 Mentre esitava, gli si mostrò un segno prodigioso

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quidam eximia magnitudine et forma in proximo sedens repente apparuit harundine canens; ad quem audiendum cum praeter pastores plurimi etiam ex stationibus milites concurrissent interque eos et aeneatores, rapta ab uno tuba prosiliuit ad flumen et ingenti spiritu classicum exorsus pertendit ad alteram ripam

tunc Caesar: 'eatur,' inquit, 'quo deorum ostenta et inimicorum iniquitas uocat

[33] Iacta alea est,' inquit

atque ita traiecto exercitu, adhibitis tribunis plebis, qui pulsi superuenerant, pro contione fidem militum flens ac ueste a pectore discissa inuocauit

existimatur etiam equestres census pollicitus singulis; quod accidit opinione falsa
Un uomo di straordinaria bellezza e di taglia atletica apparve improvvisamente seduto poco distante, mentre cantava, accompagnandosi con la zampogna Per ascoltarlo, oltre ai pastori, erano accorsi dai posti vicini anche numerosi soldati e fra questi alcuni trombettieri: l'uomo allora, strappato a uno di questi il suo strumento, si slanciò nel fiume, sonando a pieni polmoni una marcia di guerra, e si diresse verso l'altra riva

Allora Cesare disse: 'Andiamo dove ci chiamano i segnali degli dei e l'iniquità dei nostri nemici

33 Il dado è tratto

Fatta passare così la sua armata, prese con sé i tribuni della plebe che, scacciati da Roma, gli si erano fatti incontro, si presentò davanti all'assemblea dei soldati e invocò la loro fedeltà con le lacrime agli occhi e la veste strappata sul petto

Si crede perfino che abbia promesso a ciascuno il censo di cavaliere, ma si trattò di un equivoco
nam cum in adloquendo adhortandoque saepius digitum laeuae manus ostentans adfirmaret se ad satis faciendum omnibus, per quos dignitatem suam defensurus esset, anulum quoque aequo animo detracturum sibi, extrema contio, cui facilius erat uidere contionantem quam audire, pro dicto accepit, quod uisu suspicabatur; promissumque ius anulorum cum milibus quadringenis fama distulit

[34] Ordo et summa rerum, quas deinceps gessit, sic se habent Picenum Vmbriam Etruriam occupauit et Lucio Domitio, qui per tumultum successor ei nominatus Corfinium praesidio tenebat, in dicionem redacto atque dimisso secundum Superum mare Brundisium tetendit, quo consules Pompeiusque confugerant quam primum transfretaturi
Infatti, nel corso della sua arringa e delle sue esortazioni, egli mostrò molto spesso il dito della mano sinistra dicendo che di buon grado si sarebbe tolto anche l'anello per ricompensare tutti coloro che avessero contribuito alla difesa del suo onore I soldati dell'ultima fila, per i quali era più facile vedere che sentire l'oratore, fraintesero le parole che credevano di interpretare attraverso i gesti e si sparse la voce che avesse promesso a ciascuno il diritto di portare l'anello e di possedere i quattrocentomila sesterzi

34 Questo è l'ordine cronologico e il sunto delle imprese che compì in seguito: occupò il Piceno, l'Umbria e l'Etruria; accettata la resa di Lucio Domizio, che, in mezzo a una gran confusione, era stato nominato suo successore e teneva Corfinio con una guarnigione, lo lasciò libero di andarsene; seguendo la litoranea adriatica, si diresse verso Brindisi, dove si erano rifugiati i consoli e Pompeo per attraversare il mare al più presto

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hos frustra per omnis moras exitu prohibere conatus Romam iter conuertit appellatisque de re publica patribus ualidissimas Pompei copias, quae sub tribus legatis M Petreio et L Afranio et M Varrone in Hispania erant, inuasit, professus ante inter suos, ire se ad exercitum sine duce et inde reuersurum ad ducem sine exercitu

et quanquam obsidione Massiliae, quae sibi in itinere portas clauserat, summaque frumentariae rei penuria retardante breui tamen omnia subegit
Dopo aver cercato invano di impedire la loro partenza con tutti i mezzi possibili, ritornò verso Roma, dove illustrò ai senatori la situazione politica, quindi mosse verso le ben addestrate truppe di Pompeo che si trovavano in Spagna al comando di tre luogotenenti: M Petreio, L Afranio e M Varrone Ai suoi amici, prima di partire, disse che andava contro un esercito senza comandanti e che poi si sarebbe mosso contro un comandante senza esercito

Quantunque l'assedio di Marsiglia, che durante il viaggio gli aveva chiuso le porte in faccia, e una pericolosa penuria di frumento gli imponessero dei ritardi, tuttavia in breve tempo sistemò ogni cosa
[35] Hinc urbe repetita in Macedoniam transgressus Pompeium, per quattuor paene menses maximis obsessum operibus, ad extremum Pharsalico proelio fudit et fugientem Alexandriam persecutus, ut occisum deprehendit, cum Ptolemaeo rege, a quo sibi quoque insidias tendi uidebat, bellum sane difficillimum gessit, neque loco neque tempore aequo, sed hieme anni et intra moenia copiosissimi ac sollertissimi hostis, inops ipse omnium rerum atque inparatus

regnum Aegypti uictor Cleopatrae fratrique eius minori permisit, ueritus prouinciam facere, ne quandoque uiolentiorem praesidem nacta nouarum rerum materia esset
35 Dalla Spagna tornò a Roma, quindi passò in Macedonia dove tenne assediato Pompeo con formidabili fortificazioni per circa quattro mesi, finché lo sconfisse nella battaglia di Farsalo Pompeo fuggì e Cesare lo inseguì fino ad Alessandria, dove seppe che era stato ucciso Rendendosi conto che il re Tolomeo gli tendeva insidie, combatté anche contro di lui una delle guerre più difficili, in una posizione sfavorevole e in una stagione poco clemente, d'inverno, tra le mura di un nemico ben provvisto di rifornimenti e particolarmente ingegnoso, mentre lui era privo di tutto e assolutamente impreparato

Uscitone vincitore, concesse il regno d'Egitto a Cleopatra e a suo fratello minore, temendo che, se lo avesse ridotto allo stato di provincia romana, divenisse un giorno, nelle mani di un governatore audace, un focolaio di rivoluzione

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ab Alexandria in Syriam et inde Pontum transiit urgentibus de Pharnace nuntiis, quem Mithridatis Magni filium ac tunc occasione temporum bellantem iamque multiplici successu praeferocem, intra quintum quam adfuerat diem, quattuor quibus in conspectum uenit horis, una profligauit acie; crebro commemorans Pompei felicitatem, cui praecipua militiae laus de tam inbelli genere hostium contigisset

dehinc Scipionem ac Iubam reliquias partium in Africa refouentis deuicit, Pompei liberos in Hispania

[36] Omnibus ciuilibus bellis nullam cladem nisi per legatos suos passus est, quorum C Curio in Africa periit, C Antonius in Illyrico in aduersariorum deuenit potestatem, P Dolabella classem in eodem Illyrico, Cn Domitius Caluinus in Ponto exercitum amiserunt
Da Alessandria passò in Siria e di qui nel Ponto, dove lo chiamavano notizie pressanti di Farnace, il figlio del grande Mitridate, che aveva approfittato delle circostanze per entrare in guerra e che già si esaltava per i numerosi successi Meno di cinque giorni dopo il suo arrivo, quattro ore dopo il loro incontro, Cesare lo sconfisse in una sola battaglia; per questo faceva spesso allusione alla fortuna di Pompeo che aveva conquistato la maggior parte della sua gloria militare contro nemici così poco validi

In seguito sconfisse, in Africa, Scipione e Giuba, che tentavano di rianimare i resti del partito pompeiano, e, in Spagna, i figli di Pompeo

36 Durante tutte queste guerre civili, Cesare non subì sconfitte se non per colpa dei suoi luogotenenti, dei quali C Curione morì in Africa, C Antonio cadde in mano dei nemici nell'Illirico, P Dolabella perse la fiotta, sempre nell'Illirico, e Cn Domizio Calvino ci rimise l'esercito nel Ponto

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