Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 01, Par 21 - 40

Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 01, Par 21 - 40

Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 01, Par 21 - 40

[21] Sub idem tempus Calpurniam L Pisonis filiam successuri sibi in consulatu duxit uxorem suamque, Iuliam, Gnaeo Pompeio conlocauit repudiato priore sponso Seruilio Caepione, cuius uel praecipua opera paulo ante Bibulum inpugnauerat

ac post nouam adfinitatem Pompeium primum rogare sententiam coepit, cum Crassum soleret essetque consuetudo, ut quem ordinem interrogandi sententias consul Kal Ianuariis instituisset, eum toto anno conseruaret

[22] Socero igitur generoque suffragantibus ex omni prouinciarum copia Gallias potissimum elegit, cuius emolumento et oportunitate idonea sit materia triumphorum

et initio quidem Galliam Cisalpinam Illyrico adiecto lege Vatinia accepit; mox per senatum Comatam quoque, ueritis patribus ne, si ipsi negassent, populus et hanc daret
21 Nello stesso periodo di tempo sposò Calpurnia, figlia di Lucio Pisone, che gli sarebbe succeduto nel consolato, e diede in moglie a Gneo Pompeo la propria figlia Giulia, dopo averla fatta divorziare dal precedente marito Servilio Cepione, con l'aiuto del quale, poco prima, aveva combattuto contro Bibulo

Stabilita questa nuova parentela, prese l'abitudine di chiedere per prima cosa il parere di Pompeo, anziché quello di Crasso, come era solito fare, benché fosse tradizione che il console, durante tutto l'anno, chiedesse i pareri secondo l'ordine che aveva introdotto al primo di gennaio

22 Così, con l'appoggio del suocero e del genero, fra le tante province, scelse le Gallie, pensando che vi avrebbe trovato non poche risorse e occasioni favorevoli per riportarvi trionfi

Tuttavia all'inizio gli fu assegnata soltanto la Gallia Cisalpina con l'aggiunta dell'Illirico, in forza della legge Vatinia Ben presto, però, il Senato vi unì anche la Transalpina, perché i senatori temevano che se gliel'avessero negata, l'avrebbe avuta dal popolo
quo gaudio elatus non temperauit, quin paucos post dies frequenti curia iactaret, inuitis et gementibus aduersaris adeptum se quae concupisset, proinde ex eo insultaturum omnium capitibus; ac negante quodam per contumeliam facile hoc ulli feminae fore, responderit quasi adludens: in Suria quoque regnasse Sameramin magnamque Asiae partem Amazonas tenuisse quondam

[23] Functus consulatu Gaio Memmio Lucioque Domitio praetoribus de superioris anni actis referentibus cognitionem senatui detulit; nec illo suscipiente triduoque per inritas altercationes absumpto in prouinciam abiit

et statim quaestor eius in praeiudicium aliquot criminibus arreptus est
Al colmo della gioia, Cesare non seppe più contenersi e alcuni giorni più tardi si vantò, davanti a numerosi senatori, di aver ottenuto quello che desiderava, nonostante le opposizioni e le lagnanze dei suoi avversari, e che ormai da quel momento avrebbe potuto farsi beffe di tutti Un senatore, con il preciso scopo di offenderlo, dichiarò che ciò non sarebbe stato facile per una donna, ma Cesare, con l'aria di stare allo scherzo, rispose che anche Semiramide aveva regnato in Siria e che le Amazzoni avevano dominato su gran parte dell'Asia

23 Allo scadere del consolato, i pretori Gaio Memmio e Lucio Domizio presentarono una relazione sui fatti dell'anno precedente: allora Cesare deferì al Senato l'istruzione dell'affare, ma poiché il Senato non se ne occupava, e tre giorni erano stati perduti in varie discussioni, se ne partì per la provincia

Subito il suo questore fu trascinato in giudizio sotto varie imputazioni, in vista di un'inchiesta pregiudiziale
mox et ipse a Lucio Antistio tr pl postulatus appellato demum collegio optinuit, cum rei publicae causa abesset reus ne fieret

ad securitatem ergo posteri temporis in magno negotio habuit obligare semper annuos magistratus et e petitoribus non alios adiuuare aut ad honorem pati peruenire, quam qui sibi recepissent propugnaturos absentiam suam; cuius pacti non dubitauit a quibusdam ius iurandum atque etiam syngrapham exigere

[24] Sed cum Lucius Domitius consulatus candidatus palam minaretur consulem se effecturum quod praetor nequisset adempturumque ei exercitus, Crassum Pompeiumque in urbem prouinciae suae Lucam extractos conpulit, ut detrudendi Domitii causa consulatum alterum peterent, perfecitque [per] utrumque, ut in quinquennium sibi imperium prorogaretur
Ben presto fu citato anche lui da Lucio Antistio, tribuno della plebe, e dovette alla fine appellarsi al collegio dei tribuni per ottenere di non essere accusato, dal momento che era assente per servizio di Stato

Così, allo scopo di garantirsi in avvenire la propria sicurezza, si diede da fare per legare a sé ogni anno i vari magistrati in carica e sostenere o lasciar giungere agli onori soltanto quei candidati che si fossero impegnati a difenderlo durante la sua assenza Di questo accordo non esitò a pretendere da alcuni un giuramento e perfino una dichiarazione scritta

24 Ma quando Lucio Domizio, candidato al consolato, lo minacciò pubblicamente di realizzare come console ciò che non aveva potuto fare come pretore e di togliergli il comando delle truppe, convinse Crasso e Pompeo, che aveva convocato a Lucca, città della sua provincia, a concorrere per un altro consolato, allo scopo di ostacolare Domizio, e riuscì, con l'appoggio di entrambi, ad ottenere la proroga del suo comando per un altro quinquennio

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Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 08, Parte 02
Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 08, Parte 02

Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 08, Parte 02

qua fiducia ad legiones, quas a re publica acceperat, alias priuato sumptu addidit, unam etiam ex Transalpinis conscriptam, uocabulo quoque Gallico Alauda enim appellabatur , quam disciplina cultuque Romano institutam et ornatam postea uniuersam ciuitate donauit

nec deinde ulla belli occasione, [ne] iniusti quidem ac periculosi abstinuit, tam foederatis quam infestis ac feris gentibus ultro lacessitis, adeo ut senatus quondam legatos ad explorandum statum Galliarum mittendos decreuerit ac nonnulli dedendum eum hostibus censuerint

sed prospere [de]cedentibus rebus et saepius et plurium quam quisquam umquam dierum supplicationes impetrauit

[25] Gessit autem nouem annis, quibus in imperio fuit, haec fere
Forte di questo successo, aggiunse, a proprie spese, altre legioni a quelle che aveva ricevuto dallo Stato Una di queste fu reclutata fra i Galli transalpini e chiamata con nome gallico (quello di Alauda), ma fu addestrata secondo la disciplina e la tradizione romane

Più tardi la gratificò tutta quanta del diritto di cittadinanza In seguito non trascurò nessuna occasione di fare la guerra, anche a dispetto della giustizia, e di recar danno sia agli alleati, sia alle popolazioni nemiche e selvagge, apertamente provocate, tanto che il Senato, un bel momento, decise di inviare alcuni commissari per accertare la situazione delle Gallie

Alcuni senatori arrivarono perfino a proporre di consegnarlo al nemico, ma poiché tutte le sue imprese avevano successo, egli ottenne pubblici ringraziamenti più spesso e più a lungo di qualunque altro generale

25 Ecco in sintesi le sue imprese durante i nove anni di comando
Omnem Galliam, quae saltu Pyrenaeo Alpibusque et monte Cebenna, fluminibus Rheno ac Rhodano continetur patetque circuitu ad bis et tricies centum milia passuum, praeter socias ac bene meritas ciuitates in prouinciae formam redegit, eique in singulos annos stipendii nomine inposuit

Germanos, qui trans Rhenum incolunt, primus Romanorum ponte fabricato adgressus maximis adfecit cladibus; adgressus est et Britannos ignotos antea superatisque pecunias et obsides imperauit; per tot successus ter nec amplius aduersum casum expertus: in Britannia classe ui tempestatis prope absumpta et in Gallia ad Gergouiam legione fusa et in Germanorum finibus Titurio et Aurunculeio legatis per insidias caesis

[26] Eodem temporis spatio matrem primo, deinde filiam, nec multo post nepotem amisit
Ad eccezione delle città alleate e di quelle che avevano acquisito meriti davanti a Roma, ridusse alla condizione di provincia tutta la Gallia compresa tra le catene dei Pirenei, delle Alpi e delle Cevenne e i fiumi Reno e Rodano, che si estende per tre milioni e duecentomila passi e vi impose un tributo annuo di quaranta milioni di sesterzi

Primo fra i Romani, aggredì i Germani, abitanti oltre il Reno, dopo aver costruito un ponte sul fiume, e inflisse loro gravi sconfitte Mosse anche contro i Britanni, fino a quel tempo sconosciuti, e dopo averli battuti li costrinse a consegnare ostaggi e a versare tributi In mezzo a tanti successi si trovò in difficoltà non più di tre volte: in Britannia la sua flotta fu quasi interamente distrutta da una tempesta; in Gallia, sotto le mura di Gergovia, una sua legione fu messa in fuga; infine nel territorio dei Germani i suoi luogotenenti Titurio e Arunculeio perirono in un'imboscata

26 Nello stesso periodo di tempo gli morirono prima la madre, poi la figlia e infine, non molto dopo, anche la nipote

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inter quae, consternata Publi Clodi caede re publica, cum senatus unum consulem nominatimque Gnaeum Pompeium fieri censuisset, egit cum tribunis plebis collegam se Pompeio destinantibus, id potius ad populum ferrent, ut absenti sibi, quandoque imperii tempus expleri coepisset, petitio secundi consulatus daretur, ne ea causa maturius et inperfecto adhuc bello decederet

quod ut adeptus est, altiora iam meditans et spei plenus nullum largitionis aut officiorum in quemquam genus publice priuatimque omisit

forum de manubiis incohauit, cuius area super sestertium milies constitit

munus populo epulumque pronuntiauit in filiae memoriam, quod ante eum nemo
Mentre era colpito da tante disgrazie personali, lo Stato venne sconvolto dalla morte di Publio Clodio; il Senato era dell'avviso di nominare un solo console, e precisamente Gneo Pompeo, ma Cesare convinse i tribuni della plebe, che volevano eleggerlo come collega dello stesso Pompeo, a proporre piuttosto al popolo di permettergli, benché fosse lontano, di concorrere ad un altro consolato quando sarebbe stata prossima la scadenza del suo mandato di comando In tal modo non sarebbe stato costretto a lasciare anzi tempo la provincia, prima che la guerra fosse conclusa

Quando ottenne questa concessione, pieno di speranza, già meditando imprese più ambiziose, profuse largizioni e favori di ogni genere a tutti, pubblicamente e privatamente

Con i proventi dei bottini di guerra avviò la costruzione di un Foro, il cui terreno venne a costare più di cento milioni di sesterzi

Annunciò al popolo uno spettacolo di gladiatori e un ricco banchetto in memoria della figlia morta, cosa che nessuno aveva mai fatto prima di lui
quorum ut quam maxima expectatio esset, ea quae ad epulum pertinerent, quamuis macellaris ablocata, etiam domesticatim apparabat

gladiatores notos, sicubi infestis spectatoribus dimicarent, ui rapiendos reseruandosque mandabat

tirones neque in ludo neque per lanistas, sed in domibus per equites Romanos atque etiam per senatores armorum peritos erudiebat, precibus enitens, quod epistulis eius ostenditur, ut disciplinam singulorum susciperent ipsique dictata exercentibus darent

legionibus stipendium in perpetuum duplicauit

frumentum, quotiens copia esset, etiam sine modo mensuraque praebuit ac singula interdum mancipia e praeda uiritim dedit
Allo scopo di creare un grande stato di attesa per questa manifestazione, faceva preparare tutto ciò che riguardava il banchetto in case private, sebbene avesse affidato l'incarico a personale specializzato

Dovunque vi fossero gladiatori famosi, costretti a combattere davanti ad un pubblico ostile, dava ordine di prelevarli, magari anche con la forza, e di riservarglieli

Quanto agli allievi gladiatori, non li faceva addestrare nelle scuole e nemmeno sotto le direttive di maestri professionisti, ma in case private, per mezzo di cavalieri romani e perfino di senatori esperti nell'uso delle armi; li andava supplicando, come confermano le sue lettere, di addossarsi la responsabilità della disciplina dei singoli allievi e di dirigere personalmente gli esercizi

Per quanto si riferisce alle legioni, raddoppiò definitivamente la paga

Ogni volta che vi era abbondanza di grano, lo fece distribuire senza limitazioni e misura, e assegnò a ciascuno, di tanto in tanto, uno schiavo preso dal bottino di guerra

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[27] Ad retinendam autem Pompei necessitudinem ac uoluntatem Octauiam sororis suae neptem, quae Gaio Marcello nupta erat, condicionem ei detulit sibique filiam eius in matrimonium petit Fausto Sullae destinatam

omnibus uero circa eum atque etiam parte magna senatus gratuito aut leui faenore obstrictis, ex reliquo quoque ordinum genere uel inuitatos uel sponte ad se commeantis uberrimo congiario prosequebatur, libertos insuper seruulosque cuiusque, prout domino patronoue gratus qui esset

tum reorum aut obaeratorum aut prodigae iuuentutis subsidium unicum ac promptissimum erat, nisi quos grauior criminum uel inopiae luxuriaeue uis urgeret, quam ut subueniri posset a se; his plane palam bello ciuili opus esse dicebat
27 Allo scopo di conservare la parentela con Pompeo e la sua amicizia, gli offrì la mano di Ottavia, nipote di sua sorella, che aveva già maritato a Gaio Marcello, mentre lui personalmente chiese in moglie la figlia di Pompeo, destinata a Fausto Silla

Vincolati a sé tutti coloro che erano vicini a Pompeo e anche una parte dei senatori mediante prestiti gratuiti o a basso interesse, quando venivano a trovarlo cittadini di altri ordini sociali, sia perché li aveva fatti chiamare, sia di loro iniziativa, li colmava di ogni generosità, senza dimenticare i liberti e gli schiavetti di ciascuno, per quanto fossero ben accetti al loro padrone o patrono

Inoltre gli accusati, gli oppressi dai debiti e i giovani prodighi trovavano in lui un aiuto unico e tempestivo, a meno che il peso delle loro colpe, della loro miseria o dei loro disordini fosse superiore alle sue possibilità di aiuto; in tal caso diceva loro, senza mezzi termini, che 'avevano bisogno di una guerra civile'
[28] Nec minore studio reges atque prouincias per terrarum orbem adliciebat, aliis captiuorum milia dono offerens, aliis citra senatus populique auctoritatem, quo uellent et quotiens uellent, auxilia submittens, superque Italiae Galliarumque et Hispaniarum, Asiae quoque et Graeciae potentissimas urbes praecipuis operibus exornans; donec, attonitis iam omnibus et quorsum illa tenderent reputantibus, Marcus Claudius Marcellus consul edicto praefatus, de summa se re publica acturum, rettulit ad senatum, ut ei succederetur ante tempus, quoniam bello confecto pax esset ac dimitti deberet uictor exercitus; et ne absentis ratio comitiis haberetur, quando nec plebi scito Pompeius postea abrogasset 28 Non minore impegno ci metteva ad accattivarsi la simpatia dei re e di tutte le province della terra, ora mandando in dono migliaia e migliaia di prigionieri, ora, senza chiedere l'autorizzazione del Senato e del popolo, inviando truppe ausiliarie dove e tutte le volte che volessero e per di più abbellendo con opere insigni le più potenti città dell'Italia e della Gallia Alla fine un po' tutti cominciarono a domandarsi, con un certo stupore, dove avesse intenzione di arrivare, e il console Marco Claudio Marcello, dopo aver annunciato con un editto che intendeva prendere provvedimenti nell'interesse dello Stato, fece un rapporto al Senato; vi si chiedeva di dare un successore a Cesare prima ancora che scadesse il suo tempo legale, perché, conclusa ormai la guerra, doveva esservi la pace e si doveva congedare un esercito vittorioso Sosteneva ancora che, per le elezioni, non si doveva tener conto della sua candidatura mentre era assente, dal momento che Pompeo, in seguito, aveva abrogato lo stesso plebiscito

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acciderat autem, ut is legem de iure magistratuum ferens eo capite, quo petitione honorum absentis submouebat, ne Caesarem quidem exciperet per obliuionem, ac mox lege iam in aes incisa et in aerarium condita corrigeret errorem

nec contentus Marcellus prouincias Caesari et priuilegium eripere, re[t]tulit etiam, ut colonis, quos rogatione Vatinia Nouum Comum deduxisset, ciuitas adimeretur, quod per ambitionem et ultra praescriptum data esset

[29] Commotus his Caesar ac iudicans, quod saepe ex eo auditum ferunt, difficilius se principem ciuitatis a primo ordine in secundum quam ex secundo in nouissimum detrudi, summa ope restitit, partim per intercessores tribunos, partim per Seruium Sulpicium alterum consulem
Era accaduto infatti che Pompeo, presentando una legge sullo stato giuridico dei magistrati, vi aveva introdotto un articolo che impediva agli assenti di concorrere alle cariche, e si era dimenticato di fare almeno un'eccezione in favore di Cesare; più tardi aveva corretto la dimenticanza, ma quando ormai la legge era già incisa nel bronzo e conservata presso il Tesoro

Marcello, non contento di togliere a Cesare sia le province, sia i privilegi, propose anche di revocare la cittadinanza a quei coloni che aveva stanziato a Novo Como in forza della legge Vatinia: sosteneva che era stata concessa con intenzioni demagogiche e al di là delle prescrizioni della legge

29 Preoccupato per queste macchinazioni e convinto, come sembra lo si sia sentito dire spesso, che era più difficile, finché occupava il primo posto nello Stato, risospingerlo al secondo, che da secondo all'ultimo, resistette con tutte le sue forze, sia per l'intervento dei tribuni, sia per quello di Servio Sulpicio, l'altro console

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