Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 06, Par 31 - 57

Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 06, Par 31 - 57

Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 06, Par 31 - 57

XXXI Non in alia re tamen damnosior quam in aedificando domum a Palatio Esquilias usque fecit, quam primo transitoriam, mox incendio absumptam restitutamque auream nominavit

De cuius spatio atque cultu suffecerit haec rettulisse Vestibulum eius fuit, in quo colossus CXX pedum staret ipsius effigie; tanta laxitas, ut porticus triplices miliarias haberet; item stagnum maris instar, circumsaeptum aedificiis ad urbium speciem; rura insuper arvis atque vinetis et pascuis silvisque varia, cum multitudine omnis generis pecudum ac ferarum
31 Ma il denaro lo sperperò soprattutto nelle costruzioni; si fece erigere una casa che andava dal Palatino all'Esquilino, e la battezzò subito 'il passaggio' e quando un incendio la distrusse, se la fece ricostrvire e la chiamò 'Casa d'oro'

Per dare un'idea della sua estensione e del suo splendore, sarà sufficiente dire questo: aveva un vestibolo in cui era stata rizzata una statua colossale di Nerone, alta centoventi piedi; era tanto vasta che la circondava un portico, a tre ordini di colonne, lungo mille passi e vi si trovava anche uno specchio d'acqua simile al mare, sul quale si affacciavano edifici che formavano tante città; per di più vi era un'estensione di campagna dove si vedevano campi coltivati, vigneti, pascoli e foreste, abitate da ogni genere di animali domestici e selvaggi
In ceteris partibus cuncta auro lita, distincta gemmis unionumque conchis erant; cenationes laqueatae tabulis eburneis versatilibus, ut flores, fistulatis, ut unguenta desuper spargerentur; praecipua cenationum rotunda, quae perpetuo diebus ac noctibus vice mundi circumageretur; balineae marinis et albulis fluentes aquis

Eius modi domum cum absolutam dedicaret, hactenus comprobavit, ut se diceret quasi hominem tandem habitare coepisse

Praeterea incohabat piscinam a Miseno ad Avernum lacum contectam porticibusque conclusam, quo quidquid totis Baiis calidarum aquarum esset converteretur; fossam ab Averno Ostiam usque, ut navibus nec tamen mari iretur, longitudinis per centum sexaginta milia, latitudinis, qua contrariae quinqveremes commearent
Nel resto dell'edificio tutto era ricoperto d'oro e rivestito di pietre preziose e di conchiglie e di perle; i soffitti delle sale da pranzo erano fatti di tavolette d'avorio mobili e percorsi da tubazioni, per poter lanciare sui commensali fiori, oppure profumi La principale di queste sale era rotonda, e girava continuamente, giorno e notte, su se stessa, come il mondo; nei bagni fluivano le acque del mare e qvelle di Albula

Quando un tale palazzo fu terminato e Nerone lo inaugurò, tutta la sua approvazione si ridusse a dire a che finalmente cominciava ad avere una dimora come si addice ad un uomo'

Dopo di che avviava la costruzione di una piscina che si estendeva da Miseno al lago Averno, interamente coperta e circondata da portici, nella quale dovevano essere condotte tutte le acque termali di Baia; poi intraprendeva la realizzazione di un canale dall'Averno fino a Ostia, che permetteva di portarsi in questa città con imbarcazioni, ma senza navigare sul mare
Quorum operum perficiendorum gratia quod ubique esset custodiae in Italiam deportari, etiam scelere convictos non nisi ad opus damnari praeceperat

Ad hunc impendiorum furorem, super fiduciam imperii, etiam spe quadam repentina immensarum et reconditarum opum impulsus est ex indicio equitis R pro comperto pollicentis thesauros antiquissimae gazae, quos Dido regina fugiens Tyro secum extulisset, esse in Africa vastissimis specubus abditos ac posse erui parvula molientium opera

XXXII Verum ut spes fefellit, destitutus atque ita iam exhaustus et egens ut stipendia quoque militum et commoda veteranorum protrahi ac differri necesse esset, calumniis rapinisque intendit animum
La lunghezza di questo canale doveva essere di centosessanta miglia e la sua larghezza tale che due navi a cinque ordini di remi potessero navigarvi in senso contrario

Per compiere questi lavori aveva dato disposizioni di trasportare in Italia tutti i detenuti dell'Impero, e di emettere solo condanne ai lavori forzati, anche per i delitti più evidenti A questa follia di spese lo incitò non solo la fiducia nelle risorse dell'Impero, ma anche l'improvvisa speranza di scoprire immense ricchezze nascoste, secondo le indicazioni di un cavaliere romano che gli garantiva che l'antichissimo tesoro trasportato dalla regina Didone quando fuggi da Tiro, si trovava in Africa, celato dentro vastissime caverne e che poteva essere estratto con un minimo sforzo

32 In seguito però, scoraggiato dal crollo di queste speranze e vedendosi prosciugato e impoverito a tal punto che fu costretto far attendere e rimandare la paga dei soldati e la liquidazione delle pensioni ai veterani, si diede alle calunnie e alle rapine

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Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 07, Parte 02

Ante omnia instituit, ut e libertorum defunctorum bonis pro semisse dextans ei cogeretur, qui sine probabili causa eo nomine essent, quo fuissent ullae familiae quas ipse contingeret deinde, ut ingratorum in principem testamenta ad fiscum pertinerent, ac ne impune esset studiosis iuris, qui scripsissent vel dictassent ea tunc ut lege maiestatis facta dictaque omnia, quibus modo delator non deesset, tenerentur

Revocavit et praemia coronarum, quae umquam sibi civitates in certaminibus detulissent

Et cum interdixisset usum amethystini ac Tyrii coloris summisissetque qui nundinarum die pauculas unicas venderet, praeclusit cunctos negotiatores
Prima di tutto stabilì che gli si versasse non più la metà, ma i cinque sesti dei beni lasciati in eredità da tutti i liberti che portavano, senza una ragione valida, il nome di una delle famiglie con le quali egli era imparentato; decretò in seguito che i testamenti delle persone che, alla loro morte, avessero dato prova di ingratitudine verso il principe, fossero requisiti dalla cassa imperiale e che non restassero impuniti gli uomini di legge che avevano scritto o dettato questi stessi testamenti; infine che la legge di lesa maestà fosse applicabile ad ogni azione o parola, su semplice denuncia di un delatore

Si fece anche rimborsare il prezzo di tutte le corone che alcune città gli avevano decretato nei vari concorsi

Vietato l'uso dei colori di viola e di porpora, incaricò uno dei suoi agenti di venderne qualche oncia nei giorni di mercato e fece chiudere le botteghe a tutti i mercanti
Quin etiam inter canendum animadversum matronam in spectaculis vetita purpura cultam demonstrasse procuratoribus suis dicitur detractamque ilico non veste modo sed et bonis exuit

Nulli delegavit officium ut non adiaceret: 'Scis quid mihi opus sit, ' et: 'Hoc agamus, ne quis quicquam habeat

' Ultimo templis compluribus dona detraxit simulacraque ex auro vel argento fabricata conflavit, in iis Penatium deorum, quae mox Galba restituit

XXXIII Parricida et caedes a Claudio exorsus est, cuius necis etsi non auctor, at conscius fuit, neque dissimulanter, ut qui boletos, in quo cibi genere venenum is acceperat, quasi deorum cibum posthac proverbio Graeco conlaudare sit solitus
Per di più, un giorno che cantava scorse tra la folla una donna vestita di questa porpora vietata, allora la indicò, almeno così dicono, ai suoi intendenti e la fece immediatamente spogliare non solo della sua veste, ma anche dei suoi beni

Non affidò mai un incarico a nessuno senza aggiungere: 'Tu sai di che cosa ho bisogno' e: 'Arrangiamoci, perché non resti niente a nessuno

Per ultima cosa spogliò molti templi dei loro doni e fece fondere le statue d'oro e d'argento, tra le quali qvelle degli dei Penati, che più tardi furono ristabilite da Galba

33 I suoi parricidi e i suoi assassini cominciarono con l'eliminazione di Claudio, giacché se non ne fu l'autore, ne fu tuttavia il complice e lungi dal nasconderlo, perché a partire da qvel momento prese l'abitudine di citare un proverbio greco che celebrava come cibo degli dei i funghi di cui ci si era serviti per avvelenare qvell'imperatore

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Certe omnibus rerum verborumque contumeliis mortuum insectatus est, modo stultitiae, modo saevitise arguens; nam et morari eum desisse inter homines producta prima syllaba iocabatur multaque decerta et constituta, ut insipientis atque deliri, pro irritis habuit; denique bustum eius consaepiri nisi humili levique maceria neglexit

Britannicum non minus aemulatione vocis, quae illi iucundior suppetebat, quam metu ne quandoque apud hominum gratiam paterna memoria praevaleret, veneno adgressus est
In ogni caso elargì ogni sorta di oltraggi alla sua memoria, sia con parole, sia con azioni, rimproverandogli di volta in volta la sua stupidità e la sua crudeltà; diceva, ad esempio, che egli aveva finito di 'soggiornare' tra gli uomini, giocando sul termine 'morari' di cui allungava la prima sillaba; annullò, come frutto di una mente folle e stravagante, numerosi suoi decreti; infine il solo recinto con cui circondò la sua tomba fu un piccolo muro senza spessore

Geloso di Britannico, che aveva una voce più gradevole della sua, e temendo d'altra parte che un giorno lo soppiantasse nel favore del popolo, grazie al ricordo di suo padre, lo fece avvelenare
Quod acceptum a quadam Lucusta, venenariorum indice, cum opinione tardius cederet ventre modo Britannici modo, accersitam mulierem sua manu verberavit arguens pro veneno remedium dedisse, excusantique minus datum ad occultandam facinoris invidiam: 'Sane' inquit, 'legem Iuliam timeo,' coegitque se coram in cubiculo quam posset velocissimum ac praesentaneum coqvere

Deinde in haedo expertus, postquam is quinque horas protraxit, iterum ac saepius recoctum procello obiecit; quo statim exanimato inferri in triclinium darique cenati secum Britannico imperavit Et cum ille ad primum gustum concidisset, comitiali morbo ex consuetudine correptum apud convivas ementitus postero die raptim inter maximos imbres tralaticio extulit funere
Il veleno fu dato da una certa Locusta, che ne aveva scoperti di ogni genere, ma poiché agiva più lentamente di quanto si aspettava, provocando in Britannico una semplice diarrea, fece venire qvella donna e la frustò con le sue mani, rimproverandole di avergli fornito una medicina, non un veleno; Locusta si giustificò dicendo che ne aveva inviata una dose leggera per mascherare un delitto così odioso, e allora Nerone disse: 'Sta a vedere che ho paura della legge Giulia' e la costrinse a far bollire sotto i suoi occhi, nella sua camera, il veleno più rapido ed istantaneo che potesse

Poi lo sperimentò su un capretto, ma poiché l'animale era campato ancora cinque ore, fece ribollire il veleno più volte e lo somministrò a un porcellino; poiché qvello morì sull'istante, ordinò di portare il veleno nella sala da pranzo e di farlo bere a Britannico che cenava con lui, e quando Britannico cadde subito dopo averlo gustato, Nerone disse ai convitati che si trattava di una delle sue abituali crisi di epilessia; il giorno dopo lo fece seppellire in fretta, senza pompa, sotto una pioggia torrenziale

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Lucustae pro navata opera impunitatem praediaque ampla, sed et discipulos dedit

XXXIV Matrem facta dictaque sua exqvirentem acerbius et corrigentem hactenus primo gravabatur, ut invidia identidem oneraret quasi cessurus imperio Rhodumque abiturus, mox et honore omni et potestate privavit abductaque militum et Germanorum statione contubernio quoque ac Palatio expulit; neque in divexanda quicquam pensi habuit, summissis qui et Romae morantem litibus et in secessu quiescentem per convicia et iocos terra marique praetervehentes inquietarent

Verum minis eius ac violentia territus perdere statuit; et cum ter veneno temptasset sentiretque antidotis praemunitam, lacunaria, quae noctu super dormientem laxata machina deciderent, paravit
Quanto a Locusta, in premio dei suoi servizi, le concesse l'impunità, ampi possedimenti e perfino discepoli

34 Stufo di vedere sua madre esercitare rigorosamente ogni controllo e ogni critica sulle sue parole e sui suoi atti, Nerone in un primo tempo si limitò a farle temere più volte di esporla all'odio pubblico, fingendo di voler deporre la carica di imperatore e di andarsene a Rodi; in seguito la privò di ogni onore e di ogni potere, le tolse la guardia di soldati e di Germani, e infine la bandì dalla sua presenza e dal Palatino; ormai non trascurò nulla per tormentarla e assoldò persone che le intentassero processi quando soggiornava a Roma, e la perseguitassero con le loro ingiurie e i loro frizzi, passando davanti alla sua casa per terra e per mare, quando vi cercava rifugio per riposarsi

Spaventato però dalle sue minacce e dalle sue violente reazioni, decise di farla morire Per tre volte tentò di avvelenarla, ma vedendo che essa si era munita di antidoti, preparò un congegno che avrebbe dovuto far cadere su di lei il soffitto durante la notte mentre dormiva
Hoc consilio per conscios parum celato solutilem navem, cuius vel naufragio vel camarae ruina periret, commentus est atque ita reconciliatione simulata iucundissimis litteris Baias evocavit ad sollemnia Quinquatruum simul celebranda; datoque negotio trierarchis, qui liburnicam qua advecta erat velut fortuito concursu confringerent, protraxit convivium repetentique Baulos in locum corrupti navigii machinosum illud optulit, hilare prosecutus atque in digressu papillas quoque exosculatus I complici però non conservarono il segreto sul progetto e allora ideò una nave che facilmente si sfasciasse per farvela morire sia di naufragio sia per il crollo del ponte Fingendo quindi una riconciliazione le inviò una lettera affettuosissima per invitarla a venire a celebrare con lui le feste di Minerva a Baia; dato poi ordine ai comandanti delle navi di avariare, come per un abbordaggio fortuito, l'imbarcazione liburnica con la quale era stata trasportata, protrasse il banchetto, dopo di che, per il suo ritorno a Bauli, le offrì la nave truccata al posto di qvella in avaria, la accompagnò tutto contento e perfino le baciò i capezzoli al momento di lasciarla

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Reliquum temporis cum magna trepidatione vigilavit opperiens coeptorum exitum Sed ut diversa omnia nandoque evasisse eam comperit, inops consilii L Agermum libertum eius salvam et incolumem cum gaudio nuntiantem, abiecto clam iuxta pugione ut percussorem sibi subornatum arripi constringique iussit, matrem occidi, quasi deprehensum crimen voluntaria morte vitasset

Adduntur his atrociora nec incertis auctoribus: ad visendum interfectae cadaver accurrisse, contrectasse membra, alia vituperasse, sitique interim oborta bibisse

Neque tamen conscientiam sceleris, quamquam et militum et senatus populique gratulationibus confirmarentur, aut statim aut umquam postea ferre potuit, , saepe confessus exagitari se materna specie verberibusque Furiarum ac taedis ardentibus
Passò la notte sveglio in stato di agitazione, aspettando l'esito dell'impresa, ma quando seppe che tutto era andato diversamente e che Agrippina si era salvata a nuoto, non sapendo che cosa fare, quando L Agermo, un liberto di sua madre, venne ad annunciargli, tutto felice, che sua madre era sana e salva, egli gettò di nascosto un pugnale presso di lui e con il pretesto che gli era stato mandato da Agrippina per ássassinarlo, ordinò di prendere, incatenare e mettere a morte sua madre, che sarebbe passata per suicida perché il suo crimine era stato scoperto

Autori attendibili aggiungono anche dettagli più atroci: sarebbe accorso per vedere il cadavere, avrebbe palpato le sue membra, criticato alcune parti del suo corpo, elogiato altre e di tanto in tanto, preso dalla sete, avrebbe bevuto

Tuttavia, nonostante fosse incoraggiato dalle felicitazioni dei soldati, del Senato e del popolo, non poté mai, né allora, né in seguito, far tacere i rimorsi e confessò di essere tormentato sia dal fantasma di sua madre, sia dalle fruste e dalle torce ardenti delle Furie

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