Seneca, Lettere a Lucilio: Libri 07-08 Parte 01, pag 7

Seneca, Lettere a Lucilio: Libri 07-08 Parte 01

Latino: dall'autore Seneca, opera Lettere a Lucilio parte Libri 07-08 Parte 01
Deinde plurimum remedia continuata proficiunt: interrumpenda non est quies et vitae prioris oblivio; sine dediscere oculos tuos, sine aures assuescere sanioribus verbis

Quotiens processeris, in ipso transitu aliqua quae renovent cupiditates tuas tibi occurrent

Quemadmodum ei qui amorem exuere conatur evitanda est omnis admonitio dilecti corporis - nihil enim facilius quam amor recrudescit -, ita qui deponere vult desideria rerum omnium quarum cupiditate flagravit et oculos et aures ab iis quae reliquit avertat

Cito rebellat affectus

Quocumque se verterit, pretium aliquod praesens occupationis suae aspiciet

Nullum sine auctoramento malum est: avaritia pecuniam promittit, luxuria multas ac varias voluptates, ambitio purpuram et plausum et ex hoc potentiam et quidquid potest potentia
E poi, i rimedi giovano veramente se sono continui: non bisogna interrompere la tranquillità e l'oblio della vita condotta in precedenza; lascia che i tuoi occhi dimentichino, che le tue orecchie si abituino a parole più sane

Tutte le volte che uscirai in pubblico, perfino di passaggio, ti si presenterà qualcosa che riacutizzerà i tuoi desideri

Se uno tenta di liberarsi di un amore, deve evitare ogni ricordo del corpo amato (l'amore è la passione che riarde con più facilità); allo stesso modo chi vuole eliminare il rimpianto di tutto quello per cui bruciava di desiderio, deve distogliere occhi e orecchie da ciò che ha abbandonato

Le passioni ritornano prontamente all'attacco

Dovunque si volgano, scorgeranno una ricompensa immediata al loro affaccendarsi

Non c'è male che non prometta un compenso, L'avidità promette denaro, la lussuria numerosi e svariati piaceri, l'ambizione cariche e favore e, quindi, potenza e quanto essa implica
Mercede te vitia sollicitant: hic tibi gratis vivendum est

Vix effici toto saeculo potest ut vitia tam longa licentia tumida subigantur et iugum accipiant, nedum si tam breve tempus intervallis discindimus; unam quamlibet rem vix ad perfectum perducit assidua vigilia et intentio

Si me quidem velis audire, hoc meditare et exerce, ut mortem et excipias et, si ita res suadebit, accersas: interest nihil, illa ad nos veniat an ad illam nos

Illud imperitissimi cuiusque verbum falsum esse tibi ipse persuade: 'bella res est mori sua morte'

Nemo moritur nisi sua morte

Illud praeterea tecum licet cogites: nemo nisi suo die moritur

Nihil perdis ex tuo tempore; nam quod relinquis alienum est

Vale

I vizi ti allettano con una ricompensa: al servizio della virtù devi vivere gratuitamente

Non basta la vita intera a domare e a soggiogare i vizi imbaldanziti da una sfrenatezza durata così a lungo, tanto più se un tempo così breve lo frantumiamo con continui intervalli; una qualsiasi impresa può a stento essere portata a termine con una cura e un'applicazione continue

Dammi ascolto, medita e preparati sia ad accogliere la morte, sia a cercarla, se sarà necessario: non fa differenza se è lei a venire da noi o noi da lei

Convincitene: è falsa quella frase che dicono tutti gli uomini più ignoranti: bello morire di morte naturale

Tutti muoiono di morte naturale

Medita poi su questo: tutti muoiono nel giorno stabilito dal destino

Non perdi nulla del tempo che ti è stato assegnato; quello che lasci non ti appartiene

Stammi bene

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