Seneca, Lettere a Lucilio: Libri 07-08 Parte 01, pag 6

Seneca, Lettere a Lucilio: Libri 07-08 Parte 01

Latino: dall'autore Seneca, opera Lettere a Lucilio parte Libri 07-08 Parte 01
' Quaedam vota aperta et professa sunt, cum particulatim fiunt; quaedam latent, cum uno voto multa comprensa sunt

Tamquam opto mihi vitam honestam; vita autem honesta actionibus variis constat: in hac es Reguli arca, Catonis scissum manu sua vulnus, Rutili exsilium, calix venenatus qui Socraten transtulit e carcere in caelum

Ita cum optavi mihi vitam honestam, et haec optavi sine quibus interdum honesta non potest esse

O terque quaterque beati, quis ante ora patrum Troiae sub moenibus altis contigit oppetere

Quid interest, optes hoc alicui an optabile fuisse fatearis

Decius se pro re publica devovit et in medios hostes concitato equo mortem petens irruit
Certi desideri sono palesi e manifesti, quando vengono formulati singolarmente; altri rimangono nascosti, se un unico voto ne comprende molti

Per esempio, quando mi auguro una vita onesta; ma una vita onesta è formata da azioni diverse: c'è la botte di Attilio Regolo, la ferita che Catone si aprì con le sue mani, l'esilio di Rutilio, la coppa avvelenata che portò Socrate dal carcere al cielo

Quindi, quando mi auguro una vita onesta, mi auguro anche queste azioni, senza le quali la vita non può essere onesta

Tre e quattro volte beati coloro ai quali toccò in sorte morire davanti agli occhi dei loro padri, sotto le alte mura di Troia

C'è differenza tra augurare a qualcuno questa sorte o affermare che era desiderabile

Decio si sacrificò per la salvezza della patria: spronò il cavallo e irruppe tra i nemici cercando la morte
Alter post hunc, paternae virtutis aemulus, conceptis sollemnibus ac iam familiaribus verbis in aciem confertissimam incucurrit, de hoc sollicitus tantum, ut litaret, optabilem rem putans bonam mortem

Dubitas ergo an optimum sit memorabilem mori et in aliquo opere virtutis

Cum aliquis tormenta fortiter patitur, omnibus virtutibus utitur

Fortasse una in promptu sit et maxime appareat, patientia; ceterum illic est fortitudo, cuius patientia et perpessio et tolerantia rami sunt; illic est prudentia, sine qua nullum initur consilium, quae suadet quod effugere non possis quam fortissime ferre; illic est constantia, quae deici loco non potest et propositum nulla vi extorquente dimittit; illic est individuus ille comitatus virtutum
Dopo di lui il figlio, emulo del valore paterno, pronunziata la sacra formula a lui familiare, piombò nel folto dei nemici, preoccupato solo di offrirsi in sacrificio: giudicava desiderabile una morte da prode

E tu dubiti che morire gloriosamente e compiendo un atto di valore sia bellissimo

Quando uno sopporta con fermezza i tormenti, mette in pratica tutte le virtù

Forse una sola virtù è evidente e manifesta più delle altre, la sopportazione; ma c'è anche il coraggio: sopportazione, resistenza, tolleranza ne sono le ramificazioni; c'è il senno, senza il quale non si possono prendere decisioni e che ci induce a sopportare con la maggiore forza possibile quello cui non ci si può sottrarre; c'è la costanza, incrollabile e ferma nei suoi propositi a dispetto di qualsiasi violenza; c'è tutto il corteggio inseparabile delle virtù
Quidquid honeste fit una virtus facit, sed ex consilii sententia; quod autem ab omnibus virtutibus comprobatur, etiam si ab una fieri videtur, optabile est

Quid

tu existimas ea tantum optabilia esse quae per voluptatem et otium veniunt, quae excipiuntur foribus ornatis

Sunt quaedam tristis vultus bona; sunt quaedam vota quae non gratulantium coetu, sed adorantium venerantiumque celebrantur

Ita tu non putas Regulum optasse ut ad Poenos perveniret

Indue magni viri animum et ab opinionibus vulgi secede paulisper; cape, quantam debes, virtutis pulcherrimae ac magnificentissimae speciem, quae nobis non ture nec sertis, sed sudore ct sanguine colenda est

Aspice M Catonem sacro illi pectori purissimas manus admoventem et vulnera parum alte demissa laxantem

Utrum tandem illi dicturus es 'vellem quae velles' et 'moleste fero' an 'feliciter quod agis'
Ogni azione virtuosa è opera di una sola virtù, ma per decisione unanime di tutte le altre; quindi, ciò che è approvato da tutte le virtù, anche se è opera di una sola, è desiderabile

Come

Secondo te è desiderabile solo quello che ci viene attraverso il piacere e la vita tranquilla, e quello che è accolto con grande festa

Ci sono beni dolorosi all'apparenza; ci sono voti la cui realizzazione non viene esaltata da una schiera di gente che si congratula, ma sono fatti oggetto di venerazione e rispetto

Così tu non credi che Regolo desiderasse raggiungere i Cartaginesi

Mettiti nello stato d'animo di quel grande uomo e lascia un po' da parte i pregiudizi del volgo; cerca di comprendere, come devi, la bellezza e la magnificenza della virtù: non dobbiamo renderle omaggio con incenso e corone, ma con sudore e sangue

Guarda Catone che porta al suo sacro petto le mani purissime e allarga le ferite troppo superficiali

Gli dirai: Mi auguro che sia come vuoi tu e Mi dispiace oppure: Che tutto ti vada bene
Hoc loco mihi Demetrius noster occurrit, qui vitam securam et sine ullis fortunae incursionibus mare mortuum vocat

Nihil habere ad quod exciteris, ad quod te concites, cuius denuntiatione et incursu firmitatem animi tui temptes, sed in otio inconcusso iacere non est tranquillitas: malacia est

Attalus Stoicus dicere solebat, 'malo me fortuna in castris suis quam in deliciis habeat

Torqueor, sed fortiter: bene est

Occidor, sed fortiter: bene est

' Audi Epicurum, dicet et 'dulce est'

Ego tam honestae rei ac severae numquam molle nomen imponam

Uror, sed invictus: quidni hoc optabile sit

- non quod urit me ignis, sed quod non vincit

Nihil est virtute praestantius, nihil pulchrius; et bonum est et optabile quidquid ex huius geritur imperio

Vale
Mi viene in mente a questo punto il nostro Demetrio; definisce mare morto una vita tranquilla e senza attacchi da parte della fortuna

Non avere niente che ci infiammi e ci sproni, niente che metta alla prova la nostra fermezza d'animo con le sue minacce e i suoi assalti, ma giacere in una tranquillità imperturbata non è quiete: è apatia

Diceva lo stoico Attalo: Preferisco che la sorte mi costringa a combattere e non che mi faccia vivere tra i piaceri

Sono torturato, ma da forte: questo è bene

Sono colpito a morte, ma da forte: questo è bene

Ascolta Epicuro, egli dirà anche: piacevole

Io non potrei mai definire un atteggiamento così virtuoso e austero con un aggettivo tanto delicato

Le fiamme mi consumano, ma non mi do per vinto: e perché non dovrebbe essere desiderabile

- non il fatto che il fuoco mi brucia, ma che io non mi piego

Non c'è niente di più nobile, niente di più bello della virtù; e tutto ciò che si fa per suo comando è buono e desiderabile

Stammi bene
Consilio tuo accedo: absconde te in otio, sed et ipsum otium absconde

Hoc te facturum Stoicorum etiam si non praecepto, at exemplo licet scias; sed ex praecepto quoque facies: et tibi et cui voles approbaris

Nec ad omnem rem publicam mittimus nec semper nec sine ullo fine; praeterea, cum sapienti rem publicam ipso dignam dedimus, id est mundum, non est extra rem publicam etiam si recesserit, immo fortasse relicto uno angulo in maiora atque ampliora transit et caelo impositus intellegit, cum sellam aut tribunal ascenderet, quam humili loco sederit

Depone hoc apud te, numquam plus agere sapientem quam cum in conspectum eius divina atque humana venerunt

Nunc ad illud revertor quod suadere tibi coeperam, ut otium tuum ignotum sit
Condivido la tua risoluzione: vivi una vita ritirata, ma nascondila agli altri

Sappi che così agirai se non secondo gli insegnamenti, certo secondo l'esempio degli Stoici; e, tuttavia, anche secondo gli insegnamenti: e potrai provarlo a te stesso e a chi vorrai

Noi non lasciamo che il saggio partecipi sempre e senza limiti di tempo a ogni forma di governo; inoltre, quando gli diamo uno stato degno di lui, cioè l'universo, egli non vive al di fuori della politica, anche se si è isolato; anzi forse, lasciato da parte un unico cantuccio, si dedica a questioni più importanti e vaste; collocato in cielo comprende come era sceso in basso quando saliva alla sedia curule o sulla tribuna

Racchiudi in te queste parole: mai il saggio è più operoso di quando si trova al cospetto delle cose divine e umane

Torno ora al mio consiglio iniziale: tieni nascosto il tuo ritiro
Non est quod inscribas tibi philosophiam ac quietem: aliud proposito tuo nomen impone, valetudinem et imbecillitatem vocato et desidiam

Gloriari otio iners ambitio est

Animalia quaedam, ne inveniri possint, vestigia sua circa ipsum cubile confundunt: idem tibi faciendum est, alioqui non deerunt qui persequantur

Multi aperta transeunt, condita et abstrusa rimantur; furem signata sollicitant

Vile videtur quidquid patet; aperta effractarius praeterit

Hos mores habet populus, hos imperitissimus quisque: in secreta irrumpere cupit

Optimum itaque est non iactare otium suum; iactandi autem genus est nimis latere et a conspectu hominum secedere

Ille Tarentum se abdidit, ille Neapoli inclusus est, ille multis annis non transit domus suae limen: convocat turbam quisquis otio suo aliquam fabulam imposuit
Non dire che vuoi vivere una vita serena, dedita alla filosofia: definisci altrimenti la tua decisione; chiamala malattia, debolezza, chiamala anche peggio, pigrizia

sciocca ambizione vantarsi di una vita ritirata

Certi animali, per non essere scovati, confondono le loro orme intorno alla tana: devi fare lo stesso, altrimenti non mancheranno i seccatori

Molti oltrepassano i luoghi facilmente accessibili ed esplorano quelli nascosti e occulti; gli oggetti chiusi in cassaforte stimolano il ladro

Se una cosa è sotto gli occhi di tutti, sembra di poco valore; lo scassinatore tralascia quello che è a portata di mano

La massa e tutte le persone ignoranti hanno queste abitudini: vogliono violare i segreti

La miglior cosa, perciò è non divulgare il proprio isolamento, anche se il nascondersi troppo e l'allontanarsi dalla vista degli altri è già un modo di divulgarlo

Uno si è ritirato a Taranto, un altro vive confinato a Napoli, un terzo da anni non varca la soglia di casa; chi circonda il suo ritiro di un alone di leggenda, richiama l'attenzione della massa
Cum secesseris, non est hoc agendum, ut de te homines loquantur, sed ut ipse tecum loquaris

Quid autem loqueris

quod homines de aliis libentissime faciunt, de te apud te male existima: assuesces et dicere verum et audire

Id autem maxime tracta quod in te esse infirmissimum senties

Nota habet sui quisque corporis vitia

Itaque alius vomitu levat stomachum, alius frequenti cibo fulcit, alius interposito ieiunio corpus exhaurit et purgat; ii quorum pedes dolor repetit aut vino aut balineo abstinent: in cetera neglegentes huic a quo saepe infestantur occurrunt

Sic in animo nostro sunt quaedam quasi causariae partes quibus adhibenda curatio est

Quid in otio facio

ulcus meum curo
Se ti isoli, devi fare in modo non che gli uomini parlino di te, ma che tu parli con te stesso

E di che cosa

Fai quello che gli uomini fanno molto volentieri nei confronti degli altri: critica te stesso; ti abituerai a dire e ad ascoltare la verità

Considera soprattutto i lati più deboli del tuo carattere

Ciascuno conosce bene i difetti del proprio corpo

Perciò c'è chi alleggerisce lo stomaco col vomito, chi lo sostiene con pasti frequenti, chi libera il corpo e lo purifica col digiuno; le persone che soffrono di podagra evitano di bere vino o di bagnarsi: trascurano tutto il resto e si premuniscono contro la malattia che spesso li fa tribolare

Allo stesso modo nella nostra anima ci sono delle parti - come dire - inferme, e vanno curate

Che cosa faccio nel mio ritiro

Curo la mia piaga
Si ostenderem tibi pedem turgidum, lividam manum, aut contracti cruris aridos nervos, permitteres mihi uno loco iacere et fovere morbum meum: maius malum est hoc, quod non possum tibi ostendere: in pectore ipso collectio et vomica est

Nolo nolo laudes, nolo dicas, 'o magnum virum

contempsit omnia et damnatis humanae vitae furoribus fugit'

Nihil damnavi nisi me

Non est quod proficiendi causa venire ad me velis

Erras, qui hinc aliquid auxili speras: non medicus sed aeger hic habitat

Malo illa, cum discesseris, dicas: 'ego istum beatum hominem putabam et eruditum, erexeram aures: destitutus sum, nihil vidi, nihil audivi quod concupiscerem, ad quod reverterer'

Si hoc sentis, si hoc loqueris, aliquid profectum est: malo ignoscas otio meo quam invideas

'Otium' inquis 'Seneca, commendas mihi

ad Epicureas voces delaberis
Se ti mostrassi un piede gonfio, una mano livida, i muscoli scarni di una gamba contratta, mi consentiresti di stare inoperoso in un angolo e di curare la mia malattia; più grave è il male che non posso mostrarti: la piaga ulcerata ce l'ho nell'anima

Non voglio, non voglio che tu mi lodi, non voglio che tu dica: Che grand'uomo

Ha disprezzato ogni cosa ed è fuggito; ha ripudiato le follie della vita umana

Io non ripudio niente, solo me stesso

Non c'è motivo che tu venga da me per trarne profitto

Sbagli, se speri di trovare in me un aiuto: qui non abita un medico, ma un ammalato

Preferisco che quando te ne andrai, tu dica: Lo credevo un uomo felice e colto, avevo drizzato le orecchie, Sono deluso, non ho visto nulla, non ho udito nulla di quello che desideravo e che mi spinga a ritornare

Se pensi, se parli così, c'è stato un progresso: è meglio che tu abbia compassione, non invidia del mio ritiro

E proprio tu, Seneca, potresti obiettare, mi raccomandi una vita ritirata

Stai forse scivolando verso la dottrina epicurea
' Otium tibi commendo, in quo maiora agas et pulchriora quam quae reliquisti: pulsare superbas potentiorum fores, digerere in litteram senes orbos, plurimum in foro posse invidiosa potentia ac brevis est et, si verum aestimes, sordida

Ille me gratia forensi longe antecedet, ille stipendiis militaribus et quaesita per hoc dignitate, ille clientium turba

cui in turba Par esse non possum, plus habent gratiae: est tanti ab omnibus vinci, dum a me fortuna vincatur

Utinam quidem hoc propositum sequi olim fuisset animus tibi

utinam de vita beata non in conspectu mortis ageremus

Sed nunc quoque non moramur; multa enim quae supervacua esse et inimica credituri fuimus rationi, nunc experientiae credimus

Quod facere solent qui serius exierunt et volunt tempus celeritate reparare, calcar addamus
Ti raccomando una vita ritirata in cui svolgere attività più importanti e più belle di quelle che hai lasciato: bussare alle superbe porte degli uomini potenti, tenere un elenco dei vecchi privi di eredi, esercitare un grande potere nel foro, è indice di un'autorità che suscita invidia, di breve durata e, a ben guardare, spregevole

Ci sarà qualcuno di molto superiore a me per il prestigio di cui gode nel foro, qualche altro per le imprese militari e per l'autorità così conquistata, un altro ancora per la folla dei clienti

Non posso essere uguale a loro, godono di più favore: vale la pena che tutti mi vincano, purché io vinca la fortuna

Magari tu avessi deciso già da tempo di attuare questo proposito

Magari non discutessimo della felicità ora, al cospetto della morte

Ma non indugiamo anche adesso; avremmo potuto ricavare dalla ragione ciò che ora sappiamo per esperienza: che molte cose sono superflue e dannose

Acceleriamo il passo come fanno le persone che si sono messe in cammino in ritardo e vogliono recuperare il tempo perduto andando veloci
Haec aetas optime facit ad haec studia: iam despumavit, iam vitia primo fervore adulescentiae indomita lassavit; non multum superest ut exstinguat

'Et quando' inquis 'tibi proderit istud quod in exitu discis, aut in quam rem

' In hanc, ut exeam melior

Non est tamen quod existimes ullam aetatem aptiorem esse ad bonam mentem quam quae se multis experimentis, longa ac frequenti rerum paenitentia domuit, quae ad salutaria mitigatis affectibus venit

Hoc est huius boni tempus: quisquis senex ad sapientiam pervenit, annis pervenit

Vale

Mutare te loca et aliunde alio transilire nolo, primum quia tam frequens migratio instabilis animi est: coalescere otio non potest nisi desit circumspicere et errare

Ut animum possis continere, primum corporis tui fugam siste
La nostra età è la più adatta a questi studi: gli ardori si sono ormai spenti, i vizi, indomabili nel primo fervore della giovinezza, sono sopiti; e tra poco scompariranno del tutto

E quando, ribatti, o a che fine ti gioverà quello che impari alle soglie della morte

A questo: a uscire meglio dalla vita

Credimi, non c'è età più adatta alla saggezza di quella che è arrivata al dominio di sé attraverso svariate esperienze, dopo lunghi e frequenti pentimenti, di quella che, sedate le passioni, ha raggiunto ciò che dà la salvezza

questa l'età che ci porta un simile bene: chiunque raggiunga la saggezza da vecchio, vi è arrivato attraverso gli anni

Stammi bene

Non voglio che tu sia sempre in movimento e salti da un posto all'altro, innanzi tutto perché gli spostamenti frequenti sono indizio di un animo instabile: l'animo non può fortificarsi nel ritiro, se non smette di guardarsi intorno e di andare errando

Ferma per prima cosa la fuga del corpo per tenere a freno lo spirito
Seneca, De Otio: 01; 05 - 08

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