' Quaedam vota aperta et professa sunt, cum particulatim fiunt; quaedam latent, cum uno voto multa comprensa sunt Tamquam opto mihi vitam honestam; vita autem honesta actionibus variis constat: in hac es Reguli arca, Catonis scissum manu sua vulnus, Rutili exsilium, calix venenatus qui Socraten transtulit e carcere in caelum Ita cum optavi mihi vitam honestam, et haec optavi sine quibus interdum honesta non potest esse O terque quaterque beati, quis ante ora patrum Troiae sub moenibus altis contigit oppetere Quid interest, optes hoc alicui an optabile fuisse fatearis Decius se pro re publica devovit et in medios hostes concitato equo mortem petens irruit |
Certi desideri sono palesi e manifesti, quando vengono formulati singolarmente; altri rimangono nascosti, se un unico voto ne comprende molti Per esempio, quando mi auguro una vita onesta; ma una vita onesta è formata da azioni diverse: c'è la botte di Attilio Regolo, la ferita che Catone si aprì con le sue mani, l'esilio di Rutilio, la coppa avvelenata che portò Socrate dal carcere al cielo Quindi, quando mi auguro una vita onesta, mi auguro anche queste azioni, senza le quali la vita non può essere onesta Tre e quattro volte beati coloro ai quali toccò in sorte morire davanti agli occhi dei loro padri, sotto le alte mura di Troia C'è differenza tra augurare a qualcuno questa sorte o affermare che era desiderabile Decio si sacrificò per la salvezza della patria: spronò il cavallo e irruppe tra i nemici cercando la morte |
Alter post hunc, paternae virtutis aemulus, conceptis sollemnibus ac iam familiaribus verbis in aciem confertissimam incucurrit, de hoc sollicitus tantum, ut litaret, optabilem rem putans bonam mortem Dubitas ergo an optimum sit memorabilem mori et in aliquo opere virtutis Cum aliquis tormenta fortiter patitur, omnibus virtutibus utitur Fortasse una in promptu sit et maxime appareat, patientia; ceterum illic est fortitudo, cuius patientia et perpessio et tolerantia rami sunt; illic est prudentia, sine qua nullum initur consilium, quae suadet quod effugere non possis quam fortissime ferre; illic est constantia, quae deici loco non potest et propositum nulla vi extorquente dimittit; illic est individuus ille comitatus virtutum |
Dopo di lui il figlio, emulo del valore paterno, pronunziata la sacra formula a lui familiare, piombò nel folto dei nemici, preoccupato solo di offrirsi in sacrificio: giudicava desiderabile una morte da prode E tu dubiti che morire gloriosamente e compiendo un atto di valore sia bellissimo Quando uno sopporta con fermezza i tormenti, mette in pratica tutte le virtù Forse una sola virtù è evidente e manifesta più delle altre, la sopportazione; ma c'è anche il coraggio: sopportazione, resistenza, tolleranza ne sono le ramificazioni; c'è il senno, senza il quale non si possono prendere decisioni e che ci induce a sopportare con la maggiore forza possibile quello cui non ci si può sottrarre; c'è la costanza, incrollabile e ferma nei suoi propositi a dispetto di qualsiasi violenza; c'è tutto il corteggio inseparabile delle virtù |
Quidquid honeste fit una virtus facit, sed ex consilii sententia; quod autem ab omnibus virtutibus comprobatur, etiam si ab una fieri videtur, optabile est Quid tu existimas ea tantum optabilia esse quae per voluptatem et otium veniunt, quae excipiuntur foribus ornatis Sunt quaedam tristis vultus bona; sunt quaedam vota quae non gratulantium coetu, sed adorantium venerantiumque celebrantur Ita tu non putas Regulum optasse ut ad Poenos perveniret Indue magni viri animum et ab opinionibus vulgi secede paulisper; cape, quantam debes, virtutis pulcherrimae ac magnificentissimae speciem, quae nobis non ture nec sertis, sed sudore ct sanguine colenda est Aspice M Catonem sacro illi pectori purissimas manus admoventem et vulnera parum alte demissa laxantem Utrum tandem illi dicturus es 'vellem quae velles' et 'moleste fero' an 'feliciter quod agis' |
Ogni azione virtuosa è opera di una sola virtù, ma per decisione unanime di tutte le altre; quindi, ciò che è approvato da tutte le virtù, anche se è opera di una sola, è desiderabile Come Secondo te è desiderabile solo quello che ci viene attraverso il piacere e la vita tranquilla, e quello che è accolto con grande festa Ci sono beni dolorosi all'apparenza; ci sono voti la cui realizzazione non viene esaltata da una schiera di gente che si congratula, ma sono fatti oggetto di venerazione e rispetto Così tu non credi che Regolo desiderasse raggiungere i Cartaginesi Mettiti nello stato d'animo di quel grande uomo e lascia un po' da parte i pregiudizi del volgo; cerca di comprendere, come devi, la bellezza e la magnificenza della virtù: non dobbiamo renderle omaggio con incenso e corone, ma con sudore e sangue Guarda Catone che porta al suo sacro petto le mani purissime e allarga le ferite troppo superficiali Gli dirai: Mi auguro che sia come vuoi tu e Mi dispiace oppure: Che tutto ti vada bene |
Hoc loco mihi Demetrius noster occurrit, qui vitam securam et sine ullis fortunae incursionibus mare mortuum vocat Nihil habere ad quod exciteris, ad quod te concites, cuius denuntiatione et incursu firmitatem animi tui temptes, sed in otio inconcusso iacere non est tranquillitas: malacia est Attalus Stoicus dicere solebat, 'malo me fortuna in castris suis quam in deliciis habeat Torqueor, sed fortiter: bene est Occidor, sed fortiter: bene est ' Audi Epicurum, dicet et 'dulce est' Ego tam honestae rei ac severae numquam molle nomen imponam Uror, sed invictus: quidni hoc optabile sit - non quod urit me ignis, sed quod non vincit Nihil est virtute praestantius, nihil pulchrius; et bonum est et optabile quidquid ex huius geritur imperio Vale |
Mi viene in mente a questo punto il nostro Demetrio; definisce mare morto una vita tranquilla e senza attacchi da parte della fortuna Non avere niente che ci infiammi e ci sproni, niente che metta alla prova la nostra fermezza d'animo con le sue minacce e i suoi assalti, ma giacere in una tranquillità imperturbata non è quiete: è apatia Diceva lo stoico Attalo: Preferisco che la sorte mi costringa a combattere e non che mi faccia vivere tra i piaceri Sono torturato, ma da forte: questo è bene Sono colpito a morte, ma da forte: questo è bene Ascolta Epicuro, egli dirà anche: piacevole Io non potrei mai definire un atteggiamento così virtuoso e austero con un aggettivo tanto delicato Le fiamme mi consumano, ma non mi do per vinto: e perché non dovrebbe essere desiderabile - non il fatto che il fuoco mi brucia, ma che io non mi piego Non c'è niente di più nobile, niente di più bello della virtù; e tutto ciò che si fa per suo comando è buono e desiderabile Stammi bene |
Consilio tuo accedo: absconde te in otio, sed et ipsum otium absconde Hoc te facturum Stoicorum etiam si non praecepto, at exemplo licet scias; sed ex praecepto quoque facies: et tibi et cui voles approbaris Nec ad omnem rem publicam mittimus nec semper nec sine ullo fine; praeterea, cum sapienti rem publicam ipso dignam dedimus, id est mundum, non est extra rem publicam etiam si recesserit, immo fortasse relicto uno angulo in maiora atque ampliora transit et caelo impositus intellegit, cum sellam aut tribunal ascenderet, quam humili loco sederit Depone hoc apud te, numquam plus agere sapientem quam cum in conspectum eius divina atque humana venerunt Nunc ad illud revertor quod suadere tibi coeperam, ut otium tuum ignotum sit |
Condivido la tua risoluzione: vivi una vita ritirata, ma nascondila agli altri Sappi che così agirai se non secondo gli insegnamenti, certo secondo l'esempio degli Stoici; e, tuttavia, anche secondo gli insegnamenti: e potrai provarlo a te stesso e a chi vorrai Noi non lasciamo che il saggio partecipi sempre e senza limiti di tempo a ogni forma di governo; inoltre, quando gli diamo uno stato degno di lui, cioè l'universo, egli non vive al di fuori della politica, anche se si è isolato; anzi forse, lasciato da parte un unico cantuccio, si dedica a questioni più importanti e vaste; collocato in cielo comprende come era sceso in basso quando saliva alla sedia curule o sulla tribuna Racchiudi in te queste parole: mai il saggio è più operoso di quando si trova al cospetto delle cose divine e umane Torno ora al mio consiglio iniziale: tieni nascosto il tuo ritiro |
Non est quod inscribas tibi philosophiam ac quietem: aliud proposito tuo nomen impone, valetudinem et imbecillitatem vocato et desidiam Gloriari otio iners ambitio est Animalia quaedam, ne inveniri possint, vestigia sua circa ipsum cubile confundunt: idem tibi faciendum est, alioqui non deerunt qui persequantur Multi aperta transeunt, condita et abstrusa rimantur; furem signata sollicitant Vile videtur quidquid patet; aperta effractarius praeterit Hos mores habet populus, hos imperitissimus quisque: in secreta irrumpere cupit Optimum itaque est non iactare otium suum; iactandi autem genus est nimis latere et a conspectu hominum secedere Ille Tarentum se abdidit, ille Neapoli inclusus est, ille multis annis non transit domus suae limen: convocat turbam quisquis otio suo aliquam fabulam imposuit |
Non dire che vuoi vivere una vita serena, dedita alla filosofia: definisci altrimenti la tua decisione; chiamala malattia, debolezza, chiamala anche peggio, pigrizia sciocca ambizione vantarsi di una vita ritirata Certi animali, per non essere scovati, confondono le loro orme intorno alla tana: devi fare lo stesso, altrimenti non mancheranno i seccatori Molti oltrepassano i luoghi facilmente accessibili ed esplorano quelli nascosti e occulti; gli oggetti chiusi in cassaforte stimolano il ladro Se una cosa è sotto gli occhi di tutti, sembra di poco valore; lo scassinatore tralascia quello che è a portata di mano La massa e tutte le persone ignoranti hanno queste abitudini: vogliono violare i segreti La miglior cosa, perciò è non divulgare il proprio isolamento, anche se il nascondersi troppo e l'allontanarsi dalla vista degli altri è già un modo di divulgarlo Uno si è ritirato a Taranto, un altro vive confinato a Napoli, un terzo da anni non varca la soglia di casa; chi circonda il suo ritiro di un alone di leggenda, richiama l'attenzione della massa |
Cum secesseris, non est hoc agendum, ut de te homines loquantur, sed ut ipse tecum loquaris Quid autem loqueris quod homines de aliis libentissime faciunt, de te apud te male existima: assuesces et dicere verum et audire Id autem maxime tracta quod in te esse infirmissimum senties Nota habet sui quisque corporis vitia Itaque alius vomitu levat stomachum, alius frequenti cibo fulcit, alius interposito ieiunio corpus exhaurit et purgat; ii quorum pedes dolor repetit aut vino aut balineo abstinent: in cetera neglegentes huic a quo saepe infestantur occurrunt Sic in animo nostro sunt quaedam quasi causariae partes quibus adhibenda curatio est Quid in otio facio ulcus meum curo |
Se ti isoli, devi fare in modo non che gli uomini parlino di te, ma che tu parli con te stesso E di che cosa Fai quello che gli uomini fanno molto volentieri nei confronti degli altri: critica te stesso; ti abituerai a dire e ad ascoltare la verità Considera soprattutto i lati più deboli del tuo carattere Ciascuno conosce bene i difetti del proprio corpo Perciò c'è chi alleggerisce lo stomaco col vomito, chi lo sostiene con pasti frequenti, chi libera il corpo e lo purifica col digiuno; le persone che soffrono di podagra evitano di bere vino o di bagnarsi: trascurano tutto il resto e si premuniscono contro la malattia che spesso li fa tribolare Allo stesso modo nella nostra anima ci sono delle parti - come dire - inferme, e vanno curate Che cosa faccio nel mio ritiro Curo la mia piaga |
Si ostenderem tibi pedem turgidum, lividam manum, aut contracti cruris aridos nervos, permitteres mihi uno loco iacere et fovere morbum meum: maius malum est hoc, quod non possum tibi ostendere: in pectore ipso collectio et vomica est Nolo nolo laudes, nolo dicas, 'o magnum virum contempsit omnia et damnatis humanae vitae furoribus fugit' Nihil damnavi nisi me Non est quod proficiendi causa venire ad me velis Erras, qui hinc aliquid auxili speras: non medicus sed aeger hic habitat Malo illa, cum discesseris, dicas: 'ego istum beatum hominem putabam et eruditum, erexeram aures: destitutus sum, nihil vidi, nihil audivi quod concupiscerem, ad quod reverterer' Si hoc sentis, si hoc loqueris, aliquid profectum est: malo ignoscas otio meo quam invideas 'Otium' inquis 'Seneca, commendas mihi ad Epicureas voces delaberis |
Se ti mostrassi un piede gonfio, una mano livida, i muscoli scarni di una gamba contratta, mi consentiresti di stare inoperoso in un angolo e di curare la mia malattia; più grave è il male che non posso mostrarti: la piaga ulcerata ce l'ho nell'anima Non voglio, non voglio che tu mi lodi, non voglio che tu dica: Che grand'uomo Ha disprezzato ogni cosa ed è fuggito; ha ripudiato le follie della vita umana Io non ripudio niente, solo me stesso Non c'è motivo che tu venga da me per trarne profitto Sbagli, se speri di trovare in me un aiuto: qui non abita un medico, ma un ammalato Preferisco che quando te ne andrai, tu dica: Lo credevo un uomo felice e colto, avevo drizzato le orecchie, Sono deluso, non ho visto nulla, non ho udito nulla di quello che desideravo e che mi spinga a ritornare Se pensi, se parli così, c'è stato un progresso: è meglio che tu abbia compassione, non invidia del mio ritiro E proprio tu, Seneca, potresti obiettare, mi raccomandi una vita ritirata Stai forse scivolando verso la dottrina epicurea |
' Otium tibi commendo, in quo maiora agas et pulchriora quam quae reliquisti: pulsare superbas potentiorum fores, digerere in litteram senes orbos, plurimum in foro posse invidiosa potentia ac brevis est et, si verum aestimes, sordida Ille me gratia forensi longe antecedet, ille stipendiis militaribus et quaesita per hoc dignitate, ille clientium turba cui in turba Par esse non possum, plus habent gratiae: est tanti ab omnibus vinci, dum a me fortuna vincatur Utinam quidem hoc propositum sequi olim fuisset animus tibi utinam de vita beata non in conspectu mortis ageremus Sed nunc quoque non moramur; multa enim quae supervacua esse et inimica credituri fuimus rationi, nunc experientiae credimus Quod facere solent qui serius exierunt et volunt tempus celeritate reparare, calcar addamus |
Ti raccomando una vita ritirata in cui svolgere attività più importanti e più belle di quelle che hai lasciato: bussare alle superbe porte degli uomini potenti, tenere un elenco dei vecchi privi di eredi, esercitare un grande potere nel foro, è indice di un'autorità che suscita invidia, di breve durata e, a ben guardare, spregevole Ci sarà qualcuno di molto superiore a me per il prestigio di cui gode nel foro, qualche altro per le imprese militari e per l'autorità così conquistata, un altro ancora per la folla dei clienti Non posso essere uguale a loro, godono di più favore: vale la pena che tutti mi vincano, purché io vinca la fortuna Magari tu avessi deciso già da tempo di attuare questo proposito Magari non discutessimo della felicità ora, al cospetto della morte Ma non indugiamo anche adesso; avremmo potuto ricavare dalla ragione ciò che ora sappiamo per esperienza: che molte cose sono superflue e dannose Acceleriamo il passo come fanno le persone che si sono messe in cammino in ritardo e vogliono recuperare il tempo perduto andando veloci |
Haec aetas optime facit ad haec studia: iam despumavit, iam vitia primo fervore adulescentiae indomita lassavit; non multum superest ut exstinguat 'Et quando' inquis 'tibi proderit istud quod in exitu discis, aut in quam rem ' In hanc, ut exeam melior Non est tamen quod existimes ullam aetatem aptiorem esse ad bonam mentem quam quae se multis experimentis, longa ac frequenti rerum paenitentia domuit, quae ad salutaria mitigatis affectibus venit Hoc est huius boni tempus: quisquis senex ad sapientiam pervenit, annis pervenit Vale Mutare te loca et aliunde alio transilire nolo, primum quia tam frequens migratio instabilis animi est: coalescere otio non potest nisi desit circumspicere et errare Ut animum possis continere, primum corporis tui fugam siste |
La nostra età è la più adatta a questi studi: gli ardori si sono ormai spenti, i vizi, indomabili nel primo fervore della giovinezza, sono sopiti; e tra poco scompariranno del tutto E quando, ribatti, o a che fine ti gioverà quello che impari alle soglie della morte A questo: a uscire meglio dalla vita Credimi, non c'è età più adatta alla saggezza di quella che è arrivata al dominio di sé attraverso svariate esperienze, dopo lunghi e frequenti pentimenti, di quella che, sedate le passioni, ha raggiunto ciò che dà la salvezza questa l'età che ci porta un simile bene: chiunque raggiunga la saggezza da vecchio, vi è arrivato attraverso gli anni Stammi bene Non voglio che tu sia sempre in movimento e salti da un posto all'altro, innanzi tutto perché gli spostamenti frequenti sono indizio di un animo instabile: l'animo non può fortificarsi nel ritiro, se non smette di guardarsi intorno e di andare errando Ferma per prima cosa la fuga del corpo per tenere a freno lo spirito |