Seneca, Lettere a Lucilio: Libri 07-08 Parte 01, pag 4

Seneca, Lettere a Lucilio: Libri 07-08 Parte 01

Latino: dall'autore Seneca, opera Lettere a Lucilio parte Libri 07-08 Parte 01
Honestum omne securum est, tranquillum est: si recusat aliquid, si complorat, si malum iudicat, perturbationem recepit et in magna discordia volutatur; hinc enim species recti vocat, illinc suspicio mali retrahit

Itaque qui honeste aliquid facturus est, quidquid opponitur, id etiam si incommodum putat, malum non putet, velit, libens faciat

Omne honestum iniussum incoactumque est, sincerum et nulli malo mixtum

Scio quid mihi responderi hoc loco possit: 'hoc nobis persuadere conaris, nihil interesse utrum aliquis in gaudio sit an in eculeo iaceat ac tortorem suum lasset

' Poteram respondere: Epicurus quoque ait sapientem, si in Phalaridis tauro peruratur, exclamaturum, 'dulce est et ad me nihil pertinet'
L'uomo onesto è sempre tranquillo, sereno: se rifiuta qualcosa, se la deplora, se la giudica un male, si turba e si dibatte in profondi contrasti; da una parte lo attira la bellezza del bene, dall'altra lo respinge il sospetto del male

Perciò chi vuole agire onestamente, giudichi pure contrarietà, ma non mali, tutti gli impedimenti che si frappongono: abbia una volontà costante, agisca volentieri

Ogni azione onesta non obbedisce a comandi o a costrizioni: è schietta e non è unita a nessun male

So che cosa mi si può rispondere a questo punto: Tenti di persuaderci che non c'è nessuna differenza se uno è immerso nella gioia, oppure se giace sul cavalletto di tortura e stanca il suo carnefice

Potrei risponderti: anche secondo Epicuro il saggio, messo a bruciare nel toro di Falaride, griderebbe: piacevole, non mi tocca
Quid miraris si ego paria bona dico alterius in convivio iacentis, alterius inter tormenta fortissime stantis, cum quod incredibilius est dicat Epicurus, dulce esse torreri

Sed hoc respondeo, plurimum interesse inter gaudium et dolorem; si quaeratur electio, alterum petam, alterum vitabo: illud secundum naturam est, hoc contra

Quamdiu sic aestimantur, magno inter se dissident spatio: cum ad virtutem ventum est, utraque par est, et quae per laeta procedit et quae per tristia

Nullum habet momentum vexatio et dolor et quidquid aliud incommodi est; virtute enim obruitur
Di che cosa ti stupisci, se sostengo che sono sullo stesso piano i beni di chi se ne sta sdraiato a mensa e di chi resiste con grande fermezza tra i supplizi, quando Epicuro fa un'affermazione ancora più incredibile, che è piacevole essere bruciati

Ti rispondo, invece, che c'è una grandissima differenza tra la gioia e il dolore; messo di fronte a una scelta, ricercherei l'una ed eviterei l'altro: la prima è secondo natura, il secondo contro natura

Finché li consideriamo sotto questo aspetto, c'è tra loro una profonda differenza; ma quando si arriva alla virtù, essa è uguale in entrambi i casi: si riveli in circostanze liete o dolorose

La sofferenza, il dolore e qualunque altro disagio non hanno nessun peso: sono annientati dalla virtù
Quemadmodum minuta lumina claritas solis obscurat, sic dolores, molestias, iniurias virtus magnitudine sua elidit atque opprimit; et quocumque affulsit, ibi quidquid sine illa apparet exstinguitur, nec magis ullam portionem habent incommoda, cum in virtutem inciderunt, quam in mari nimbus

Hoc ut scias ita esse, ad omne pulchrum vir bonus sine ulla cunctatione procurret: stet illic licet carnifex, stet tortor atque ignis, perseverabit nec quid passurus sed quid facturus sit aspiciet, et se honestae rei tamquam bono viro credet; utilem illam sibi iudicabit, tutam, prosperam

Eundem locum habebit apud illum honesta res, sed tristis atque aspera, quem vir bonus pauper aut exul aut exilis ac pallidus

Agedum pone ex alia parte virum bonum divitiis abundantem, ex altera nihil habentem, sed in se omnia: uterque aeque vir bonus erit, etiam si fortuna dispari utetur
Lo splendore del sole oscura le luci più fioche, così la virtù nella sua grandezza elimina e annulla i dolori, le pene, le offese; dovunque risplenda, tutto quello che in sua assenza aveva un rilievo, scompare e le contrarietà, quando si imbattono nella virtù, non hanno più importanza di un acquazzone sul mare

Vuoi convincerti che le cose stanno così L'uomo virtuoso si slancerà senza esitare verso ogni azione nobile: anche se gli sta di fronte il carnefice o l'aguzzino col fuoco, rimarrà saldo e non prenderà in considerazione quello che deve subire, ma quello che deve fare, e si affiderà a un'azione onorevole, come a un uomo onesto; la giudicherà utile, sicura e prospera

Avrà per un'azione onorevole, ma dolorosa e difficile, la stessa stima che ha per un uomo virtuoso, anche se povero oppure esule o gracile e smorto

Metti da una parte un uomo onesto e ricco, dall'altra uno nullatenente ma che possieda tutto dentro di sé: entrambi saranno ugualmente uomini onesti, anche se godono di una diversa fortuna
Idem, ut dixi, in rebus iudicium est quod in hominibus: aeque laudabilis virtus est in corpore valido ac libero posita quam in morbido ac vincto

Ergo tuam quoque virtutem non magis laudabis si corpus illi tuum integrum fortuna praestiterit quam si ex aliqua parte mutilatum: alioqui hoc erit ex servorum habitu dominum aestimare

Omnia enim ista in quae dominium casus exercet serva sunt, pecunia et corpus et honores, imbecilla, fluida, mortalia, possessionis incertae: illa rursus libera et invicta opera virtutis, quae non ideo magis appetenda sunt si benignius a fortuna tractantur, nec minus si aliqua iniquitate rerum premuntur

Quod amicitia in hominibus est, hoc in rebus appetitio

Non, puto, magis amares virum bonum locupletem quam pauperem, nec robustum et lacertosum quam gracilem et languidi corporis; ergo ne rem quidem magis appetes aut amabis hilarem ac pacatam quam distractam et operosam
Lo stesso metro di giudizio vale, come ho già detto, per le cose e per gli uomini: la virtù posta in un corpo robusto e libero è lodevole quanto in un corpo malato e in catene

Quindi, se la fortuna ti ha concesso un corpo sano, non devi stimare la tua virtù maggiormente che se fossi mutilato in qualche parte: altrimenti sarà come giudicare il padrone dall'aspetto degli schiavi

Tutti questi beni soggetti al caso, denaro, corpo, onori, sono come schiavi, deboli, precari, mortali, di incerto possesso: le opere della virtù sono, invece, libere e invincibili e non bisogna ricercarle di più se la sorte le tratta benevolmente, oppure meno se sono oppresse da circostanze avverse

Il desiderio per le cose è come l'amicizia per gli uomini

Non ameresti, credo, un uomo onesto se fosse ricco più che se fosse povero, o se fosse robusto e muscoloso più che se fosse gracile e debole; quindi, non ricercherai o amerai di più una condizione lieta e tranquilla di una straziante e gravosa
Aut si hoc est, magis diliges ex duobus aeque bonis viris nitidum et unctum quam pulverulentum et horrentem; deinde hoc usque pervenies ut magis diligas integrum omnibus membris et illaesum quam debilem aut luscum; paulatim fastidium tuum illo usque procedet ut ex duobus aeque iustis ac prudentibus comatum et crispulum malis

Ubi par in utroque virtus est, non comparet aliarum rerum inaequalitas; omnia enim alia non partes sed accessiones sunt

Num quis tam iniquam censuram inter, suos agit ut sanum filium quam aegrum magis diligat, procerumve et excelsum quam brevem aut modicum

Fetus suos non distinguunt ferae et se in alimentum pariter omnium sternunt; aves ex aequo partiuntur cibos

Ulixes ad Ithacae suae saxa sic properat quemadmodum Agamemnon ad Mycenarum nobiles muros; nemo enim patriam quia magna est amat, sed quia sua
Oppure, in questo caso, tra due uomini ugualmente onesti avrai più caro quello pulito e curato di quello impolverato e trasandato; poi arriverai al punto di apprezzare più un uomo integro in tutte le membra e sano di uno storpio o guercio; a poco a poco diventerai schifiltoso al punto da preferire, tra due uomini ugualmente giusti e saggi, quello con i capelli lunghi e ricci

Quando la virtù è uguale in entrambi, non ci sarà nessun'altra disuguaglianza; tutte le altre caratteristiche non sono elementi integranti, ma accessori

C'è forse qualcuno che giudica in maniera tanto ingiusta i propri figli, da amare quello sano più di quello malato, quello alto e slanciato più di quello basso e tozzo

Le fiere non fanno distinzioni fra i loro piccoli e si stendono per nutrirli tutti allo stesso modo; gli uccelli distribuiscono il cibo in parti uguali

Ulisse brama tornare alla sua sassosa Itaca come Agamennone alle celebri mura di Micene; nessuno ama la patria perché è grande, ma perché è sua
Quorsus haec pertinent

ut scias; virtutem omnia opera velut fetus suos isdem oculis intueri, aeque indulgere omnibus, et quidem impensius laborantibus, quoniam quidem etiam parentium amor magis in ea quorum miseretur inclinat

Virtus quoque opera sua quae videt affici et premi non magis amat, sed parentium bonorum more magis complectitur ac fovet

Quare non est ullum bonum altero maius

quia non est quicquam apto aptius, quia plano nihil est planius

Non potes dicere hoc magis par esse alicui quam illud; ergo nec honesto honestius quicquam est

Quod si par omnium virtutum natura est, tria genera bonorum in aequo sunt

Ita dico: in aequo est moderate gaudere et moderate dolere
A che cosa mira questo mio discorso

A farti capire che la virtù guarda con gli stessi occhi, come se fossero figli suoi, tutte le sue opere e di tutte si compiace nella stessa maniera, anzi particolarmente di quelle che richiedono più fatica, poiché anche l'amore dei genitori indulge maggiormente verso i figli che più suscitano la loro compassione

Pure la virtù, come i buoni genitori, non ama di più le sue opere che vede in preda alle difficoltà e ai disagi, ma le segue con particolare interesse e le cura maggiormente

Perché non esiste bene superiore all'altro

Perché non esiste nulla di più adatto dell'adatto, di più evidente dell'evidenza

Se due cose sono uguali a un'altra, non puoi dire che la prima è più uguale della seconda; quindi, non esiste niente di più onesto dell'onesto

E se uguale è la natura di tutte le virtù, i tre generi di bene sono sullo stesso piano

Intendo dire: la moderazione nella gioia e la moderazione nel dolore sono sullo stesso piano
Laetitia illa non vincit hanc animi firmitatem sub tortore gemitus devorantem: illa bona optabilia, haec mirabilia sunt, utraque nihilominus paria, quia quidquid incommodi est vi tanto maioris boni tegitur

Quisquis haec imparia iudicat ab ipsis virtutibus avertit oculos et exteriora circumspicit

Bona vera idem pendent, idem patent: illa falsa multum habent vani; itaque speciosa et magna contra visentibus, cum ad pondus revocata sunt, fallunt

Ita est, mi Lucili: quidquid vera ratio commendat solidum et aeternum est, firmat animum attollitque semper futurum in excelso, illa quae temere laudantur et vulgi sententia bona sunt inflant inanibus laetos; rursus ea quae timentur tamquam mala iniciunt formidinem mentibus et illas non aliter quam animalia specie periculi agitant
La gioia non è un bene superiore alla fermezza d'animo di chi reprime i gemiti sotto la tortura: quelli sono beni desiderabili, questi degni di ammirazione; e nondimeno sono entrambi sullo stesso piano, poiché quanto c'è di negativo scompare sotto il peso di un bene tanto più grande

Se uno li ritiene diseguali, distoglie gli occhi dalla virtù in se stessa e ne guarda gli aspetti esteriori

I veri beni hanno medesimo peso, medesima grandezza: quelli falsi sono inconsistenti; splendidi e imponenti a guardarli, pesati rivelano le loro carenze

così, caro Lucilio: tutto quello che la vera ragione approva è solido ed eterno, rende forte l'anima e la innalza per sempre a una sfera superiore: quei beni che vengono apprezzati sconsideratamente e sono ritenuti tali dalla massa, inorgogliscono gli uomini che si compiacciono di vanità; viceversa i fatti temuti come mali incutono terrore negli animi e li sconvolgono come un apparente pericolo sconvolge gli animali
Utraque ergo res sine causa animum et diffundit et mordet: nec illa gaudio nec haec metu digna est

Sola ratio immutabilis et iudicii tenax est; non enim servit sed imperat sensibus

Ratio rationi par est, sicut rectum recto; ergo et virtus virtuti; nihil enim aliud est virtus quam recta ratio

Omnes virtutes rationes sunt; rationes sunt, si rectae sunt; si rectae sunt, et pares sunt

Qualis ratio est, tales et actiones sunt; ergo omnes pares sunt; nam cum similes rationi sint, similes et inter se sunt

Pares autem actiones inter se esse dico qua honestae rectaeque sunt; ceterum magna habebunt discrimina variante materia, quae modo latior est, modo angustior, modo illustris, modo ignobilis, modo ad multos pertinens, modo ad paucos

In omnibus tamen istis id quod optimum est par est: honestae sunt
Beni e mali, dunque, rallegrano e affliggono l'animo senza motivo: e invece gli uni non meritano gioia come gli altri non meritano timore

Solo la ragione è immutabile e ferma nel giudicare, poiché non è schiava, ma padrona dei sensi

La ragione è uguale alla ragione, come la rettitudine alla rettitudine; quindi, anche la virtù alla virtù; la virtù, difatti, non è altro che la retta ragione

Tutte le virtù sono ragione e sono ragione se sono rette; ma se sono rette sono anche uguali

Le azioni sono tali e quali alla ragione; quindi sono tutte uguali, poiché se sono simili alla ragione, sono anche simili tra loro

Le azioni, dico, sono uguali tra loro in quanto sono oneste e rette; ma si differenzieranno molto col variare della materia: ora è più ampia, ora più ristretta, ora illustre, ora umile, ora riguardante molti, ora pochi

Tuttavia in tutti questi casi l'elemento migliore è uguale: sono azioni oneste
Tamquam viri boni omnes pares sunt qua boni sunt, sed habent differentias aetatis: alius senior est, alius iunior; habent corporis: alius formosus, alius deformis est; habent fortunae: ille dives, hic pauper est, ille gratiosus, potens, urbibus notus et populis, hic ignotus plerisque et obscurus

Sed per illud quo boni sunt pares sunt

De bonis ac malis sensus non iudicat; quid utile sit, quid inutile, ignorat

Non potest ferre sententiam nisi in rem praesentem perductus est; nec futuri providus est nec praeteriti memor; quid sit consequens nescit

Ex hoc autem rerum ordo seriesque contexitur et unitas vitae per rectum iturae

Ratio ergo arbitra est bonorum ac malorum; aliena et externa pro vilibus habet, et ea quae neque bona sunt neque mala accessiones minimas ac levissimas iudicat; omne enim illi bonum in animo est
Così come gli uomini virtuosi sono tutti uguali poiché sono virtuosi, ma hanno differenze di età: uno è più vecchio, un altro più giovane; di costituzione fisica: uno è bello, un altro brutto; di sorte: quello è ricco, questo povero; quello influente, potente, noto a città e nazioni, questo ignoto e sconosciuto ai più

E tuttavia sono uguali in quanto sono virtuosi

I sensi non possono giudicare sul bene e il male; non sanno che cosa sia utile e che cosa sia inutile

Non possono esprimere un giudizio se non sono messi di fronte alla realtà del momento; non prevedono il futuro, non ricordano il passato; ignorano il principio di concatenazione

Ma è in base a esso che si compone la serie e la successione degli eventi e l'unità di una vita istradata sulla retta via

Dunque è compito della ragione fare da arbitro tra il bene e il male; essa tiene in poco conto i fattori estranei ed esteriori, e quelli che non sono né beni né mali li giudica accessori e di nessuna importanza; per essa ogni bene è interiore
Ceterum bona quaedam prima existimat, ad quae ex proposito venit, tamquam victoriam, bonos liberos, salutem patriae; quaedam secunda, quae non apparent nisi in rebus adversis, tamquam aequo animo pati morbum, ignem, exsilium; quaedam media, quae nihilo magis secundum naturam sunt quam contra naturam, tamquam prudenter ambulare, composite sedere

Non enim minus secundum naturam est sedere quam stare aut ambulare

Duo illa bona superiora diversa sunt: prima enim secundum naturam sunt, gaudere liberorum pietate, patriae incolumitate; secunda contra naturam sunt, fortiter obstare tormentis et sitim perpeti morbo urente praecordia

'Quid ergo

aliquid contra naturam bonum est

' Minime; sed id aliquando contra naturam est in quo bonum illud exsistit

Vulnerari enim et subiecto igne tabescere et adversa valetudine affligi contra naturam est, sed inter ista servare animum infatigabilem secundum naturam est
Ma alcuni li considera beni primar da ricercarsi di proposito, come la vittoria, i figli onesti, la salvezza della patria; altri secondari, che non si manifestano se non nelle avversità, come sopportare serenamente le malattie, il fuoco della tortura, l'esilio; altri indifferenti: non sono secondo natura più che contro natura, come camminare con contegno o sedere compostamente

Difatti, sedere è secondo natura quanto star fermi o camminare

Le prime due categorie di beni sono, invece, diverse: gli uni sono secondo natura, gioire dell'amore dei figli, della salvezza della patria; gli altri contro natura, affrontare con coraggio la tortura e sopportare la sete quando la febbre brucia dentro

Ma come

un bene una cosa contro natura

No; ma a volte è contro natura la situazione in cui si manifesta quel bene

Essere feriti, bruciati dal fuoco, afflitti da una malattia, è contro natura, ma conservare un animo imperturbabile in queste circostanze è secondo natura
Seneca, De Otio: 01; 05 - 08

Seneca, Lettere a Lucilio: Libri 17-18 (parte 01)

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Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 07; 21-25

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