Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 06, Paragrafi 46-74, pag 2

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 06, Paragrafi 46-74

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 06, Paragrafi 46-74
[63] reliqua inde Seleuco Nicatori peragrata sunt: ad Sydrum CLXVIIII, Iomanem amnem tantundem aliqua exemplaria adiciunt V passuum , inde ad Gangen CXII D, ad Rhodaphan DLXVIIII alii CCCXXV in hoc spatio produnt, ad Callinipaza oppidum CLXVII D alii CLXV, inde ad confluentem Iomanis et Gangis DCXXV plerique adiciunt XIII D, ad oppidum Palibothra CCCCXXV, ad ostium Gangis DCXXXVII D

[64] gentes, quas memorare non pigeat, a montibus Hemodis, quorum promunturium Imaus vocatur incolarum lingua nivosum sic significante, Isari, Cosiri, Izi et per iuga Chirotosagi multarumque gentium cognomen Bragmanae, quorum Mactocalingae; flumina Prinas et Cainnas, quod in Gangen influit, ambo navigabilia; gentes Calingae mari proximi et supra Mandaei, Malli quorum mons Mallus, finisque tractus eius Ganges
[63] Da qui i territori restanti furono percorsi da Seleuco Nicatore: fino al Sidro 169 miglia, altrettanti al fiume Iomane-alcune copie aggiungono 5 miglia-, da lì al Gange 112 e mezzo, al Rodafa 569- altri ripostano in questo tratto 325-, fino alla città di Callinipaza 167 e mezzo- altri 165-, da qui alla confluenza dello Iomane e del Gange 625- i più aggiungono 13 miglia e mezzo-, fino alla città di Palibotra 425, alla foce del Gange 637 miglia e mezzo

[64] I popoli, che conviene ricordare, dai monti Emodi, il cui promontorio è chiamato Imavo nella lingua degli abitanti che così intende nevoso, gli Isari, i Cosiri, Izi e attraverso i monti i Chirotosagi e i Bragmani nome di molte popolazioni, di cui i Mactocalingi; i fiumi Prina e Cainna, che si getta nel Gange, entrambi navigabili; le tribù Calinge vicine al mare e sopra i Mandei, i Malli di cui il monte Mallo, e il Gange confine del suo territorio
[65] Hunc alii incertis fontibus ut Nilum rigantemque vicina eodem modo, alii in Scythicis montibus nasci dixerunt; influere in eum XVIIII amnes, ex iis navigabiles praeter iam dictos Crenaccam, Rhamnumbovam, Casuagum, Sonum

alii cum magno fragore ipsius statim fontes erumpere, deiectumque per scopulosa et abrupta, ubi primum molles planities contingat, in quodam lacu hospitari, inde lenem fluere, ubi minimum, VIII p

latitudine, ubi modicum, stadiorum C, altitudine nusquam minore passuum XX, novissima gente Gangaridum Calingarum; [66] regia Pertalis vocatur; regi LX milia peditum, equites M, elephanti DCC in procinctu bellorum excubant
[65] Alcuni hanno detto che questo nasce da ignote sorgenti come il Nilo e che bagna nello stesso modo le zone vicine, altri sui monti Scitici; che confluiscono in questo 19 fiumi, fra questi navigabili oltre i già citati il Crenacca, il Ramnumbova, il Casuago, il Sono

Altri che le fonti dello stesso prorompono subito con grande fragore, e gettatosi attraverso rocce e precipizi, dove prima tocca lievi pianure, viene accolto in un certo lago, da qui scorre lento, dove (è) al minimo con la larghezza di 8 miglia, dove medio, 100 stadi, con una profondità mai inferiore 20 passi, nell'ultimissima popolazione dei Gangaridi Calingi

[66] La capitale è chiamata Pertali; per il re vegliano 60
namque vita mitioribus populis Indorum multipertita degitur: tellurem exercent, militiam alii capessunt, merces alii suas evehunt, externas invehunt, res publicas optumi ditissimique temperant, iudicia reddunt, regibus adsident

quintum genus, celebratae ibi et prope in religionem versae sapientiae deditum, voluntaria semper morte vitam accenso prius rogo finit

unum super haec est semiferum ac plenum laboris inmensi a quo supra dicta continentur venandi elephantos domandique: his arant, his vehuntur, haec maxime novere pecuaria, his militant dimicantque pro finibus; dilectum in bella vires et aetas atque magnitudo faciunt

[67] insula in Gange est magnae amplitudinis, gentem continens unam, nomine Modogalingam
000 fanti, 1000 cavalieri, 700 elefanti in assetto di guerra; Infatti la vita per le popolazioni più miti degli Indi è resa molteplice: coltivano la terra, altri intraprendono la vita militare, altri esportano le proprie merci, importano le straniere, i migliori e più ricchi ricoprono cariche pubbliche, amministrano la giustizia, assistono i re

Una quinta categoria, dedita ad una sapienza qui rinomata e quasi volta alla religione, conclude la vita sempre con la morte volontaria dopo aver prima acceso un rogo

Oltre a questa c'è una semibestiale e gravata di immensa fatica-da cui sono dispensate le sopra citate-di cacciare e di addomesticare gli elefanti: con questi arano, da questi sono trasportati, questo bestiame soprattutto conoscono, con questi combattono e lottano per i loro confini; la forza e l'età e la grandezza li portano ad essere scelti nelle guerre

[67] Nel Gange c'è un'isola di grande ampiezza, che racchiude un popolo, di nome Modogalingi

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 06, Paragrafi 154 - 204
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 06, Paragrafi 154 - 204

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 06, Paragrafi 154 - 204

ultra siti sunt Modubae, Molindae, Uberae cum oppido eiusdem nominis magnifico, Modressae, Praeti, Calissae, Sasuri, Passalae, Colebae, Orumcolae, Abali, Thalutae

rex horum peditum L milia, equitum IIII milia, elephantorum IIII milia in armis habet

validior deinde gens Andarae, plurimis vicis, XXX oppidis quae muris turribusque muniuntur, regi praebet peditum C milia, equitum II milia, elephantos M

fertilissimi sunt auri Dardae, Setae vero et argenti

[68] sed omnium in India prope, non modo in hoc tractu, potentiam claritatemque antecedunt Prasi amplissima urbe ditissimaque Palibothra, unde quidam ipsam gentem Palibothros vocant, immo vero tractum universum a Gange

regi eorum peditum DC milia, equitum XXX milia, elephantorum VIIII milia per omnes dies stipendiantur, unde coniectatio ingens opum est
Oltre sono stanziati i Modubi, i Molindi, gli Uberi con la magnifica città dello stesso nome, i Modressi, Preti, Calissi, Sasuri, Passali, Colebi, Orumcoli, Abali, Taluti

Il loro re ha in armi 50 mila fanti, 4000 cavalieri, 4000 elefanti

Poi la più forte popolazione degli Andari, con diversi villaggi, con 30 città che sono fortificate con mura e torri, fornisce al re 100

000 fanti, 2000 cavalieri, 1000 elefanti

I Dardi sono ricchissimi di oro, invece i Seti d'argento [68] Ma di quasi tutti nell'India, non solo in questo tratto, primeggiano in potenza e fama i Prasi per la grandissima e ricchissima città di Palibotra, da cui alcuni chiamano lo stesso popolo Palibotri, anzi tutto il territorio dal Gange; Tutti i giorni sono assoldati per il loro re 600 mila fanti, 30

000 cavalieri, 9000 elefanti, da ciò si deduce l'ingente supposizione delle ricchezze
[69] ab his in interiore situ Monaedes et Suari, quorum mons Maleus, in quo umbrae ad septentrionem cadunt hieme, aestate in austrum, per senos menses

septentriones eo tractu semel anno adparere, nec nisi quindecim diebus, Baeton auctor est; hoc idem pluribus locis Indiae fieri Megasthenes

austrinum polum Indi Diamasa vocant

amnis Iomanes in Gangen per Palibothros decurrit inter oppida Methora et Chrysobora

[70] a Gange versa ad meridiem plaga tinguntur sole populi, iam quidem infecti, nondum tamen Aethiopum modo exusti; quantum ad Indum accedunt, tantum colore praeferunt

Indus statim a Prasiorum gente, quorum in montanis Pygmaei traduntur

Artemidorus inter duos amnes |XXI| interesse tradit
[69] Dopo questi nella parte interna i Monedi e i Suari, di cui il monte Maleo, sul quale le ombre cadono d'inverno a settentrione, d'estate verso mezzogiorno, per sei mesi

Betone testimonia che in questo tratto una volta all'anno appaiono se non per quindici giorni le costellazioni settentrionali; Megastene (dice) che questo stesso accade in molti luoghi dell'India

Gli Indiani chiamano il polo australe Diamasa

Il fiume Iomane si versa nal Gange attraverso i Palibotri fra le città di Metora e Crisobora

[70] Nella zona estesa dal Gange verso il sud i popoli sono abbronzati dal sole, certo già coloriti, tuttavia non ancora al modo degli Etiopi; di quanto si avvicinano all'Indo, di tanto si distinguono per il colore

L'Indo subito dopo la popolazione dei Prasi, sulle cui montagne sono ricordati i Pigmei

Artemidoro riferisce che tra i due fiumi intercorrono 2100 miglia

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 08, Paragrafi 136 - 145
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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 08, Paragrafi 136 - 145

[71] Indus, incolis Sindus appellatus, in iugo Caucasi montis quod vocatur Paropanisus adversus solis ortum effusus, et ipse undeviginti recipit amnes, sed clarissimos Hydaspen quattuor alios adferentem, Cantabam tris, per se vero navigabiles Acesinum et Hypasim, quadam tamen aquarum modestia nusquam latior L stadiis aut altior XV passibus, amplissimam insulam efficiens, quae Prasiane nominatur, et aliam minorem, quae Patale

[72] ipse per |XII| CL passuum, parcissimis auctoribus, navigatur et quodam solis comitatu in occasum versus oceano infunditur

mensuram orae ad eum ponam, ut invenio, generatim, quamquam inter se nullae congruunt

ab ostio Gangis ad promunturium Calingon et oppidum Dandaguda DCXXV, ad Tropina |XII| XXV, ad Perimulae promunturium, ubi est celeberrimum Indiae emporium, DCCL, ad oppidum in insula quam supra diximus Patalam DCXX
[71] L'Indo, chiamato Sindo dagli abitanti, originato verso il sorgere del sole sulla catena del monte Caucaso che è chiamata Paropaniso, riceve egli stesso anche diciannove fiumi, ma i più famosi l'Idaspe che ne porta altri quattro, il Cantaba tre, invece navigabili di per sé l'Acesino e l'Ipasi, tuttavia per una certa limitatezza delle acque mai più largo di 50 stadi o più profondo di 15 passi, formando una grandissima isola, che è chiamata Prasiana, e un'altra minore, che (è) Patala

[72] Lo stesso per gli autori molto moderati, è navigabile per 1240 miglia e con un certo accompagnamento del sole verso occidente si getta nell'oceano

Stabilitò la misura della costa fino ad esso, come la trovo, tratto per tratto, sebbene nessuna concorda fra loro

Dalla foce del Gange al promontorio Calingo e alla città di Dandaguda 625 miglia, a Tropina 1225, al promontorio di Perimula, dove c'è il più famoso mercato dell'India, 750, fino alla città nell'isola che sopra abbiamo nominato Patale 620
[73] Gentes montanae inter eum et Iomanem Caesi, Caetriboni silvestres, dein Megallae, quorum regi D elephanti, peditum equitumque numerus incertus, Chrysei, Parasangae, Asmagi, tigri fera scatentes; armant peditum XXX milia, elephantos CCC, equites DCCC

hos Indus includit montium corona circumdatos et solitudinibus

DCXXV infra solitudines Dari, Surae, iterumque solitudines per CLXXXVII, plerumque harenis ambientibus haut alio modo quam insulas mari

[74] infra deserta haec Malthaecorae, Singae, Maroae, Rarungae, Moruni

hi montium, qui perpetuo tractu oceani in ora pertinent, incolae liberi et regum expertes multis urbibus montanos optinent colles

Nareae deinde, quos claudit mons altissimus Indicorum Capitalia; huius incolae alio latere late auri et argenti metalla fodiunt

[73] Tra questo e lo Iomane le popolazioni montane, Cesi, i rozzi Cetriboni, poi i Megalli, per il cui re 500 elefanti, un imprecisato numero di fanti e cavalieri, Crisei, Parasangi, Asmagi, che abbondano della feroce tigre; armano 30

000 fanti, 300 elefanti, 800 cavalieri; l'Indo li racchiude con una corona di monti circondati anche da luoghi solitari

A 625 miglia al di qua dei deserti i Dari, i Suri, e di nuovo deserti per 187 miglia, per la maggior parte con zone di sabbia in modo non diverso dalle isole del mare

[74] Sotto questi deserti i Maltecori,i Singi, Maroi, Rarungi, Moruni

Questi, liberi abitatori dei monti, che di continuo si estendono nel tratto dell'oceano sulla costa, e privi di re occupano con molte città i colli montani

Poi i Narei, che il Capitalia il più alto monte degli Indi racchiude; gli abitanti di questo sull'altro versante estraggono largamente metalli di oro e argento

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