Vicit tamen et ueterum militum virtus et prudentia inter Romana et Punica arma exercitati ducis; regulus cum tutore et exigua Masaesuliorum manu in Carthaginiensem agrum perfugit | Tuttavia, eccelse il valore dei veterani e l'esperienza di un comandante che si era addestrato nelle guerre combattute fra Romani e Cartaginesi; il piccolo re col tutore e con un'esigua schiera di Masesili si rifugiò nel circondario di Cartagine |
Ita reciperato regno paterno Masinissa, quia sibi adversus Syphacem haud paulo maiorem restare dimicationem cernebat, optimum ratus cum fratre patruele gratiam reconciliare, missis qui et puero spem facerent si in fidem Masinissae sese permisisset futurum eum in eodem honore quo apud Galam Oezalces quondam fuisset, et qui Mazaetullo praeter impunitatem sua omnia cum fide restitui sponderent, ambo praeoptantes exsilio modicam domi fortunam, omnia ne id fieret Carthaginiensibus de industria agentibus, ad sese perduxit | Così Massinissa, recuperato il regno paterno, poiché vedeva che gli rimaneva da combattere contro Siface una lotta ben più difficile, ritenne che la cosa migliore fosse quella di riconciliarsi col cugino e mandò a lui dei messi che dessero al fanciullo la speranza di poter godere degli stessi onori che Ezalce aveva goduto presso Gala, se si fosse affidato alla lealtà di Massinissa, gli stessi messi dovevano giurare a Mazetullo che, oltre il privilegio, gli sarebbero state rese diligentemente tutte le sue cose; così Massinissa, benché i Cartaginesi provassero con ogni mezzo di impedire ogni concordia, riuscì a trascinare a sé Mazetullo e Lacumaze, che scelsero all'esilio una sistemazione umile nella loro patria |
[31] Hasdrubal tum forte cum haec gerebantur apud Syphacem erat; qui Numidae, haud sane multum ad se pertinere credenti utrum penes Lacumazen an Masinissam regnum Maesuliorum esset, falli eum magno opere ait si Masinissam eisdem contentum fore quibus patrem Galam aut patruum eius Oezalcem credat: multo maiorem indolem in eo animi ingeniique esse quam in ullo gentis eius unquam fuisset; saepe eum in Hispania rarae inter homines virtutis specimen dedisse sociis pariter hostibusque; et Syphacem et Carthaginienses nisi orientem illum ignem oppressissent ingenti mox incendio cum iam nullam opem ferre possent arsuros; adhuc teneras et fragiles vires eius esse vixdum coalescens foventis regnum | [31] Mentre accadevano queste cose, Asdrubale si trovava allora per caso presso Siface; al Numida che riteneva cosa per lui indifferente che il regno dei Massili fosse in mano di Lacumaze o di Massinissa, Asdrubale disse che si ingannava molto se credeva che Massinissa si sarebbe accontentato di quello stesso potere che avevano avuto suo padre Gala o suo zio Ezalce; in lui vi era, infatti, un carattere molto superiore per coraggio e per intelligenza di quello che aveva avuto qualunque altro della sua stirpe; spesso in Spagna aveva offerto sia agli alleati che ai nemici l'esempio di un valore raro fra gli uomini; Asdrubale asseriva che Siface e i Cartaginesi, se non avessero spento quel fuoco allinizio, presto sarebbero stati bruciati da un incendio ampio quando non avrebbero avuto più ormai alcun modo di scamparsi |
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Instando stimulandoque pervincit ut exercitum ad fines Maesuliorum admoueat atque in agro de quo saepe cum Gala non verbis modo disceptatum sed etiam armis certatum fuerat, tamquam haud dubie iuris sui, castra locet | Fino ad allora, invece, le forze di Massinissa erano stanchi e cagionevoli, mentre egli cercava di rinforzare il suo regno, che a stento stava in piedi, con l'insistere e con lesortare, Asdrubale ottenne che Siface spostasse l'esercito verso la regione dei Massili e ponesse il campo in queste terre, per le quali non solo spesso aveva conteso a parole con Gala, ma aveva anche confuso con le armi, come se quelle gli aderissero di diritto |
Si quis arceat, id quod maxime opus sit, acie dimicaturum: sin per metum agro cedatur, in medium regni eundum | Asdrubale mostrava a Siface che se qualcuno lo avesse respinto, cosa adeguata normalmente, egli avrebbe potuto dare battaglia; se poi Massinissa fosse per spavento emerso dal territorio, era necessario che Siface si inoltrasse nel regno |
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 03; 25 - 40
Aut sine certamine concessuros in dicionem eius Maesulios aut nequaquam pares futuros armis | I Massili si sarebbero sottomessi a lui senza combattere o, se avessero combattuto, sarebbero stati da lui sopraffatti |
His vocibus incitatus Syphax Masinissae bellum infert | Spronato da queste argomentazioni, Siface dichiarò guerra a Massinissa e fin dal primo scontro sopraffece i Massili e li mise in evasione |
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 39; 06 - 10
Et primo certamine Maesulios fundit fugatque; Masinissa cum paucis equitibus ex acie in montemBellum incolae vocantperfugit | Massinissa con pochi cavalieri scappò dal campo di combattimento verso il monte che gli abitanti chiamano Bello |
Familiae aliquot cum mapalibus pecoribusque suisea pecunia illis estpersecuti sunt regem: cetera Maesuliorum multitudo in dicionem Syphacis concessit | Alcuni gruppi familiari con le piccole capanne ed il bestiame, che formavano tutto il loro patrimonio, seguirono il re; patrimonio, seguirono il re; tutta l'altra folla dei Massili si arrese a Siface |
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Quem ceperant exsules montem herbidus aquosusque est; et quia pecori bonus alendo erat, hominum quoque carne ac lacte vescentium abunde sufficiebat alimentis | La montagna che gli emigrati avevano usurpata era verde e ricca di acque e poiché era adatta al pascolo del bestiame, offriva in gran quantità anche il cibo utile per uomini che si nutrivano di latte e di carne |