Livio, Ab urbe condita: Libro 29; 21 - 24

Livio, Ab urbe condita: Libro 29; 21 - 24

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 29; 21 - 24

[21 ] Ceterum duplex fama est quod ad Pleminium attinet [21 ] Per quello che riguarda Pleminio, vi è una doppia versione dei fatti
Alii auditis quae Romae acta essent in exsilium Neapolim euntem forte in Q Metellum unum ex legatis incidisse et ab eo Regium ui retractum tradunt Alcuni dichiarano che egli, avendo capito ciò che a Roma era stato deciso, mentre andava in allontanamento a Napoli si incontrò per caso con Q Metello, uno dei legati, che a forza lo ricondusse a Reggio
Alii ab ipso Scipione legatum cum triginta nobilissimis equitum missum qui Q Pleminium in catenas et cum eo seditionis principes conicerent Altri, invece, narrano che lo stesso Scipione mandò un luogotenente e trenta nobilissimi cavalieri con l'ordine di gettare in carcere Pleminio e con lui i capi della rivolta

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Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 50 - 51
Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 50 - 51

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 27; 50 - 51

Ii omnes seu ante Scipionis seu tum praetoris iussu traditi in custodiam Reginis sunt Tutti costoro, sia prima per ordine di Scipione, sia allora per ordine del pretore, furono affidati a quei di Reggio perché li custodissero
Praetor legatique Locros profecti primam, sicuti mandatum erat, religionis curam habuere; omnem enim sacram pecuniam quaeque apud Pleminium quaeque apud milites erat conquisitam, cum ea quam ipsi secum attulerant, in thesauris reposuerunt ac piaculare sacrum fecerunt Il pretore e i legati, partiti per Locri, per prima cosa si presero cura delle pratiche religiose come era stato a loro consigliato; dopo aver fatto ricerca del denaro sacro che si trovava sia presso Pleminio sia presso i soldati, lo ridiedero riponendolo nel tesoro insieme con quelle cifre che essi stessi avevano portato con sé e compirono un sacrificio purificatore

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Livio, Ab urbe condita: Libro 33; 01 - 25
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 33; 01 - 25

Tum uocatos ad contionem milites praetor signa extra urbem efferre iubet castraque in campo locat cum graui edicto si quis miles aut in urbe restitisset aut secum extulisset quod suum non esset Poi, convocata l'assemblea dei soldati, il pretore ordinò di portare le insegne fuori della città e pose il campo in aperta campagna con ordini severissimi contro quei soldati che fossero rimasti in città o che avessero portato via con sé cose che non erano di loro appartenenza
Locrensibus se permittere ut quod sui quisque cognosset prenderet, si quid non compareret repeteret Ai Locresi era permesso di riprendersi quello che ognuno riconoscesse come suo e di recriminare se qualche oggetto non si trovava

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Livio, Ab urbe condita: Libro 29; 28 - 31
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 29; 28 - 31

Ante omnia libera corpora placere sine mora Locrensibus restitui; non leui defuncturum poena qui non restituisset Prima di tutto il pretore ordinò che fossero riconsegnate immediatamente ai Locresi le persone di condizione libera; chi non l'avesse fatto sarebbe stato soggetto di gravissima punizione
Locrensium deinde contionem habuit atque iis libertatem legesque suas populum Romanum senatumque restituere dixit; si qui Pleminium aliumue quem accusare uellet, Regium se sequeretur: si de P Scipione publice queri uellent ea quae Locris nefarie in deos hominesque facta essent iussu aut uoluntate P Scipionis facta esse, legatos mitterent Messanam; ibi se cum consilio cogniturum Dichiarò poi apertamente in un'assemblea dei Locresi che il senato ed il popolo romano ridavano a loro libertà e leggi; se qualcuno volesse accusare Pleminio o qualche altro, lo seguisse a Reggio; se volessero a titolo della città sporgere querela contro Scipione, pensando che le crudeltà compiute in Locri contro gli dei e contro gli uomini erano avvenute per ordine e per volontà di Scipione, inviassero degli ambasciatori a Messina, dove egli insieme con la commissione avrebbe fatto indagini

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 10, 16-34

Locrenses praetori legatisque, senatui ac populo Romano gratias egerunt: se ad Pleminium accusandum ituros I Locresi benedissero il pretore, i legati, il senato ed il popolo romano, dicendo che avrebbero proceduto alle accuse contro Pleminio

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