Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 15 - 16, pag 3

Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 15 - 16

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 27; 15 - 16

[16] Proelium in aditu fori maiore impetu quam perseuerantia commissum est [16] La guerra all'entrata del foro fu combattuta con maggior impeto che con forza
Non animo, non armis, non arte belli, non vigore ac viribus corporis par Romano Tarentinus erat; igitur pilis tantum coniectis, prius paene quam consererent manus terga dederunt, dilapsique per nota urbis itinera in suas amicorumque domos I Tarentini, infatti, non erano certo come Romani nel valore, nell'uso delle armi, nell'arte della guerra, nellesuberanza e nelle resistenze del corpo; però, delimitati a lanciare frecce, i Tarentini quasi prima di iniziare il combattimento corpo a corpo, fuggirono e si smarrirono per le ben note vie della città verso le proprie case e quelle dei loro amici
Duo ex ducibus Nico et Democrates fortiter pugnantes cecidere Due dei loro comandanti, Nicone e Democrate, morirono combattendo eroicamente

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Livio, Ab urbe condita: Libro 21; 01-10
Livio, Ab urbe condita: Libro 21; 01-10

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 21; 01-10

Philemenus, qui proditionis ad Hannibalem auctor fuerat, cum citato equo ex proelio auectus esset, uagus paulo post equus [errans] per urbem cognitus, corpus nusquam inuentum est; creditum uolgo est in puteum apertum ex equo praecipitasse Filomene, promotore del tradimento di Annibale, fu trainato dal cavallo in corsa fuori della battaglia; poco dopo fu scoperto il cavallo che vagava senza cavaliere per le vie della città, ma il corpo di Filomene non fu mai rinvenuto; in genere si credette che, caduto da cavallo, fosse caduto in un pozzo aperto
Carthalonem autem praefectum Punici praesidii cum commemoratione paterni hospitii positis armis uenientem ad consulem miles obuius obtruncat Invece Cartalone, comandante del presidio cartaginese, fu ucciso da un soldato incontrato casualmente, mentre, rimosse le armi, veniva al console per rimembrargli gli obblighi di cordialità che lo legavano a suo padre

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Livio, Ab urbe condita: Libro 38; 31 - 35
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 38; 31 - 35

Alii alios [passim] sine discrimine armatos inermes caedunt, Carthaginienses Tarentinosque pariter I soldati sparsi, e senza alcuna differenza, massacrarono gente armata e gente disarmata, Cartaginesi e Tarentini indifferentemente
Bruttii quoque multi passim interfecti, seu per errorem seu uetere in eos insito odio seu ad proditionis famam ut ui potius atque armis captum Tarentum uideretur exstinguendam Anche molti Bruzzi furono uccisi qua e là, sia per sbaglio, sia per un odio antico contro di loro, sia per eliminare la voce dellinganno, perché sembrasse che Taranto era stata presa non per inganno, ma con la forza delle armi

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Livio, Ab urbe condita: Libro 24; 41-49
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 24; 41-49

Tum ab caede ad diripiendam urbem discursum Dopo le carneficine, i soldati si lasciarono alla distruzione della città
Triginta milia seruilium capitum dicuntur capta, argenti uis ingens facti signatique, auri tria milia octoginta pondo, signa tabulae prope ut Syracusarum ornamenta aequauerint Si narra che furono fatti prigionieri trentamila schiavi, e che fu presa una grandissima quantità d'argento lavorato e in monete, ottantatremila libbre d'oro, statue e dipinti in quantità simile da uguagliare quasi la copia di beni preziosi portati da Siracusa

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 04, 04- 08

Sed maiore animo generis eius praeda abstinuit Fabius quam Marcellus; qui interroganti scribae quid fieri signis uellet ingentis magnitudinis di sunt, suo quisque habitu in modum pugnantium formati deos iratos Tarentinis relinqui iussit Però, Fabio si tenne distante da un bottino di siffatto genere con un distacco più grande di quello mostrato da Marcello; in realtà, ad uno amanuense che gli domandava cosa volesse fare di alcune statue enormi di dei, raffigurati tutti in un comportamento particolare di soldati, ordinò che si cedessero i loro dei arrabbiati ai Tarentini

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 04, 43-47

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