Livio, Ab urbe condita: Libro 08, Parte 02

Livio, Ab urbe condita: Libro 08, Parte 02

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 08, Parte 02

primum uexillum triarios ducebat, ueteranum militem spectatae virtutis, secundum rorarios, minus roboris aetate factisque, tertium accensos, minimae fiduciae manum; eo et in postremam aciem reiciebanturubi his ordinibus exercitus instructus esset, hastati omnium primi pugnam inibant

si hastati profligare hostem non possent, pede presso eos retro cedentes in interualla ordinum principes recipiebant

tum principum pugna erat; hastati sequebantur; triarii sub uexillis considebant, sinistro crure porrecto, scuta innixa umeris, hastas suberecta cuspide in terra fixas, haud secus quam vallo saepta inhorreret acies, tenentes
Dalla prima insegna dipendevano i triarii, soldati di provato valore; dalla seconda i rorarii, meno validi per età e precedenti sul campo, mentre dalla terza gli accensi, cioè dei soldati su cui si poteva fare scarso affidamento e che proprio per questo motivo venivano relegati nelle estreme retrovieQuando l'esercito veniva inquadrato in questa formazione, i primi a entrare nel vivo dello scontro erano gli hastati

Se questi ultimi non riuscivano a piegare la resistenza del nemico, si ritiravano a passo lento e andavano a occupare gli spazi vuoti tra i manipoli dei principes, cui toccava allora il cómpito di sfondare, avendo alle spalle gli hastati

I triarii stavano fermi presso le loro insegne con la gamba sinistra in avanti, gli scudi appoggiati alle spalle, le aste piantate in terra con la punta rivolta in alto, dando così l'impressione che la loro linea fosse protetta dalle punte di una palizzata
si apud principes quoque haud satis prospere esset pugnatum a prima acie ad triarios se sensim referebant; inde rem ad triarios redisse, cum laboratur, proverbio increbruit

triarii consurgentes, ubi in interualla ordinum suorum principes et hastatos recepissent, extemplo compressis ordinibus velut claudebant uias unoque continenti agmine, iam nulla spe post relicta, in hostem incidebant; id erat formidolosissimum hosti, cum velut uictos insecuti novam repente aciem exsurgentem, auctam numero, cernebant

scribebantur autem quattuor fere legiones quinis milibus peditum, equitibus in singulas legiones trecenis
Se poi anche i principes non combattevano in maniera sufficientemente efficace, dalla prima linea retrocedevano a poco a poco fino all'altezza dei triarii (di qui il proverbio 'arrivare ai triarii', in uso per indicare che le cose inclinano al peggio)

I triarii, alzandosi a combattere dopo aver raccolto negli spazi vuoti tra le loro unità i principes e gli hastati, serravano sùbito le fila chiudendo ogni passaggio; poi, senza più alcuna protezione alle spalle, caricavano il nemico a ranghi compattiQuesta manovra incuteva enorme terrore negli avversari che, gettandosi all'inseguimento di chi credevano ormai sconfitto, all'improvviso si trovavano davanti agli occhi una nuova schiera più numerosa della precedente

Di solito venivano arruolate anche quattro legioni costituite da cinquemila fanti ciascuna, più trecento cavalieri per ogni legione
alterum tantum ex Latino dilectu adiciebatur, qui ea tempestate hostes erant Romanis eodemque ordine instruxerant aciem; nec uexilla cum uexillis tantum, universi hastati cum hastatis, principes cum principibus, sed centurio quoque cum centurione, si ordines turbati non essent, concurrendum sibi esse sciebat

duo primi pili ex utraque acie inter triarios erant, Romanus corpore haudquaquam satis ualidus, ceterum strenuus uir peritusque militiae, Latinus viribus ingens bellatorque primus, notissimi inter se, quia pares semper ordines duxerunt
Un contingente di analoghe proporzioni veniva poi aggiunto con la leva effettuata tra i Latini, che in quella circostanza erano però nemici dei Romani e avevano schierato la loro linea di battaglia seguendo lo stesso schema di formazioneEd i Latini sapevano che in battaglia si sarebbero scontrati non solo i manipoli con i manipoli, gli hastati con gli hastati, i principes con i principes, ma - ammesso che gli schieramenti in campo non subissero modifiche - anche i centurioni con i centurioni

In entrambi gli eserciti il primipilo si trovava tra i triariiE se il Romano non era eccessivamente forte dal punto di vista fisico, ma dotato di coraggio e di grande esperienza in campo militare, il Latino era un combattente di prima qualità, aiutato da un fisico possenteI due si conoscevano benissimo perché avevano sempre comandato compagnie dello stesso rango

Maybe you might be interested

Livio, Ab urbe condita: Libro 21; 31-40
Livio, Ab urbe condita: Libro 21; 31-40

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 21; 31-40

Romano haud satis fidenti viribus iam Romae permissum erat ab consulibus, ut subcenturionem sibi quem uellet legeret qui tutaretur eum ab uno destinato hoste; isque iuvenis in acie oblatus ex centurione Latino victoriam tulitpugnatum est haud procul radicibus Vesuuii montis, qua uia ad Veserim ferebat

Romani consules, priusquam educerent in aciem, immolauerunt

Decio caput iocineris a familiari parte caesum haruspex dicitur ostendisse: alioqui acceptam dis hostiam esse; Manlium egregie litasse

'atqui bene habet' inquit Decius, 'si ab collega litatum est

' instructis, sicut ante dictum est, ordinibus processere in aciem; Manlius dextro, Decius laeuo cornu praeerat
Il centurione romano, non avendo abbastanza fiducia nella propria forza fisica, prima di lasciare Roma aveva ottenuto dai consoli il permesso di scegliersi un centurione a lui subordinato, che lo proteggesse dall'avversario che gli era destinatoE il giovane prescelto, scontratosi in battaglia con il centurione latino, ebbe la meglio su di luiLa battaglia venne combattuta non lontano dalle pendici del Vesuvio, nel punto in cui la strada portava al Veseri

I consoli romani offrirono sacrifici prima di guidare le loro truppe all'assalto

A quanto si racconta, l'aruspice avrebbe fatto notare a Decio che il fegato era inciso nella parte famigliare, ma che la vittima era ugualmente gradita agli dèi e che Manlio aveva ottenuto auspici quanto mai favorevoli

Allora sta bene, disse Decio il collega ha ricevuto dei segni favorevoli

Nella formazione già descritta, i Romani avanzarono sul campo di battagliaManlio guidava l'ala destra, Decio la sinistra
primo utrimque aequis viribus, eodem ardore animorum gerebatur res; deinde ab laeuo cornu hastati Romani, non ferentes impressionem Latinorum, se ad principes recepere

in hac trepidatione Decius consul M Valerium magna uoce inclamat

'deorum' inquit, 'ope, M Valeri, opus est; agedum, pontifex publicus populi Romani, praei verba quibus me pro legionibus deuoueam

' pontifex eum togam praetextam sumere iussit et uelato capite, manu subter togam ad mentum exserta, super telum subiectum pedibus stantem sic dicere: 'Iane, Iuppiter, Mars pater, Qvirine, Bellona, Lares, Diui Nouensiles, Di Indigetes, Diui, quorum est potestas nostrorum hostiumque, Dique Manes, uos precor veneror, veniam peto feroque, uti populo Romano Qviritium uim victoriam prosperetis hostesque populi Romani Qviritium terrore formidine morteque adficiatis
All'inizio le forze e l'ardore dei combattenti erano uguali da entrambe le partiMa dopo qualche tempo gli hastati romani, non riuscendo a reggere la pressione dei Latini, dovettero riparare tra i principes

In questo momento di smarrimento, il console Decio chiamò Marco Valerio a gran voce e gli gridò

Abbiamo bisogno dell'aiuto degli dèi, Marco ValerioAvanti, pubblico pontefice del popolo romano, dettami le parole di rito con le quali devo offrire la mia vita in sacrificio per salvare le legioni

Il pontefice gli ordinò di indossare la toga pretesta, di coprirsi il capo e, toccandosi il mento con una mano fatta uscire da sotto la toga, di pronunciare le seguenti parole, ritto, con i piedi su un giavellotto: Giano, Giove, padre Marte, Qvirino, Bellona, Lari, dèi Novensili, dèi Indigeti, dèi nelle cui mani ci troviamo noi e i nostri nemici, dèi Mani, io vi invoco, vi imploro e vi chiedo umilmente la grazia: concedete benigni ai Romani la vittoria e la forza necessaria e gettate paura, terrore e morte tra i nemici del popolo romano e dei Qviriti

Maybe you might be interested

Livio, Ab urbe condita: Libro 03; 25 - 40
Livio, Ab urbe condita: Libro 03; 25 - 40

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 03; 25 - 40

sicut verbis nuncupaui, ita pro re publica pouli RomaniQviritium, exercitu, legionibus, auxiliis populi Romani Qviritium, legiones auxiliaque hostium mecum Deis Manibus Tellurique deuoueo

' haec ita precatus lictores ire ad T Manlium iubet matureque collegae se deuotum pro exercitu nuntiare; ipse incinctus cinctu Gabino, armatus in equum insiluit ac se in medios hostes immisit, conspectus ab utraque acie, aliquanto augustior humano uisu, sicut caelo missus piaculum omnis deorum irae qui pestem ab suis auersam in hostes ferret

ita omnis terror pauorque cum illo latus signa primo Latinorum turbavit, deinde in totam penitus aciem peruasit
Come ho dichiarato con le mie parole, così io agli dèi Mani e alla Terra, per la repubblica del popolo romano dei Qviriti, per l'esercito, per le legioni e per le truppe ausiliarie del popolo romano dei Qviriti, offro in voto le legioni e le truppe ausiliarie del nemico insieme con me stesso

Rivolta questa invocazione, ordinò ai littori di recarsi da Tito Manlio e di annunciare quanto prima al suo collega che egli si era offerto in sacrificio per il bene dell'esercitCintasi poi la toga con il cinto gabino, saltò a cavallo con le armi in pugno e si gettò in mezzo ai nemici, apparendo a entrambi gli eserciti con un aspetto ben più maestoso di quello umano, come fosse stato inviato dal cielo per placare ogni ira degli dèi e allontanare dai compagni la disfatta rovinosa, respingendola sui nemici

Fu per questo che il suo assalto seminò panico e terrore nelle prime file dei Latini, arrivando poi a contagiare l'intero esercito
evidentissimum id fuit quod, quacumque equo inuectus est, ibi haud secus quam pestifero sidere icti pauebant; ubi uero corruit obrutus telis, inde iam haud dubie consternatae cohortes Latinorum fugam ac uastitatem late fecerunt

simul et Romani exsolutis religione animis, velut tum primum signo dato coorti pugnam integram ediderunt; nam et rorarii procurrerant inter antepilanos addiderantque uires hastatis ac principibus et triarii genu dextro innixi nutum consulis ad consurgendum exspectabant
Era evidentissimo che, dovunque si dirigesse in sella al suo cavallo, lì i nemici si ritraevano spaventati come fossero stati colpiti da una meteora letale,Ma quando poi cadde sommerso da una pioggia di frecce, da quel momento non ci furono più dubbi sullo sbandamento delle coorti latine che si diedero ovunque alla fuga, lasciando dietro di sé il deserto

Nello stesso istante i Romani - liberati dal peso della superstizione -, come se solo allora fosse stato dato il segnale, si lanciarono all'assalto, riaccendendo la mischiaInfatti anche i rorarii si fecero sotto, tra gli antepilani, aggiungendo le loro forze a quelle di hastati e principes, mentre i triarii, ancora inginocchiati sulla gamba destra, aspettavano che il console desse loro il segnale di alzarsi

Maybe you might be interested

Livio, Ab urbe condita: Libro 42; 32 - 49
Livio, Ab urbe condita: Libro 42; 32 - 49

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 42; 32 - 49

Procedente deinde certamine cum aliis partibus multitudo superaret Latinorum, Manlius consul audito eventu collegae, cum, ut ius fasque erat, lacrimis non minus quam laudibus debitis prosecutus tam memorabilem mortem esset, paulisper addubitauit an consurgendi iam triariis tempus esset; deinde melius ratus integros eos ad ultimum discrimen seruari, accensos ab nouissima acie ante signa procedere iubet Mentre la battaglia continuava e in alcuni punti i Latini stavano avendo la meglio grazie alla superiorità numerica, il console Manlio venne a conoscenza della fine del collega e, dopo aver onorato con il pianto e le giuste lodi - come richiedevano il senso del dovere e la pietà - una morte così gloriosa, rimase per un attimo nel dubbio se fosse già giunto il tempo di una sortita dei triariiMa poi, pensando fosse preferibile tenerli in serbo per l'attacco finale, ordinò agli accensi di portarsi dalle retrovie al di là delle insegne
qui ubi subiere, extemplo Latini, tamquam idem aduersarii fecissent, triarios suos excitauerunt; qui aliquamdiu pugna atroci cum et semet ipsi fatigassent et hastas aut praefregissent aut hebetassent, pellerent uitamen hostem, debellatum iam rati perventumque ad extremam aciem, tum consul triariis 'consurgite nunc' inquit, 'integri adversus fessos, memores patriae parentumque et coniugum ac liberorum, memores consulis pro vestra victoria morte occubantis' Non appena essi presero posizione, ecco che i Latini, convinti che gli avversari avessero fatto la stessa mossa, mandarono avanti i loro triarii, i quali, pur sfiniti, con le lance rotte o spuntate, dopo aver combattutto con grande accanimento per qualche tempo, riuscirono a respingere il nemico; e credevano di aver già avuto la meglio e di aver raggiunto l'ultima linea avversaria, quando il console disse ai triarii: Ora alzatevi e affrontate freschi come siete il nemico sfinito, ricordandovi della patria, dei genitori, di mogli e figli, e del console caduto per la vostra vittoria

Maybe you might be interested

Livio, Ab urbe condita: Libro 40; 26 - 30
Livio, Ab urbe condita: Libro 40; 26 - 30

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 40; 26 - 30

ubi triarii consurrexerunt integri refulgentibus armis, nova ex improuiso exorta acies, receptis in interualla ordinum antepilanis, clamore sublato principia Latinorum perturbant hastisque ora fodientes primo robore uirorum caeso per alios manipulos velut inermes prope intacti euasere tantaque caede perrupere cuneos ut uix quartam partem relinquerent hostium

Samnites quoque sub radicibus montis procul instructi praebuere terrorem Latinis
Quando i triarii si alzarono, pieni di energie, con le loro armi luccicanti, nuova schiera spuntata all'improvviso, accolsero gli antepilani negli spazi vuoti tra le loro schiere e levando il grido di guerra seminarono lo scompiglio tra le prime file dei LatiniColpendoli in faccia con le aste e massacrandone il fiore della gioventù, penetrarono attraverso gli altri manipoli come se questi non fossero armati, frantumando i loro cunei con un massacro di tali proporzioni che a stento un quarto dei nemici sopravvisse

Anche i Sanniti, schierati a distanza ai piedi delle montagne, terrorizzarono i Latini

Maybe you might be interested

Livio, Ab urbe condita: Libro 38; 01 - 05
Livio, Ab urbe condita: Libro 38; 01 - 05

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 38; 01 - 05

Livio, Ab urbe condita: Libro 39; 31 - 35
Livio, Ab urbe condita: Libro 39; 31 - 35

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 39; 31 - 35

Livio, Ab urbe condita: Libro 05, 01- 05
Livio, Ab urbe condita: Libro 05, 01- 05

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 05, 01- 05

Livio, Ab urbe condita: Libro 21; 01-10

Livio, Ab urbe condita: Libro 30; 15 - 30

Livio, Ab urbe condita: Libro 21; 11-20

Livio, Ab urbe condita: Libro 21; 21-30

Livio, Ab urbe condita: Libro 30; 16 - 45

Livio, Ab urbe condita: Libro 02 ;  11 - 24