nam neque, quoad fuit consul, criminari apud populum patres destitit, collega haudquaquam aduersante quia et ipse de plebe erat materiam autem praebebat criminibus ager in Latino Falernoque agro maligne plebei divisus et postquam senatus finire imperium consulibus cupiens dictatorem adversus rebellantes Latinos dici iussit, Aemilius, tumcuius fasces erant, collegam dictatorem dixit; ab eo magister equitum Iunius Brutus dictus dictatura popularis et orationibus in patres criminosis fuit, et quod tres leges secundissimas plebei, aduersas nobilitati tulit: unam, ut plebi scita omnes Qvirites tenerent; alteram, ut legum quae comitiis centuriatis ferrentur ante initum suffragium patres auctores fierent; tertiam, ut alter utique ex plebe cum eo ventum sit ut utrumque plebeium fieri liceret censor crearetur |
Infatti, fino a quando rimase in carica, non cessò mai di calunniare i senatori di fronte al popolo, senza che il collega - anch'egli di estrazione plebea - gli opponesse la minima resistenzaOffriva terreno alle accuse il fatto che la divisione dell'agro Latino e di quello Falerno era stata iniqua per i plebeiE quando il senato, desiderando porre fine al potere dei consoli, ordinò di nominare un dittatore da opporre ai Latini ribelli, Emilio, che in quel momento deteneva i fasci, nominò dittatore il collega, il quale a sua volta scelse Giunio Bruto come maestro di cavalleria Il dittatore fu popolare sia per i discorsi pronunciati contro i patrizi, sia per aver fatto approvare tre leggi più che vantaggiose per la plebe ma contrarie alla nobiltàLa prima prevedeva che le deliberazioni della plebe vincolassero tutti i QviritiLa seconda che i senatori ratificassero le proposte nei comizi centuriati prima che esse venissero sottoposte al votoLa terza che almeno uno dei censori fosse plebeo (siccome si era arrivati al punto da consentire che entrambi potessero essere plebei) |
plus eo anno domi acceptum cladis ab consulibus ac dictatore quam ex victoria eorum bellicisque rebus foris auctum imperium patres credebant Anno insequenti, L Furio Camillo C Maenio consulibus, quo insignitius omissa res Aemilio, superioris anni consuli, exprobraretur, Pedum armis virisque et omni ui expugnandum ac delendum senatus fremit coactique noui consules omnibus eam rem praeverti proficiscuntur iam Latio is status erat rerum ut neque bellum neque pacem pati possent; ad bellum opes deerant; pacem ob agri adempti dolorem aspernabantur |
Stando all'opinione dei patrizi, nel corso di quell'anno il danno subito in patria ad opera dei consoli e del dittatore era stato superiore all'incremento di potenza conseguito all'esterno grazie alla loro vittoria e alle loro imprese militari L'anno successivo, durante il consolato di Lucio Furio Camillo e di Gaio Menio, i senatori, nell'intento di far ricadere su Emilio, console dell'anno precedente, la responsabilità della negligenza commessa, insistevano che si dovessero impiegare uomini, armi e ogni tipo di risorsa per espugnare e distruggere PedoE i nuovi consoli furono obbligati ad anteporre quella faccenda a qualsiasi altra questione e si misero in marcia Nel Lazio la situazione era adesso giunta al punto che i suoi abitanti non riuscivano a tollerare né la pace né la guerraPer la guerra non avevano i mezzi necessari, mentre spregiavano la pace per l'amarezza causata dalla confisca della terra |
mediis consiliis standum videbatur ut oppidis se tenerent ne lacessitus Romanus causam belli haberet et, si cuius oppidi obsidio nuntiata esset, undique ex omnibus populis auxilium obsessis ferretur neque tamen nisi admodum a paucis populis Pedani adiuti sunt Tiburtes Praenestinique, quorum ager propior erat, Pedum pervenere; Aricinos Lanuuinosque et Veliternos Antiatibus Volscis se coniungentes ad Asturae flumen Maenius improuiso adortus fudit Camillus ad Pedum cum Tiburtibus, maxime valido exercitu, maiore mole quamquam aeque prospero eventu pugnat tumultum maxime repentina inter proelium eruptio oppidanorum fecit; in quos parte exercitus conuersa Camillus non compulit solum eos intra moenia sed eodem etiam die, cum ipsos auxiliaque eorum perculisset, oppidum scalis cepit |
Sembrò opportuno accettare un compromesso, restando all'interno delle città fortificate per evitare di provocare i Romani e offrir loro il pretesto per aprire le ostilità: se fosse poi arrivata la notizia che qualche città era in stato di assedio, allora tutti i popoli dei dintorni avrebbero portato soccorso Tuttavia gli abitanti di Pedo furono aiutati da pochissime città I Tiburtini e i Prenestini, i cui territori erano vicini, raggiunsero PedoGli Aricini, i Lanuvini e i Veliterni si stavano unendo ai Volsci di Anzio presso il fiume Astura quando vennero raggiunti e sconfitti dall'attacco improvviso di Menio Camillo affrontò i Tiburtini, il cui esercito era il più forte, nei pressi di Pedo: anche se lo scontro fu ben più duro, l'esito risultò ugualmente positivo Durante la battaglia creò grandissima confusione un'improvvisa sortita degli assediatiMa Camillo, inviata parte dell'esercito ad affrontarli, non li costrinse soltanto a rientrare all'interno delle mura, ma avendoli sconfitti nel corso della medesima giornata insieme con i loro alleati, ne catturò la città con l'uso di scale |
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Livio, Ab urbe condita: Libro 39; 31 - 35
Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 39; 31 - 35
placuit inde iam maiore conatu animoque ab unius expugnatione urbis ad perdomandum Latium victorem circumducere exercitum; nec quieuere antequam expugnando aut in deditionem accipiendo singulas urbes Latium omne subegere praesidiis inde dispositis per recepta oppida Romam ad destinatum omnium consensu triumphum decessere additus triumpho honos ut statuae eqvestres eis, rara illa aetate res, in foro ponerentur priusquam comitiis in insequentem annum consules rogarent, Camillus de Latinis populis ad senatum rettulit atque ita disseruit: 'patres conscripti, quod bello armisque in Latio agendum fuit, id iam deum benignitate ac virtute militum ad finem venit |
I consoli allora, grazie alle energie e al coraggio che infondeva la presa di una città, decisero di guidare l'esercito vittorioso a domare l'intero LazioE non si placarono fino a quando, dopo aver espugnato ogni singola città o averne accettato la resa, non ebbero ridotto tutto il Lazio in loro potere Poi, distribuiti dei presidi armati nelle città riconquistate, partirono alla volta di Roma, per godere del trionfo loro tributato all'unanimità Al trionfo venne aggiunto un onore assai raro in quei tempi: nel foro furono collocate statue che li raffiguravano a cavallo Prima che venissero eletti i consoli dell'anno successivo, Camillo, portando di fronte al senato la questione del trattamento da riservare ai popoli latini, si espresse in questi termini: Senatori, l'intervento in armi nel Lazio si è ora concluso grazie al favore degli dèi e al valore dei soldati |
caesi ad Pedum Asturamque sunt exercitus hostium; oppida Latina omnia et Antium ex Volscis aut ui capta aut recepta in deditionem praesidiis tenentur vestris reliqua consultatio est, quoniam rebellando saepius nos sollicitant, quonam modo perpetua pace quietos obtineamus di immortales ita uos potentes huius consilii fecerunt ut, sit Latium deinde an non sit, in vestra manu posuerint; itaque pacem uobis, quod ad Latinos attinet, parare in perpetuum uel saeuiendo uel ignoscendo potestis uoltis crudeliter consulere in deditos uictosque licet delere omne Latium, vastas inde solitudines facere, unde sociali egregio exercitu per multa bella magnaque saepe usi estis uoltis exemplo maiorum augere rem Romanam uictos in civitatem accipiendo |
Gli eserciti nemici sono stati fatti a pezzi a Pedo e lungo il fiume AsturaTutte le città del Lazio e Anzio nel territorio dei Volsci sono state catturate con la forza o costrette alla resa e adesso sono sotto il controllo delle nostre guarnigioni armate Ora resta da stabilire, visto che con le loro ribellioni sono per noi motivo di continua preoccupazione, in che modo sia possibile mantenerli tranquilli con una pace duratura Gli dèi immortali vi hanno concesso un controllo così assoluto della situazione da lasciare nelle vostre mani il cómpito di decidere se da questo momento in poi il Lazio debba esistere o menoAvete di conseguenza la possibilità di garantirvi la pace nel Lazio, sia con una crudele repressione sia ricorrendo al perdono Volete essere spietati con quanti si sono arresi o sono stati sconfitti Potete cancellare l'intera regione, trasformando in lande desolate le terre dove avete arruolato uno splendido esercito di alleati, del quale vi siete avvalsi in molte e delicate guerre Volete seguire l'esempio dei vostri antenati e accrescere la potenza di Roma accogliendo i vinti tra i concittadini |
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Livio, Ab urbe condita: Libro 03; 25 - 40
Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 03; 25 - 40
materia crescendi per summam gloriam suppeditat certe id firmissimum longe imperium est quo oboedientes gaudent sed maturato opus est quidquid statuere placet; tot populos inter spem metumque suspensos animi habetis; et vestram itaque de eis curam quam primum absolui et illorum animos, dum exspectatione stupent, seu poena seu beneficio praeoccupari oportet nostrum fuit efficere ut omnium rerum uobis ad consulendum potestas esset; vestrum est decernere quod optimum uobis reique publicae sit Principes senatus relationem consulis de summa rerum laudare sed, cum aliorum causa alia esset, ita expediri posse consilium dicere, siut pro merito cuiusque statueretur, side singulis nominatim referrent populis relatum igitur de singulis decretumque |
Avete a portata di mano l'occasione propizia per ingrandirvi conquistando enorme gloria Lo Stato di gran lunga più saldo è quello nel quale i sudditi obbediscono con gioia Ma qualunque sia la soluzione che avete in animo di adottare, bisogna che lo facciate in frettaState tenendo troppi popoli sospesi tra la paura e la speranzaE bisogna che liberiate quanto prima voi stessi dalle preoccupazioni nei loro confronti e ne predisponiate gli animi, finché sono assorti nell'attesa, alla punizione o al beneficio Il nostro cómpito è stato quello di darvi il potere di decidere riguardo ogni questione: il vostro è invece quello di stabilire che cosa sia meglio per voi e per lo Stato I membri più autorevoli del senato elogiarono l'intervento del console su una questione politica capitale, ma dissero che, siccome non tutti i Latini si trovavano nella stessa situazione, si sarebbe potuta prendere una decisione conforme ai meriti di ciascun popolo soltanto esaminando i singoli casi uno per uno Vennero così passati in rassegna e valutati singolarmente |
Lanuuinis ciuitas data sacraque sua reddita, cum eo ut aedes lucusque Sospitae Iunonis communis Lanuuinis municipibus cum populo Romano esset Aricini Nomentanique et Pedani eodem iure quo Lanuuini in civitatem accepti Tusculanis servata ciuitas quam habebant crimenque rebellionis a publica fraude in paucos auctores uersum in Veliternos, ueteres ciues Romanos, quod totiens rebellassent, grauiter saeuitum: et muri deiecti et senatus inde abductus iussique trans Tiberim habitare, ut eius qui cis Tiberim deprehensus esset usque ad mille pondo assium clarigatio esset nec priusquam aere persoluto is qui cepisset extra uincula captum haberet in agrum senatorum coloni missi, quibus adscriptis speciem antiquae frequentiae Velitrae receperunt |
Ai Lanuvini venne concessa la cittadinanza e furono lasciati i culti religiosi, a condizione però che il tempio e il bosco di Giunone Salvatrice diventassero patrimonio comune degli abitanti di Lanuvio e del popolo romano Ad Aricini, Nomentani e Pedani venne concessa la cittadinanza alle stesse condizioni dei Lanuvini Ai Tuscolani fu permesso di mantenere gli stessi diritti civili goduti in passato, e l'accusa di aver riaperto le ostilità ricadde su pochi responsabili, senza coinvolgere lo Stato Il trattamento riservato ai Veliterni, un tempo cittadini romani, fu severissimo per la loro recidività: non soltanto furono rase al suolo le mura della loro città, ma i membri del senato ne vennero allontanati e furono costretti a stabilirsi al di là del Tevere: chi fosse stato colto al di qua del fiume avrebbe dovuto pagare una multa fino a mille assi, e l'esecutore dell'arresto non avrebbe dovuto rilasciare il prigioniero prima della riscossione della taglia Nelle terre dei senatori vennero inviati coloni, il cui arruolamento restituì a Velitra la popolosità di un tempo |
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et Antium nova colonia missa, cum eo ut Antiatibus permitteretur, si et ipsi adscribi coloni uellent; naues inde longae abactae interdictumque mari Antiati populo est et ciuitas data Tiburtes Praenestinique agro multati neque ob recens tantum rebellionis commune cum aliis Latinis crimen sed quod taedio imperii Romani cum Gallis, gente efferata, arma quondam consociassent ceteris Latinis populis conubia commerciaque et concilia inter se ademerunt Campanis equitum honoris causa, quia cum Latinis rebellare noluissent, Fundanisque et Formianis, quod per fines eorum tuta pacataque semper fuisset uia, ciuitas sine suffragio data Cumanos Suessulanosque eiusdem iuris condicionisque cuius Capuam esse placuit |
Anche ad Anzio fu insediata una nuova colonia, dando per scontato che agli Anziati sarebbe stato concesso di iscriversi di persona se lo avessero volutoLe loro navi da guerra vennero seqvestrate, mentre al popolo di Anzio fu vietato il mare e concessa la cittadinanza Tiburtini e Prenestini vennero invece privati del territorio, non soltanto per la recente accusa di ammutinamento insieme con altre genti latine, ma anche per il fatto che, stanchi del potere di Roma, si erano in passato alleati con i Galli, gente selvaggia Agli altri popoli latini venne negato il diritto di esercitare mutui scambi commerciali, di contrarre matrimoni misti e di tenere delle assemblee comuni Ai Campani, per il valore dei loro cavalieri che non avevano voluto ribellarsi assieme ai Latini, e agli abitanti di Fonda e di Formia, attraverso il cui territorio il passaggio era sempre stato sicuro e tranquillo, venne concessa la cittadinanza senza diritto di voto Agli abitanti di Cuma e di Suessula vennero concesse le stesse garanzie e le stesse condizioni riservate a Capua |
naues Antiatium partim in navalia Romae subductae, partim incensae, rostrisque earum suggestum in foro exstructum adornari placuit, Rostraque id templum appellatum C Sulpicio Longo P Aelio Paeto consulibus, cum omnia non opes magis Romanae quam beneficiis parta gratia bona pace obtineret, inter Sidicinos Auruncosque bellum ortum Aurunci, T Manlio consule in deditionem accepti, nihil deinde moverant; eo petendi auxilii ab Romanis causa iustior fuit sed priusquam consules ab urbe iusserat enim senatus defendi Auruncos exercitum educerent, fama adfertur Auruncos metu oppidum deseruisse profugosque cum coniugibus ac liberis Suessam communisse, quae nunc Aurunca appellatur, moenia antiqua eorum urbemque ab Sidicinis deletam |
Parte delle navi degli Anziati venne rimorchiata nei cantieri navali di Roma, parte fu invece data alle fiamme e si decise di utilizzarne i rostri per ornare una tribuna costruita nel foro, alla quale andò il nome di Rostri Durante il consolato di Gaio Sulpicio Longo e di Publio Elio Peto, mentre tutti i popoli, più per la gratitudine guadagnata dai Romani con la generosità di comportamento che per la paura suscitata dalla loro potenza, non prendevano iniziative, scoppiò una guerra tra Sidicini e Aurunci Gli Aurunci, arresisi durante il consolato di Tito Manlio, da allora non erano più stati motivo di preoccupazione, e proprio per questo avevano tutti i diritti di aspettarsi assistenza militare da parte dei Romani Ma prima che i consoli avessero fatto uscire l'esercito da Roma - il senato aveva infatti dato disposizione di intervenire a fianco degli Aurunci - cominciò a circolare la voce che essi in preda al panico avevano abbandonato la loro città e si erano rifugiati con mogli e figli a Suessa - oggi detta Aurunca -, difendendosi con fortificazioni; la loro vecchia città e le antiche mura erano state distrutte dai Sidicini |
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ob ea infensus consulibus senatus, quorum cunctatione proditi socii essent, dictatorem dici iussit dictus C Claudius Inregillensis magistrum equitum C Claudium Hortatorem dixit religio inde iniecta de dictatore et, cum augures uitio creatum videri dixissent, dictator magisterque equitum se magistratu abdicarunt eo anno Minucia Vestalis, suspecta primo propter mundiorem iusto cultum, insimulata deinde apud pontifices ab indice seruo, cum decreto eorum iussa esset sacris abstinere familiamque in potestate habere, facto iudicio uiua sub terram ad portam Collinam dextra uiam stratam defossa Scelerato campo; credo ab incesto id ei loco nomen factum |
Il senato, adirato per queste notizie con i consoli, le cui esitazioni avevano consegnato gli alleati nelle mani del nemico, ordinarono di nominare un dittatore La scelta cadde su Gaio Claudio Regillense che scelse come maestro di cavalleria Gaio Claudio Ortatore Poi emerse uno scrupolo religioso sulla validità della nomina del dittatore: siccome gli àuguri dichiararono che la nomina non sembrava regolare, il dittatore e il maestro di cavalleria rinunciarono alla carica Quell'anno la vestale Minucia, sospettata in prima istanza per un abbigliamento non adeguato alla posizione occupata, e poi accusata di fronte ai pontefici in base alla testimonianza di un servo, venne costretta da un decreto pontificale ad astenersi dai riti sacri e a tenere sotto la sua potestà gli schiaviProcessata e condannata, fu sepolta viva nei pressi della porta Collina, a destra della strada lastricata nel campo Scellerato (il cui nome credo derivi dalla trasgressione al voto di castità perpetrata dalla vestale) |