Livio, Ab urbe condita: Libro 08, Parte 02, pag 2

Livio, Ab urbe condita: Libro 08, Parte 02

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 08, Parte 02

ceterum inter omnes ciues sociosque praecipua laus eius belli penes consules fuit, quorum alter omnes minas periculaque ab deis superis inferisque in se unum uertit, alter ea virtute eoque consilio in proelio fuit ut facile convenerit inter Romanos Latinosque, qui eius pugnae memoriam posteris tradiderunt, utrius partis T Manlius dux fuisset, eius futuram haud dubie fuisse victoriam

Latini ex fuga se Minturnas contulerunt

castra secundum proelium capta multique mortales ibi uiui oppressi, maxime Campani

Decii corpus ne eo die inveniretur, nox quaerentes oppressit; postero die inventum inter maximum hostium stragem, coopertum telis, funusque ei par morti celebrante collega factum est
Tra tutti i cittadini e gli alleati, la gloria principale di quella vittoria fu dei consoli: uno dei quali aveva attirato unicamente verso la propria persona tutte le minacce e le maledizioni degli dèi celesti e infernali, mentre l'altro aveva dimostrato in battaglia un coraggio e un'accortezza tali che, quanti tra Romani e Latini lasciarono un resoconto della battaglia concordarono agevolmente sul fatto che qualunque fosse stata la parte guidata da Tito Manlio, a quella sarebbe sicuramente andata la vittoria

I Latini in fuga ripararono a Minturno

Il loro accampamento venne preso dopo la battaglia e lì molti uomini - in buona parte Campani - furono catturati e passati per le armi

Il corpo di Decio non venne recuperato quel giorno, perché la notte interruppe le ricercheFu rinvenuto il giorno dopo sotto un mucchio di frecce in mezzo all'enorme massa di nemici cadutiIl collega gli tributò onoranze funebri adeguate alla morte toccatagli
illud adiciendum videtur licere consuli dictatorique et praetori, cum legiones hostium deuoueat, non utique se sed quem uelit ex legione Romana scripta ciuem deuouere; si is homo qui deuotus est moritur, probe factum videri; ni moritur, tum signum septem pedes altum aut maius in terram defodi et piaculum hostiacaedi; ubi illud signum defossum erit, eo magistratum Romanum escendere fas non esse

sin autem sese deuovere volet, sicuti Decius deuovit, ni moritur, neque suum neque publicum diuinum pure faciet, siue hostia siue quo alio uolet

qui sese deuouerit, Volcano arma siue cui alii diuo uouere uolet ius est
Mi sembra opportuno aggiungere che il console, il dittatore o il pretore che offra in sacrificio le legioni nemiche non deve necessariamente immolare se stesso, ma può scegliere di offrire un cittadino incluso in una legione romana regolarmente arruolata e scelto a suo piacimentoSe l'uomo che viene offerto muore, è segno che le cose riusciranno per il meglioSe invece non muore, allora una sua immagine viene sotterrata a sette o più piedi di pro-fondità nella terra, e viene offerta in sacrificio una vittima espiatoriaE al magistrato romano non sarà consentito di salire sopra il punto in cui l'immagine è stata sotterrata

Se poi vuole offrire se stesso in voto, come fece Decio, e non muore, non può offrire sacrifici di natura né pubblica né privata senza macchiarsi di una colpa, sia che ricorra a una vittima, sia che si serva di un'altra offerta di suo piacimento

Colui che si offre in voto ha il diritto di dedicare le proprie armi a Vulcano o a qualunque altra divinità desideri
telo, super quod stans consul precatus est, hostem potiri fas non est; si potiatur, Marti suouetaurilibus piaculum fieriHaec

Etsi omnis diuini humanique moris memoria abolevit nova peregrinaque omnia priscis ac patriis praeferendo, haud ab re duxi verbis quoque ipsis, ut tradita nuncupataque sunt, referre

Romanis post proelium demum factum Samnites venisse subsidio exspectato eventu pugnae apud quosdam auctores invenio
considerata una violazione sacrilega che il nemico si impossessi del giavellotto sul quale è stato in piedi il console nell'atto di pronunciare la sua invocazioneNel caso in cui la cosa si verifichi, bisogna placare l'ira di Marte offrendo in sacrificio una pecora, un maiale e un toro

Anche se la memoria di ogni usanza sacra e profana è stata cancellata dal favore che gli uomini tributano alle cose nuove e straniere, preferendole a quelle antiche e trasmesse dagli antenati, ho ritenuto che non fosse fuori luogo riferire queste procedure con le parole con le quali sono state formulate e tramandate

Presso alcuni autori ho trovato che fu soltanto a battaglia conclusa che i Sanniti intervennero in aiuto dei Romani, dopo aver atteso l'esito dello scontro

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Livio, Ab urbe condita: Libro 21; 31-40
Livio, Ab urbe condita: Libro 21; 31-40

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 21; 31-40

Latinis quoque ab Lauinio auxilium, dum deliberando terunt tempus, uictis demum ferri coeptum; et, cum iam portis prima signa et pars agminis esset egressa, nuntio allato de clade Latinorum cum conuersis signis retro in urbem rediretur, praetorem eorum nomine Milionium dixisse ferunt pro paulula uia magnam mercedem esse Romanis soluendam

qui Latinorum pugnae superfuerant, multis itineribus dissipati cum se in unum conglobassent, Vescia urbs eis receptaculum fuit
E anche che i Latini erano già stati messi in fuga quando gli abitanti di Lavinio, che continuavano a perdere tempo in discussioni sul da farsi, portarono finalmente il loro aiutoE ricevuta la notizia della disfatta patita dai Latini quando ormai la loro avanguardia e parte dell'esercito erano usciti dalle porte, con una rapida inversione di marcia sarebbero rientrati in città, poiché il loro pretore di nome Milonio - a quanto si racconta - avrebbe ricordato ai suoi che quella breve sortita sarebbe costata cara ai Romani

I Latini sopravvissuti alla battaglia, dispersi in varie direzioni, si riunirono in un unico nucleo e si rifugiarono nella città di Vescia
ibi in conciliis Numisius imperator eorum, adfirmando communem uere Martem belli utramque aciem pari caede prostrauisse victoriaeque nomen tantum penes Romanos esse, ceteram pro uictis fortunam et illos gerere; funesta duo consulum praetoria, alterum parricidio filii, alterum consulis deuoti caede; trucidatum exercitum omnem, caesos hastatos principesque, stragem et ante signa et post signa factam; triarios postremo rem restituisse Lì, nelle assemblee che essi tenevano, il loro comandante in capo Numisio affermava che in realtà l'esito della guerra era stato incerto, che entrambe le parti avevano subito un ugual numero di perdite e che i Romani avevano vinto soltanto nominalmente, trovandosi invece, di fatto, nella condizione di sconfittiLe tende di entrambi i consoli erano in lutto: una per l'uccisione del figlio, l'altra per la morte del console che si era offerto in votoIl loro intero esercito era stato fatto a pezzi, hastati e principes massacrati, la carneficina aveva coinvolto dall'avanguardia alla retroguardia, e soltanto alla fine i triarii erano riusciti a ristabilire le sorti della battaglia

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Livio, Ab urbe condita: Libro 42; 32 - 49
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 42; 32 - 49

Latinorum etsi pariter accisae copiae sint, tamen supplemento uel Latium propius esse uel Volscos quam Romam; itaque si videatur eis, se ex Latinis et ex Volscis populis iuventute propere excita rediturum infesto exercitu Capuam esse Romanosque nihil tum minus quam proelium exspectantes necopinato aduentu perculsurum

fallacibus litteris circa Latium nomenque Volscum missis, quia qui non interfuerant pugnae ad credendum temere faciliores erant, tumultuarius undique exercitus raptim conscriptus convenit

huic agmini Torquatus consul ad Trifanum inter Sinuessam Minturnasque is locus est occurrit
Anche se le forze latine erano state ugualmente decimate, tuttavia, per fornire nuovi rinforzi, tanto il Lazio quanto la terra dei Volsci erano più vicini di RomaPerciò, se sembrava loro opportuno, egli avrebbe rapidamente messo insieme dei giovani in età militare reclutandoli dalle genti del Lazio e da quelle dei Volsci, sarebbe ritornato a Capua con un esercito pronto a combattere: il suo arrivo inatteso avrebbe gettato nello scompiglio i Romani, i quali in quel momento tutto si aspettavano fuorché una battaglia

Vennero così inviate delle lettere piene di menzogne in tutto il Lazio e nella terra dei Volsci: poiché quanti non avevano preso parte alla battaglia erano pronti a credere ciecamente al messaggio in esse contenuto, venne rapidamente messo insieme, da tutte le parti, un esercito raccogliticcio

A questo contingente andò incontro presso Trifano - tra Sinuessa e Minturno - il console Torquato
priusquam castris locus caperetur, sarcinis utrimque in aceruum coniectis pugnatum debellatumque est; adeo enim accisae res sunt ut consuli victorem exercitum ad depopulandos agros eorum ducenti dederent se omnes Latini deditionemque eam Campani sequerentur

Latium Capuaque agro multati

Latinus ager Priuernati addito agro et Falernus, qui populi Campani fuerat, usque ad Volturnum flumen plebi Romanae dividitur

bina in Latino iugera ita ut dodrante ex Priuernati complerent data, terna in Falerno quadrantibus etiam pro longinquitate adiectis

extra poenam fuere Latinorum Laurentes Campanorumque equites, quia non desciuerant; cum Laurentibus renovari foedus iussum renovaturque ex eo quotannis post diem decimum Latinarum
Entrambi gli eserciti, senza neppure aver scelto un punto per porre l'accampamento, ammassate le salmerie, vennero a battaglia e posero fine alla guerraLe truppe nemiche subirono infatti una tale decimazione che, quando il console guidò il suo esercito vincitore a devastare il territorio dei Latini, questi ultimi si consegnarono dal primo all'ultimo, e i Campani seguirono il loro esempio

Il Lazio e Capua vennero privati del territorio

Il territorio dei Latini, invece, in aggiunta a quello dei Privernati e a quello di Falerno (appartenuto al popolo campano) fino al fiume Volturno, venne diviso tra la plebe romana

A ciascun cittadino furono assegnati due iugeri nel Lazio, in modo da aggiungere un terzo di iugero nel territorio di Priverno, mentre in quello di Falerno vennero assegnati tre iugeri di terra a testa con in più un quarto di iugero dato come compenso per la lontananza

Tra i Latini non incorsero in punizioni i Laurenti, tra i Campani i cavalieri, in quanto non avevano preso parte all'ammutinamentoFu data disposizione di rinnovare il trattato coi Laurenti, e da quel giorno è stato rinnovato ogni anno dieci giorni dopo le ferie latine

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 40; 26 - 30

equitibus Campanis ciuitas Romana data, monumentoque ut esset, aeneam tabulam in aede Castoris Romae fixerunt

uectigal quoque eis Campanus populos iussus pendere in singulos quotannis fuere autem mille et sexcenti denarios nummos quadringenos quinquagenos

Ita bello gesto, praemiis poenaque pro cuiusque merito persolutis T Manlius Romam rediit; cui venienti seniores tantum obuiam exisse constat, iuventutem et tunc et omni uita deinde auersatam eum exsecratamque

Antiates in agrum Ostiensem Ardeatem Solonium incursiones fecerunt

Manlius consul quia ipse per ualetudinem id bellum exsequi nequierat, dictatorem L Papirium Crassum, qui tum forte erat praetor, dixit; ab eo magister equitum L Papirius Cursor dictus
Ai cavalieri campani venne concessa la cittadinanza romana e per commemorare la cosa venne affissa una tavoletta di bronzo nel tempio di Castore a Roma

Inoltre venne ordinato al popolo campano di pagare a ciascuno di essi (si trattava di mille e seicento uomini) un tributo annuo di quattrocentocinquanta denari

Dopo aver portato a termine la guerra in questa maniera e aver distribuito ricompense e punizioni in relazione ai meriti di ciascuno, Tito Manlio rientrò a RomaSi dice che al suo arrivo gli andarono incontro soltanto gli anziani: i giovani, allora come per il resto dei suoi giorni, lo odiarono e lo maledirono

Gli Anziati effettuarono incursioni nei territori di Ostia, Ardea e Solonio

Il console Manlio, non avendo potuto seguire di persona questa campagna militare per ragioni di salute, nominò dittatore Lucio Papirio Crasso, il quale era allora in carica come pretoreEgli nominò a sua volta maestro di cavalleria Lucio Papirio Cursore
nihil memorabile adversus Antiates ab dictatore gestum est, cum aliquot menses statiua in agro Antiati habuisset

anno insigni victoria de tot ac tam potentibus populis, ad hoc consulum alterius nobili morte, alterius sicut truci ita claro ad memoriam imperio, successere consules Ti Aemilius Mamercinus Publilius Philo, neque in similem materiam rerum, et ipsi aut suarum rerum aut partium in re publica magis quam patriae memores

Latinos ob iram agri amissi rebellantes in campis Fenectanis fuderunt castrisque exuerunt

ibi Publilio, cuius ductu auspicioque res gestae erant, in deditionem accipiente Latinos populos, quorum ibi iuventus caesa erat, Aemilius ad Pedum exercitum duxit

Pedanos tuebatur Tiburs Praenestinus Veliternusque populus; venerant et ab Lanuuio Antioque auxilia
Contro gli Anziati il dittatore non compì nulla di straordinario, pur essendo rimasto accampato per alcuni mesi nel loro territorio

A un anno reso memorabile dalla vittoria su tanti popoli così potenti, nonché dalla morte gloriosa di uno dei due consoli e dalla severità dell'altro (tanto crudele quanto famosa nel corso dei secoli), seguì il consolato di Tiberio Emilio Mamercino e di Quinto Publilio Filone, i quali non ebbero tali opportunità e si preoccuparono più dei propri casi personali e degli interessi delle rispettive fazioni che del bene della patria

Adirati per la confisca del territorio, i Latini si ribellarono, ma vennero travolti nella pianura Fenectana dai consoli i quali tolsero loro l'accampamento

Mentre Publilio, sotto il cui comando e i cui auspici era stata condotta la campagna, stava accettando la resa dei popoli latini i cui soldati erano caduti in quello scontro, Emilio condusse l'esercito a Pedo

Gli abitanti di questa città erano sostenuti dai Tiburtini, dai Prenestini e dai Veliterni, mentre rinforzi erano anche arrivati da Lanuvio e da Anzio

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ubi cum proeliis qvidem superior Romanus esset, ad urbem ipsam Pedum castraque sociorum populorum, quae urbi adiuncta erant, integer labor restaret, bello infecto repente omisso consul, quia collegae decretum triumphum audiuit, ipse quoque triumphi ante victoriam flagitator Romam rediit

qua cupiditate offensis patribus negantibusque nisi Pedo capto aut dedito triumphum, hinc alienatus ab senatu Aemilius seditiosis tribunatibus similem deinde consulatum gessit
Anche se i Romani si erano dimostrati superiori in più di una battaglia, ciò non ostante dovevano ancora essere avviate le operazioni per espugnare la città stessa di Pedo e gli accampamenti dei popoli alleati che si trovavano in prossimità della cittàAll'improvviso il console, appreso che al suo collega era stato concesso il trionfo, lasciò a metà le operazioni e rientrò a Roma pretendendo anche per se stesso il trionfo ancor prima di aver ottenuto la vittoria

I senatori, urtati da questa smaniosa ambizione, gli negarono il trionfo fino a quando non avesse conquistato Pedo o ne avesse ottenuto la resa; e da quel momento Emilio, risentito nei confronti del senato, svolse il consolato con lo spirito di un tribuno sedizioso

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