Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 05; 21-30, pag 3

Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 05; 21-30

Latino: dall'autore Cicerone, opera Tuscolanae Disputationes parte Libro 05; 21-30
Vexatur idem Theophrastus libris et scholis omnium philosophorum, quod in Callisthene suo laudarit illam sententiam: 'Vitam regit fortuna, non sapientia Teofrasto stesso è criticato dai libri e dai commenti di tutti i filosofi perché aveva lodato quella opinione nel suo Callistene: la sorte, non la saggezza governa la vita
' Negant ab ullo philosopho quicquam dictum esse languidius Dicono che niente mai di più molle fu mai detto da un filosofo
Recte id quidem, sed nihil intellego dici potuisse constantius Certo, questo sicuramente, ma credo che niente si potesse dire in maniera più coerente

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Latino: dall'autore Cicerone, opera Tuscolanae Disputationes parte Libro 01; 396-428

Si enim tot sunt in corpore bona, tot extra corpus in casu atque fortuna, nonne consentaneum est plus fortunam, quae domina rerum sit et externarum et ad corpus pertinentium, quam consilium valere E infatti tanti beni sono nel corpo e tanti fuori dal corpo nel caso e nella sorte, non è coerente che la sorte, che è la padrona delle cose sia esterne sia pertinenti al corpo, valga più del pensiero
[26] An malumus Epicurum imitari [26] O forse preferiamo imitare Epicuro

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Latino: dall'autore Cicerone, opera Tuscolanae Disputationes parte Libro 01; 274-332

qui multa praeclare saepe dicit; quam enim sibi constanter convenienterque dicat, non laborat E quello disse spesso molte cose in maniera perfetta; infatti non si stanca (nel riflettere quanto coerentemente e convenientemente parli)
Laudat tenuem victum Loda un cibo parco

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Latino: dall'autore Cicerone, opera Tuscolanae Disputationes parte Libro 02; 01-41

Philosophi id quidem, sed si Socrates aut Antisthenes diceret, non is qui finem bonorum voluptatem esse dixerit Questo è proprio di un filosofo certo, ma se lo avesse detto Socrate o Antistene, non uno che disse che il fine dei beni è il piacere
Negat quemquam iucunde posse vivere, nisi idem honeste sapienter iusteque vivat Dice che nessuno può vivere felicemente se non viva lui stesso in maniera onesta, saggia e giusta
Nihil gravius, nihil philosophia dignius, nisi idem hoc ipsum 'honeste sapienter iuste' ad voluptatem referret Niente di più giusto, niente di più degno di filosofia se non avesse riferito al piacere questo stesso in maniera onesta, saggia e giusta
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