Admiratum Leontem novitatem nominis quaesivisse, quinam essent philosophi, et quid inter eos et reliquos interesset; [9] Pythagoram autem respondisse similem sibi videri vitam hominum et mercatum eum, qui haberetur maxumo ludorum apparatu totius Graeciae celebritate; nam ut illic alii corporibus exercitatis gloriam et nobilitatem coronae peterent, alii emendi aut vendendi quaestu et lucro ducerentur, esset autem quoddam genus eorum, idque vel maxime ingenuum, qui nec plausum nec lucrum quaererent, sed visendi causa venirent studioseque perspicerent, quid ageretur et quo modo, item nos quasi in mercatus quandam celebritatem ex urbe aliqua sic in hanc vitam ex alia vita et natura profectos alios gloriae servire, alios pecuniae, raros esse quosdam, qui ceteris omnibus pro nihilo habitis rerum naturam studiose intuerentur; hos se appellare sapientiae studiososid est enim philosophos -; et ut illic liberalissimum esset spectare nihil sibi adquirentem, sic in vita longe omnibus studiis contemplationem rerum, cognitionemque praestare |
E che Leonte, avendo ammirato la novità del nome gli abbia chiesto che cosa mai fossero i filosofi e che cosa differisse fra quelli e gli altri; [9] e che Pitagora gli abbia risposto che la vita degli uomini e quel mercato che si svolgeva con grande apparato di giochi per la celebrità di tutta la Grecia gli sembravano simili; infatti come lì alcuni cercavano la gloria e la nobiltà della corona con i loro corpi allenati, altri vi si conducevano per la ricerca del comprare e del vendere e per denaro, ma cera anche unaltra tipologia di persone, cioè dei più nobili, che non cercavano nè lapplauaso nè il guadagno, ma venivano per guardare e osservavano scrupolosamente che cosa accadesse e che come, allo stesso modo noi giungemmo quasi alla celebrità del mercato da unaltra città, così giunti in questa vita da unaltra vita e natura, alcuni sono servi della gloria, altri della ricchezza e ci sono alcuni pochi che, stimate quasi nulla le altre cose, guardano con attenzione la natura delle cose; e che lui chiama amanti di sapienza (cioè filosofi) costoro; e come lì la cosa più elegante sia guardare senza cercare niente così nella vita la riflessione e la contemplazione delle cose superano di gran lunga tutte le altre occupazioni |