Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 05; 01-10, pag 4

Cicerone, Tuscolanae Disputationes: Libro 05; 01-10

Latino: dall'autore Cicerone, opera Tuscolanae Disputationes parte Libro 05; 01-10
Admiratum Leontem novitatem nominis quaesivisse, quinam essent philosophi, et quid inter eos et reliquos interesset; [9] Pythagoram autem respondisse similem sibi videri vitam hominum et mercatum eum, qui haberetur maxumo ludorum apparatu totius Graeciae celebritate; nam ut illic alii corporibus exercitatis gloriam et nobilitatem coronae peterent, alii emendi aut vendendi quaestu et lucro ducerentur, esset autem quoddam genus eorum, idque vel maxime ingenuum, qui nec plausum nec lucrum quaererent, sed visendi causa venirent studioseque perspicerent, quid ageretur et quo modo, item nos quasi in mercatus quandam celebritatem ex urbe aliqua sic in hanc vitam ex alia vita et natura profectos alios gloriae servire, alios pecuniae, raros esse quosdam, qui ceteris omnibus pro nihilo habitis rerum naturam studiose intuerentur; hos se appellare sapientiae studiososid est enim philosophos -; et ut illic liberalissimum esset spectare nihil sibi adquirentem, sic in vita longe omnibus studiis contemplationem rerum, cognitionemque praestare E che Leonte, avendo ammirato la novità del nome gli abbia chiesto che cosa mai fossero i filosofi e che cosa differisse fra quelli e gli altri; [9] e che Pitagora gli abbia risposto che la vita degli uomini e quel mercato che si svolgeva con grande apparato di giochi per la celebrità di tutta la Grecia gli sembravano simili; infatti come lì alcuni cercavano la gloria e la nobiltà della corona con i loro corpi allenati, altri vi si conducevano per la ricerca del comprare e del vendere e per denaro, ma cera anche unaltra tipologia di persone, cioè dei più nobili, che non cercavano nè lapplauaso nè il guadagno, ma venivano per guardare e osservavano scrupolosamente che cosa accadesse e che come, allo stesso modo noi giungemmo quasi alla celebrità del mercato da unaltra città, così giunti in questa vita da unaltra vita e natura, alcuni sono servi della gloria, altri della ricchezza e ci sono alcuni pochi che, stimate quasi nulla le altre cose, guardano con attenzione la natura delle cose; e che lui chiama amanti di sapienza (cioè filosofi) costoro; e come lì la cosa più elegante sia guardare senza cercare niente così nella vita la riflessione e la contemplazione delle cose superano di gran lunga tutte le altre occupazioni
[IV] [10] Nec vero Pythagoras nominis solum inventor, sed rerum etiam ipsarum amplificator fuit [IV] [10] E in realtà Pitagora non fu solo linventore del nome, ma anche il divulgatore di queste stesse cose
Qui cum post hunc Phliasium sermonem in Italiam venisset, exornavit eam Graeciam, quae magna dicta est, et privatim et publice praestantissumis et institutis et artibus E lui, essendo venuto in Italia dopo questo discorso Flisiaco, abbellì quella Grecia che fu definita grande sia privatamente sia pubbliamente con bellissime istituzioni ed opere darte

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Cuius de disciplina aliud tempus fuerit fortasse dicendi E forse ci sarà un altro momento per parlare della sua dottrina
Sed ab antiqua philosophia usque ad Socratem, qui Archelaum, Anaxagorae discipulum, audierat, numeri motusque tractabantur, et unde omnia orerentur quove reciderent, studioseque ab is siderum magnitudines intervalla cursus anquirebantur et cuncta caelestia Ma dallantica filosofia fino a Socrate, che aveva ascoltato Archelao, discepolo di Anassagora, erano trattati i numeri e i movimenti e da dove sorgessero e dove tramontassero tutte le cose e da loro erano studiati le grandezze, gli intervalli, le orbite e tutte le cose celesti

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Socrates autem primus philosophiam devocavit e caelo et in urbibus conlocavit et in domus etiam introduxit et coegit de vita et moribus rebusque bonis et malis quaerere E Socrate per primo richiamò la filosofia dal cielo e la mise nelle città e la introdusse nelle case e cominciò a far ricerche sulla vita e sui costumi e sulle situazioni buone e cattive

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