Cicerone, In Verrem: 02; 02-26-30, pag 2

Cicerone, In Verrem: 02; 02-26-30

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 02-26-30
Itaque discedunt omnes; nam ceteri quoque impetrant ne retineantur; qui se velle dicebant alterutri eorum qui tum illud iudicium habebant adesse

Itaque iste solus cum sua cohorte nequissima relinquitur

[72] Non dubitabat Minucius, qui Sopatrum defendebat, quin iste, quoniam consilium dimisisset, illo die rem illam quaesiturus non esset, cum repente iubetur dicere

Respondet, "Ad quos

" "Ad me", inquit, "si tibi idoneus videor qui de homine Siculo ac Graeculo iudicem

" "Idoneus es", inquit, "sed pervellem adessent ii qui adfuerant antea causamque cognorant

" "Die", inquit; "illi adesse non possunt

" "Nam hercule", inquit Minucius, "me quoque Petilius ut sibi in consilio adessem rogavit", [73] et simul a subselliis abire coepit
E così se ne vanno tutti; infatti pure gli altri, facendo presente il loro desiderio di assistere luna o laltra delle parti impegnate in quella causa, ottengono di non essere trattenuti

E così Verre resta solo col suo seguito infame

[72] Il difensore di Sopatro, Minucio , non aveva alcun dubbio che quel giorno Verre, poiché aveva mandato via i consiglieri, non avrebbe più tenute udienza,quando allimprovviso gli dà la parola per larringa difensiva

Ribatte Minucio: Per parlare davanti a chi

, Davanti a me risponde se mi ritieni in grado di giudicare un siciliano e un miserabile greco

In grado lo sei, ma io desidererei vivamente la presenza dei consiglieri dellaltra volta, bene al corrente della causa

Parla La loro presenza è impossibile

Ma perbacco,disse, anche a me Petilio ha chiesto di fare parte del suo consiglio [73] e immediatamente si accinge a lasciare i banchi della difesa
Iste iratus hominem verbis vehementioribus prosequitur, atque ei gravius etiam minari coepit quod in se tantum crimen invidiamque conflaret

[XXX]Minucius, qui Syracusis sic negotiaretur ut sui iuris dignitatisque meminisset, et qui sciret se ita in provincia rem augere oportere ut ne quid de libertate deperderet, homini quae visa sunt, et quae tempus illud tulit et causa, respondit, causam sese dimisso atque ablegato consilio defensurum negavit

Itaque a subselliis discessit, idemque hoc praeter Siculos ceteri Sopatri amici advocatique fecerunt

[74] Iste quamquam est incredibili importunitate et audacia, tamen subito solus destitutus pertimuit et conturbatus est; quid ageret, quo se verteret nesciebat
Verre allora pieno dira lo accompagna con una scarica di male parole, alle quali aggiunge pure pesanti minacce, accusandolo di suscitare gravi motivi di accusa e cli odio verso la sua persona

[XXX] Minucio che era uno di quelli che soccupavano daffari a Siracusa senza dimenticare i suoi diritti e la sua dignità, ed era consapevole che laumento delle sue sostanze non doveva comportare la sia pur minima perdita della sua libertà, gli rispose perciò nella maniera per lui più opportuna e come gli suggerivano le circostanze e la causa che sosteneva, concludendo che rinunciava alla difesa visto che i membri del consiglio erano stati licenziati e mandati via

Lasciò quindi i banchi della difesa, seguito dagli altri amici e sostenitori di Sopatro, ad eccezione dei Siciliani

[74] Benché dotato di insolenza e di ardire oltre ogni credere, Verre, lasciato allimprovviso solo, fu preso da un gran turbamento e timore;non sapeva cosa fare, dove battere la testa
Si dimisisset eo tempore quaestionem, post, illis adhibitis in consilium quos ablegarat, absolutum iri Sopatrum videbat; sin autem hominem miserum atque innocentem ita condemnasset, cum ipse praetor sine consilio, reus autem sine patrono atque advocatis fuisset, iudiciumque C Sacerdotis rescidisset, invidiam se sustinere tantam non posse arbitrabatur

Itaque aestuabat dubitatione, versabat se utramque in partem non solum mente, verum etiam corpore, ut omnes qui aderant intellegere possent in animo eius metum cum cupiditate pugnare

Erat hominum conventus maximus, summum silentium, summa exspectatio quonam esset eius cupiditas eruptura; crebro se accensus demittebat ad aurem Timarchides

[75] Tum iste aliquando "Age dic

" inquit
Se allora avesse deciso il rinvio del processo, capiva bene che in seguito, col ritorno dei consiglieri che aveva mandati via, lassoluzione di Sopatro era scontata; se daltra parte avesse condannato un povero innocente mentregli, il governatore, non era assistito dal suo consiglio e limputato dal suo difensore e dai suoi sostenitori , e avesse annullato la sentenza di C Sacerdote , pensava di non potercela fare a reggere il peso di tutto lodio che si sarebbe tirato addosso

E cosi nellincertezza era pieno di agitazione e si girava da una parte e dallaltra, appigliandosi ora a un partito ora a un altro: tutti i presenti potevano capire che dentro di lui si stava svolgendo una battaglia tra cupidigia e timore

Era numerosissimo il pubblico presente, profondo il silenzio, vivissima lattesa dello sbocco che la sua cupidigia avrebbe avuto; il suo subalterno Timarchide spesso si piegava a sussurrargli qualcosa allorecchio

[75] Ecco finalmente le sue parole: Orsù, parla

Risponde

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Reus orare atque obsecrare ut cum consilio cognosceret

Tum repente iste testis citari iubet; dicit unus et alter breviter; nihil interrogatur; praeco dixisse pronuntiat

Iste, quasi metueret ne Petilius privato illo iudicio transacto aut prolato cum ceteris in consilium reverteretur, ita properans de sella exsilit, hominem innocentem a C Sacerdote absolutum indicta causa de sententia scribae medici haruspicisque condemnat
E limputato giù a supplicarlo di trattare la causa con lassistenza dei membri del suo consiglio

Ed ecco che allimprovviso Verre ordina lescussione dei testimoni: breve deposizione di un primo e di un secondo teste; nessun interrogatorio; laraldo dichiara chiuso il dibattimento

E Verre, come se temesse che Petilio , conclusa o rinviata la causa civile da lui presieduta, tornasse a far parte della corte con tutti gli altri membri, balza in fretta giù dal suo seggio e condanna, su parere conforme del suo segretario, del suo medico e del suo aruspice , un innocente che era stato già assolto da C Sacerdote e a cui egli aveva negato perfino la possibilità di difendersi

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