Cicerone, De Oratore: Libro 01; 21-25, pag 2

Cicerone, De Oratore: Libro 01; 21-25

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 01; 21-25

[102] "Atqui" inquit [Sulpicius] "hoc ex te, de quo modo Antonius euit, quid sentias, quaerimus, existimesne artem aliquam esse dicendi [102] Bene, rispose laltro, ti chiediamo di dirci cosa pensi su ciò che prima ha detto Antonio: credi veramente che esista unarte del dire
"Quid E che
mihi vos nunc" inquit Crassus "tamquam alicui Graeculo otioso et loquaci et fortasse docto atque erudito quaestiunculam, de qua meo arbitratu loquar, ponitis e disse Crasso volete propormi ora un piccola questione, su cui io possa parlare a mio capriccio, come se fossi un qualsiasi greco ozioso e chiacchierone, se pure dotto ed erudito

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Cicerone, De Oratore: Libro 01; 26-30

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 01; 26-30

Quando enim me ista curasse aut cogitasse arbitramini et non semper inrisisse potius eorum hominum impudentiam, qui cum in schola adsedissent, ex magna hominum frequentia dicere iuberent, si quis quid quaereret Quando mai voi pensate che io mi sia interessato o abbia riflettuto su questi problemi,e che io ho sempre deriso limpudenza di coloro che, sedutisi in cattedra, invitano il vasto uditorio a porre tutte le domande che vuole
[103] Quod primum ferunt Leontinum fecisse Gorgiam, qui permagnum quiddam suscipere ac profiteri videbatur, cum se ad omnia, de quibus quisque audire vellet, esse paratum denuntiaret; postea vero vulgo hoc facere coeperunt hodieque faciunt, ut nulla sit res neque tanta neque tam improvisa neque tam nova, de qua se non omnia, quae dici possint, profiteantur esse dicturos [103] Dicono che il primo a fare ciò sia stato Gorgia di Leontini a cui sembrava di fare una cosa straordinaria nel dichiararsi pronto a rispondere a tutte le domande, che ciascuno volesse fargli; dopo di lui questuso è divenuto generale e dura tuttora, tanto che non vi è argomento così importante o così inaspettato o così strano, su cui costoro non dichiarino di essere pronti a dire tutto ciò che è possibile dire

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[104] Quod si te, Cotta, arbitrarer aut te, Sulpici, de eis rebus audire velle, adduxissem huc Graecum aliquem, qui nos istius modi disputationibus delectaret; quod ne nunc quidem difficile factu est: est enim apud M Pisonem adulescentem [iam] huic studio deditum, summo homo ingenio nostrique cupidissimus, Peripateticus Staseas, homo nobis sane familiaris et, ut inter homines peritos constare video, in illo suo genere omnium princeps [104] Se avessi creduto che voi due, o Cotta e Sulpicio, desideravate sentir parlare di tali cose, avrei condotto qui un greco qualunque, che ci avrebbe rallegrato con discussioni di tal genere:infatti presso M Pisone giovane che sinteressa di questi studi, molto intelligente e a me molto affezionato, vive il peripatetico Stasea , che è un mio intimo amico ed è ritenuto da tutti gli intenditori il più valente maestro in questa materia
[XXIII] [105] "Quem tu mihi" inquit Mucius "Staseam, quem Peripateticum narras [XXIII][105] Allora Mucio: Ma perché disse racconti di questo peripatetico Stasea

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Gerendus est tibi mos adulescentibus, Crasse, qui non Graeci [alicuius] cotidianam loquacitatem sine usu neque ex scholis cantilenam requirunt, sed ex homine omnium sapientissimo atque eloquentissimo atque ex eo, qui non in libellis, sed in maximis causis et in hoc domicilio imperi et gloriae sit consilio linguaque princeps, cuius vestigia persequi cupiunt, eius sententiam sciscitantur tuo dovere, o Crasso, esaudire il desiderio di questi giovani, che non vogliono sentire le quotidiane e inutili chiacchiere né i monotoni precetti scola t stici di un greco qualsiasi, ma lopinione delluomo più saggio e più eloquente fra tutti, di colui che non si è acquistata fama spiegando dei manualetti scolastici, ma ha supe lu rato tutti per saggezza ed abilità oratoria, trattando cause importantissime, in questa città che è la sede dellimpero e della gloria: e un tale uomo è colui di cui essi desiderano ardentemente seguire le orme
[106] Equidem te cum in dicendo semper putavi deum, tum vero tibi numquam eloquentiae maiorem tribui laudem quam humanitatis; qua nunc te uti vel maxime decet neque defugere eam disputationem, ad quam te duo excellentes ingeniis adulescentes cupiunt accedere [106] A dire il vero, io ti ho sempre stimato un maestro nellarte del dire; però non ho mai lodato la tua eloquenza più della tua gentilezza; di questa ti conviene dar prova ora più che mai, e non evitare una discussione alla quale ti invitano due giovani così ma- gnificamente dotati

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[107] "Ego vero" inquit "istis obsequi studeo neque gravabor breviter meo more, quid quaque de re sentiam, dicere [107] E Crasso: Veramente io sono lieto di accontentarli e non sarà una fatica per me dire brevemente, secondo il mio costume, ciò che penso su ciascun punto
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