Cicerone, De Oratore: Libro 01; 21-25, pag 4

Cicerone, De Oratore: Libro 01; 21-25

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 01; 21-25

[115] Neque enim haec ita dico, ut ars aliquos limare non possit - neque enim ignoro, et quae bona sint, fieri meliora posse doctrina, et, quae non optima, aliquo modo acui tamen et corrigi posse -, sed sunt quidam aut ita lingua haesitantes aut ita voce absoni aut ita vultu motuque corporis vasti atque agrestes, ut, etiam si ingeniis atque arte valeant, tamen in oratorum numerum venire non possint; sunt autem quidam ita in eisdem rebus habiles, ita naturae mulieribus ornati, ut non nati, sed ab aliquo deo ficti esse videantur [115] Non dico che alcuni uomini non possano essere migliorati dallarte so bene che le buone abitudini possono divenire migliori con lo studio, mentre quelle che non sono tali possono in qualche modo essere affinate e corrette vi sono però uomini così impacciati nel parlare, di voce così sgradevole, così grossolani e rozzi nel volto e nei gesti, che, se anche si distinguono per ingegno e per studio, non potranno mai giungere nel numeo degli oratori;altri invece sono talmente dotati, così ricchi di pregi naturali, da non sembrare nati, ma addirittura plasmati da un qualche dio
[116] Magnum quoddam est onus atque munus suscipere atque profiteri se esse, omnibus silentibus, unum maximis de rebus magno in conventu hominum audiendum; adest enim fere nemo, quin acutius atque acrius vitia in dicente quam recta videat; ita quicquid est, in quo offenditur, id etiam illa, quae laudanda sunt, obruit [116] davvero una grande responsabilità assumersi apertamente il peso e limpegno di parlare da solo, mentre tutti ascoltano, su problemi importantissimi, in una grande adunanza di uomini; quasi tutti, infatti, siamo portati a vedere in colui che parla più facilmente i difetti che i pregi; così il più piccolo errore che egli commette toglie valore anche a ciò che meriterebbe lode
[117] Neque haec in eam sententiam disputo, ut homines adulescentis, si quid naturale forte non habeant, omnino a dicendi studio deterream: quis enim non videt C Coelio, aequali meo, magno honori fuisse, homini novo, illam ipsam, quamcumque adsequi potuerat, in dicendo mediocritatem [117] Non dico questo per distogliere completamente dallo studio delleloquenza quei giovani che si trovino ad essere sforniti di spiccata attitudine: chi infatti ignora che C Celio, mio coetaneo, un uomo che non può vantare unantica nobiltà, si è procurato grande onore con quel po di abilità oratoria che poté raggiungere

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Quis vestrum aequalem, Q Varium, vastum hominem atque foedum, non intellegit illa ipsa facultate, quamcumque habuit, magnam esse in civitate gratiam consecutum E chi non sa che Q Vario, vostro coetaneo, uomo grossolano e volgare, si è acquistata una grande influenza nella nostra città in virtù di questa stessa abilità oratoria, qualunque essa sia

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