Seneca, De providentia: Parte 03, pag 3

Seneca, De providentia: Parte 03

Latino: dall'autore Seneca, opera De providentia parte Parte 03
quod ad focum cenat illas ipsas radices et herbas quas in repurgando agro triumphalis senex uulsit O perchè, seduto accanto al fuoco, si ciba di quelle stesse erbe e radici che di sua mano ha raccolto nel pulire il suo orto, lui, vecchio e glorioso trionfatore
Quid ergo felicior esset, si in uentrem suum longinqui litoris pisces et peregrina aucupia congereret, si conchyliis superi atque inferi maris pigritiam stomachi nausiantis erigeret, si ingenti pomorum strue cingeret primae formae feras, captas multa caede uenantium Sarebbe forse stato più felice se si fosse rimpinzato di pesci provenienti dai lidi più lontani o di uccelli forestieri, se avesse stuzzicato il suo stomaco pigro e riluttante con le ostriche dell'Adriatico e del Tirreno, o guarnito con montagne di frutta la pregevole selvaggina catturata con tanta strage dai cacciatori
Infelix est Rutilius quod qui illum damnauerunt cau sam dicent omnibus saeculis infelice Rutilio, quando i giudici che gli hanno inflitto quella condanna dovranno risponderne alla Storia per tutti i secoli futuri

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Seneca, De Ira 01: 05; 01-03

Latino: dall'autore Seneca, opera De Ira 01 parte 05; 01-03

quod aequiore animo passus est se patriae eripi quam sibi exilium Lui, che ha sofferto di essere strappato alla patria con più serenità che se fosse scampato all'esilio
quod Sullae dictatori solus aliquid negauit et reuocatus tantum non retro cessit et longius fugit Infelice per aver lui solo risposto no al dittatore, quando, pur richiamato da Silla, non soltanto non ritornò ma fuggì ancora più lontano

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Seneca, De providentia: Parte 02

Latino: dall'autore Seneca, opera De providentia parte Parte 02

'Viderint' inquit 'isti quos Romae deprehendit felicitas tua: uideant largum in foro sanguinem et supra Seruilianum lacum (id enim proscriptionis Sullanae spoliarium est) senatorum capita et passim uagantis per urbem percussorum greges et multa milia ciuium Romanorum uno loco post fidem, immo per ipsam fidem trucidata; uideant ista qui exulare non possunt e la sbrighino, gli disse, quei disgraziati che in Roma sono rimasti abbindolatidalla tua felicità, quella felicità di cui usurpasti il nome, facendoti chiamare, per la tua era, Felice Guardino i fiumi di sangue nel foro, le teste mozze dei senatori sulla fontana di Servilio, covo di assassini delle tue proscrizioni, le squadracce dei tuoi sicari sparpagliati per la città e le tante migliaia di romani trucidati in massa, dopo il pegno d'incolumità che gli era stato dato, anzi proprio per questo Se lo guardi un tale spettacolo chi non ha il privilegio dell'esilio
' Quid ergo felix est L Sulla quod illi descendenti ad forum gladio summouetur, quod capita sibi consularium uirorum patitur ostendi et pretium caedis per quaestorem ac tabulas publicas numerat Ed è forse felice lo stesso Silla, quando, recandosi al foro, deve aprirsi la strada a colpi di spada, o quando gli si mostrano le teste dei consolari e fa segnare dal questore sui registri dello Stato le taglie da pagare per quelle stragi

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Et haec omnia facit ille, ille qui legem Corneliam tulit Ed è lui che fa tutto questo, proprio lui che ha emanato la legge Cornelia contro i sicari e gli avvelenatori
Veniamus ad Regulum: quid illi fortuna nocuit quod illum documentum fidei, documentum patientiae fecit Veniamo a Regolo, ora: quale danno gli fece mai la sorte

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Figunt cutem claui et quocumque fatigatum corpus reclinauit, uulneri incumbit; in perpetuam uigiliam suspensa sunt lumina: quanto plus tormenti tanto plus erit gloriae , quando lo assunse a modello di lealtà e di coraggio I chiodi gli si conficcano nelle carni, dovunque si appoggi, il suo corpo straziato riceve ferite su ferite, i suoi occhi sono sospesi in una veglia senza fine; ma quanto più nero è lo strazio tanto più luminosa risplende la sua gloria

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