Seneca, De Ira 02: 05; 01-05

Seneca, De Ira 02: 05; 01-05

Latino: dall'autore Seneca, opera De Ira 02 parte 05; 01-05
[V] [1] Illud etiamnunc quaerendum est, ii qui vulgo saevuiunt et sanguine humano gaudent, an irascantur cum eos occidunt a quibus nec acceperunt iniuriam nec accepisse ipsos existimant: qualis fuit Apollodorus aut Phalaris [V] [1] Dobbiamo ancora esaminare se quelli che sono normalmente crudeli e godono del sangue umano, si adirino quando uccidono persone da cui non hanno ricevuto offesa e non pensano neppure loro di averla ricevuta: Tali furono Apollodoro e Falaride
[2] Haec non est ira, feritas est; non enim quia accepit iniuriam nocet, sed parata est dum noceat vel accipere, nec illi verbera lacerationesque in ultionem petuntur sed in voluptatem [2] Questa non è ira ma crudeltà, non nuoce infatti per aver ricevuto unoffesa, ma pur di nuocere è disposta anche a riceverla, e non fa ricorso alle frustate e allo strazio della carne a scopo di vendetta, ma di piacere
[3] Quid ergo [3] Che dunque
Origo huius mali ab ira est, quae ubi frequenti exercitatione et satietate in oblivionem clementiae venit et omne foedus humanum eiecit animo, novissime in crudelitatem transit; rident itaque gaudentque et voluptate multa perfruuntur plurimumque ab iratorum vuultu absunt, per otium saevi Questo male ha origine dallira, che, quando giunge attraverso il continuo esercizio e la sazietà dimentica la clemenza e caccia dallanimo ogni umano patto, da ultimo si trasforma in crudeltà; e così ridono e godono e son pieni di immenso di immenso piacere e hanno un aspetto molto diverso da quello degli irati, essi che sono crudeli per svago
[ 4] Hannibalem aiunt dixisse, cum fossam sanguine humano plenam vidisset, 'o formosum spectaculum [4] Dicono che Annibale, vista una fossa piena di sangue umano, esclamò: Che bello spettacolo
' Quanto pulchrius illi visum esset, si flumen aliquod lacumque conplesset Quanto gli sarebbe sembrato più bello se di sangue avesse riempito un fiume e un lago
Quid mirum si hoc maxime spectaculo caperis, innatus sanguini et ab infante caedibus admotus Estrano che tu goda soprattutto di questo spettacolo visto che sei nato nel sangue e fin da bimbo sei stato abituato ai massacri
Sequetur te fortuna crudelitati tuae per viginti annos secunda dabitque oculis tuis gratum ubique spectaculum; videbis istud et circa Trasumennum et circa Cannas et novissime circa Carthaginem tuam Per ventanni ti accompagnerà un destino favorevole alla tua crudeltà e offrirà dovunque ai tuoi occhi uno spettacolo gradito; lo vedrai al Trasimeno, a Canne e da ultimo nella tua Cartagine
[5] Volesus nuper, sub diuo Augusto proconsul Asiae, cum trecentos uno die securi percussisset, incedens inter cadavera vultu superbo, quasi magnificum quiddam conspiciendumque fecisset, graece proclamavit 'o rem regiam [5] Recentemente Voleso, proconsole dAsia sotto il divo Augusto, fece uccidere di scure trecento uomini in un solo giorno; avanzando con sguardo arrogante fra i cadaveri, come se avesse compito unazione grandiosa e degna di essere contemplata, esprimendosi in greco esclamò: Che azione da re
' Quid hic rex fecisset Che avrebbe fatto costui come re
Tags: #seneca
Seneca, Naturales Quaestiones: Prefatio 01 - 17

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 06; 01-05

Seneca, Lettere a Lucilio: Libro 16

Seneca, De providentia: Parte 03

Seneca, Lettere a Lucilio: Libro 02 Parte 02

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 02; 21-25