Vis scire quam non paeniteat hoc pretio aestimasse uirtutem | Vuoi sapere se si è pentito di aver pagato a questo prezzo la sua lealtà |
refige illum et mitte in senatum: eandem sententiam dicet | Risucitalo e rimandalo in Senato: sarà sempre dello stesso parere |
Feliciorem ergo tu Maecenatem putas, cui amoribus anxio et morosae uxoris cotidiana repudia deflenti somnus per symphoniarum cantum ex longinquo lene resonantium quaeritur | E ancora: credi tu più felice Mecenate, quando, eccitato dalle sue voglie amorose e mortificato dai quotidiani rifiuti di una moglie lunatica e capricciosa, cerca di conciliarsi il sonno al dolce suono di melodie lontane |
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Mero se licet sopiat et aquarum fragoribus auocet et mille uoluptatibus mentem anxiam fallat, tam uigilabit in pluma quam ille in cruce; sed illi solacium est pro honesto dura tolerare et ad causam a patientia respicit, hunc uoluptatibus marcidum et felicitate nimia laborantem magis iis quae patitur uexat causa patiendi | Si stordisca pure col vino, si distragga allo scroscio fragoroso delle acque, inganni pure con mille piaceri il suo animo esulcerato: resterà sveglio sul suo letto di piume come Regolo sulla sua croce |
Non usque eo in possessionem generis humani uitia uenerunt ut dubium sit an electione fati data plures nasci Reguli quam Maecenates uelint; aut si quis fuerit qui audeat dicere Maecenatem se quam Regulum nasci maluisse, idem iste, taceat licet, nasci se Terentiam maluit | Ma Regolo almeno ha il conforto di aver patito tale strazio in nome della sua lealtà, quando da quella sofferenza volge lo sguardo alla causa, nobilissima, che l'ha generata; Mecenate, invece, snervato dai piaceri e schiavo della troppa felicità, è tormentato più dalla causa della sua pena che dalla pena stessa I vizi non sono ancora così padroni del mondo da far dubitare che se potessimo scegliere il nostro destino vi sarebbero più Regoli che Mecenati, o addirittura che se uno ardisse confessare di preferire a Regolo Mecenate, in realtà vorrebbe essere Terenia |
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Male tractatum Socratem iudicas quod illam potionem publice mixtam non aliter quam medicamentum inmortalitatis obduxit et de morte disputauit usque ad ipsam | Pensi che Socrate sia stato trattato male da Dio, quando bevve, come se fosse un filtro per l'immortalità, il veleno fornitogli dallo Stato e disputò sulla morte sino a che questa non lo ghermì |
Male cum illo actum est quod gelatus est sanguis ac paulatim frigore inducto uenarum uigor constitit | Che male gliene venne quando il sangue gli si gelò e, diffondendosi il freddo a poco a poco, la vita gli si spense nelle vene |
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Quanto magis huic inuidendum est quam illis quibus gemma ministratur, quibus exoletus omnia pati doctus exsectae uirilitatis aut dubiae suspensam auro niuem diluit | Quanto più invidiabili è lui di fronte a chi beve nettari prelibati sentro coppe ingemmate, mentre magari un giovane lascivo, rotto ad ogni libidine, evirato o di sesso ambiguo, gli versa neve disciolta da un calice dorato |
Hi quidquid biberunt uomitu remetientur tristes et bilem suam regustantes, at ille uenenum laetus et libens hauriet | Uomini siffatti vomiteranno tutto ciò che han bevuto, sentendone il più totale disgusto nel riguardo della loro bile, mentre Socrate bevve lieto e tranquillo il suo veleno |
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Quod ad Catonem pertinet, satis dictum est, summam que illi felicitatem contigisse consensus hominum fatebitur, quem sibi rerum natura delegit cum quo metuenda conlideret | Quanto a Catone se n'è già detto abbastanza, e tutti saranno concordi nel riconoscere che gli è toccato il massimo della felicità, visto che la natura lo ha scelto quale oggetto delle sue più terribili prove: pericoloso avere nemici potenti |