Inde alii arma capere, alii, quos forte armatos tumultus occupauerat, conuocare suos ut proelium inirent; quod accensum ab desperatione hostium fuisset, ni praecones per urbem dimissi poni arma et parci inermi iussissent nec praeter armatos quemquam uiolari Tum etiam quibus animi in spe ultima obstinati ad decertandum fuerant, postquam data spes uitae est, iactare passim arma inermesque, quod tutius fortuna fecerat, se hosti offerre Magna multitudo in custodias diuisa; oppidum ante noctem redditum Sutrinis inuiolatum integrumque ab omni clade belli, quia non ui captum sed traditum per condiciones fuerat Camillus in urbem triumphans rediit, trium simul bellorum uictor |
Così alcuni afferrarono le armi, mentre altri, casualmente sorpresi dall'attacco improvviso con ancora le armi addosso, cercarono di chiamare a raccolta i propri compagni per combattere; e lo scontro sarebbe stato anche accanito vista la disperazione dei nemici, se degli araldi inviati in giro per la città non avessero ingiunto di deporre le armi e di risparmiare quelli che erano disarmati: nessuno, salvo quelli con le armi addosso, doveva subire alcuna violenza E allora, anche quanti avevano deciso come estrema prospettiva di lottare sino alla morte, ora che veniva loro offerta la speranza di salvarsi la vita, buttarono le armi dove capitava e si presentavano disarmati al nemico (perché la sorte volle fosse questa la soluzione meno pericolosa) Una grande quantità di prigionieri venne distribuita tra i diversi posti di guardia; prima del calar della notte la città venne restituita ai Sutrini, intatta e del tutto priva di tracce di guerra, perché non era stata presa con la forza ma aveva capitolato Camillo tornò a Roma in trionfo per le sue vittorie in tre guerre simultanee |
Longe plurimos captiuos ex Etruscis ante currum duxit; quibus sub hasta uenumdatis tantum aeris redactum est ut, pretio pro auro matronis persoluto, ex eo quod supererat tres paterae aureae factae sint, quas cum titulo nominis Camilli ante Capitolium incensum in Iouis cella constat ante pedes Iunonis positas fuisse Eo anno in ciuitatem accepti qui Veientium Capenatiumque ac Faliscorum per ea bella transfugerant ad Romanos, agerque his nouis ciuibus adsignatus Reuocati quoque in urbem senatus consulto a Veiis qui aedificandi Romae pigritia occupatis ibi uacuis tectis Veios se contulerant |
La stragrande maggioranza di prigionieri che fece marciare davanti al proprio carro erano etruschi; dalla loro vendita all'asta venne ricavata una tale quantità di denaro che, dopo aver ripagato le matrone per l'oro offerto allo Stato, quanto restava bastò per la costruzione di tre coppe d'oro sulle quali - come è noto a tutti - venne inciso il nome di Camillo e che fino all'incendio del Campidoglio furono conservate nella cella del tempio di Giove ai piedi della statua di Giunone Nel corso di quell'anno fu concessa la cittadinanza a quanti, tra i Veienti, i Capenati e i Falisci, erano passati dalla parte dei Romani durante quelle guerre e a questi nuovi cittadini furono assegnati degli appezzamenti di terra Con un decreto del senato vennero richiamati in città anche coloro che, essendo troppo pigri per ricostruire in Roma, si erano trasferiti a Veio andando ad occupare delle case trovate vuote |
Et primo fremitus fuit aspernantium imperium; dies deinde praestituta capitalisque poena, qui non remigrasset Romam, ex ferocibus uniuersis singulos, metu suo quemque, oboedientes fecit; et Roma cum frequentia crescere, tum tota simul exsurgere aedificiis et re publica impensas adiuuante et aedilibus uelut publicum exigentibus opus et ipsis priuatis -- admonebat enim desiderium usus -- festinantibus ad effectum operis; intraque annum noua urbs stetit Exitu anni comitia tribunorum militum consulari potestate habita |
Dapprima si levarono gli strepiti di chi respingeva l'ingiunzione; ma poi la designazione di una data precisa e la minaccia di pena di morte per chi si fosse rifiutato di rientrare a Roma piegò all'obbedienza, uno per uno, i recalcitranti in massa, non appena ciascuno di essi cominciò a temere per se stesso; e non solo Roma cresceva in numero di abitanti, ma dovunque sorgevano contemporaneamente nuovi edifici: lo Stato contribuiva a coprire le spese di costruzione, mentre gli edili sovrintendevano alle costruzioni come se si fosse trattato di lavori pubblici e i privati cittadimi stessi - spinti dal desiderio di farne uso - si sbrigavano a portare a termine l'opera; così nell'arco di un anno, venne tirata su una nuova città A fine anno si tennero le elezioni di tribuni militari con potestà consolare |
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Creati T Quinctius Cincinnatus Q Seruilius Fidenas quintum L Iulius Iulus L Aquilius Coruus L Lucretius Tricipitinus Ser Sulpicius Rufus exercitum alterum in Aequos, non ad bellum -- uictos namque se fatebantur -- sed ab odio ad peruastandos fines, ne quid ad noua consilia relinqueretur uirium, duxere, alterum in agrum Tarquiniensem; ibi oppida Etruscorum Cortuosa et Contenebra ui capta Ad Cortuosam nihil certaminis fuit: improuiso adorti primo clamore atque impetu cepere; direptum oppidum atque incensum est Contenebra paucos dies oppugnationem sustinuit, laborque continuus non die, non nocte remissus subegit eos |
L'incarico lo ottennero Tito Quinzio Cincinnato, Quinto Servilio Fidenate (per la quinta volta), Lucio Giulio Iulo, Lucio Aquilio Corvo, Lucio Lucrezio Tricipitino e Servio Sulpicio Rufo; essi guidarono un esercito contro gli Equi, non con intenzioni belliche - gli Equi si definivano vinti -, ma spinti dall'odio a devastarne il territorio per non lasciar loro alcuni risorsa da impiegare in nuovi progetti di guerra; con un secondo esercito, invasero invece il territorio di Tarquinia, dove presero con la forza le città etrusche di Cortuosa e Contenebra A Cortuosa non vi fu lotta: con un attacco a sorpresa la presero al primo urlo di guerra e al primo assalto, per poi saccheggiarla e quindi darla alle fiamme Contenebra resse invece l'assedio per alcuni giorni, ma l'incessante impegno armato, giorno e notte, senza alcuna tregua ebbe ragione dei suoi abitanti |
Cum in sex partes diuisus exercitus Romanus senis horis in orbem succederet proelio, oppidanos eosdem integro semper certamini paucitas fessos obiceret, cessere tandem locusque inuadendi urbem Romanis datus est Publicari praedam tribunis placebat; sed imperium quam consilium segnius fuit; dum cunctantur, iam militum praeda erat nec nisi per inuidiam adimi poterat Eodem anno, ne priuatis tantum operibus cresceret urbs, Capitolium quoque saxo quadrato substructum est, opus uel in hac magnificentia urbis conspiciendum Iam et tribuni plebis ciuitate aedificando occupata contiones suas frequentare legibus agrariis conabantur |
Siccome l'esercito romano era stato diviso in sei contingenti ciascuno dei quali combatteva per sei ore a turno mentre gli assediati erano così pochi che toccava sempre agli stessi uomini stremati il cómpito di opporsi a forze sempre fresche, alla fine questi ultimi cedettero, e i Romani furono in grado di irrompere in città L'intezione dei tribuni sarebbe stata quella di destinare il bottino alle casse dello stato, ma furono meno pronti nell'impartire gli ordini che nel decidere: mentre tardavano, il bottino era già in mano ai soldati e non poteva più esser loro sottratto se non suscitandone il risentimento Quello stesso anno, per evitare che Roma crescesse soltanto nell'edilizia privata, il Campidoglio venne munito di una sottostruttura di blocchi squadrati, un'opera che merita di essere vista anche in mezzo agli attuali splendori della città Mentre la popolazione era impegnata nelle opere di ricostruzione, i tribuni della plebe cercavano di attirare quanta più gente possibile alle loro riunioni puntando sulle proposte di leggi agrarie |
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Ostentabatur in spem Pomptinus ager, tum primum post accisas a Camillo Volscorum res possessionis haud ambiguae Criminabantur multo eum infestiorem agrum ab nobilitate esse quam a Volscis fuerit; ab illis enim tantum, quoad uires et arma habuerint, incursiones eo factas; nobiles homines in possessionem agri publici grassari nec, nisi antequam omnia praecipiant diuisus sit, locum ibi plebi fore Haud magno opere plebem mouerunt et infrequentem in foro propter aedificandi curam et eodem exhaustam impensis eoque agri immemorem, ad quem instruendum uires non essent In ciuitate plena religionum Tunc etiam ab recenti clade superstitiosis principibus, ut renouarentur auspicia res ad interregnum rediit |
Facevano balenare la speranza di avere l'agro pontino, del quale allora - dopo cioè la vittoria di Camillo sui Volsci - Roma ebbe per la prima volta pieno e indiscusso possesso I tribuni formulavano l'accusa che quelle terre erano minacciate dai nobili più di quanto non lo fossero state dai Volsci; questi ultimi, infatti, finché avevano avuto forze e armi, si erano limitati a compiervi delle incursioni, mentre i nobili anelavano al possesso dell'agro pubblico e, a meno che le terre non venissero divise in lotti prima dell'occupazione da parte degli ottimati, lì non ci sarebbe stato spazio per i plebei Non riuscirono però a fare grande presa sulla plebe perché essa non era molto numerosa nel foro a causa delle preoccupazioni edilizie, sia perché era schiacciata dalle spese di costruzione, e perciò non stava a pensare alla terra, mancandole i mezzi per dotarla delle attrezzature necessarie La città era piena di scrupoli religiosi Ma in quel periodo, complice la recente sconfitta, essi si comunicarono anche ai più alti magistrati e così si tornò all'interregno per rinnovare gli auspici |
Interreges deinceps M Manlius Capitolinus Ser Sulpicius Camerinus L Valerius Potitus; hic demum tribunorum militum consulari potestate comitia habuit L Papirium Cn + Sergium L Aemilium iterum Licinium + Menenium L Valerium Publicolam tertium creat; ii ex interregno magistratum occepere Eo anno aedis Martis Gallico bello uota dedicata est a T Quinctio duumuiro sacris faciendis Tribus quattuor ex nouis ciuibus additae, Stellatina Tromentina Sabatina Arniensis; eaeque uiginti quinque tribuum numerum expleuere |
La carica toccò in successione a Marco Manlio Capitolino, a Servio Sulpicio Camerino e a Lucio Valerio Potito; quest'ultimo, alla fine, tenne i comizi per le elezioni di tribuni militari con potere consolare Furono eletti Lucio Papirio, Gaio Cornelio, Gneo Sergio, Lucio Emilio (per la terza volta), Licinio Menenio e Lucio Valerio Publicola (per la terza volta); questi uomini entrarono in carica alla fine dell'interregno Nel corso di quell'anno il duumviro addetto ai riti sacri Tito Quinzio consacrò il tempio promesso a Marte durante la guerra contro i Galli Vennero create quattro nuove tribù formate coi nuovi cittadini: la Stellatina, la Tromentina, la Sabatina e la Arniense, grazie alle quali il numero totale delle tribù raggiunse la quota di venticinque |