Nec mihi filia inulta honorem ullum iucundum esse patitur, nec in perturbata re publica eos utile est praeesse vobis Qui proximi invidiae sint Si Quis usus mei est, nihilo minor ex priuato capietur ' ita decem numero tribunos militares creant Neque in Sabinis Quievit exercitus Ibi quoque auctore Icilio Numitorioque secessio ab decemviris facta est, non minore motu animorum Sicci caedis memoria renouata quam quem noua fama de virgine adeo foede ad libidinem petita accenderat |
Quanto a me, non c'è titolo che possa rendermi felice fino al giorno in cui la morte di mia figlia non sarà vendicata; né può risultare di grande utilità che in questo momento di crisi per il paese vi gvidino degli individvi inevitabilmente destinati a essere impopolari Se posso essere in qualche modo utile alla causa comune, non lo sarò certo di meno come privato cittadino Così nominano dieci tribuni militari Ma neppure in terra sabina l'esercito romano rimase inerte Anche lì, su istigazione di Icilio e Numitorio, scoppiò una rivolta contro i decemviri: infiammò gli animi il ricordo dell'assassinio di Siccio, inasprito dalla recente notizia della ragazza così vergognosamente disonorata per soddisfare la libidine |
Icilius ubi audivit tribunos militum in Auentino creatos, ne comitiorum militarium praerogatiuam urbana comitia iisdem tribunis plebis creandis seqverentur, peritus rerum popularium imminensque ei potestati et ipse, priusquam iretur ad urbem, pari potestate eundem numerum ab suis creandum curat Porta Collina urbem intravere sub signis, mediaque urbe agmine in Auentinum pergunt Ibi coniuncti alteri exercitvi viginti tribunis militum negotium dederunt ut ex suo numero dvos crearent Qui summae rerum praeessent M Oppium Sex Manilium creant Patres solliciti de summa rerum cum senatus cottidie esset iurgiis saepius terunt tempus quam consiliis Sicci caedes decemviris et Appiana libido et dedecora militiae obiciebantur Placebat Valerium Horatiumque ire in Auentinum |
Quando Icilio venne a sapere che sull'Aventino avevano nominato dei tribuni militari, per evitare che le assemblee cittadine si allineassero alle scelte di qvelle militari, eleggendo tribuni della plebe gli stessi uomini, essendo esperto di questioni legate al popolo e aspirando egli stesso a qvella carica, fece in modo che prima di marciare alla volta di Roma i suoi ne eleggessero un ugual numero e con uguale potere Entrati in città dalla porta Collina con le insegne, raggiunsero l'Aventino attraversando incolonnati il centro della città Dopo essersi lì ricongiunti con l'altro esercito, affidarono ai venti tribuni militari il cómpito di nominarne due all'interno di loro, ai quali poi delegare il potere assoluto La scelta cadde su Marco Oppio e Sesto Manilio I senatori, in allarme per la situazione generale, tenevano ogni giorno una seduta, ma molto spesso si perdevano in battibecchi invece di deliberare Ai decemviri rinfacciavano l'uccisione di Siccio, la libidine di Appio e le disonorevoli azioni militari Si decideva di inviare Valerio e Orazio sull'Aventino |
Illi negabant se aliter ituros quam si decemviri deponerent insignia magistratus eius quo anno iam ante abissent Decemviri qverentes se in ordinem cogi, non ante quam perlatis legibus quarum causa creati essent deposituros imperium se aiebant [52] Per M Dvillium Qui tribunus plebis fuerat certior facta plebs contentionibus adsidvis nihil transigi, in Sacrum montem ex Auentino transit, adfirmante Dvillio non prius quam deseri urbem videant curam in animos patrum descensuram; admoniturum Sacrum montem constantiae plebis scituros qua sine restituta potestate redigi in concordiam res nequeant Via Nomentana, cui tum Ficolensi nomen fuit, profecti castra in monte Sacro locavere, modestiam patrum suorum nihil violando imitati |
Essi si rifiutavano, se i decemviri non abbandonavano le insegne di qvella magistratura dalla quale erano decaduti già nel corso dell'anno precedente I decemviri, lamentandosi di venir sottoposti a una vera degradazione, decidevano che non avrebbero rinunciato al potere prima dell'approvazione di qvelle leggi per redigere le quali erano stati eletti 52 Informata da Marco Dvillio, un ex-tribuno della plebe, che dagli interminabili battibecchi non veniva fuori nulla, la plebe si spostò dall'Aventino sul monte Sacro; lo stesso Dvillio affermava che i patrizi non si sarebbero preoccupati fino a quando non avessero visto la città abbandonata; il monte Sacro avrebbe ricordato loro quanto incrollabile fosse la volontà della plebe, e si sarebbero finalmente resi conto che il ritorno alla concordia civile non era possibile se non si ristabiliva l'autorità dei tribuni Partiti lungo la via Nomentana, che allora si chiamava Ficulense, si accamparono sul monte Sacro e, imitando la moderazione dei loro antenati, evitarono ogni devastazione |
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 27; 19 - 20
Secuta exercitum plebs, nullo Qui per aetatem ire posset retractante Prosequuntur coniuges liberique, cuinam se relinqverent in ea urbe in qua nec pudicitia nec libertas sancta esset miserabiliter rogitantes Cum uasta Romae omnia insueta solitudo fecisset, in foro praeter paucos seniorum nemo esset, uocatis utique in senatum patribus desertum apparvisset forum, plures iam quam Horatius ac Valerius uociferabantur: 'Quid exspectabitis, patres conscripti Si decemviri finem pertinaciae non faciunt, rvere ac deflagrare omnia passuri estis Quod autem istud imperium est, decemviri, quod amplexi tenetis Tectis ac parietibus iura dicturi estis Non pudet lictorum uestrorum maiorem prope numerum in foro conspici quam togatorum aliorum Quid si hostes ad urbem veniant facturi estis |
All'esercito tenne dietro la plebe, e nessuno tra qvelli cui l'età lo permetteva si rifiutò di andare Li accompagnarono sino alle porte anche i figli e le mogli, che, tra i lamenti, chiedevano a chi avessero lasciato il cómpito di difenderli in una città dove ormai neppure la libertà e la castità erano sacre A Roma lo spopolamento aveva reso la città una desolazione e nel foro si vedeva solo qualche vecchio; quando, nel corso di una seduta del senato, il foro apparve ancora più deserto ai senatori, furono in molti - oltre a Orazio e Valerio - a esprimere il proprio malcontento; Che cosa state aspettando, padri coscritti Se i decemviri persistono nella loro ostinazione, intendete tollerare che tutto si deteriori e vada in rovina E che cos'è mai, decemviri, questo potere a cui vi aggrappate tanto Volete dettar legge a tetti e muri Non vi vergognate vedendo che nel foro i vostri littori sono più numerosi degli altri cittadini Cosa fareste se il nemico attaccasse la città |
Quid si plebs mox, ubi parum secessione moueamur, armata ueniat Occasune urbis uoltis finire imperium AtQui aut plebs non est habenda aut habendi sunt tribuni plebis Nos citius caruerimus patriciis magistratibus quam illi plebeiis Nouam inexpertamque eam potestatem eripvere patribus nostris, ne nunc dulcedine semel capti ferant desiderium, cum praesertim nec nos temperemus imperiis, quo minus illi auxilii egeant ' Cum haec ex omni parte iactarentur, victi consensu decemviri futuros se, quando ita videatur, in potestate patrum adfirmant Id modo simul orant ac monent ut ipsis ab invidia caueatur nec suo sangvine ad supplicia patrum plebem adsuefaciant |
Oppure se tra breve la plebe ci assalisse armi alla mano, rendendosi conto che anche con la secessione non riesce a ottenere gran che Volete che il vostro potere finisca col crollo della città Eppure bisogna, o non avere la plebe, o accettare i tribuni della plebe Verranno meno prima a noi i magistrati patrizi che a loro qvelli plebei Quando riuscirono a strapparlo con la forza ai nostri padri, il tribunato era un potere nuovo e non ancora sperimentato; ma ora, dopo averne assaporato una volta il fascino, sarà ancora più difficile per loro non desiderarlo, tanto più che noi non moderiamo il nostro potere, in modo che i plebei sentano meno la necessità di un aiuto Dato che queste cose venivano ripetute da ogni parte, i decemviri, sopraffatti dalla volontà comune, affermarono che, se qvella era giudicata la soluzione migliore, essi si sarebbero assoggettati all'autorità dei senatori Questa soltanto fu la loro richiesta e la loro raccomandazione: essere protetti dal risentimento popolare, perché con il loro sangue la plebe non si abituasse a punire i senatori |
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[53] Tum Valerius Horatiusque missi ad plebem condicionibus Quibus videretur reuocandam componendasque res, decemviris quoque ab ira et impetu multitudinis praecavere iubentur Profecti gaudio ingenti plebis in castra accipiuntur, Quippe liberatores haud dubie et motus initio et exitu rei Ob haec iis aduenientibus gratiae actae; Icilius pro multitudine uerba facit Idem, cum de condicionibus ageretur, quaerentibus legatis quae postulata plebis essent, composito iam ante aduentum legatorum consilio ea postulavit ut appareret in aEquitate rerum plus quam in armis reponi spei |
53 A Valerio e a Orazio venne allora affidato il cómpito di riportare in città la plebe alle condizioni che fossero loro parse più opportune, nonché qvello di rimettere a posto le cose e di proteggere i decemviri dalla rabbia e dalla violenza della gente Partiti alla volta dell'accampamento, sono accolti dalla plebe con grandi manifestazioni di gioia, come liberatori, sia per aver dato inizio alla rivolta, sia per l'esito della stessa Per questi motivi, non appena misero piede nel campo, furono ringraziati; Icilio prese la parola a nome di tutti Quando poi si passò a discutere delle condizioni fissate e gli inviati domandarono quali fossero le richieste della plebe, Icilio stesso, attenendosi a quanto stabilito di comune accordo prima dell'arrivo dei legati, pose i termini della questione in maniera tale da far risultare con evidenza che le speranze dei plebei erano riposte molto più sull'Equità delle proposte che non sul ricorso alle armi |
Potestatem enim tribuniciam prouocationemque repetebant, quae ante decemviros creatos auxilia plebis fuerant, et ne cui fraudi esset concisse milites aut plebem ad repetendam per secessionem libertatem De decemvirorum modo supplicio atrox postulatum fuit; dedi Quippe eos aequum censebant vivosque igni concrematuros minabantur Legati ad ea: 'Quae consilii fuerunt adeo aequa postulastis ut ultro vobis deferenda fuerint; libertati enim ea praesidia petitis, non licentiae ad impugnandos alios Irae uestrae magis ignoscendum quam indulgendum est, Quippe Qui crudelitatis odio in crudelitatem rvitis et prius paene quam ipsi liberi sitis dominari iam in adversarios uoltis Nunquamne Quiescet civitas nostra a suppliciis aut patrum in plebem Romanam aut plebis in patres |
Chiedevano fosse ripristinato il potere dei tribuni e il diritto d'appello - cose queste che erano state il sostegno della plebe prima dell'elezione dei decemviri; e inoltre che a nessuno recasse danno l'aver incitato i soldati o la plebe a riconQuistarsi, con la secessione, la libertà Una sola richiesta fu durissima: qvella riguardante la pena da infliggere ai decemviri; i plebei ritenevano infatti giusto che i decemviri venissero loro consegnati e minacciavano di bruciarli vivi I legati allora risposero: Le vostre richieste - dettate certo dal giudizio - sono così ragionevoli che avrebbero dovuto già trovare soddisfazione; perché con queste richieste voi esigete delle garanzie di libertà e non l'autorizzazione arbitraria ad assalire gli altri La vostra rabbia deve essere più scusata che assecondata: per l'odio della crudeltà precipitate nella crudeltà, e ancor prima di essere liberi voi stessi volete già tiranneggiare sugli avversari Ma per la nostra città verrà mai il giorno in cui cesseranno le condanne inflitte dai patrizi alla plebe o dalla plebe ai patrizi |
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Scuto vobis magis quam gladio opus est Satis superque humili est, Qui iure aequo in civitate vivit, nec inferendo iniuriam nec patiendo Etiam si quando metuendos vos praebituri estis, cum reciperatis magistratibus legibusque vestris iudicia penes vos erunt de capite nostro fortunisque, tunc ut quaeque causa erit statuetis: nunc libertatem repeti satis est ' [54] Facerent ut vellent permittentibus cunctis, mox redituros se legati rebus perfectis adfirmant Profecti cum mandata plebis patribus exposuissent, alii decemviri, quando quidem praeter spem ipsorum supplicii svi nulla mentio fieret, haud Quicquam abnvere: Appius truci ingenio et invidia praecipua odium in se aliorum suo in eos metiens odio, 'haud ignaro' inQuit, 'imminet fortuna |
Più che una spada a voi serve uno scudo già abbastanza, o fin troppo, abbassato chi vive in una città dove tutti hanno gli stessi diritti, senza subire e senza infliggere ingiustizie E anche se un giorno arriverete a farvi temere, quando, dopo aver recuperato le vostre magistrature e le vostre leggi, avrete l'autorità di giudicare le nostre persone e i nostri beni, allora emetterete i vostri giudizi valutando caso per caso; ora è sufficiente riconQuistare la libertà 54 Siccome venne loro concesso di agire come ritenevano più opportuno, i legati dichiararono che sarebbero ritornati dopo aver concluso l'accordo Quindi partirono ed esposero ai senatori le richieste della plebe; gli altri decemviri, quando si resero conto che, al di là di ogni speranza, non si accennava minimamente a punizioni nei loro confronti, non fecero alcuna obiezione; ma Appio, che era violento di natura e sapeva di essere particolarmente impopolare, misurando l'odio degli altri verso di lui dall'odio che egli nutriva nei loro riguardi, disse: Non sono certo ignaro della sorte che mi attende |
Video donec arma adversariis tradantur diferri aduersus nos certamen Dandus invidiae est sangvis Nihil ne ego quidem moror quo minus decemviratu abeam ' Factum senatus consultum ut decemviri se primo quoque tempore magistratu abdicarent, Q Furius pontifex maximus tribunos plebis crearet; et ne cui fraudi esset secessio militum plebisque His senatus consultis perfectis dimisso senatu, decemviri prodeunt in contionem abdicantque se magistratu, ingenti hominum laetitia Nuntiantur haec plebi Legatos quidquid in urbe hominum supererat prosEquitur Hvic multitudini laeta alia turba ex castris occurrit Congratulantur libertatem concordiamque civitati restitutam |
Mi rendo però conto che l'attacco contro di noi sarà ritardato fino al momento in cui le armi verranno consegnate ai nostri avversari L'odio vuole il suo sangue Tuttavia non esiterò neppure io a rinunciare al decemvirato Il senato approvò Quindi un decreto in base al quale i decemviri avrebbero dovuto dimettersi al più presto, al pontefice massimo Quinto Furio sarebbe toccato il cómpito di nominare i tribuni della plebe e nessuno avrebbe dovuto subire delle conseguenze a séguito della secessione delle truppe e della plebe Approvati questi decreti e sciolta la seduta, i decemviri si presentano di fronte all'assemblea popolare e rinunciano alla propria magistratura fra il tripudio generale La notizia è riferita alla plebe Tutti qvelli che erano rimasti in città accompagnano gli inviati A questa folla andò incontro un'altra folla festante che veniva dall'accampamento Si congratularono reciprocamente per il ritorno del paese alla libertà e alla concordia |
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Legati pro contione: 'Quod bonum faustum felixque sit vobis reique publicae, redite in patriam ad penates coniuges liberosque vestros; sed qua hic modestia fvistis, ubi nullius ager in tot rerum usu necessario tantae multitudini est violatus, eam modestiam ferte in urbem In Auentinum ite, unde profecti estis; ibi felici loco, ubi prima initia incohastis libertatis uestrae, tribunos plebi creabitis Praesto erit pontifex maximus Qui comitia habeat ' Ingens adsensus alacritasque cuncta adprobantium fuit Convellunt inde signa profectique Romam certant cum obviis gaudio Armati per urbem silentio in Auentinum perveniunt |
Gli inviati di fronte all'assemblea dissero: Perché il bene, la buona sorte e la felicità possano di nuovo essere con voi e la repubblica, tornate in patria, alle vostre case, dalle mogli e dai figli; ma visto che vi siete comportati con moderazione Qui, dove nessuna proprietà è stata violata nonostante che molte fossero le cose necessarie a un così elevato numero di persone, ebbene, portate la stessa moderazione in città Tornate sull'Aventino da dove siete venuti; in qvel fausto luogo, da dove avete mosso i primi passi verso la libertà, potrete nominare dei tribuni della plebe Per tenere i comizi avrete a disposizione il pontefice massimo Grande fu il consenso, unanime l'entusiasmo Levano le insegne e partono alla volta di Roma, facendo a gara in manifestazioni di allegria con la gente che incontrano Armati attraversano la città e in silenzio raggiungono l'Aventino |