Fama volat parvam subito vulgata per urbem ocius ire equites Tyrrheni ad limina regis | La fama vola subito divulgata nella piccola città che i cavalieri vanno piuttosto velocemente alle soglie del re Tirreno |
vota metu duplicant matres, propiusque periclo it timor et maior Martis iam apparet imago | Le madri raddoppiano le preghiere per la paura, il timore va troppo vicino al pericolo e maggiore ormai appare il volto di Marte |
tum pater Evandrus dextram complexus euntis haeret inexpletus lacrimans ac talia fatur: 'o mihi praeteritos referat si Iuppiter annos, qualis eram cum primam aciem Praeneste sub ipsa stravi scutorumque incendi victor acervos et regem hac Erulum dextra sub Tartara misi, nascenti cui tris animas Feronia mater horrendum dictu dederat, (terna arma movenda ter leto sternendus erat; cui tunc tamen omnis abstulit haec animas dextra et totidem exuit armis): non ego nunc dulci amplexu divellerer usquam, nate, tuo, neque finitimo Mezentius umquam huic capiti insultans tot ferro saeva dedisset funera, tam multis viduasset civibus urbem | Allora il padre Evandro stretta la destra del partente s'attacca insaziabile piangendo e così parla: O se Giove riportasse gli anni passati, quale ero quando atterrai la prima fila sotto la stessa Preneste e vincitore incendia cumuli di scudi e con questa destra mandai sotto il Tartaro il re Erulo, a cui la madre Feronia nascendo aveva dato tre vite, orrendo a dirsi, le armi tre volte bisognava muovere, bisognava tre volte abbatterlo con la morte; a lui però allora questa destra tolse le vite e parimenti lo svestì delle armi):io ora non sarei strappato dal tuo dolce abbraccio, figlio, mai, né mai Mezenzio insultando questo capo vicino avrebbe dato tante morti col ferro, avrebbe privato la città di tanti cittadini |
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at vos, o superi, et divum tu maxime rector Iuppiter, Arcadii, quaeso, miserescite regis et patrias audite preces | Ma voi, o celesti, e tu grandissimo sovrano degli dei Giove, prego, abbiate pietà del re arcade ed ascoltate le preghiere d'un padre |
si numina vestra incolumem Pallanta mihi, si fata reservant, si visurus eum vivo et venturus in unum, vitam oro, patior quemvis durare laborem | Se le vostre potenze, se i fati mi conservano Pallante incolume, se vivo per vederlo e ritovari insieme, chiedo la vita, e patisco sopportare qualsiasi fatica |
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sin aliquem infandum casum, Fortuna, minaris, nunc, nunc o liceat crudelem abrumpere vitam, dum curae ambiguae, dum spes incerta futuri, dum te, care puer, mea sola et sera voluptas, complexu teneo, gravior neu nuntius auris vulneret | Se, Fortuna, minacci qualche situazione indicibile, adesso, oh adesso si possa rompere la crudele vita, mentre gli affanni (sono) ambigui, mentre la speranza del futuro (è) incerta, mentre, caro ragazzo, mia sola e tarda gioia, ti tengo con l'abbraccio, né una troppo grave notizia ferisca le orecchie |
' haec genitor digressu dicta supremo fundebat; famuli conlapsum in tecta ferebant | Queste espressioni riversava il genitore nella partenza suprema; i servi lo portavano in casa svenuto |
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