entro un paesaggio, la dea, seduta a terra e appoggiata a preziosi cuscini, volge lo sguardo ad Amore che, in volo, dopo aver infilzato sull'albero il cuore infiammato, sta per levare un secondo dardo dalla sua faretra. Si avverte ancora la fattura robusta e il colore intenso del primo, impetuoso Guercino, mentre la ricerca di un maggiore senso di equilibrio e compostezza indica la sua adesione agli ideali classicisti della pittura Emiliana, che si manifesterà in maniera compiuta nelle prove successive.
Ma la discinta figura di Venere, seppur idealizzata, rimane umana, carnale