Versailles era più di una reggia, più di un castello, era una città per nababbi. Tutto era fastoso, dall'enorme parco popolato ai bronzi e marmi e mastodontiche vasche agli edifici altissimi e ancora più estesi e dalle amplissime vetrate ornate di esuberanti tendaggi. Gli innumerevoli saloni avevano le pareti coperte di stucchi e pietre rosate e aranciate; sui piedistalli, lunghi vasi dal collo stretto e busti di baffuti uomini illustri; accanto ai portali, gigantesche specchiere dalle cornici ornate e coperte d'oro. Oro dappertutto: statue D'oro, intelaiature d'oro, persino le porte erano d'oro. E poi arazzi sui muri e i tappeti sui pavimenti, tappeti immensi a coprire superfici pari a quelle di una piazza. Nei camini ardevano roghi che avrebbero inghiottito una mandria.
Nannerl e Wolfgang entrarono nella sala deputata la loro esibizione. Il cembalo, quasi non si notava anche se era dorato, coperto di lacca e dipinto con arte. Nella sala era presente anche la Marchesa de Pompadour
LA CENA
damerini e cortigiane brulicavano come api impazzite attorno a una sala smisurata al centro della quale era posta una tavola tanto lunga da farne perdere le estremità all'orizzonte, e tanto stipata di preziosità da farne paventare il crollo. Sulla tovaglia di tulle di cotone bianco, con inserti di pizzo, erano disposti in bell'ordine piatti di porcellana policroma, alti calici incisi dello stemma reale, forchette e coltelli dai manici fregiati, candidi tovaglioli merlettati, caraffe e bottiglie di finissimo cristallo, elaborate composizioni floreali e vassoi d'argento carichi di frutta e brioches e formaggi, e torreggianti candelabri sui quali grappoli di ceri ardevano.
Nella stanza entrarono Luigi XV al fianco di Maria Leszczynska. La regina era una vecchietta. Si vedeva chiaramente quanto il re fosse più giovane. e a conoscere la moglie, era persino comprensibile che per tutta la vita avesse cercato altre compagnie.
Nannerl e Wolfgang erano stati addestrati: mai rivolgere la parola ai reali, a meno che non si fosse interpellati, e in tal caso bisognava rispondere con voce bassa e a capo chino. Mai servirsi con le proprie mani, mai masticare con la bocca aperta, mai bere prima di essersi tamponati le labbra, mai nettarsi le dita sulla tovaglia, mai frugarsi tra i denti con il coltello o con le unghie.
Maybe you might be interested

Nannerl Mozart: "Solo una cosa non perdono a mio padre"
tratto dalla corrispondenza epistolare che Nannerl (sorella di Wolfgang) manteneva con l'uomo di cui era innamorata; il Maggiore Franz Armand d'Ippold. Anche Nannerl era una bambina prodigio ma la nas...
JOHANN NEPOMUK DELLA CROCE, RITRATTO DELLA FAMIGLIA MOZART
I fratelli sono al clavicembalo, la mano destra di Wolfgang Incrocia le due Nannerl, il padre impugna il violino e l'archetto. Sullo sfondo, in un ovale, il ritratto della madre, scomparsa nel 1778 a Parigi. Un immagine che comunica tristezza, stanchezza, delusione. Lontani gli anni dell'infanzia e dell'adolescenza, quando le corti e l'aristocrazie europee applaudivano il bambino prodigio