Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 08 , Parte 01, pag 4

Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 08 , Parte 01

Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 08 , Parte 01

' Valitudine prosperrima usus est, quamvis ad tuendam eam nihil amplius quam fauces ceteraque membra sibimet ad numerum in sphaeristerio defricaret inediamque unius diei per singulos menses interponeret

XXI Ordinem vitae fere tenuit

In principatum maturius semper ac de nocte evigilabat; dein perlectis epistolis officiorumque omnium breviariis, amicos admittebat, ac dum salutabatur, et calciabat ipse se et amiciebat; postque decisa quaecumque obvenissent negotia, gestationi et inde quieti vacabat, accubante aliqua pallacarum, quas in locum defunctae Caenidis plurimas constitverat; a secreto in balineum tricliniumque transiliebat

Nec ullo tempore facilior aut indulgentior traditur, eaque momenta domestici ad aliquid petendum magno opere captabant
Godette di ottima salute, sebbene per conservarla si limitasse a frizionarsi ritmicamente la gola e le altre parti del corpo in una palestra destinata al gioco della palla e a digiunare un giorno al mese

21 Più o meno tenne questo tenore di vita

Durante il suo principato si alzava sempre di buon'ora e vegliava fino a tarda notte; quando aveva letto tutta la sua corrispondenza e i rapporti di tutti gli ufficiali di corte, faceva entrare i suoi amici e, mentre qvelli lo salutavano, lui stesso si calzava le scarpe e si vestiva Quindi dopo aver regolato tutti gli affari che si presentavano, andava a passeggio in lettiga e poi prendeva un po' di riposo, tenendo al proprio fianco una delle numerose concubine alle quali aveva dato il posto di Cenide dopo la sua morte; dalla sua camera passava nel bagno, poi nella sala da pranzo

In nessun altro momento, a quanto dicono, era di umore migliore e più indulgente, e il personale di casa coglieva subito l'occasione per indirizzargli le sue richieste
XXII Et super cenam autem et semper alias comissimus, multa ioco transigebat; erat enim dicacitatis plurimae, etsi scurrilis et sordidae, ut ne praetextatis qvidem verbis abstineret

Et tamen nonnulla eius facetissima exstant, in quibus et haec

Mestrium Florum consularem, admonitus ab eo plaustra potius quam plostra dicenda, postero die Flaurum salutavit

Expugnatus autem a quadam, quasi amore suo deperiret, cum perductae pro concubitu sestertia quadringenta donasset, admonente dispensatore, quem ad modum summam rationibus vellet inferri, 'Vespasiano,' inquit, 'adamato'
22 Del resto, sempre pieno di bonomia, sia a tavola, sia in qualsiasi altro luogo, regolava spesso gli affari con una parola scherzosa, giacché era molto spiritoso, sebbene un po' scurrile e triviale, al punto da non astenersi neanche dalle oscenità

Tuttavia ci sono pervenute alcune sue battute spiritosissime come queste

L'ex console Mestrio Floro gli aveva fatto osservare che si doveva pronunciare 'plaustra', non 'plostra', e il giorno dopo Vespasiano lo salutò con il nome di 'Flauro'

Avendo ceduto alle insistenze di una donna che si diceva follemente invaghita di lui, le diede per ricompensa dei suoi favori, quattrocentomila sesterzi e quando il suo intendente gli chiese come voleva vedere giustificata questa spesa sui suoi conti, gli rispose di scrivere: 'Per l'amore ispirato da Vespasiano
XXIII Vtebatur et versibus Graecis tempestive satis, et de quodam procerae statuae improbiusque nato:makra bibas, kradaon dolichoskion enchoset de Cerylo liberto, qui dives admodum ob subterfugiendum quandoque ius fisci ingenuum se et Lachetem mutato nomine coeperat ferre: ho Laches, Laches, epan apothanes, authis ex arches esei sy kerylos

Maxime tamen dicacitatem adfectabat in deformibus lucris, ut invidiam aliqua cavillatione dilveret transferretque ad sales

Quendam e caris ministris dispensationem cuidam quasi fratri petentem cum distulisset, ipsum candidatum ad se vocavit; exactaque pecunia, quantam is cum suffragatore suo pepigerat, sine mora ordinavit; interpellanti mox ministro: Alium tibi, ait, quaere fratrem; hic, quem tuum putas, meus est
23 Molto a proposito si serviva di versi greci, dicendo, ad esempio di un uomo di alta statura e mostruosamente sviluppato negli organi genitali: 'Procede a grandi passi, brandendo una lancia dalla lunga ombra'; e del suo liberto Cerilo che, allo scopo di sottrarre, una volta morto, la sua enorme fortuna ai diritti del fisco, aveva cominciato a vantarsi di essere nato libero e a farsi chiamare Lachete: 'O Lachete, Lachete, quando sarai morto, come prima sarai di nuovo Cerilo

Ma soprattutto a proposito dei profitti indegni egli ostentava tutta la sua mordacità, per attenuarne il carattere odioso con qualche battuta e buttarli sullo scherzo

Quando uno dei suoi servitori favoriti gli domandò un posto di intendente per un uomo di cui si diceva fratello, egli prese tempo per rispondere e fece venire di persona il candidato Dopo avergli fatto versare esattamente la somma che costui aveva pattuito con il suo protettore, lo nominò immediatamente e quando, più tardi, il servitore gli chiese notizie, gli rispose: 'Cercati un altro fratello, perché qvello che credevi il tuo, è divenuto il mio

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Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 01, Par 21 - 40
Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 01, Par 21 - 40

Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 01, Par 21 - 40

Mulionem in itinere quodam suspicatus ad calciandas mulas desiluisse, ut adeunti litigatori spatium moramque praeberet, interrogavit quanti calciasset, et pactus est lucri partem

Reprehendenti filio Tito, quod etiam urinae vectigal commentus esset, pecuniam ex prima pensione admovit ad nares, sciscitans num odore offenderetur; et illo negante: Atqui, inquit, e lotio est

Nuntiantis legatos decretam ei publice non mediocris summae statuam colosseam, iussit vel continuo ponere, cavam manum ostentans et paratam basim dicens

Ac ne metu qvidem ac periculo mortis extremo abstinuit iocis
Durante un viaggio, poiché un mulattiere era saltato a terra con la scusa di dover ferrare le sue mule, Vespasiano sospettò che volesse dare ad un tizio coinvolto in una causa, il tempo e la possibilità di avvicinarlo; allora gli chiese 'quanto gli fruttassero quei ferri' e pretese una parte del guadagno

Poiché suo figlio Tito gli rimproverava di aver avuto l'idea di tassare anche le urine, gli mise sotto il naso la prima somma resa da questa imposta, chiedendogli 'se fosse offeso dal suo odore' e quando Tito gli disse di no, riprese: 'Eppure è il prodotto dell'urina

Quando una delegazione gli annunciò che si era deciso di erigergli a spese pubbliche una statua colossale, di prezzo considerevole, ordinò di farlo al più presto e mostrò loro il cavo della mano dicendo che 'il basamento era già pronto'

Anche il timore della morte e la sua minaccia pressante non gli impedirono di scherzare
Nam cum inter cetera prodigia Mausoleum derepente patuisset et stella crinita in caelo apparuisset, alterum ad Iuniam Calvinam e gente Augusti pertinere dicebat, Parthorum regem qui capillatus esset; prima quoque morbi accessione: Vae, inquit, puto, deus fio

XXIV Consulatu suo nono temptatus in Campania motiunculis levibus protinusque urbe repetita, Cutilias ac Reatina rura, ubi aestivare quotannis solebat, petit
Infatti quando, tra gli altri prodigi, il Mausoleo si era aperto improvvisamente e una cometa era apparsa nel cielo, egli dichiarò che il primo presagio riguardava Giunia Calvina, discendente di Augusto, e il secondo il re dei Parti che era ben chiomato Anche al primo attacco della malattia disse: 'Accidenti credo che sto diventando un dio

24 Durante il suo nono consolato fu colto, in Campania, da leggeri attacchi di febbre e subito tornò a Roma, poi si recò a Cutilia, nella campagna di Rieti, dove era solito trascorrere l'estate

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Hic cum super urgentem valitudinem creberrimo frigidae aquae usus etiam intestina vitiasset, nec eo minus muneribus imperatoriis ex consuetudine fungeretur, ut etiam legationes audiret cubans, alvo repente usque ad defectionem soluta, imperatorem, ait statem mori oportere; dumque consurgit ac mititur, inter manus sublevantium extinctus est VIIII Kal Iul annum agens aetatis sexagensimum ac nonum, superque mensem ac diem septimum

XXV Convenit inter omnis, tam certum eum de sua suorumque genitura semper fuisse, ut post assiduas in se coniurationes ausus sit adfirmare senatui, ut filios sibi successuros aut neminem

Dicitur etiam vidisse quondam per quietem stateram media parte vestibuli Palatinae domus positam examine aequo, cum in altera lance Claudius et Nero starent, in altera ipse ac filii
Là, una infiammazione intestinale, causata dall'abuso di acqua gelata, aggravò ancor più la sua malattia, senza peraltro che cessasse di svolgere le sue funzioni di imperatore, in quanto arrivò perfino a dare udienza, standosene a letto, a diverse delegazioni; prossimo alla morte a causa di un'improvvisa diarrea, disse che 'un imperatore doveva morire in piedi' e mentre faceva uno sforzo per alzarsi, morì tra le braccia di coloro che lo sostenevano, il nono giorno prima delle calende di luglio all'età di sessantotto anni, un mese e sei giorni

25 Sono tutti d'accordo che ebbe sempre una grande fiducia nel suo oroscopo e in qvello dei suoi, tanto che, nonostante le continue congiure tramate contro di lui, osò dichiarare al Senato che 'i suoi figli gli sarebbero succeduti o non avrebbe avuto affatto un successore'

Si dice anche che un giorno vide in sogno, nel mezzo del vestibolo della sua casa sul Palatino, una bilancia i cui piatti recavano uno Claudio e Nerone, l'altro lui e i suoi figli, e si equilibravano
Nec res fefellit, quando totidem annis parique temporis spatio utrique imperaverunt

Il sogno non fu menzognero, perché gli uni e gli altri tennero l'Impero per uno stesso numero di anni e per un tempo uguale

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