Storia di una foto divenuta patrimonio morale nazionale

Storia di una foto divenuta patrimonio morale nazionale

Tardo pomeriggio del 27 marzo 1992. a Palazzo Trinacria, nel rione storico della Kalsa, c'è un dibattito su mafia e politica, che in realtà è una iniziativa a favore della candidatura alla Camera dei Deputati del ex magistrato Giuseppe Ayala. non saranno elezioni qualunque, quella del 5-6 aprile. sono le prime dopo che l'inchiesta mani pulite ha sconvolto la società è la politica italiana

Accanto a Paolo Borsellino c'è un posto vuoto. Giovanni Falcone è in viaggio da Roma, a quasi mezz'ora di ritardo. il pubblico inizia a rumoreggiare. E' proprio il magistrato divenuto direttore della sezione affari penali del ministero di Grazia e Giustizia ad aver avuto l'idea di organizzare questa uscita pubblica. La presenza dei due amici a sostegno del ex collega è un chiaro segnale

foto di Falcone e Borsellino diventata immortale
foto di Falcone e Borsellino diventata immortale

indimenticabile foto dei due magistrati, eccezionalmente sorridenti in pubblico

Finalmente arriva Falcone. I due amici cominciano a parlare tra loro, a bassa voce. Poi Falcone fa una battuta. Sorridono entrambi. Tony Gentile, giovane fotografo del corriere di Sicilia, è convinto che stessero scherzando su qualcuno che si trovava sul palco con loro. Ayala sostiene che fosse lui il destinatario delle ironie. Borsellino ironizzò sulla sua paura che Falcone gli desse buca, ed entrambi commentarono in dialetto palermitano. Comunque, Tony Scatta. click e ancora Click. Esistono altre cinque immagini di quel momento, compresa la stretta di mano tra i due, con Falcone ancora in piedi. Gli originali sono in bianco e nero, perché nei quotidiani non esisteva ancora il colore. Tony torna in redazione. "bella, magari la usiamo un altro giorno".

Mancano 57 giorni alla strage di Capaci. Ma neppure dopo l'attentatuni quella foto viene utilizzata. Tony conosce bene la famiglia Borsellino. Rita, la sorella del magistrato, ha una farmacia proprio dietro casa sua. Il 25 giugno 1992 quando Falcone è morto da poco più di un mese, il suo amico di sempre parla nell'atrio della biblioteca comunale, gremito all'inverosimile. Il suo ultimo intervento pubblico. Parla per quasi 10 minuti. E' un testamento etico, sono le parole di un uomo consapevole del fatto che gli resta poco tempo. Tony è ai piedi del tavolo. L'emozione e l'intensità di quei momenti sono tali che si siede per terra. Si diffondono oscuri presagi è un'area di morte avvolge l'Italia. Tutti sanno che accadranno ancora cose terribili. Molti sanno che Borsellino sarà il prossimo


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 "Ma tu non avevi fatto una bella foto di Falcone e Borsellino insieme?" gli chiede un collega. Tecnicamente, è uno scarto. Tony la invia all'agenzia nazionale per la quale collabora. il 19 luglio, altri 57 giorni dopo Capaci, la strage di via D'Amelio. Il giorno seguente sia il Corriere della Sera che la stampa pubblicano quella foto.

Un editore la usa per tappezzare i muri di Palermo. I due amici, l'ultima volta insieme. Ogni scatto assume un significato postumo rispetto al momento in cui è stato fatto. Tony Gentile ha raccontato spesso che al convegno di Palazzo Trinacria c'erano anche altri suoi colleghi. Ma solo lui riuscì a cogliere quel sorriso. "se Falcone e Borsellino non fossero stati uccisi, sarebbe stata una foto come un'altra" ripete spesso.

Non è andata così, purtroppo. Quell'immagine è diventato universale. La forza della foto di Tony Gentile e la leggerezza, quasi in contrasto con la pesantezza della missione che questi due uomini si trovarono sulle spalle. Sorridono, con espressione divertita. Sembrano farsi beffe della vita terribile a cui le ha costretti la lotta alla mafia, e della morte


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