Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 07; 26-32, pag 2

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 07; 26-32

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 07; 26-32
Quid sit hoc sine quo nihil est, scire non possumus: et miramur si quos igniculos parum novimus, cum maxima pars mundi, deus, lateat

[30,5] Quam multa animalia hoc primum cognovimus saeculo, quam multa negotia ne hoc quidem

Multa venientis aevi populus ignota nobis sciet; multa saeculis tunc futuris, cum memoria nostri exoleverit, reservantur: pusilla res mundus est, nisi in illo quod quaerat omnis mundus habeat

[30,6] Non semel quaedam sacra traduntur: Eleusin seruat quod ostendat revisentibus

Rerum natura sacra sua non semel tradit; initiatos nos credimus: in vestibulo eius haeremus; illa arcana non promiscue nec omnibus patent: reducta et interiore sacrario clausa sunt, ex quibus aliud haec aetas, aliud quae post nos subibit aspiciet
Che cosa sia ciò che senza cui nulla esiste, non siamo in grado di saperlo: e ci stupiamo di conoscere poco qualche piccolo fuoco, quando la parte più importante del mondo, Dio, ci è sconosciuta

[30,5] Quanti animali abbiamo conosciuto per la prima volta ai nostri tempi, quante cose neanche ai nostri tempi

La generazione futura conoscerà molte cose che noi non conosciamo; molte cose sono riservate alle generazioni ancora più avanti nel tempo, quando il nostro ricordo sarà scomparso: il mondo sarebbe ben piccola cosa, se in esso tutti i suoi abitanti non trovassero materia per fare ricerche

[30,6] Alcuni misteri religiosi non si comunicano tutti insieme: Eleusi conserva rivelazioni per quelli che torneranno

La natura non svela i suoi misteri tutti insieme: noi ci reputiamo degli iniziati, e invece siamo fermi nellatrio della natura; la conoscenza dei suoi segreti non si apre a tutti in modo indistinto, sta al sicuro nella parte più interna del santuario; ne percepirà qualcosa la nostra generazione, qualcosaltro quella che giungerà dopo di noi
[31,1] Quando ergo ista in notitiam nostram perducentur

Tarde magna proveniunt, utique si labor cessat

Id quod unum toto agimus animo, nondum perfecimus, ut pessimi essemus: adhuc in processu vitia sunt; invenit luxuria aliquid novi, in quod insaniat, invertit impudicitia novam contumeliam sibi, invertit deliciarum dissolutio et tabes aliquid adhuc tenerius molliusque, quo pereat

[31,2] Nondum satis robur omne proiecimus: adhuc quicquid est boni moris extinguimus

Levitate et politura corporum muliebres munditias antecessimus, colores meretricios matronis quidem non induendos viri sumimus, tenero et molli ingressu suspendimus gradum (non ambulamus sed incedimus), exornamus anulis digitos, in omni articulo gemma disponitur
[31,1] Quando, quindi, tali cose saranno portate alla nostra conoscenza

Le grandi opere si creano lentamente, soprattutto se manca limpegno

La sola cosa a cui ci dedichiamo con tutti noi stessi, il renderci il peggiore possibile, non ci è ancora del tutto riuscita: i nostri vizi stanno ancora progredendo, la dissolutezza trova sempre qualcosa di nuovo in cui far pazzie, limpudenza scopre altri modi per offendere se stessa, la stanchezza e la corruzione scaturite dai piaceri scoprono sistemi ancora più raffinati e voluttuosi per la propria rovina

[31,2] Non abbiamo ancora perso energia: continuiamo a spegnere ciò che rimane della nostra moralità

Con la depilazione e la cura del corpo abbiamo superato la ricercatezza delle donne, noi uomini ci abbigliamo con colori da prostitute, che una matrona non dovrebbe indossare, camminiamo quasi senza appoggiare il piede, con unandatura effeminata e molle ( non camminiamo, sfioriamo il suolo), adorniamo le dita di anelli, in ciascuna falange mettiamo una pietra preziosa
[31,3] Cotidie comminiscimur per quae virilitati fiat iniuria, ut traducatur, quia non potest exui: alius genitalia excidit, alius in obscenam ludi partem fugit et locatus ad mortem infame armaturae genus, in quo morbum suum exerceat, legit

[32,1] Miraris si nondum sapientia omne opus suum implevit

Nondum tota se nequitia protulit: adhuc nascitur, et huic omnes operam damus, huic oculi nostri, huic manus serviunt

Ad sapientiam quis accedit

Quis dignam iudicat nisi quam in transitu noverit

Quis philosophum aut ullum liberale respicit studium, nisi cum ludi intercalantur, cum aliquis pluvius intervenit dies quem perdere libet
[31,3] Ogni giorno cerchiamo qualcosa per far torto alla nostra virilità, per degradarla, perché non ce ne possiamo liberare: uno si taglia i genitali, un altro si rifugia in un angolo immondo della scuola dei gladiatori e, affittato per morire, sceglie un modello di armatura infamante, con cui sfogare i suoi desideri morbosi

[32,1] Ti stupisci che la saggezza non abbia ancora adempiuto del tutto al suo compito

Ma neanche la cattiveria si è ancora dispiegata del tutto: continua a nascere e noi offriamo il nostro contributo, le mettiamo a disposizione i nostri occhi e le nostre mani

Alla saggezza chi si avvicina

Chi la giudica degna di essere conosciuta se non in modo superficiale

Chi si rivolge allo studio della filosofia o di qualche altra arte liberale, se non quando i giochi sono fermi o quando giunge un giorno di pioggia che si perde senza rimpianti

Maybe you might be interested

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 02; 21-25
Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 02; 21-25

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 02; 21-25

[32,2] Itaque tot familiae philosophorum sine successore deficiunt: Academici et veteres et minores nullum antistitem reliquerunt; quis est qui tradat praecepta Pyrrhonis

Pythagorica illa invidiosa turbae schola praeceptorem non invenit; Sextiorum nova et Romani roboris secta inter initia sua, cum magno impetu coepisset, extincta est

[32,3] At quanta cura laboratur, ne cuius pantomimi nomen intercidat

Stat per successores Pyladis et Bathylli domus, harum artium multi discipuli sunt multique doctores; privatum urbe tota sonat pulpitum; in hoc mares, in hoc feminae tripudiant: mares inter se uxoresque contendunt uter det latus mollius

Deinde sub persona cum diu trita frons est, transitur ad galeam

[32,4] Philosophiae nulla cura est
[32,2] Quindi tante scuole filosofiche spariscono per mancanza di successori: gli Accademici, sia i vecchi che i nuovi, non hanno lasciato nessun capo; chi è colui che tramanderà gli insegnamenti di Pirrone

La famosa scuola di Pitagora, non vista bene dalla folla, non trova un maestro; la recente scuola dei Sestii, di energia romana, dopo essere nata con un grande slancio, si è spenta quando era ancora agli esordi

[32,3] Ma con quanto impegno ci si adopera invece affinché non sia dimenticato il nome di un pantomimo

La casa di Pilade e di Bacillo si mantiene di successore in successore, per queste arti esistono numerosi discepoli e maestri; per tutta la città risuonano i palcoscenici privati, sui quali ballano dimenandosi maschi e femmine: mariti e mogli gareggiano fra di loro per guardare chi volteggia con mollezza

Poi, quando il pudore si è consumato a lungo sotto la maschera, si passa allelmo da gladiatore

[32,4]Della filosofia non ci si preoccupa per niente
Itaque adeo nihil invenitur ex his que parum investigata antiqui reliquerunt, ut multa quae inventa erant oblitterentur

At mehercule, si hoc totis membris premeremus, si in hoc iuventus sobria incumberet, hoc maiores docerent, hoc minores addiscerent, vix ad fundum veniretur, in quo veritas posita est, quam nunc in summa terra et levi manu quaerimus
Quindi non si fanno scoperte in quegli ambiti che gli antichi hanno lasciata poco analizzati, al punto che cadono nel dimenticatoio molte cose che erano state scoperte

Ma, per Ercole, se ci impegnassimo con tutte le nostre forze a questa impresa, se la gioventù che ha riacquistato il senno, ci mettesse tutto il suo impegno e i più anziani insegnassero queste cose e i più giovani le imparassero, a malapena, si giungerebbe nelle profondità dove è collocata la verità che ora cerchiamo alla superficie e con tocco leggero

Maybe you might be interested

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 06; 21-25
Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 06; 21-25

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 06; 21-25

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 06; 26-32
Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 06; 26-32

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 06; 26-32

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 07; 06-10
Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 07; 06-10

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 07; 06-10

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 01; 15-17
Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 01; 15-17

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 01; 15-17

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 02; 56-59
Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 02; 56-59

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 02; 56-59

Tags: #seneca
Seneca, De Constantia Sapientis: 07; 01-06

Seneca, De Constantia Sapientis: 05; 01-07

Seneca, De Otio: 01; 05 - 08

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 03; 01-05

Seneca, De providentia: Parte 06

Seneca, Lettere a Lucilio: Libro 16