Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 07; 26-32

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 07; 26-32

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 07; 26-32

[26,1] Per stellas, inquit, ulteriora non cernimus, per cometas aciem transmittimus

Primum si fit istud, non in ea parte fit qua sidus ipsum est spissi ignis ac solidi, sed qua rarus splendor excurrit et in crimes dispergitur: per intervalla ignium, non per ipsos vides

[26,2] Stellae, inquit, omnes rotundae sunt, cometae porrecti, ex quo apparet stellas non esse

Quis enim tibi concedit cometas longos esse,quorum natura quidem, ut ceterorum siderum, globus est, ceterum fulgor extenditur

Quemadmodum sol radios suos longe lateque dimittit, ceterum ipsi alia est forma, alia ei quod ex ipso fluit lumini, sic cometarum corpus ipsum corrotundatur, splendor autem longior quam ceterorum siderum apparet

[27,1] Quare

inquis
[26,1] Si afferma, attraverso le stelle non vediamo ciò che si trova al di là, mentre il nostro sguardo penetra al di là delle comete

Prima di tutto, se ciò accade, non accade in quella parte in cui la cometa vera e propria è formata da un denso e compatto fuoco, ma in quella in cui il suo splendore rarefatto si irradia e si diffonde a formare una chioma: tu vedi attraverso gli intervalli del fuoco, non attraverso lo stesso fuoco

[26,2] Si dice, tutte le stelle sono rotonde; le comete sono allungate, da ciò risulta chiaro che non sono stelle

La loro natura è sferica, come quella di tutti gli altri astri, è la loro luce che si sviluppa in lunghezza

Come il sole invia i suoi raggi in tutte le direzioni, ma ha una propria forma diversa da quella della luce che giunge da esso, così il corpo vero e proprio delle comete è arrotondato, ma il loro splendore sembra più allungato di quello degli altri astri

[27,1] Perché

Chiedi
Dic tu mihi prius quare luna dissimillimum soli lumen accipiat, cum accipiat a sole; quare modo rubeat, modo palleat; quare lividus illi et ater color sit, cum conspectu solis excluditur

[27,2] Dic mihi quare omnes stellae inter se dissimilem habeant aliquatenus faciem, diversissimam soli

Quomodo nihil prohibet ista sidera esse, quamvis similia non sint, sic nihil prohibet cometas aeternos esse et sortis eiusdem cuius cetera, etiamsi faciem illis non habent similem

[27,3] Quid porro

Mundus ipse, si consideres illum, nonne ex diversis compositus est

Quid est quare in Leone sol semper ardeat et terras aestibus torreat, in Aquario astringat hiemem, flumina gelu claudat

Et hoc tamen et illud sidus eiusdem condicionis est, cum effectu et natura dissimile sit
Dimmi innanzitutto perché la luna riceve una luce molto diversa da quella solare, anche se la riceve dal sole; perché ora è tendente al rosso, ora pallida; perché il suo colore diventa livido e scuro quando le si leva la vista del sole

[27,2] dimmi per quale motivo tutte le stelle possiedono un aspetto in un certo senso diverso luna dallaltra e del tutto diverso da quello del sole

Come nulla impedisce che queste siano stelle, anche se sono diverse, così nulla impedisce che le comete siano eterne e appartengano alla medesima categoria delle altre stelle, pur non possedendo un aspetto simile a esse

[27,3] Che cosaltro

Il mondo, se lo guardi attentamente non è formato esso stesso di elementi contrastanti

Come mai nel Leone il sole è sempre ardente e brucia la terra con il suo calore, nellAcquario fa diventare rigido linverno e racchiude i fiumi nel ghiaccio

Tuttavia, ambedue queste costellazioni appartengono alla stessa categoria anche se sono diverse per effetti e natura
Intra brevissimum tempus Aries extollitur, Libra tardissime emergit: et hoc tamen sidus et illud eiusdem naturae est, cum illud exiguo tempore ascendat, illud diu proferatur

[27,4] Non vides quam contraria inter se elementa sint

Grauia et levia sunt, frigida et calida, umida et sicca; tota haec mundi concordia ex discordibus constat: negas cometen stellam esse, quia forma eius non respondeat ad exemplar nec sit ceteris similis

Vides enim: simillima est illa quae tricesimo anno revertitur ad locum suum huic quae intra annum revisit sedem suam
LAriete si alza in arco di tempo molto breve, la Bilancia affiora allorizzonte molto lentamente: ma entrambe le costellazioni hanno la stessa natura, anche se una si leva molto repentinamente, mentre laltra appare poco a poco

[27,4] Non noti come siano contrari fra di loro gli elementi

Ne esistono di pesanti e di leggeri, di freddi e di caldi, di umidi e di secchi: larmonia totale di questo mondo è data da parti disarmoniche fra di loro: tu affermi che la cometa non è una stella, perché la sua forma non corrisponde al modello di stella e perché non assomiglia alle altre

Lo vedi bene, infatti: il pianeta che ritorna al suo punto di partenza ogni trenta anni è del tutto simile a quello che torna a rivedere il suo punto di partenza entro lanno

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Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 02; 21-25
Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 02; 21-25

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 02; 21-25

[27,5] Non ad unam natura formam opus suum praestat sed ipsa varietate se iactat: alia maiora, alia velociora aliis fecit, alia validiora, alia temperatiora, quaedam eduxit a turba, ut singula et conspicua procederent, quaedam in gregem misit

Ignorat naturae potentiam qui illi non putat aliquando licere, nisi quod saepius fecit

[27,6] Cometas non frequenter ostendit, attribuit illis alium locum, alia tempora, dissimiles ceteris motus; voluit et his magnitudinem operis sui colere

Quorum formosior facies est quam ut fortuitam putes, sive amplitudinem eorum consideres siue fulgorem, qui maior est ardentiorque quam ceteris; facies vero habet insigne quiddam et singulare, non in angustum coniecta et artata sed dimissa liberius et multarum stellarum amplexa regionem
[27,5] La natura non crea tutte le sue opere su un solo modello, ma è orgogliosa proprio della sua varietà: essa ha prodotto alcuni astri più grandi di altri, altri più veloci, altri più potenti, altri più moderati, ne ha portati fuori dalla folla alcuni, perché apparissero come isolati e degni di nota, ne ha collocati altri nella massa

Non conosce la potenza della massa colui che crede che essa possa ogni tanto fare qualcosa di diverso da quello che fa di solito

[27,6] Essa non ci offre spesso le comete, ha dato ad esse luoghi e tempi diversi, movimenti diversi da quelli degli altri astri; ha voluto omaggiare anche attraverso di esse la grandezza della sua opera

Il loro aspetto è estremamente bello affinché si possa ritenere che sia frutto del caso, sia che tu prenda in considerazione il loro splendore, che è più grande e più acceso di quello degli altri astri; il loro aspetto ha qualcosa di straordinario e di unico, perché non è ammassato e chiuso in uno spazio angusto, ma piuttosto si sviluppa liberamente e abbraccia una regione occupata da moltissime stelle
[28,1] Aristoteles ait cometas significare tempestatem et ventorum intemperantiam atque imbrium

Quid ergo

Non iudicas sidus esse quod futura denuntiat

Non enim sic hoc tempestatis signum est quomodo futurae pluviae "scintillare oleum et putres concrescere fungos," aut quomodo indicium est saevituri maris, si "marinae in sicco ludunt fulicae notasque paludes deserit atque altam supra volat ardea nubem," sed sic quomodo aequinoctium in calorem frigusque flectentis anni, quomodo illa quae Chaldaei a canunt, quid stella nascentibus triste laetumue constituat
[28,1] Aristotele afferma che le comete annunciano tempesta e scatenarsi di venti e piogge

E allora

Non credi che sia un astro quello che preannuncia il futuro

Questo, infatti, è segno di tempesta, non come lolio che scintilla nella lampada e i funghi che crescono intorno allo stoppino sono segni di pioggia imminente, o come è segno di un mare vicino alla tempesta se le folaghe di mare giocano allasciutto e lairone abbandona le paludi familiari e vola sopra alte nuvole, ma come lequinozio è simbolo che lanno sta andando verso il caldo verso il freddo e come le previsioni dei Caldei riguardano gli avvenimenti futuri tristi o lieti che le stelle stabiliscono per ognuno al momento della nascita

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Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 06; 21-25
Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 06; 21-25

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 06; 21-25

[28,2] Hoc ut scias ita esse, non statim cometas ortus ventos et pluvias minatur, ut Aristoteles ait, sed annum totum suspectum facit; ex quo apparet illum non ex proximo quae in proximum daret signa traxisse, sed habere reposita et comprensa legibus mundi

[28,3] Fecit hic cometes, qui Paterculo et Vopisco consulibus apparuit, quae ab Aristotele Theophrastoque sunt praedicta; fuerunt enim maximae et continuae tempestates ubique, at in Achaia Macedoniaque urbes terrarum motibus prorutae sunt

[29,1] Tarditas, inquit, illorum argumentum est graviores esse multumque in se habere terreni

Ipse praeterea cursus: fere enim compelluntur in cardines

Utrumque falsum est

De priore dicam prius: Omnia quae tardius feruntur gravia sunt

Quid ergo
[28,2] Affinché tu sappia che le cose non stanno così, il sorgere di una cometa non minaccia a breve termine vento o pioggia, come afferma Aristotele, ma rende sospetto tutto lanno; da ciò appare chiaro che essa non prende dalle sue immediate vicinanze dei segni premonitori che riguardano il futuro immediato, ma che li possiede racchiusi in sé e legati alle leggi delluniverso

[28,3] Questa cometa che comparve durante il consolato di Patercolo e di Sopisco ha prodotto glieffetti previsti da Aristotele e Teofrasto; infatti accaddero ovunque tempeste violente e ininterrotte, in Acaia e in Macedonia furono distrutte delle città dai terremoti

[29,1] Si dice: La loro lentezza è una prova che sono più pesanti dei pianeti e che contengono molti elementi terrosi

Unaltra prova è il loro stesso corso: infatti, quasi sempre si spingono verso i poli

Ambedue queste affermazioni sono false

Inizierò dalla prima: Tutto quello che si muove piuttosto lentamente è pesante

Ma come
Stella Saturni, quae ex omnibus iter suum lentissime efficit, gravis est

Atqui levitatis argumentum habet quod supra ceteras est

[29,2] Sed maiore, inquis, ambitu circuit nec tardius it quam ceterae sed longius

Succurrat tibi idem me de cometis posse dicere, etiamsi segnior illis cursus sit

Sed mendacium est ire eos tardius: nam intra sextum mensem dimidiam partem caeli transcurrit hic proximus, prior intra pauciores menses recepit se

[29,3] Sed quia graves sunt, inferius deferuntur

Primum non defertur quod circumfertur
Il pianeta Saturno, che effettua la sua rivoluzione in modo più lento di tutti gli altri pianeti è più pesante

Anzi una prova della sua leggerezza risiede nel fatto che è collocato più in alto di tutti gli altri

[29,2] Puoi obiettare, ma esso descrive unorbita più ampia e non si muove più lentamente degli altri ma va più lontano

Ricordati che io potrei affermare la stessa cosa riguardo le comete, anche il loro corso fosse più lento

Ma non è vero che esse procedano più lentamente: infatti, questultima ha attraversato metà del cielo in meno di sei mesi, quella precedente si è tolta alla nostra vista in un tempo ancora inferiore

[29,3] Ma è perché sono pesanti che vanno verso il basso

Innanzitutto ciò che si muove in modo circolare non scende

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Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 07; 06-10

Deinde hic proximus a septentrione motus sui initium facit et per occidentem in meridiana pervertit erigensque cursum suum oblituit, alter ille Claudianus, a septentrione primum visus, non desiit in rectum assidue celsior ferri, donec excessit

Haec sunt quae aut alios movere ad cometas pertinentia aut me: quae an vera sint, dii sciunt, quibus est scientia veri; nobis rimari illa et coniectura ire in occulta tantum licet, nec cum fiducia inveniendi nec sine spe

[30,1] Egregie Aristoteles ait numquam nos verecundiores esse debere quam cum de diis agitur
Poi questultima cometa è partita da nord e, passando per occidente, è giunta nelle regioni meridionali e, alzando il suo corso, si è celata alla nostra vista; laltra, comparsa al tempo di Claudio, è stata vista prima da nord, ha continuato a spostarsi costantemente in linea retta verso lalto fino a quando è scomparsa

Queste sono le considerazioni riguardanti le comete che hanno provocato il mio interesse o quello degli altri: se siano vere, lo sanno gli dèi, che conoscono la verità; a noi è permesso solamente indagare e avanzare verso il mistero attraverso ipotesi, senza la sicurezza di trovare la verità, ma neanche senza la speranza di trovarla

[30,1] Afferma giustamente Aristotele che noi non dobbiamo mai essere più rispettosi che quando si tratta di dèi
Si intramus templa compositi, si ad sacrificium accessuri vultum submittimus, togam adducimus, si in omne argumentum modestiae fingimur, quanto hoc magis facere debemus, cum de sideribus de stellis de deorum natura disputamus, ne quid temere, ne quid impudenter aut ignorantes afirmemus aut scientes mentiamur

[30,2] Nec miremur tam tarde erui quae tam alte iacent

Panaetio et his qui videri volunt cometen non esse ordinarium sidus sed falsam sideris faciem, diligenter tractandum est an aeque omnis pars anni edendis cometis satis apta sit, an omnis caeli regio idonea in qua creentur, an quacumque ire ibi etiam concipi possint, et cetera: quae universa tolluntur, cum dico illos non fortuitos esse ignes, sed intextos mundo, quos non frequenter educit sed in occulto movet
Se entriamo nei templi con un atteggiamento computo, se, quando stiamo per offrire un sacrificio, abbassiamo lo sguardo, ci sistemiamo la toga e facciamo i tutto per mostrare in ogni modo il nostro rispetto, quanto più dobbiamo farlo quando trattiamo degli astri, delle stelle e della natura degli dèi, per non fare affermazioni temerarie o impudenti su quello che non sappiamo e per non mentire su quello che conosciamo

[30,2] E non stupiamoci che sia portato alla luce in modo talmente lento ciò che è nascosto in profondità

Panezio e quelli che vogliono che la cometa sia considerata non come un astro comune ma come unimmagine ingannevole di un astro devono esaminare con attenzione se ogni stagione dellanno sia allo stesso modo adatta a generare comete, se ogni regione del cielo sia atta a accogliere la loro nascita, se possono formarsi ovunque possono passare, e altre questioni simili; tutti questi problemi vengono eliminati, quando affermo che esse non sono fuochi accidentali ma sono parte integrante delluniverso, che di rado li mostra e li muove tenendoci alloscuro

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[30,3] Quam multa praeter hos per secretum eunt numquam humanis oculis orientia

Neque enim omnia deus homini fecit

Quota pars operis tanti nobis committitur

Ipse, qui ista tractat, qui condidit, qui totum hoc fundauit deditque circa se, maiorque est pars sui operis ac melior, effugit oculis

[30,4] Cogitatione visendus est

Multa praeterea cognata numini summo et vicinam sortita potentiam obscura sunt aut fortasse, quod magis mireris, oculos nostros et implent et effugiunt, siue illis tanta subtilitas est quantam consequi acies humana non possit, sive in sanctiore secessu maiestas tanta delituit et regnum suum, id est se, regit nec ulli dat aditum nisi animo
[30,3] Quante cose oltre alle comete si muovono attraverso strade nascoste senza alzarsi mai per gli occhi umani

Perché Dio non ha creato tutto per luomo

Quanta parte di unopera così grande ci è stata assegnata

Egli stesso che regge queste cose, che le ha costituite, che le ha stabilizzate e se ne è circondato, ed è la più grande e migliore parte della sua opera, sfugge alla nostra vista

[30,4] E necessario vederlo con gli occhi della mente

E molti altri esseri imparentati con la somma divinità e ai quali è spettata in sorte una potenza simile alla sua sono avvolti nelloscurità o forse, cosa che ci fa meravigliare maggiormente, riempiono i nostri occhi e allo stesso tempo sfuggono loro, o perché la loro materia è talmente sottile che la facoltà visiva delluomo non è in grado di percepirli o perché la loro immensa maestà si è celata in un tempio troppo sacro per noi e regna sul suo dominio, cioè su se stessa, non permettendo lentrata a nessuno, tranne che allanima

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