Seneca, De Clementia: 01; 17-20, pag 2

Seneca, De Clementia: 01; 17-20

Latino: dall'autore Seneca, opera De Clementia parte 01; 17-20
O hominem mille mortibus dignum, sive devorandos servos obiciebat muraenis, quas esurus erat, sive in hoc tantum illas alebat, ut sic aleret O uomo degno di mille morti, sia che desse i servi da divorare alle murene che poi avrebbe mangiato, sia che le allevasse solo per questo, per nutrirle a questo modo
[3] Quemadmodum domini crudeles tota civitate commonstrantur invisique et detestabiles sunt, ita regum et iniuria latius patet et infamia atque odium saeculis traditur; quanto autem non nasci melius fuit, quam numerari inter publico malo natos [3] Come i padroni crudeli sono additati da tutta la città e sono temuti e detestabili, così si mostra di più anche lingiuria dei re e linfamia e il rancore si propagano nei secoli; quanto sarebbe stato meglio non essere nati che essere considerati nati per il pubblico male
[XIX] [1] Excogitare nemo quicquam poterit, quod magis decorum regenti sit quam clementia, quocumque modo is et quocumque iure praepositus ceteris erit XIX] [1] Nessuno mai potrà mostrare qualcosa che sia di maggior decoro a chi comanda della clemenza in qualunque modo e a qualunque diritto egli sarà stato preposto agli altri

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Seneca, De Clementia: 01; 05-08
Seneca, De Clementia: 01; 05-08

Latino: dall'autore Seneca, opera De Clementia parte 01; 05-08

Eo scilicet formosius id esse magnificentiusque fatebimur, quo in maiore praestabitur potestate, quam non oportet noxiam esse, si ad naturae legem componitur Ammetteremo che ciò sia più bello e più magnifico tanto più si otterrà in un potere maggiore che non deve essere nocivo se è consono alla legge di natura
[2] Natura enim commenta est regem, quod et ex aliis animalibus licet cognoscere et ex apibus; quarum regi amplissimum cubile est medioque ac tutissimo loco; praeterea opere vacat exactor alienorum operum, et amisso rege totum dilabitur, nec umquam plus unum patiuntur melioremque pugna quaerunt; praeterea insignis regi forma est dissimilisque ceteris cum magnitudine tum nitore [2] Infatti la natura inventò il re, come è possibile arguire dagli altri animali e dalle api; il cui re ha una sala amplissima in un luogo centrale e sicurissimo; e poi manca, lui, controllore delle opere altrui, di un suo lavoro, e, perso il re, tutto andrà a pezzi e non ne sopportano più di uno e scelgono il più forte con la battaglia; e inoltre il re è di bellaspetto e molto diverso dagli altri tanto per la grandezza quanto per lo splendore

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Latino: dall'autore Seneca, opera De Clementia parte 02; 03-07

[3] Hoc tamen maxime distinguitur: iracundissimae ac pro corporis captu pugnacissimae sunt apes et aculeos in volnere relinquunt, rex ipse sine aculeo est; noluit illum natura nec saevum esse nec ultionem magno constaturam petere telumque detraxit et iram eius inermem reliquit [3] E soprattutto lo distingue questo: le api sono irascibilissimi e tenacissime per la grandezza del corpo e lasciano gli aculei nella ferita, il re stesso è senza aculeo; la natura non volle che lui fosse crudele, né che cercasse una vendetta che sarebbe costata molto e gli tolse larma e lasciò la sua ira inerme
Exemplar hoc magnis regibus ingens; est enim illi mos exercere se in parvis et ingentium rerum documenta in minima parere Questo esempio per i grandi re è importante; infatti gli è consuetudine esercitarsi nelle cose piccole e di trovare nelle cose minime i documenti di cose ingegnose

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Latino: dall'autore Seneca, opera De Clementia parte 01; 01-04

[4] Pudeat ab exiguis animalibus non trahere mores, cum tanto hominum moderatior esse animus debeat, quanto vehementius nocet [4] Si vergogni di non trarre esempio dagli animali piccoli, dovendo lanimo degli uomini essere tanto più moderato quanto violentemente nuoce
Utinam quidem eadem homini lex esset et ira cum telo suo frangeretur nec saepius liceret nocere quam semel nec alienis viribus exercere odia Magari luomo avesse questa stessa legge e lira fosse infranta assieme alla sua arma e non gli fosse lecito nuocere più di una volta né di esercitare i suoi odi con armi altrui

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Facile enim lassaretur furor, si per se sibi satis faceret et si mortis periculo vim suam effunderet Infatti il furore si stempererebbe facilmente se si esplicasse a sufficienza per sé e se spandesse la sua forza con il pericolo di morte

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