Nel 1945 smise di dipingere e si ritirò dalla vita pubblica in seguito alla morte della figlia Magda. Tra i suoi dipinti spicca Il ritratto dell'illustre Danesh, pseudonimo dello scrittore, filosofo e intellettuale arabo Salim Moussa Achi, all'origine della filosofia spirituale del Daneshismo, che affronta tematiche complesse come l'immortalità dello spirito, il karma e la reincarnazione e l'unità delle religioni.
Nel 1944 Danesh fu esiliato. Hadad era una sua sostenitrice e lo ritrae qui nello stesso anno della fondazione del movimento. La posa del leader spirituale è piuttosto informale: la sua testa inclinata sul lato e la guancia si appoggia alle nocche della mano destra. Il ritratto presenta sfumature di colore molto più spente rispetto alle opere precedenti della pittrice, in genere caratterizzati da tonalità vivaci, e raffigura un uomo di grande fascino e intelligenza, perso nei suoi pensieri