Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 37, Paragrafi 161-205, pag 3

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 37, Paragrafi 161-205

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 37, Paragrafi 161-205
[201] etenim peractis omnibus naturae operibus discrimen quoddam rerum ipsarum atque terrarum facere conveniet

Ergo in toto orbe, quacumque caeli convexitas vergit, pulcherrima omnium est iis rebus, quae merito principatum naturae optinent, Italia, rectrix parensque mundi altera, viris feminis, ducibus militibus, servitiis, artium praestantia, ingeniorum claritatibus, iam situ ac salubritate caeli atque temperie, accessu cunctarum gentium facili, portuosis litoribus, benigno ventorum adflatu

quod contingit positione procurrentis in partem utilissimam et inter ortus occasusque mediam, aquarum copia, nemorum salubritate, montium articulis, ferorum animalium innocentia, soli fertilitate, pabuli ubertate

[202] quidquid est quo carere vita non debeat, nusquam est praestantius: fruges, vinum, oleum, vellera, lina, vestes, iuvenci
[201] Quindi trattate tutte le opere della natura converrà in qualche modo fare una divisione dei prodotti stessi e delle terre

Dunque su tutta la terra, e dovunque volge la convessità del cielo, è la più bella di tutte fra quelle cose, che giustamente ottengono il primato della natura, l'Italia, dominatrice e altra genitrice del mondo, per uomini e donne, capi militari, schiavi, pregi delle arti, splendori di ingegni, ancora per la posizione e la salubrità del cielo e per il clima, il facile accesso di tutti i popoli, le coste con i porti, il benevolo soffio dei venti

Le tocca questo per la posizione di chi si allunga verso una direzione molto vantaggiosa e in mezzo fra il sorgere e il tramonto, per abbondanza delle acque, la salubrità dei boschi, i valichi dei monti, l'innocuità degli animali selvatici, la fecondità del sole, la ricchezza del pascolo

[202] Qualunque cosa ci sia di cui la vita non debba privarsi, in nessun luogo è più vantaggiosa: cereali, vino, olio, lane, lini, abiti, vitelli
ne equos quidem in trigariis ullos vernaculis praeferunt

metallis auri, argenti, aeris, ferri, quamdiu licuit exercere, nullis cessit terris et nunc intra se gravida pro omni dote varios sucos et frugum pomorumque sapores fundit

[203] ab ea exceptis Indiae fabulosis proximam equidem duxerim Hispaniam quacumque ambitur mari, quamquam squalidam ex parte, verum, ubi gignit, feracem frugum, olei, vini, equorum metallorumque omnium generum, ad haec pari Gallia

verum desertis suis sparto vincit Hispania et lapide speculari, pigmentorum etiam deliciis, laborum excitatione, servorum exercitio, corporum humanorum duritia, vehementia cordis
Neppure nelle trighe preferiscono altri cavalli a quelli nazionali

Nelle miniere di oro, argento, rame, ferro finché fu lecito sfruttare, non fu inferiore a nessuna terra ed ora piena dentro di sé diffonde secondo ogni qualità veri succhi e sapori di cereali e frutti

[203] Dopo questa eccettuate le meraviglie dell'India certo metterei successiva la Spagna e dovunque sia lambita dal mare, sebbene arida in parte, ma, dove produce, ricca di cereali, olio, vino, cavalli e metalli di tutti i generi, con una Gallia pari in queste cose

Però nei suoi deserti la Spagna vince con lo sparto e la pietra speculare, anche con le bellezze dei pigmenti, l'alacrità dei lavori, l'attività degli schiavi, la resistenza dei corpi umani, la passionalità del cuore
[204] Rerum autem ipsarum maximum est pretium in mari nascentem margaritis; extra tellurem crystallis, intra adamanti, smaragdis, gemmis, myrrinis; e terra vero exeuntibus in cocco, lasere, in fronde nardo, Sericis vestibus, in arbore citro, in frutice cinnamo, casia, amomo, arboris aut fruticis suco in sucino, opobalsamo, murra, ture, in radicibus costo; ex iis, quae spirare convenit, animalibus in terra maximum dentibus elephantorum, in mari testudinum cortici; in tergore pellibus, quas Seres inficiunt, et Arabiae caprarum villo, quod ladanum vocavimus; ex iis, quae terrena et maris, conchyliis, purpurae

volucrum naturae praeter conos bellicos et Commagenum anserum adipem nullum adnotatur insigne
[204] De prodotti stessi poi è per le perle il massimo pregio che nasce nel mare; sulla terra per i cristalli, dentro per il diamante, gli smeraldi, le gemme, le murre; per quelli che escono dalla terra nel cocco, nel silfio, nel fogliame al nardo, per le vesti a quelle di seta, nell'albero al cedro, nell'arbusto il cinnamomo, la cassia, l'amomo, per il liquido di albero o di arbusto all'ambra, all'opobalsamo, la mirra, l'incenso, fra le radici al costo; fra quelli dagli animali, che risulta respirare sulla terra, soprattutto ai denti degli elefanti, nel mare al guscio delle tartarughe; sul tergo alle pelli, che i Seri tingono, e al vello delle capre d'Arabia, che abbiamo chiamato ladano; fra quelli, che sono terreni e del mare, alle conchiglie, alla porpora

Della natura dei volatili oltre gli elmi da guerra e il grasso delle oche della Commagene non si nota nulla di importante

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non praetereundum est auro, circa quod omnes mortales insaniunt, decumum vix esse in pretio locum, argento vero, quo aurum emitur, paene vicensimum

[205] Salve, parens rerum omnium Natura, teque nobis Quiritium solis celebratam esse numeris omnibus tuis fave

Non bisogna tralasciare che per l'oro, riguardo al quale tutti i mortali impazziscono, c'è a stento il decimo posto per pregio, invece per l'argento, con cui si compra l'oro, appena il ventesimo

[205] Salve, Natura madre di tutte le cose, e favoriscimi per essere stata celebrata in tutte le tue parti da me solo dei Quiriti

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