Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 28, Paragrafo 126-186, pag 2

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 28, Paragrafo 126-186

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 28, Paragrafo 126-186

recentes lotae siccataeque in umbra, per cribrum dein liquatae per lintea exprimuntur ac reponuntur in fictili locis frigidis

[146] Inter omnia autem communia animalium vel praestantissimum effectu fel est

vis eius excalfacere, mordere, scindere, extrahere, discutere

minorum animalium subtilius intellegitur et ideo ad oculorum medicamenta utilius existimatur

taurino praecipua potentia, etiam in aere pelvibusque aureo colore obducendis

omne autem curatur recens praeligato ore lino crasso, demissum in ferventem aquam semihora, mox siccatum sine sole atque in melle conditum

damnatur equinum tantum inter venena

ideo flamini sacrorum equum tangere non licet, cum Romae publicis sacris equus etiam immoletur

[147] Quin et sanguis eorum septicam vim habet; item equarum, praeterquam virginum, erodit, emarginat ulcera
I freschi lavati e seccati all'ombra, poi filtrati attraverso lo staccio sono spremuti tramite lini e sono conservati in un vaso di terracotta in luoghi freschi

[146] Fra tutte le sostanze poi comuni degli animali il fiele è il più valido per effetto

La sua virtù riscaldare, corrodere, separare, estrarre, dissolvere

E' ritenuto più sottile (quello) degli animali più piccoli e perciò è considerato più utile per le medicine degli occhi

Particolare potenza per quello del toro, anche sul bronzo e per le statue da rifinire col colore dorato

Ciascuno poi è lavorato fresco con un grosso filo legato all'imboccatura, messo per mezz'ora nell'acqua bollente, poi seccato senza sole e conservato nel miele

Solo (quello) equino è relegato fra i veleni

Perciò non è permesso al flamine dei sacrifici toccare un cavallo, quando a Roma nei riti sacri pubblici sia immolato anche un cavallo

[147] Anzi anche il loro sangue ha una virtù settica; ugualmente (quello) delle cavalle, eccetto vergini, corrode, rimargina le ulcere
taurinus quidem recens inter venena est excepta Aegira

ibi enim sacerdos Terrae vaticinatura sanguinem tauri bibit prius quam in specus descendat

tantum potest sympathia illa, de qua loquimur, ut aliquando religione aut loco fiat

[148] Drusus tribunus plebei traditur caprinum bibisse, cum applore et invidia veneni sibi dati insimulare Q

Caepionem inimicum vellet

hircorum sanguini tanta vis est, ut ferramentorum subtilitas non aliter acrius induretur, scabritia poliatur vehementius quam lima

non igitur et sanguis animalium inter communia dici potest, et ideo suis quisque dicetur effectibus

[149] Digeremus enim in mala singula usus primumque contra serpentes

exitio his esse cervos nemo ignorat ut, si quae sunt, extractas cavernis mandentes

nec vero ipsi spirantesque tantum adversantur, sed membratim quoque
Quello fresco del toro poi è fra i veleni tranne ad Agira

Infatti qui la sacerdotessa della Terra che sta per vaticinare beve sangue di toro prima che scenda nelle grotte

Tanto può quell'affinità, di cui parliamo, che talvolta si verifica per il senso religioso o per il luogo

[148] Druso tribuno della plebe è detto aver bevuto quello di capra, volendo accusare col pianto e il pallore l'avversario Q

Cepione essergli stato dato del veleno

Tanta è la forza per il sangue dei caproni, che la sottigliezza dei serramenti non è altrimenti rinforzata più fortemente, la ruvidezza non è levigata più intensamente della lima

Dunque il sangue degli animali può dirsi anche fra i rimedi comuni, e perciò ciascuno sarà spiegato con i suoi effetti

[149] Infatti divideremo gli usi nei singoli mali e dapprima contro i serpenti

Nessuno ignora che i cervi sono di danno per essi come, mangiando quelli estratti dalle tane, se alcuni ci sono

Né gli stessi poi ostacolano solo quelli vivi, ma anche membro a membro
fugari eas nidore cornus eorum, si uratur, dictum est; at e summo gutture ustis ossibus congregari dicuntur

[150] pelles eiusdem animalis substratae securos praestant ab eo metu somnos, coagulum ex aceto potum ab ictu; et si omnino tractatum sit, eo die non ferit serpens

testes quoque eius inveterati vel genitale vetus maris salutariter dantur in vino; item venter, quem centipellionem vocant

fugiunt et omnino dentem cervi habentes aut medulla perunctos sebove cervi aut vituli

summis autem remediis praefertur hinnulei coagulum matris utero execti, ut indicavimus

[151] sanguine cervino, si una urantur dracontion et cunilago et anchusa lentisci ligno, contrahi serpentes tradunt, dissipari deinde, si sanguine detracto adiciatur pyrethrum
E' risaputo che essi sono cacciati con l'odore delle loro corna, se è bruciato; ma sono dette raggrupparsi con le ossa della sommità della gola bruciate

[150] Le pelli dello stesso animale stese rendono sicuri i sonni da questa paura, il caglio bevuto con aceto dopo la ferita; e se sia stato soltanto preparato, in quel giorno il serpente non colpisce

Anche i suoi testicoli invecchiati o l'organo genitale vecchio del maschio sono dati molto efficacemente nel vino; anche il ventre, che chiamano centopelle

Sfuggono anche quelli che portano soltanto un dente di cervo o quelli unti col midollo e col grasso di cervo o di vitello

Fra i massimi rimedi poi è preferito il caglio del cerbiatto estratto dall'utero della madre, come abbiamo indicato

[151] Col sangue di cervo, se sono bruciati insieme draconzio e cunilagine e borrana con legno di lentisco, dicono che i serpenti sono raccolti, poi sono dispersi, se estratto il sangue si aggiunge piretro

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 221-223
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 221-223

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 02, Paragrafi 221-223

invenio apud auctores Graecos, animal cervo minus et pilo demum simile, quod ophion vocaretur, Sardiniam tantum ferre solitam

hoc interisse arbitror et ideo medicinas ex eo omitto

[152] Apri quoque cerebrum contra eas laudatur cum sanguine, iocur etiam inveteratum cum ruta potum ex vino, item adips cum melle resinaque, simili modo verrinum iocur et fellis dumtaxat fibra IIII pondere vel cerebrum in vino potum

Caprarum cornu vel pilis accensis fugari serpentes dicunt, cineremque e cornu potum vel inlitum contra ictus valere, item lactis haustus cum uva taminia vel urinae cum aceto scillite, caseum caprinum cum origano inpositum vel sebum cum cera

[153] milia praeterea remediorum ex eo animali demonstrantur, sicut apparebit, quod equidem miror, cum febri negetur carere
Trovo presso gli autori greci, un animale più piccolo del cervo e simile solo nel pelo, che è detto ofione, solito mostrarsi solo in Sardegna

Penso che questo sia scomparso e perciò tralascio i medicinali di questo

[152] E' lodato anche il cervello di cinghiale col sangue contro essi, anche il fegato invecchiato bevuto con la ruta nel vino, anche il grasso con miele e resina, nello stesso modo il fegato di verro e solo la fibra del fiele con la dose di 4 denari o il cervello bevuto nel vino

Dicono che col corno delle capre o con i peli bruciati sono cacciati i serpenti, e che la cenere del corno bevuta o spalmata serve contro i morsi, anche il sorso di latte con uva tamina o di urina con aceto di cipolla, il formaggio caprino messo con l'origano o il sebo con la cera

[153] Inoltre sono ricavati migliaia di rimedi da questo animale, come apparirà, il che certo mi meraviglia, poiché si dice non essere privo di febbre
amplior potentia feris eiusdem generis, quod numerosissimum esse diximus, alia vero et hircis

Democritus etiamnum effectus auget eius, qui singularis natus sit

fimo quoque caprarum in aceto decocto inlini ictus serpentium placet et recentis cinere in vino, atque in totum difficilius sese recolligentes a serpentium ictu in caprilibus optime convalescunt

[154] qui efficacius volunt mederi, occisae caprae alvum dissectam cum fimo intus reperto inligant statim

alii carnem recentem haedorum cum pilo suffiunt eodemque nidore fugant serpentes

utuntur et pelle eorum recenti, ad plagas et carne et fimo equi in agro pasti, coagulo leporis ex aceto contraque scorpionem et murem araneum; aiunt non feriri leporis coagulo perunctos
Più ampia la capacità per quelli selvatici di questa specie, che abbiamo detto essere numerosissima, diverse invece anche per i caproni

Democrito aumenta ancora gli effetti di quello, che sia nato unico

Anche col letame delle capre cotto nell'aceto e con la cenere di quello fresco nel vino giova che siano spalmate le ferite dei serpenti, e in genere che quelli che più difficilmente si riprendono dal morso dei serpenti guariscono ottimamente nelle stelle delle capre

[154] Quelli che vogliono curarsi più efficacemente, legano subito addosso l'intestino tagliato di una capra uccisa con lo sterco trovato dentro

Altri suffumicano la carne fresca dei capretti col pelo e con lo stesso odore cacciano i serpenti

Usano anche la loro pelle fresca, per le piaghe e con la carne e il letame di cavallo nutrito al pascolo, e col caglio di lepre con l'aceto contro scorpioni e il topo ragno; dicono che quelli unti col caglio della lepre non sono feriti

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 17, Paragrafi 122-190
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 17, Paragrafi 122-190

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 17, Paragrafi 122-190

[155] a scorpione percussis fimum caprae efficacius aceto decoctum auxiliatur, lardum iusque decocti potum et iis, qui buprestim hauserint

quin etiam si quis asino in aurem percussum a scorpione se dicat, transire malum protinus tradunt, venenataque omnia accenso pulmone eius fugere

et fimo vituli suffiri percussus a scorpione prodest

[156] Canis rabiosi morsu facta volnera circumcidunt ad vivas usque partes quidam carnemaque vituli admovent et ius ex eodem carnis decoctae dant potui aut axungiam cum calce tusam, hirci iocur, quo inposito ne temptari quidem aquae metu addfirmant

laudant et caprae fimum ex vino inlitum, melis et cuculi et hirundinis decoctum et potum
[155] A quelli morsi da uno scorpione serve più efficacemente lo sterco di capra cotto nell'aceto, il lardo e il brodo del decotto bevuto anche per quelli, che abbiano ingerito il bupreste

Anzi tramandano anche se qualcuno dice a un asino nell'orecchio che è stato ferito da uno scorpione, che il male trapassa subito, e che tutti gli animali velenosi fuggano col suo polmone bruciato

Ferito da uno scorpione giova essere suffumigati con sterco di vitello

[156] Le ferite fatte dal morso di un cane rabbioso s'incidono intorno fino alle parti vive e alcuni poggiano la carne di vitello e danno da bere il brodo della carne bollita dello stesso o il grasso pestato con calce, il fegato di caprone, applicato il quale affermano non essere affatto colpiti dal timore dell'acqua

Lodano anche lo sterco di capra spalmato con vino, il decotto di miele e cuculo e rondine anche bevuto
ad reliquos bestiarum morsus caprinum caseum siccum cum origano inponunt et bibi iubent, ad hominis morsus carnem bubulam coctam, efficacius vituli, si non ante quintum diem solvant

[157] Veneficiis rostrum lupi resistere inveteratum aiunt ob idque villarum portis praefigunt

hoc idem praestare et pellis e cervice solida manica existimatur, quippe tanta vis est animalis praeter ea, quae retulimus, ut vestigia eius calcata equis adferant torporem

[158] Iis, qui argentum vivum biberint, lardum remedio est

Asinino lacte poto venenum restinguntur, peculiariter si hyoscyamum potum sit aut viscum aut cicuta aut lepus marinus aut opocarpatum aut cerussa aut dorycnium et si coagulum alicui nocuerit, nam id quoque venenum est in prima lactis coagulatione
Per i rimanenti morsi di animali applicano formaggio caprino secco con origano e consigliano essere ingerito, per i morsi dell'uomo la carne bovina cotta, più efficacemente di vitello, se non la tolgono prima del quinto giorno

[157] Dicono che il muso seccato del lupo resiste agli incantesimi e per questo l'appendono alle porte delle fattorie

Si pensa ottenere questa stessa cosa anche la pelle intera del collo su una manica, tanta è certo la forza dell'animale oltre queste cose, che abbiamo riferito, che le sue orme calpestate portano torpore ai cavalli

[158] Per quelli, che abbiano bevuto argento vivo, c'è per rimedio il lardo

I veleni sono eliminati con latte d'asina bevuto, specie se sia stato bevuto giusquiamo o vischio o cicuta o lepre marina o opocarpato o biacca o doricnio e se il caglio abbia danneggiato qualcuno, infatti anche questo è un veleno nella prima coagulazione del latte

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 27, Paragrafi 14-62
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 27, Paragrafi 14-62

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 27, Paragrafi 14-62

multos et alios usus eius dicemus, sed meminisse oportebit recenti utendum aut non multo postea tepefacto; nullum enim celerius evanescit

ossa quoque asini confracta et decocta contra leporis marini venenum dantur

omnia eadem onagris efficaciora

[159] De equiferis non scripserunt Graeci, quoniam terrae illae non gignebant, verum tamen fortiora omnia eadem quam in equis intellegi debent

lacte equino venena leporis marini et toxica expugnantur

nec uros aut bisontes habuerunt Graeci in experimentis, quamquam bove fero refertis Indiae silvis; pro portione tamen eadem efficaciora omnia ex his credi par est

[160] sic quoque lacte bubulo cuncta venena expugnari tradunt, maxime supra dicta et si ephemerum inpactum sit aut si cantharides datae; omnia vomitione egeri, sic et caprino iure cantharidas
Diremo i molti e altri usi di questo, ma occorrerà ricordare che bisogna usare il fresco o non molto dopo quello riscaldato; infatti niente svanisce più velocemente

Anche le ossa di asino spezzate e bollite vengono date contro il veleno della lepre marina

Tutte le stesse cose più efficaci con asini selvatici

[159] I Greci non scrissero sui cavalli selvatici, perché quelle terre non ne generavano, tuttavia in verità tutte le stesse sostanze devono essere considerate più forti che nei cavalli

Con il latte equino sono eliminati i veleni della lepre marina e le sostanze tossiche

I Greci non ebbero uri o bisonti negli esempi, sebbene le selve dell'India piene di bovino selvatico; tuttavia in proporzione è normale che tutte queste sostanze (ricavate) da questi siano credute più efficaci

[160] Così tramandano che anche col latte vaccino sono eliminati tutti i veleni, soprattutto i sopra citati e se si sia urtata l'erba iride o date cantaridi; che tutti sono emessi col vomito, così anche le cantaridi col brodo di capra
contra ea vero, quae exulceratione enecant, sebum vitulinum vel bubulum auxiliatur

nam contra sanguisugas potas butyrum remedio est cum aceto ferro calefacto, quod et per se prodest contra venena, nam si oleum non sit, vicem eius repraesentat

multipedae morsus cum melle sanat

[161] omasi quoque iure poto venena supra dicta expugnari putant, privatim vero aconita et cicutas, itemque vitulino sebo

Caprinus caseus recens iis, qui viscum biberint, lac contra cantharidas remedio est, contra ephemeri potum cum taminia uva
Invece contro quelli, che uccido con esulcerazione, serve il sebo di vitello o bovino

Infatti contro le sanguisughe ingoiate c'è per rimedio il burro con aceto riscaldato nel ferro, questo anche di per sé giova contro i veleni, infatti se non c'è olio, prende il suo posto

Col miele cura i morsi del millepiedi

[161] Pensano che i veleni sopra detti siano eliminati anche col brodo di trippa di bue bevuto, specie invero gli aconiti e le cicute, e anche con sego di vitello

Il formaggio fresco di capra per quelli, che abbiano bevuto vischio, il latte è a rimedio contro le cantaridi, contro la bevanda dell'erba iride con l'uva tamina

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 12, Paragrafi 22-50
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 12, Paragrafi 22-50

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 12, Paragrafi 22-50

sanguis caprinus decoctus cum medulla contra toxica venena sumitur, haedinus contra reliqua, [162] coagulum haedi contra viscum et chamaeleonem album sanguinemque taurinum, contra quem et leporis coagulum est ex aceto, contra pastinacam vero et omnium marinorum ictus vel morsus coagulum leporis vel haedi vel agni drachmae pondere ex vino

leporis coagulum et contra venena additur antidotis

papilio quoque lucernarum luminibus advolans inter mala medicamenta numeratur; huic contrarium est iocur caprinum, sicut fel veneficiis ex mustella rustica factis

hinc deinde praevertemur ad genera morborum

[163] Capilli defluvia ursinus adips admixto ladano et adianto continet alopeciasque emendat et raritatem superciliorum cum fungis lucernarum ac fuligine, quae est in rostris earum, porriginem cum vino
Il sangue di capra decotto con midollo è preso contro i veleni delle frecce, di capretto contro i rimanenti, [162] il caglio di capretto contro il vischio e il camaleonte ianco e il sangue del toro, contro il quale c'è anche il caglio di lepre con l'aceto, invece contro la pastinaca e le ferite di tutti gli animali marini o i morsi il caglio di lepre o di capretto o di agnello con la dose di una dracma col vino

Il caglio di lepre è aggiunto anche agli antidoti contro i veleni

Anche la falena che vola fra le luci delle lanterne è annoverata fra i medicamenti velenosi; è contrario a questa il fegato di capra, come il fiele per i venefici fatti con donnole selvatiche

Da ora passeremo quindi ai tipi di malattie

[163] Il grasso d'orso con laudano mescolato e capelvenere trattiene le cadute del capello ed elimina le alopecia e la rarefazione delle sopracciglia con i carboncini delle lucerne e la fuliggine, che c'è nei loro beccucci, la tigna col vino

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 06, Paragrafi 104-130
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