Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 23, Paragrafi 41-68, pag 2

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 23, Paragrafi 41-68

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 23, Paragrafi 41-68

Agrippa supremis suis annis conflictatus gravi morbo pedum, cum dolorem eum perpeti nequiret, unius medicorum portentosa scientia ignorante Divo Augusto tanti putavit usu pedum sensuque omni carere, dummodo et dolore illo careret, demersis in acetum calidum cruribus in acerrimo impetu morbi

[59] Acetum scillinum inveteratum magis probatur

prodest super ea, quae diximus, acescentibus cibis, gustatu enim discutit poenam eam; item iis qui ieiuni vomant, callum enim faucium facit ac stomachi

odorem oris tollit, gingivas adstringit, dentes firmat, colorem meliorem praestat

tarditatem quoque aurium gargarizatione purgat et transitum auditus aperit
Agrippa nei suoi ultimi anni afflitto da una grave gotta dei piedi, non potendo sopportare quel dolore, per la scienza portentosa di uno dei medici all'insaputa del Divino Augusto decise a tal punto di perdere l'uso dei piedi e ogni sensibilità, pur di privarsi anche di quel dolore, dopo aver immerso le gambe in aceto caldo in un impeto molto acuto del male

[59] L'aceto di scilla invecchiato è più stimato

Serve, oltre alle qualità, che abbiamo detto, per i cibi che inacidiscono, infatti col gustarne allontana questo fastidio; così per quelli che rimettono a digiuno, infatti procura la callosità delle gole e allo stomaco

Toglie l'odore della bocca, restringe le gengive, rinsalda i denti, rende migliore il colore

Col gargarismo purifica anche la debolezza delle orecchie e apre il passaggio dell'udito
oculorum aciem obiter axacuit, comitialibus, melancholicis, vertigini, volvarum strangulationibus, percussis aut praecipitatis et ob id sanguine conglobato, nervis infirmis, renium vitiis perquam utile, cavendum exulceratis

[60] Oxymeli antiqui, ut Dieuches tradit, hoc modo temperabant: mellis minas X, aceti veteris heminas V, salis marini pondo libram quadrantem, aquae sextarios V pariter coquebant deciens defervescente cortina atque ita diffundebant inveterabantque

[61] sustulit totum id Asclepiades coarguitque - nam etiam in febribus databant

, profuisse tamen fatetur contra serpentes, quas sepas vocant, et contra meconium ac viscum, et anginis calidum gargarizatum et auribus, oris gutturisque desideriis

quae nunc omnia oxyalme contingunt, id est sale et aceto recente, efficacius
Aumenta parimenti la forza degli occhi, alquanto efficace per gli epilettici, i malinconici, le vertigine, gli strozzamenti degli organi femminili, per gli urti o gli ematomi e per il sangue coagulato per questo, per i nervi deboli, i mali dei reni, da evitare con le ulcerazioni

[60] Gli antichi, come tramanda Dieuche, preparavano l'ossimele in questo modo: cuocevano insieme 10 mine di miele, 5 emine di aceto vecchio, una libbra e un quarto del peso del sale marino, 5 sestiari di acqua con la caldaia che bolliva dieci volte e così travasavano e l'invecchiavano

[61] Asclepiade rifiutò ed eliminò tutto ciò

infatti lo davano anche durante le febbri-, tuttavia ammette che giova contro i serpenti, che chiamano lucertole, e contro l'oppio e il vischio, e per le angine caldo a gargarismo e per le orecchie, le affezioni della bocca e della gola

Ora tutte queste cose si fanno più efficacemente con la salamoia, cioè con sale e aceto fresco
[62] Vino cognata res sapa est musto decocto, donec tertia pars supersit

ex albo hoc melius

usus contra cantharidas, buprestim, pinorum erucas, quas pityocampas vocant, salamandras, contra mordentia venenata

secundas partusque emortuos trahit cum bulbis potum

Fabianus auctor est venenum esse, si quis ieiunus a balineis id bibat

[63] Consequens horum est faex, sui cuiusque generis

ergo vini faecibus tanta vis est, ut descendentes in cupas enecet

experimentum demissa praebet lucerna, quamdiu extinguatur, periculum denuntians

inlota miscetur medicamentis, cum iridis vero pari pondere eruptionibus pituitae inlinitur, et sicca vel madida contra phalangia et testium mammarumque inflammationi vel in quacumque parte corporis, item cum hordeacea farina et turis polline in vino cocta

[64] crematur et siccata
[62] Un elemento imparentato col vino è la sapa con mosto decotto, finché diventa la terza parte

Questo migliore (ottenuto) dal bianco

L'utilizzo contro le cantaridi, il bupestre, i bruchi dei pini, che chiamano vermi del pino, le salamandre, contro i morsi velenosi

Bevuta con i bulbi espelle parti fecondi e quelli morti

Fabiano testimonia che è veleno, se qualcuno lo beve a digiuno dopo i bagni

[63] Di seguito a questi c'è la feccia, del genere proprio di ciascuno

Dunque è tanta la forza del vino nelle fecce, che uccide quelli che scendono nelle botti

Ne dà prova una lucerna calata giù, che indica il pericolo, finché viene spenta

Non lavata viene mescolata ai medicamenti, con ugual peso di iride poi è spalmata per le eruzioni della pituita, e secca o umida contro i falangi e per l'infiammazione dei testicoli e delle mammelle o in qualunque parte del corpo, così con farina d'orzo e polvere d'incenso cotta nel vino

[64] Si brucia anche seccata

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 21, Paragrafi 121-128

experimentum est legitime coctae, ut refrigerata linguam tactu videatur urere

celerrime exanimatur non inclusa condita

crematio ei multum virum adicit, utilissima ad conpescendos lichenas, furfures cum fico decocta

sic et lepris et ulceribus manantibus inponitur

[65] fungorum naturae contraria est pota, sed magis cruda

oculorum medicamentis cocta et lota miscetur

medetur inlita et testibus et genitalibus, in vino autem adversus strangurias bibitur

cum expiravit quoque, lavandis corporibus et vestibus utilis, tunc usum acaciae habet

[66] Faex aceti pro materia acrior sit necesse est multoque magis exulceret

resistit suppurationum incrementis; stomachum, interanea, ventrem inlita adiuvat

sistit rheumatismos earum partium et mulierum menses

panos discutit nondum exulceratos et anginas, ignes sacros cum cera
E' prova di quella che è adeguatamente cotta, che raffreddata sembra bruciare la lingua al tocco

Molto velocemente si esaurisce conservata non chiusa

La bruciatura le aumenta di molto la forza, molto efficace cotta col fico per i licheni da eliminare, le forfore

Così viene spalmata anche per le lebbre e le ulcere che suppurano

[65] bevuta è contraria alla natura dei funghi, ma di più cruda

Cotta e lavata viene mescolata anche per le medicazioni degli occhi

Spalmata giova anche ai genitali e ai testicoli, poi viene bevuta nel vino contro le ritenzioni di urina

Anche quando s'indebolisce, utile per i corpi da lavare e per gli abiti, allora ha la funzione dell'acacia

[66] La feccia dell'aceto in base alla sostanza è necessario sia più forte e brucia molto di più

S'oppone agli aumenti delle suppurazioni, spalmata aiuta lo stomaco, gli intestini, il ventre

Ferma le flussioni di quelle parti e le mestruazioni delle donne

Elimina i gonfiori non ancora ulcerati e le angine, con la cera i fuochi sacri
[67] mammas lactis sui inpatientes eadem extinguit, ungues scabros aufert

e serpentibus contra cerastas validissima cum polenta, cum melanthio autem contra crocodili morsus et canis

et haec cremata ampliat vires

tunc addito lentiscino oleo inlita una nocte rufat capillum

eadem ex aqua in linteolo adposita vulvas purgat

[68] Sapae faece ambusta sanantur, melius addita lanugine harundinis, eadem faece decocta potaque tusses veteres

decoquitur in patinis cum sale et adipe ad tumorem quoque maxillarum et cervicium

[67] La stessa prosciuga le mammelle intolleranti del proprio latte, toglie le unghie ruvide

Tra i serpenti molto efficace contro i cerasti con la polenta, col melanzio invece contro i morsi del coccodrillo e del cane

Anche questa bruciata aumenta le forze

Allora aggiunto olio di lentischio spalmata per una notte rende rossi i capelli

La stessa messa con acqua in una garza purifica gli organi femminili

[68] Le bruciature sono guarite con la feccia della sapa, meglio con lanugine di canna aggiunta, la stessa bevuta con feccia decotta (risana) le tossi croniche

Viene cotta in piatti con sale e grasso anche per il gonfiore delle mascelle e dei colli

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