[74]Sed a Catone appellata iam tum Africana admonet Africae ad ingens docimentum usi eo pomo | [74] Ma chiamato africano già allora da Catone sollecita al grande ricordo dell'Africa chi ha fatto uso di questo frutto |
namque perniciali odio Carthaginis flagrans nepotumque securitatis anxius, cum clamaret omni senatu Carthaginem delendam, adtulit quodam die in curiam praecocem ex ea provincia ficum ostendensque patribus: "Interrogo vos, inquit, quando hanc pomum demptam putetis ex arbore" | Infatti ardendo di un odio mortale verso Cartagine e preoccupato della sicurezza dei discendenti, proclamando in ogni seduta del senato che Cartagine doveva essere distrutta, portò un certo giorno nella curia un fico già maturo da quella provincia e mostrandolo ai senatori: "Vi chiedo, disse, quando pensate che questo frutto sia stato preso dall'albero" |
[75]cum inter omnes recentem esse constaret: "Atqui tertium, inquit, ante diem scitote decerptam Carthagine | [75] Risultando a tutti che era recente disse: "Dunque sappiate che è stato preso a Cartagine prima di tre giorni fa |
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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 05, Paragrafi 61-87
Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 05, Paragrafi 61-87
tam prope a moeris habemus hostem | Tanto vicino alle mura abbiamo il nemico |
" statimque sumptum est Punicum tertium bellum, quo Carthago deleta est, quamquam Catone anno sequente rapto | " E subito si decise la terza guerra punica, con cui fu distrutta Cartagine, sebbene Catone sia morto l'anno seguente |
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quid primum in eo miremur, curam ingeni an occasionem fortuitam, celeritatemque cursus an vehementiam viri | Cosa ammiriamo dapprima in questo fatto, la prontezza dell'ingegno o l'occasione fortuita, e la celerità del viaggio o l'ardore dell'uomo |
[76]super omnia est, quo nihil equidem duco mirabilius, tantam illam urbem et de terrarum orbe per CXX annos aemulam unius pomi argumento eversam, quod non Trebia aut Trasimenus, non Cannae busto Romani nominis perficere potuere, non castra Punica ad tertium lapidem vallata portaeque Collinae adequitans ipse Hannibal | [76] Al di sopra di tutto, di cui niente ritengo certo più sorprendente, che quella città tanto grande città e rivale per 120 anni per il dominio delle terre sia stata distrutta a motivo di un solo frutto, il che non poterono ottenere il Trebbia o il Trasimeno, non Canne tomba del nome romano, non gli accampamenti punici custoditi a tre miglia e lo stesso Annibale che cavalca davanti alla porta Collina |
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tanto propius Carthaginem pomo Cato admovit | Tanto più vicina Catone evidenziò Cartagine con un frutto |
[77]Colitur ficus arbor in foro ipso ac comitio Romae nata, sacro fulguribus ibi conditis magisque ob memoriam eius quae, nutrix Romuli ac Remi, conditores imperii in Lupercali prima protexit, ruminalis appellata, quoniam sub ea inventa est lupa infantibus praebens rumim, (ita vocabant mammam), miraculo ex aere iuxta dicato, tamquam in comitium sponte transisset Atto Navio augurante | [77] E' venerato l'albero del fico nello stesso foro e nato a Roma nel luogo del comizio, sacro poiché erano state sotterrate qui le folgori e ancor più per il ricordo di quella pianta che, nutrice di Romolo e Remo, fondatori dell'impero per prima li ha coperti, chiamata ruminale, poiché sotto di essa fu trovata la lupa che offriva ai bambini la rumis (così chiamavano la mammella), vicino consacrato al prodigio un bronzo, come se fosse passato spontaneamente nel comizio con l'auspicio di Atto Navio |
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nec sine praesagio aliquo arescit rursusque cura sacerdotum seritur | Non si secca senza un altro presagio e di nuovo è piantato per la cura dei sacerdoti |