Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 06, Paragrafi 154 - 204, pag 3

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 06, Paragrafi 154 - 204

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 06, Paragrafi 154 - 204
at ex Africae parte Ptoemphani, qui canem pro rege habent, motu eius imperia augurantes, Harusbi oppido longe ab Nilo sito, postea Archisarmi, Phalliges, Marigarri, Chasamari

[193] Bion et alia oppida in insulis tradit: a Sembobiti Meroen versus dierum toto itinere XX proximae insulae oppidum Seberritarum sub regina et aliud Asara, alterius oppidum Darden; tertiam Medoen vocant, in qua oppidum Asel, quartam eodem quo oppidum nomine Garroen

inde per ripas oppida Nautis, Modum, Demadatin, Secandum, Collocat, Secande, Navectabe cum agro Psegipta, Candragori, Arabam, Summaram

[194] regio supra Sirbitum, ubi desinunt montes, traditur a quibusdam habere maritimos Aethiopas, Nisicathas, Nisitas, quod significat ternum et quaternum oculorum viros, non quia sic sint, sed quia sagittis praecipua contemplatione utantur
E dalla parte dell'Africa i Ptenfani, che hanno un cane per re, che interpretano gli ordini dal suo movimento, gli Arusbi con una città posta lontano dal Nilo, poi gli Archisarmi, i Falligi, Marigarri, Casamari

[193] Bione tramanda anche altre città sulle isole: da Sembotiti a Meroe con un cammino complessivo di 20 giorni la città dell'isola più vicina (è) dei sotto una regina dei Seberriti e un'altra Asara, dell'altra (è) la città di Darde; chiamano la terza Medoe, nella quale la città di Asel, la quarta Garroe una città con questo stesso nome

Poi lungo le rive le città di Nauti, Modo, Demadati, Secando, Colloca, Secande, Navectabe col territorio di Psegipta, Candragori, Araba, Summara

[194] La regione sopra Sirbito, dove finiscono i monti, è tramandata da alcuni avere gli Etiopi costieri, i Nisicati, i Nisiti, che significa uomini col terzo e quarto occhio, non perché siano così, ma perché usano le frecce con particolare precisione
ab ea vero parte Nili, quae supra Syrtes Maiores oceanumque meridianum protendatur, Dalion Vacathos esse dicit, pluvia tantum aqua utentes, Cisoros, Logonporos ab Oecalicibus dierum V itinere, Usibalchos, Isbelos, Perusios, Ballios, Cispios

[195] reliqua deserta, dein fabulosa: ad occidentem versus Nigroe, quorum rex unum oculum in fronte habeat, Agriophagi, pantherarum leonumque maxime carnibus viventes, Pamphagi, omni mandentes, Anthropophagi, humana carne vescentes, Cynamolgi caninis capitibus, Artabatitae quadrupedes, ferarum modo vagi, deinde Hesperioe, Perorsi et quos in Mauretaniae confinio diximus

pars quaedam Aethiopum locustis tantum vivit fumo et sale duratis in annua alimenta; hi quadragesimum vitae annum non excedunt

[196] Aethiopum terram universam cum mari Rubro patere in longitudinem |XXI| LXX p
Dopo questa invece dalla parte del Nilo, che scorre sopra le Sirti Maggiori e l'oceano meridionale, Dalione dice che ci sono i Vacati, che usano solo acqua piovana, i Cisori, i Logonpori a 5 giorni di cammino dagli Ecalici, Usibalchi, Isbeli, Perusi, Ballii, Cispii

[195] I luoghi restanti deserti, quindi leggendari: verso l'occidente i Nigroi, il cui re avrebbe un solo occhio sulla fronte, gli Agriofagi, che vivono soprattutto di carni di pantere e leoni, i Panfagi, che mangiano di tutto, gli Antropofagi, che si nutrono di carne umana, Cinamolgi delle teste dei cani, Artabatiti a quattro zampe, vagare a modo di animali, poi Esperii, Perorsi e quelli che abbiamo nominato al confine della Mauritania

Una certa parte degli Etiopi vive solo di locuste conservate col fumo e il sale per gli alimenti di un anno; questi non superano il quarantesimo anno di vita

[196] Agrippa ritenne che tutta la terra degli Etiopi col mar Rosso si estendeva in lunghezza per 2170 miglia, in larghezza con l'Egitto superiore 1296
, in latitudinem cum superiore Aegypto |XII| XCVI Agrippa existimavit; quidam longitudinem ita diviserunt: a Meroe Sirbitum XII dierum navigationem, ab ea XV ad Dabellos, ab his ad oceanum Aethiopicum VI dierum iter; in totum ab oceano ad Meroen DCXXV p

esse inter auctores fere convenit, inde Syenen quantum diximus

[197] sita est Aethiopia ab oriente hiberno ad occidentem hibernum

meridiano cardine silvae, hiberno maxime, virent

a media eius parte imminens mari mons excelsus aeternis ardet ignibus, Theon Ochema dictus Graecis

a quo navigatione quadridui promunturium quod Hesperu Ceras vocatur, confine Africae iuxta Aethiopas Hesperios

quidam et in eo tractu modicos colles amoena opacitate vestitos Aegipanum Satyrorumque produnt
Alcuni così divisero la lunghezza: da Meroe a Sirbito una navigazione di 12 giorni, da questa ai Dabelli 15, da questi all'oceano Etiopico un cammino di 6 giorni

Fra gli autori si stabilì che in totale dall'oceano a Meroe c'erano circa 625 miglia, da lì a Siene quan to abbiamo detto

[197] L'Etiopia è situata dall'oriente invernale all'occidente invernale

Nel punto meridionale boschi verdeggianti, soprattutto in inverno

Dalla sua parte centrale un grande monte che incombe sul mare brucia con fiamme continue, detto dai greci Theon Ochema

Da qua con una navigazione di quattro giorni un promontorio che è detto Espero Cera, al confine dell'Africa vicino agli Etiopi Esperii

Alcuni tramandano anche in questo tratto lievi colli degli Egipani e dei Satiri rivestiti di piacevole ombra

Maybe you might be interested

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 03, paragrafi 38-44
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 03, paragrafi 38-44

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 03, paragrafi 38-44

[198] Insulas toto eo mari et Ephorus conplures esse tradidit et Eudoxus et Timosthenes, Clitarchus vero Alexandro regi renuntiatam adeo divitem, ut equos incolae talentis auri permutarent, alteram ubi sacer mons opacus silva repertus esset, destillante arboribus odore mirae suavitatis

contra sinum Persicum Cerne nominatur insula adversa Aethiopiae, cuius neque magnitudo neque intervallum a continente constat; Aethiopas tantum populos habere proditur

[199]Ephorus auctor est a Rubro mari navigantes in eam non posse propter ardores ultra quasdam columnas ita appellantur parvae insulae provehi; Polybius in extrema Mauretania contra montem Atlantem a terra stadia VIII abesse prodidit Cernen, Nepos Cornelius ex adverso maxime Carthaginis a continente p

M, non ampliorem circuitu II
[198] Eforo tramandò che in tutto questo mare c'erano diverse isole ed Eudosso e Timostene, invece Clitarco (dice) che al re Alessandro fu riferita una così ricca, che gli abitanti scambiavano i cavalli con talenti d'oro, un'altra dove era stato trovato un monte sacro coperto da un bosco, che grondava di alberi con un profumo di meravigliosa dolcezza

Di fronte al golfo Persico un'isola di fronte all'Etiopia è chiamata Cerne, di cui non risulta né la grandezza né la distanza dalla terraferma; si tramanda solo che la posseggono gli Etiopi

[199] Eforo è testimone che dal mar Rosso quelli che navigano verso essa non possono essere portati a causa del calore oltre alcune colonne- così sono chiamate le piccole isole-

Polibio riferì che Cerne nell'estrema Mauritania di fronte al Monte Atlante dista dalla terra 8 stadi, Cornelio Nepote soprattutto di fronte a Cartagine a un miglio dalla terraferma, con un perimetro non più grande di 2
traditur et alia insula contra montem Atlantem, et ipsa Atlantis appellata

ab ea V dierum praenavigatione solitudines ad Aethiopas Hesperios et promunturium quod vocavimus Hesperu Ceras, inde primum circumagente se terrarum fronte in occasum ac mare Atlanticum

[200] contra hoc quoque promunturium Gorgades insulae narrantur, Gorgonum quondam domus, bidui navigatione distantes a continente, ut tradit Xenophon Lampsacenus

penetravit in eas Hanno Poenorum imperator prodiditque hirta feminarum corpora, viros pernicitate evasisse; duarum Gorgadum cutes argumenti et miraculi gratia in Iunonis templo posuit, spectatas usque ad Carthaginem captam
Si tramanda anche un'altra isola di fronte al monte Atlante, anch'essa chiamata Atlantide

Da questa con una navigazione di 5 giorni luoghi deserti verso gli Etiopi Esperii e il promontorio che abbiamo chiamato Espero Cera, volgendosi dapprima da lì all'inizio delle terre verso occidende e il mare Atlantico

[200] Anche di fronte a questo promontorio sono descritte le isole Gorgadi, un tempo sede delle Gorgoni, distanti dalla terraferma due giorni di navigazione, come riferisce Senofonte di Lampsaco

Si addentrò in esse Annone generale dei Cartaginesi e riferì i corpi delle donne pelosi, che gli uomini si erano allontanati con rapidità; pose nel tempio di Giunone a motivo di prova e di curiosità le pelli di due Gorgadi, visibili fino alla presa di Cartagine

Maybe you might be interested

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 221-223
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 221-223

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 02, Paragrafi 221-223

[201] ultra has etiamnum duae Hesperidum insulae narrantur, adeoque omnia circa hoc incerta sunt, ut Statius Sebosus a Gorgonum insulis praenavigatione Atlantis dierum XL ad Hesperidum insulas cursum prodiderit, ab his ad Hesperu Ceras unius

nec Mauretaniae insularum certior fama est

paucas modo constat esse ex adverso Autololum a Iuba repertas, in quibus Gaetulicam purpuram tinguere instituerat

[202] Sunt qui ultra eas Fortunatas putent esse quasdamque alias, quarum e numero idem Sebosus etiam spatia conplexus Iunoniam abesse a Gadibus DCCL p
[201] Oltre queste sono riportate ancora oggi due isole delle Esperidi, tutte le notizie su ciò sono così incerte, che Stazio Seboso aveva tramandato dalle isole delle Gorgoni alle isole delle Esperidi con una navigazione davanti all'Atlante un tragitto di 40 giorni, da queste all'Espero Cera di uno

Né più certa la fama delle isole della Mauritania

Risulta che ce ne sono solo poche di fronte al territorio degli Autololi scoperte da Giuba, nelle quali aveva iniziato a tingere la porpora getulica

[202] Ci sono quelli che al di là di queste ritengono esserci le Fortunate e alcune altre, dal cui numero lo stesso Seboso dopo aver calcolato anche le distanze tramanda che Giunonia dista da Cadice 750 miglia, da questa altrettante ad occidente verso Pluvialia e Capraria; che nella Pluvialia non c'è acqua se non dalla pioggia
tradit, ab ea tantundem ad occasum versus Pluvialiam Caprariamque; in Pluvialia non esse aquam nisi ex imbri; ab iis CCL Fortunatas contra laevam Mauretaniae in VIII horam solis; vocari Invallem a convexitate et Planasiam a specie, Invallis circuitu CCC p

; arborum ibi proceritatem ad CXL pedes adulescere; [203] Iuba de Fortunatis ita inquisivit: sub meridiem quoque positas esse prope occasum, a Purpurariis DCXXV p

, sic ut CCL supra occasum navigetur, dein per CCCLXXV ortus petatur; primam vocari Ombrion, nullis aedificiorum vestigiis; habere in montibus stagnum, arbores similes ferulae, ex quibus aqua exprimatur, e nigris amara, ex candidioribus potui iucunda

[204] alteram insulam Iunoniam appellari; in ea aediculam esse tantum lapide exstructam

ab ea in vicino eodem nomine minorem, deinde Caprariam, lacertis grandibus refertam
Da queste a 250 miglia le Fortunate di fronte a sinistra della Mauritania in direzione dell'ottava ora del sole; che è chiamata Invalle dalla convessità e Planasia dalla tipologia, Invalle con un perimetro di 300 miglia; che qui l'altezza degli alberi cresce fino a 140 piedi

[203] Giuba indagò in tal modo riguardo alle Fortunate: che sotto il mezzogiorno sono poste anche quasi a occidente, a 625 miglia dalle Porporarie, così che si naviga per 250 miglia sopra l'occidente, poi ci si dirige a oriente per 375

Che la prima è chiamata Ombrion, con nessuna traccia di edifici; che ha sui monti uno stagno, alberi simili alla canna, da cui è distillata acqua, amara dagli scuri, gradevole a bersi da i più chiari

[204] Che l'altra isola è chiamata Giunonia; che in essa c'è un tempietto costruito solo di pietra

Da qua nelle vicinanze una minore con lo stesso nome, poi Capraia, piena di grande lucertole

Maybe you might be interested

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 179-182
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 179-182

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 36, Paragrafi 179-182

in conspectu earum esse Ninguariam, quae hoc nomen acceperit a perpetua nive, nebulosam

Che di fronte ad esse c'è Ninguaria, nuvolosa, che aveva preso questo nome dalla neve perpetua

Maybe you might be interested

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 15, Paragrafi 37-51
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 15, Paragrafi 37-51

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 15, Paragrafi 37-51

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 21, Paragrafi 21-30
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 21, Paragrafi 21-30

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 21, Paragrafi 21-30

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 25, Paragrafi 141-150
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 25, Paragrafi 141-150

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 25, Paragrafi 141-150

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 35, Paragrafi 01-71

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 18, Paragrafi 1-55

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Prefazione

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 30, Paragrafi 42-115

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 28, Paragrafi 86-96

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 37, Paragrafi 01-18