Maximae partis sententia erat perseverandum in bello esse et tollendum tyrannum: nunquam aliter tutam libertatem Graeciae fore; satius multo fuisse non moveri bellum adversus eum quam omitti motum; et ipsum velut comprobata dominatione firmiorem futurum auctore iniusti imperii adsumpto populo Romano et exemplo multos in aliis civitatibus ad insidiandum libertati civium suorum incitaturum Ipsius imperatoris animus ad pacem inclinatior erat Videbat enim compulso intra moenia hoste nihil praeter obsidionem restare, eam autem fore [et] diuturnam; non enim Gytheum, quod ipsum tamen traditum, non expugnatum esset, sed Lacedaemonem, validissimam urbem viris armisque, oppugnaturos |
Era opinione della maggioranza che si dovesse continuare la guerra e togliere di mezzo il tiranno: diversamente non sarebbe mai stata sicura la libertà della Grecia; meglio sarebbe stato non cominciare la guerra contro di lui che interromperla una volta iniziata; quasi che la sua dominazione fosse stata approvata egli sarebbe stato in futuro più sicuro, prendendo il popolo romano a garante del suo ingiusto potere, e col proprio esempio avrebbe indotto molti, in altre città, ad attentare alla libertà dei propri concittadini Quanto al comandante, il suo animo inclinava alla pace Vedeva bene infatti che una volta ricacciato il nemico entro le mura non restava altro che lassedio, e questo sarebbe durato a lungo: non Giteo avrebbero dovuto assediare (che pure non era stata espugnata, ma si era arresa), ma Sparta, una città assai forte per uomini e armi |
Unam spem fuisse si qua admoventibus exercitum dissensio inter ipsos ac seditio excitari posset: cum signa portis prope inferri cernerent, neminem se movisse Adiciebat et cum Antiocho infidam pacem Villium legatum inde redeuntem nuntiare: multo maioribus quam ante terrestribus navalibusque copiis in Europam eum transisse Si occupasset obsidio Lacedaemonis exercitum, quibus aliis copiis adversus regem tam validum ac potentem bellum gesturos Haec propalam dicebat: illa tacita suberat cura ne novus consul Graeciam provinciam sortiretur et incohata belli victoria successori tradenda esset [34] Cum adversus tendendo nihil moveret socios, simulando se transire in eorum sententiam omnes in adsensum consilii sui traduxit 'Bene vertat' inquit, 'obsideamus Lacedaemonem, quando ita placet |
Unica speranza era stata quella di far nascere delle discordie interne e un moto di rivolta avvicinando ad essa lesercito: ma anche quando avevano visto le insegne portate quasi alle loro porte nessuno si era mosso Aggiungeva che lambasciatore Villio, al suo ritorno, diceva che la pace con Antioco era poco sicura: il re era passato in Europa con forze di terra e di mare assai più numerose di prima Se lassedio di Sparta teneva impegnato lesercito, con quali altre truppe avrebbero guerreggiato contro un re così forte e potente Questo diceva davanti a tutti: unaltra preoccupazione taceva che si era impadronita di lui, che cioè un nuovo console sorteggiasse la provincia di Grecia ed egli dovesse lasciare a un successore la vittoria in quella guerra, già da lui preparata [34] Siccome con il suo atteggiamento contrario non riusciva a smuovere gli alleati, fingendo di accogliere la loro opinione li portò tutti ad accettare la sua Speriamo bene, disse, assediamo Sparta, se così volete |
Illud modo ne fallat: [ceterum] cum res tam lenta quam ipsi scitis oppugnatio urbium sit et obsidentibus prius saepe quam obsessis taedium adferat, iam nunc hoc ita proponere vos animis oportet hibernandum circa Lacedaemonis moenia esse Quae mora si laborem tantum ac periculum haberet, ut et animis et corporibus ad sustinenda ea parati essetis hortarer vos; nunc impensa quoque magna eget in opera, in machinationes et tormenta quibus tanta urbs oppugnanda est, in commeatus vobis nobisque in hiemem expediendos Itaque, ne aut repente trepidetis aut rem incohatam turpiter destituatis scribendum ante vestris civitatibus censeo explorandumque quid quaeque animi, quid virium habeat Auxiliorum satis superque habeo; sed quo plures sumus, pluribus rebus egebimus Nihil iam praeter nudum solum ager hostium habet: ad hoc hiems accedet ad comportandum ex longinquo difficilis |
Non vi sfugga però che, essendo come voi sapete lassedio di una città impresa assai lunga e che spesso stanca gli assedianti prima degli assediati, dovete sin da ora pensare alla necessità di passare linverno sotto le mura di Sparta Se questo ritardo fosse causa soltanto di fatiche e di pericoli, vi esorterei ad essere pronti ad affrontarli nel corpo e nello spirito;richiederà anche, però, grandi spese per i lavori e le macchine da assedio e da lancio necessario per attaccare una così grande città e per i rifornimenti da procurare a noi e a voi per linverno Perciò, per evitarvi improvvise preoccupazioni o un vergognoso ritiro dallimpresa iniziata, penso convenga scriviate alle vostre città per conoscere le intenzioni e i mezzi di ciascuna Di forze ausiliarie ne ho persino troppe; ma quanto più numerosi siamo, tanto maggiori saranno le nostre necessità Ormai il paese nemico non ha più che la nuda terra: a questo si aggiungerà linverno, che rende difficili i rifornimenti di lontano |
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Tale discorso fece dapprima volgere il pensiero di tutti alle proprie difficoltà interne: pigrizia, invidia e denigrazione da parte di chi era rimasto a casa nei confronti di chi era in guerra, la libertà che rendeva difficile un accordo, la povertà del tesoro pubblico, la cattiva volontà, da parte dei privati, di pagare un contributo Mutando quindi improvvisamente parere lasciarono il comandante libero di fare ciò che riteneva politicamente vantaggioso per il popolo romano e gli alleati |