Livio, Ab urbe condita: Libro 30; 08 - 10, pag 2

Livio, Ab urbe condita: Libro 30; 08 - 10

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 30; 08 - 10

[9] Postero die Scipio Laelium Masinissamque cum omni Romano et Numidico equitatu expeditisque militum ad persequendos Syphacem atque Hasdrubalem mittit; ipse cum robore exercitus urbes circa, quae omnes Carthaginiensium dicionis erant, partim spe, partim metu, partim ui subigit [9] Il giorno dopo Scipione spedì Lelio e Massinissa con tutta la cavalleria romana e numidica e la fanteria leggera a ricercare Siface ed Asdrubale; egli con la sferza dell'esercito, parte con lattesa parte con il panico sottomise con la forza le città che si scoprivano intorno e che erano tutte in potere dei Cartaginesi
Carthagini erat quidem ingens terror, et circumferentem arma Scipionem omnibus finitimis raptim perdomitis ipsam Carthaginem repente adgressurum credebant Perciò in Cartagine si diffuse un grande timore, poiché si credeva che Scipione, dopo aver celermente vinto tutte le popolazioni contigui, avrebbe improvvisamente preso d'assalto la città
Itaque et muri reficiebantur propugnaculisque armabantur, et pro se quisque quae diutinae obsidionis tolerandae sunt ex agris convehit Quindi, i Cartaginesi si misero a coprire le mura e a munirle con fortificazioni; ognuno come poteva portava dai campi tutto quanto servisse a reggere un lungo cerchio

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Livio, Ab urbe condita: Libro 34; 45 - 49
Livio, Ab urbe condita: Libro 34; 45 - 49

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 34; 45 - 49

Rara mentio est pacis, frequentior legatorum ad Hannibalem arcessendum mittendorum; pars maxima classem, quae ad commeatus excipiendos parata erat, mittere iubent ad opprimendam stationem navium ad Uticam incaute agentem; forsitan etiam navalia castra relicta cum levi praesidio oppressuros Si parlava di rado di pace, più spesso si proponeva di spedire messi ad Annibale per rievocarlo in città; i più premevano sul bisogno che quella flotta che era pronta per fermare le forniture di Scipione fosse mandata ad attaccare di sorpresa le navi romane che presso Utica lavoravano senza alcuna difesa; avrebbero forse potuto anche dare l'assalto al campo navale, lasciato con una scarsa difesa
In hoc consilium maxime inclinant; legatos tamen ad Hannibalem mittendos censent: quippe classi ut felicissime geratur res, parte aliqua leuari Uticae obsidionem: Carthaginem ipsam qui tueatur neque imperatorem alium quam Hannibalem neque exercitum alium quam Hannibalis superesse Per quanto un simile parere ricevesse la maggior parte degli accordi, nondimeno, i Cartaginesi decisero anche di spedire messi ad Annibale, poiché anche se l'impresa contro la flotta avesse avuto trionfo, pure solo in parte si sarebbe potuto ridurre l'assedio ad Utica, mentre nessun altro generale, fuorché Annibale, e nessun altro milizia, salvo il suo rimanevano per salvare la stessa Cartagine

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Livio, Ab urbe condita: Libro 40; 16 - 20
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 40; 16 - 20

Deductae ergo postero die naves, simul et legati in Italiam profecti; raptimque omnia stimulante fortuna agebantur, et in quo quisque cessasset prodi ab se salutem omnium rebatur Il giorno dopo furono così messe in mare le navi e nello stesso tempo si mossero per l'Italia gli inviati; tutto si faceva velocemente a causa dello stato avverso in cui si scoprivano i Cartaginesi; se mai qualcuno avesse rinviato nell'azione, avrebbe ritenuto di rischiare in tal modo la grazia di tutti
Scipio gravem iam spoliis multarum urbium exercitum trahens, captiuis aliaque praeda in uetera castra ad Uticam missis iam in Carthaginem intentus occupat relictum fuga custodum Tynetaabest ab Carthagine quindecim milia ferme passuum, locum cum operibus tum suapte natura tutum et qui et ab Carthagine conspici et praebere ipse prospectum cum ad urbem tum ad circumfusum mare urbi possit Scipione, tirandosi l'esercito già onusto del saccheggio di molte città, mandò i catturati e tutto l'altro gruzzolo negli antichi campi presso Utica e con l intento di dirigersi ormai contro Cartagine prese Tunisi lasciata dalla difesa che era evasa questa cittàche distava da Cartagine circa quindici migliasi ritrovava in un luogo certo sia per la sua stessa natura, sia per le opere di fortezza ed era in una posto tale che poteva essere vista da Cartagine ed offrire l'occasione di fissare la città e tutto il mare intorno

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 28; 38 - 40

[10] Inde cum maxime vallum Romani iacerent, conspecta classis hostium est Uticam ab Carthagine petens [10] Proprio quando i Romani erano presi a innalzare la difesa, scorsero la flotta nemica che da Cartagine veleggiava in direzione di Utica
Igitur omisso opere pronuntiatum iter signaque raptim ferri sunt coepta ne naves in terram et ad obsidionem uersae ac minime nauali proelio aptae opprimerentur: qui enim restitissent agili et nautico instrumento aptae et armatae classi naves tormenta machinasque portantes et aut in onerariarum usum uersae aut ita adpulsae muris ut pro aggere ac pontibus praebere adscensum possent Sospeso poi il lavoro e dato l'ordine di procedere, si cominciò a procedere in tutta fretta, affinché le navi romane non fossero colte di stupore ed aggredite, mentre, occupate nell'oppressione di Utica, si trovavano con la prua volta a terra, in presupposti per nulla adatti ad una battaglia navale: come infatti, ad una flotta leggera e provvista di mezzi per manovrare sul mare, avrebbero potuto opporre attrito delle navi che, portando macchine da lancio e congegni da guerra, erano state trasformate in navi da trasporto, oppure erano così imposte alle mura da agevolarne lascesa come ripari e ponti

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 30; 16 - 45

Itaque Scipio, postquam eo uentum est, contra quam in nauali certamine solet rostratis quae praesidio aliis esse poterant in postremam aciem receptis prope terram, onerariarum quadruplicem ordinem pro muro aduersus hostem opposuit, easque ipsas, ne in tumultu pugnae turbari ordines possent, malis antennisque de nave in navem traiectis ac validis funibus velut uno inter se vinculo inligatis comprendit, tabulasque superinstrauit ut pervium in totum navium ordinem esset, et sub ipsis pontibus interualla fecit qua procurrere speculatoriae naves in hostem ac tuto recipi possent Pertanto Scipione, dopo essere giunto a Utica, contro le norme di ogni piano nella battaglia navale, ritirate le navi da guerra all'ultima linea vicino a terra, perché fossero di protezione alle altre, oppose al nemico quattro ordini di navi da trasferimento, come fossero un muro e, perché queste nella rivolta della battaglia non confondessero le loro file, le chiuse l'una all'altra con alberi ed antenne che strinse strettamente con funi stabili da formare un corpo unico; vi stese sopra delle tavole perché fra una nave e l'altra si aprisse un passaggio; sotto gli stessi ponti pose degli spazi, attraverso i quali le navi da riconoscimento potessero passare a indagare il nemico e ritrarsi al sicuro

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