Quam inconditam turbam cum uixdum in ripam egressi clamore ac tumultu fugassent, in stationem quoque pro uallo locatam atque ipsas prope portas euecti sunt Id uero indignum uisum ab tumultuario auxilio iam etiam castra Romana terreri, ut ea modo una causa ne extemplo transirent flumen dirigerentque aciem tenuerit Romanos quod summa imperii eo die penes Paulum fuerit Itaque postero die Varro, cui sors eius diei imperii erat, nihil consulto collega signum proposuit instructasque copias flumen traduxit, sequente Paulo quia magis non probare quam non adiuuare consilium poterat |
I Numidi appena balzati sulla riva, essendo riusciti con grande clamore e confusione a mettere in fuga quella schiera disordinata, avanzarono ad un posto di guardia collocato dinanzi alla trincea e quasi fino alle porte stesse del campo In realtà parve cosa tanto vergognosa che accampamenti romani fossero presi da terrore perfino dinanzi ad un corpo di soldati irregolari, che la sola ragione per la quale i Romani si trattennero dal passare subito il fiume e disporre le schiere a battaglia fu il fatto che in quel giorno il comando era nelle mani di Paolo Pertanto, il giorno dopo Varrone, a cui toccava per turno il comando, senza avere affatto consultato il collega, fece dare il segnale della battaglia e trasferì l'esercito oltre il fiume mentre Paolo lo seguiva, perché, se da un lato poteva disapprovare quella decisione, non poteva d'altra parte rifiutare il suo aiuto |
Transgressi flumen eas quoque quas in castris minoribus habuerant copias suis adiungunt atque ita instructa acie in dextro cornu, id erat flumini propius, Romanos equites locant, deinde pedites: laeuum cornu extremi equites sociorum, intra pedites, ad medium iuncti legionibus Romanis, tenuerunt iaculatores ex ceteris leuium armorum auxiliis prima acies facta Consules cornua tenuerunt, Terentius laeuum, Aemilius dextrum: Gemino Seruilio media pugna tuenda data |
Passato il fiume, i consoli unirono alle loro forze anche quelle truppe che stavano nell'accampamento minore e disposero così l'esercito in ordine di battaglia: sul fianco destro che era più vicino al fiume collocarono i cavalieri romani e poi i fanti; sul fianco sinistro la parte estrema dell'ala era occupata dai cavalieri alleati; nella parte interna stavano invece i fanti che si erano congiunti con le legioni romane La prima schiera era composta dai frombolieri con altre milizie ausiliarie armate alla leggera I consoli comandavano le due ali, Terenzio la sinistra, Emilio la destra; a Gemino Servilio fu affidata la difesa della parte centrale dello schieramento |
[46] Hannibal luce prima Baliaribus leuique alia armatura praemissa transgressus flumen, ut quosque traduxerat, ita in acie locabat, Gallos Hispanosque equites prope ripam laeuo in cornu aduersus Romanum equitatum; dextrum cornu Numidis equitibus datum media acie peditibus firmata ita ut Afrorum utraque cornua essent, interponerentur his medii Galli atque Hispani Afros Romanam [magna ex parte] crederes aciem; ita armati erant armis et ad Trebiam ceterum magna ex parte ad Trasumennum captis Gallis Hispanisque scuta eiusdem formae fere erant, dispares ac dissimiles gladii, Gallis praelongi ac sine mucronibus, Hispano, punctim magis quam caesim adsueto petere hostem, breuitate habiles et cum mucronibus |
46 All'alba Annibale, mandati avanti i soldati delle Baleari ed altre milizie dotate di armi leggere, passato il fiume così come l'aveva fatto passare a ciascun reparto, dispose in tal modo l'esercito in ordine di combattimento: collocò i Galli e gli Spagnoli accanto alla riva del fiume sul fianco sinistro contro la cavalleria romana; il fianco destro fu affidato ai cavalieri numidi, il centro fu rafforzato con la fanteria in modo che ambedue le ali fossero tenute dagli Africani; al centro si trovavano interposti Galli e Spagnoli Si sarebbe potuto credere che in gran parte quegli Africani fossero una schiera di Romani; essi erano infatti, armati con le armi catturate nella battaglia della Trebbia ma, soprattutto, in gran parte nella battaglia del Trasimeno Gli scudi dei Galli e degli Spagnoli erano pressoché uguali; le spade, invece, diverse per forma e per lunghezza quelle dei Galli lunghissime e senza punta; quelle degli Spagnoli al contrario, erano fatte per assalire il nemico più di punta che di taglio corte e maneggevoli e munite di cuspidi |
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Livio, Ab urbe condita: LIbro 27; 17 - 18
Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte LIbro 27; 17 - 18
Ante alios habitus gentium harum cum magnitudine corporum, tum specie terribilis erat: Galli super umbilicum erant nudi: Hispani linteis praetextis purpura tunicis, candore miro fulgentibus, constiterant Numerus omnium peditum qui tum stetere in acie milium fuit quadraginta, decem equitum Duces cornibus praeerant sinistro Hasdrubal, dextro Maharbal; mediam aciem Hannibal ipse cum fratre Magone tenuit Sol seu de industria ita locatis seu quod forte ita stetere peropportune utrique parti obliquus erat Romanis in meridiem, Poenis in septentrionem uersis Uentus, Volturnum regionis incolae uocant, aduersus Romanis coortus multo puluere in ipsa ora uoluendo prospectum ademit |
Anche la vista di questa gente, fra tutte le altre incuteva un particolare terrore e per la grandezza del corpo e per l'aspetto; i Galli erano nudi dall'ombelico in su; gli Spagnoli si erano disposti in ordine rivestiti di tuniche di lino orlate di porpora, scintillanti di un mirabile candore II numero di tutti i fanti che si schierarono allora in campo fu di quarantamila, diecimila furono i cavalieri I generali comandavano le ali; alla sinistra Asdrubale, alla destra Maarbale; lo stesso Annibale con il fratello Magone occupò il centro Il sole, sia che gli eserciti si fossero così disposti per calcolo sia che lo avessero fatto a caso, brillava assai opportunamente sul fianco dell'una e dell'altra parte, i Romani l'avevano alla sinistra i Cartaginesi alla destra Purtroppo il vento, che gli abitanti della regione chiamano volturno, essendosi levato in direzione contraria ai Romani, sollevando un gran polverone proprio contro i loro visi, tolse ad essi possibilità di vedere |
[47] Clamore sublato procursum ab auxiliis et pugna leuibus primum armis commissa; deinde equitum Gallorum Hispanorumque laeuum cornu cum dextro Romano concurrit, minime equestris more pugnae; frontibus enim aduersis concurrendum erat, quia nullo circa ad euagandum relicto spatio hinc amnis, hinc peditum acies claudebant In derectum utrimque nitentes, stantibus ac confertis postremo turba equis uir uirum amplexus detrahebat equo Pedestre magna iam ex parte certamen factum erat; acrius tamen quam diutius pugnatum est pulsique Romani equites terga uertunt |
47 Levatosi un grido, gli ausiliari irruppero e la battaglia si accese subito con i reparti di leggera armatura; poi l'ala sinistra della cavalleria gallica e spagnola si urtò contro l'ala destra romana, senza rispettare minimamente la tattica della battaglia equestre; infatti non potevano fare altro che scontrarsi di fronte poiché intorno non era rimasto spazio alcuno per fare delle evoluzioni in quanto da un lato lo spazio era chiuso dal fiume dall'altro dallo schieramento della fanteria Di fronte poiché da ambedue le parti i cavalieri si sforzavano invano nell'assalto alla fine la turba dei cavalieri si trovò serrata senza possibilità di muoversi; ogni soldato allora afferrandosi al collo del nemico, cercava di trascinarlo giù da cavallo In gran parte del fronte si combatteva ormai una battaglia a piedi: più accanito che lungo fu il combattimento; i cavalieri romani respinti si diedero alla fuga |
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Livio, Ab urbe condita: Libro 03; 25 - 40
Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 03; 25 - 40
Sub equestris finem certaminis coorta est peditum pugna, primo et uiribus et animis par dum constabant ordines Gallis Hispanisque; tandem Romani, diu ac saepe conisi, aequa fronte acieque densa impulere hostium cuneum nimis tenuem eoque parum ualidum, a cetera prominentem acie Impulsis deinde ac trepide referentibus pedem institere ac tenore uno per praeceps pauore fugientium agmen in mediam primum aciem inlati, postremo nullo resistente ad subsidia Afrorum peruenerunt qui utrimque reductis alis constiterant media, qua Galli Hispanique steterant, aliquantum prominente acie |
Sul finire della battaglia equestre entrò in campo la fanteria con una lotta dapprima eguale di forze e di animi mentre rimanevano non interrotte le file dei Galli e degli Spagnoli; alla fine i Romani, pur avendo a lungo ed insistentemente tentato di aprirsi un varco riuscirono con una colonna egualmente compatta a ricacciare indietro un cuneo nemico troppo esiguo e perciò poco solido che sporgeva dal resto dello schieramento Respinti di poi i nemici, mentre questi si ritiravano precipitosamente i Romani si diedero ad incalzarli; allora tutti insieme passando in mezzo alla schiera di coloro che per paura fuggivano a precipizio, furono trascinati prima in mezzo alla parte centrale dello schieramento nemico in seguito poiché non v'era resistenza alcuna giunsero fino alle truppe di riserva degli Africani Costoro si erano fermati dopo il ripiegamento di ambedue le ali, mentre la parte centrale nella quale si erano schierati i Galli e gli Spagnoli si era alquanto spostata in avanti |
Qui cuneus ut pulsus aequauit frontem primum, deinde cedendo etiam sinum in medio dedit, Afri circa iam cornua fecerant inruentibusque incaute in medium Romanis circumdedere alas; mox cornua extendendo clausere et ab tergo hostes Hinc Romani, defuncti nequiquam [de] proelio uno, omissis Gallis Hispanisque, quorum terga ceciderant, [et] aduersus Afros integram pugnam ineunt, non tantum [in] eo iniquam quod inclusi aduersus circumfusos sed etiam quod fessi cum recentibus ac uegetis pugnabant [48] Iam et sinistro cornu Romanis, ubi sociorum equites aduersus Numidas steterant, consertum proelium erat, segne primo et a Punica coeptum fraude |
Quando questo cuneo fu ricacciato indietro, la fronte apparve dapprima rettilinea, poi, continuando i soldati ad indietreggiare si formò nel mezzo una rientranza, mentre gli Africani ai lati avevano già disposto le ali, in modo da prendere in mezzo i Romani che imprudentemente avevano fatto irruzione al centro I Romani allora terminato inutilmente il primo combattimento lasciati da parte Galli e Spagnoli che avevano preso alle spalle, cominciarono un nuovo combattimento contro gli Africani con esito sfavorevole, non solo perché dovevano combattere contro coloro che li incalzavano tutto intorno, ma anche perché si battevano stanchi contro soldati freschi e vigorosi 48 Anche nell'ala sinistra i Romani avevano impegnato una battaglia, là dove contro i Numidi si era collocata la cavalleria alleata; il combattimento ebbe un inizio fiacco e segnato da un atto di frode tipica dei Cartaginesi |
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Livio, Ab urbe condita: Libro 24; 21-30
Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 24; 21-30
Quingenti ferme Numidae, praeter solita arma telaque gladios occultos sub loricis habentes, specie transfugarum cum ab suis parmas post terga habentes adequitassent repente ex equis desiliunt parmisque et iaculis ante pedes hostium proiectis in mediam aciem accepti ductique ad ultimos considere ab tergo iubentur ; ac dum proelium ab omni parte conseritur, quieti manserunt; postquam omnium animos oculosque occupauerat certamen, tum arreptis scutis, quae passim inter aceruos caesorum corporum strata erant, auersam adoriuntur Romanam aciem, tergaque ferientes ac poplites caedentes stragem ingentem ac maiorem aliquanto pauorem ac tumultum fecerunt |
Quasi cinquecento Numidi che oltre le solite armi offensive, avevano nascosto delle spade sotto le corazze, si misero a cavalcare tenendo dei piccoli scudi dietro la schiena, allontanandosi dai loro compagni come fossero dei disertori All'improvviso balzarono da cavallo, e, gettati ai piedi dei Romani gli scudi e i dardi, vennero accolti in mezzo alle loro file; condotti dietro la linea di combattimento, ebbero l'ordine di prendere qui posto; i Numidi se ne stettero tranquilli, mentre da ogni parte si accendeva la battaglia; dopo che gli animi e gli occhi di tutti furono attratti verso il combattimento allora i Numidi, afferrati gli scudi che erano stati gettati qua e là fra i mucchi dei cadaveri, aggredirono alle spalle la schiera dei Romani e, ferendoli al dorso e tagliando i garretti dei cavalieri, provocarono grandissima strage e più ancora spavento e tumulto |
Cum alibi terror ac fuga, alibi pertinax in mala iam spe proelium esset, Hasdrubal qui ea parte praeerat, subductos ex media acie Numidas, quia segnis eorum cum aduersis pugna erat, ad persequendos passim fugientes mittit, Hispanos et Gallos pedites Afris prope iam fessis caede magis quam pugna adiungit [49] Parte altera pugnae Paulus, quamquam primo statim proelio funda grauiter ictus fuerat, tamen et occurrit saepe cum confertis Hannibali et aliquot locis proelium restituit, protegentibus eum equitibus Romanis, omissis postremo equis, quia consulem et ad regendum equum uires deficiebant Tum denuntianti cuidam iussisse consulem ad pedes descendere equites dixisse Hannibalem ferunt: quam mallem, uinctos mihi traderet |
Poiché nell'ala destra romana vi erano terrore e fuga, mentre al centro la-fanteria, stanca della lunga battaglia, aveva ormai perduto ogni speranza di successo, Asdrubale che comandava in questa zona le truppe cartaginesi richiamò dal mezzo della battaglia i Numidi poiché il combattimento illanguidiva e li mandò ad inseguire qua e là i fuggitivi; aggregò i cavalieri galli e spagnoli alla fanteria africana, ormai quasi più stanca per la strage compiuta che per la fatica del combattere 49 Nel settore opposto della battaglia Paolo, per quanto subito al primo scontro fosse stato ferito da un giavellotto tuttavia, con una forte schiera di armati si era ripetutamente lanciato contro Annibale ed aveva potuto in alcuni punti riaccendere la lotta, protetto dai cavalieri romani, che alla fine erano stati fatti appiedare perché al console mancavano ormai anche le forze per reggere il cavallo Allora a un tale che gli annunciava che il console aveva ordinato ai cavalieri di smontare da cavallo, si racconta che Annibale abbia risposto: Oh come avrei preferito che me li consegnasse già legati |
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Livio, Ab urbe condita: Libro 31; 34 - 37
Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 31; 34 - 37
Equitum pedestre proelium, quale iam haud dubia hostium uictoria, fuit, cum uicti mori in uestigio mallent quam fugere, uictores morantibus uictoriam irati trucidarent quos pellere non poterant Pepulerunt tamen iam paucos superantes et labore ac uolneribus fessos Inde dissipati omnes sunt, equosque ad fugam qui poterant repetebant Cn Lentulus tribunus militum cum praeteruehens equo sedentem in saxo cruore oppletum consulem uidisset, L Aemili, inquit, quem unum insontem culpae cladis hodiernae dei respicere debent, cape hunc equum, dum et tibi uirium aliquid superest [et] comes ego te tollere possum ac protegere Ne funestam hanc pugnam morte consulis feceris; etiam sine hoc lacrimarum satis luctusque est |
Il combattimento dei cavalieri appiedati fu quale comportava la certezza della vittoria nemica, quando essi già vinti preferirono morire fermi al loro posto, piuttosto che darsi alla fuga, mentre i vincitori trucidavano quelli che non potevano respingere, inferociti contro coloro che ritardavano così la loro vittoria Riuscirono, tuttavia, a ricacciare ormai solo i pochi cavalieri rimasti spossati falla fatica e dalle ferite Tutti quanti furono sbaragliati; quelli che potevano cercavano di riprendere il cavallo per fuggire Il tribuno dei soldati Cn Lentulo passando a cavallo scorse seduto sopra un sasso il console Paolo Emilio ricoperto di sangue: O Lucio Emilio, disse, tu che gli dei devono considerare il solo che non ha colpa della catastrofe di oggi prendi questo cavallo; mentre ancora ti restano un po' di forze, io ti posso prendere su con me e difendere Non rendere funesta questa battaglia con la morte del console; anche senza di ciò ce n'è abbastanza di lacrime e di lutti |