Livio, Ab urbe condita: Libro 22; 41-50, pag 3

Livio, Ab urbe condita: Libro 22; 41-50

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 22; 41-50
Ad ea consul: tu quidem, Cn Corneli, macte uirtute esto; sed caue, frustra miserando exiguum tempus e manibus hostium euadendi absumas

Abi, nuntia publice patribus urbem Romanam muniant ac priusquam uictor hostis adueniat praesidiis firment; priuatim Q Fabio L Aemilium praeceptorum eius memorem et uixisse [et] adhuc et mori

Me in hac strage militum meorum patere exspirare, ne aut reus iterum e consulatu sim [aut] accusator collegae exsistam ut alieno crimine innocentiam meam protegam

Haec eos agentes prius turba fugientium ciuium, deinde hostes oppressere; consulem ignorantes quis esset obruere telis, Lentulum in tumultu abripuit equus

Tum undique effuse fugiunt
A lui rispose il console: Tu, Cn Cornelio fai bene a darti coraggio; ma guardati dallo sciupare in vane commiserazioni il pochissimo tempo che ti rimane per fuggire dalle mani del nemico

Vattene ed avverti pubblicamente il senato che fortifichi la città di Roma e prima che giunga il nemico vincitore la rinforzi con dei presidi; privatamente di poi a Fabio che Emilio è vissuto fino ad oggi memore dei suoi precetti

Quanto a me, lascia che io muoia in mezzo a questa strage dei miei soldati, perché al termine del mio consolato io non sia per la seconda volta accusato, o perché non divenga io stesso accusatore di un collega per difendere la mia innocenza con la colpa di un altro

Mentre essi così parlavano furono prima travolti dalla massa dei concittadini che fuggivano, poi dai nemici; questi seppellirono sotto i dardi il console, ignorando chi fosse; Lentulo, invece, in mezzo al tumulto fu portato in salvo dal cavallo

Allora da ogni parte cominciò una fuga disordinata
Septem milia hominum in minora castra, decem in maiora, duo ferme in uicum ipsum Cannas perfugerunt, qui extemplo a Carthalone atque equitibus nullo munimento tegente uicum circumuenti sunt

Consul alter, seu forte seu consilio nulli fugientium insertus agmini, cum quinquaginta fere equitibus Venusiam perfugit
Settemila uomini si rifugiarono nell'accampamento minore diecimila nel maggiore, quasi duemila nello stesso villaggio di Canne; questi ultimi furono subito circondati da Canalone e dai suoi cavalieri, poiché nessuna fortificazione proteggeva il borgo

L'altro console Varrone che sia per caso, sia per prudenza non si era mescolato ad alcuna folla di fuggitivi, si rifugiò a Venosa con circa cinquanta cavalieri
Quadraginta quinque milia quingenti pedites, duo milia septingenti equites, et tantadem prope ciuium sociorumque pars, caesi dicuntur; in his ambo consulum quaestores, L Atilius et L Furius Bibaculus, et undetriginta tribuni militum, consulares quidam praetoriique et aedilicii, inter eos Cn Seruilium Geminum et M Minucium numerant, qui magister equitum priore anno, [consul] aliquot annis ante fuerat, octoginta praeterea aut senatores aut qui eos magistratus gessissent unde in senatum legi deberent cum sua uoluntate milites in legionibus facti essent

Capta eo proelio tria milia peditum et equites mille et quingenti dicuntur

[50] Haec est pugna [Cannensis], Alliensi cladi nobilitate par, ceterum ut illis quae post pugnam accidere leuior, quia ab hoste est cessatum, sic strage exercitus grauior foediorque
Si dice che siano stati trucidati quarantacinquemilacinquecento soldati di fanteria, duemilasettecento cavalieri ed una quantità quasi eguale di Romani e di alleati; fra questi ambedue i questori dei soli, L Atilio e L Furio Bibaculo; inoltre ventinove tribuni dei soldati, alcuni consolari e già pretori ed edili tra i quali si annoveravano Cn Servilio e M Minucio che maestro della cavalleria nell'anno precedente era stato alcuni anni prima console; caddero, inoltre, ottanta senatori o coloro che avevano esercitato quelle magistrature in virtù delle quali avevano il diritto di essere prescelti per il senato e che erano divenuti per loro volontà semplici soldati nelle legioni

Si dice che in quella battaglia furono fatti prigionieri tremila soldati di fanteria e millecinquecento cavalieri

50 Questa è la battaglia che fu celebre quanto la sconfitta al fiume Allia; tuttavia meno grave per le conseguenze che ne derivarono in quanto a Canne il nemico si fermò; fu invece, più terribile ed indecorosa per la strage inflitta all'esercito romano

Maybe you might be interested

Livio, Ab urbe condita: LIbro 27; 17 - 18
Livio, Ab urbe condita: LIbro 27; 17 - 18

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte LIbro 27; 17 - 18

Fuga namque ad Alliam sicut urbem prodidit, ita exercitum seruauit: ad Cannas fugientem consulem uix quinquaginta secuti sunt, alterius morientis prope totus exercitus fuit

Binis in castris cum multitudo semiermis sine ducibus esset, nuntium qui in maioribus erant mittunt, dum proelio, deinde ex laetitia epulis fatigatos quies nocturna hostes premeret ut ad se transirent: uno agmine Canusium abituros esse

eam sententiam alii totam aspernari; cur enim illos, qui se arcessant, ipsos non uenire, cum aeque coniungi possent

Quia uidelicet plena hostium omnia in medio essent, et aliorum quam sua corpora tanto periculo mallent obicere

Aliis non tam sententia displicere quam animus desse
Infatti se da un lato la fuga al fiume Allia consegnò al nemico la città dall'altro salvò l'esercito; a Canne, invece, appena cinquanta soldati seguivano il console che fuggiva mentre quasi tutto l'esercito seguì la sorte dell'altro console che moriva

Nei due accampamenti essendovi una moltitudine quasi disarmata senza capi quelli che stavano nell'accampamento maggiore inviarono un messaggero ad avvertire gli altri che si rifugiassero presso di loro fintanto che la quiete notturna tenesse in freno i nemici stanchi prima per la battaglia, poi per la gioia dei banchetti; raccolti in un'unica schiera si sarebbero potuti allontanare verso Canosa

Alcuni respinsero completamente quella proposta chiedendo a quelli che li chiamavano perché non si movessero loro, dal momento che avrebbero potuto egualmente congiungersi

Se non lo facevano, la ragione evidente era perché, essendo la zona fra i due campi tutta piena di nemici, essi preferivano esporre il corpo degli altri, piuttosto che il loro ad un pericolo così grande

Ad altri invece non tanto dispiaceva la proposta quanto mancava il coraggio per attuarla
P Sempronius Tuditanus tribunus militum capi ergo mauoltis, inquit, ab auarissimo et crudelissimo hoste aestimarique capita uestra et exquiri pretia ab interrogantibus Romanus ciuis sis an Latinus socius, et ex tua contumelia et miseria alteri honos quaeratur

Non tu, si quidem L Aemili consulis, qui se bene mori quam turpiter uiuere maluit, et tot fortissimorum uirorum qui circa eum cumulati iacent ciues estis

Sed antequam opprimit lux maioraque hostium agmina obsaepiunt iter, per hos, qui inordinati atque incompositi obstrepunt portis, erumpamus

Ferro atque audacia uia fit quamuis per confertos hostes

Cuneo quidem hoc laxum atque solutum agmen, ut si nihil obstet, disicias

Itaque ite mecum qui et uosmet ipsos et rem publicam saluam uoltis
P Sempronio Tuditano, tribuno dei soldati, allora così arringò: Preferite, dunque, essere presi dal nemico più insaziabile e più crudele, cosicché per le vostre teste si fissi il prezzo del riscatto e che questo prezzo sia richiesto da coloro che ti domanderanno se tu sei cittadino romano o alleato di stirpe latina in modo che dall'onore riservato all'alleato derivi infamia e miseria per te

Non sarete voi a preferire ciò, se veramente vi sentite concittadini del console Lucio Emilio, che scelse una morte eroica piuttosto che una vita turpe, e di tanti valorosi soldati che giacciono a mucchi intorno a lui

Pertanto, prima che l'alba ci sorprenda e che la strada sia ostruita da più folte schiere di nemici, facciamo irruzione aprendoci la via in mezzo a loro, che tumultuosi e disordinati rumoreggiano dinanzi alle porte del campo

Col ferro e con l'audacia possiamo aprirci la strada anche attraverso il folto dei nemici

Perciò assaliamo in formazione di cuneo questa massa senza disciplina e senza ordine, come se nessun ostacolo si opponga a noi

Venite, dunque, con me, voi che volete salvi voi stessi e la repubblica

Maybe you might be interested

Livio, Ab urbe condita: Libro 03; 25 - 40
Livio, Ab urbe condita: Libro 03; 25 - 40

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 03; 25 - 40

Haec ubi dicta dedit, stringit gladium cuneoque facto per medios uadit hostes et, cum in latus dextrum quod patebat Numidae iacularentur, translatis in dextrum scutis in maiora castra ad sescenti euaserunt atque inde protinus alio magno agmine adiuncto Canusium incolumes perueniunt

Haec apud uictos magis impetu animorum, quos ingenium suum cuique aut fors dabat, quam ex consilio ipsorum aut imperio cuiusquam agebatur

Allorché ebbe pronunziato queste parole, Sempronio Tuditano strinse la spada e fatto un cuneo, si avanzò a forza in mezzo alla turba dei nemici; poiché i Numidi scagliavano dardi contro il fianco destro che era scoperto, trasferiti alla destra gli scudi, in circa seicento riuscirono a rifugiarsi nel campo maggiore e di qui, proseguendo nella marcia con l'aggiunta di un'altra grande schiera, giunsero incolumi a Canosa

Così si comportavano i vinti per impulso istintivo, secondo quello che era determinato o dal carattere di ciascuno o dalle circostanze, più che mossi da un loro preciso disegno o dal comando di qualcuno

Maybe you might be interested

Livio, Ab urbe condita: Libro 24; 21-30
Livio, Ab urbe condita: Libro 24; 21-30

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 24; 21-30

Livio, Ab urbe condita: Libro 31; 34 - 37
Livio, Ab urbe condita: Libro 31; 34 - 37

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 31; 34 - 37

Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 41 -  43
Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 41 - 43

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 27; 41 - 43

Livio, Ab urbe condita: Libro 36; 36 - 40
Livio, Ab urbe condita: Libro 36; 36 - 40

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 36; 36 - 40

Livio, Ab urbe condita: Libro 07, 31-36
Livio, Ab urbe condita: Libro 07, 31-36

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 07, 31-36

Livio, Ab urbe condita: Libro 30; 01 - 03
Livio, Ab urbe condita: Libro 30; 01 - 03

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 30; 01 - 03

Livio, Ab urbe condita: Libro 28; 29 - 31
Livio, Ab urbe condita: Libro 28; 29 - 31

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 28; 29 - 31

Livio, Ab urbe condita: Libro 21; 01-10

Livio, Ab urbe condita: Libro 29; 18 - 20

Livio, Ab urbe condita: Libro 34; 01 - 04

Livio, Ab urbe condita: Libro 02 ;  11 - 24

Livio, Ab urbe condita: Libro 02, 01-10

Livio, Ab urbe condita: Libro 30; 16 - 45