Livio, Ab urbe condita: Libro 04, 58-61, pag 2

Livio, Ab urbe condita: Libro 04, 58-61

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 04, 58-61
Inde inter eruptionem temptatam compulso in urbem hoste, occasio data est Romanis inrumpendi, praeterque arcem cetera capta; in arcem munitam natura globus armatorum concessit; infra arcem caesi captique multi mortales

Arx deinde obsidebatur; nec aut vi capi poterat, quia pro spatio loci satis praesidii habebat, aut spem dabat deditionis, omni publico frumento priusquam urbs caperetur in arcem conuecto; taedioque recessum inde foret ni seruus arcem Romanis prodidisset

Ab eo milites per locum arduum accepti cepere; a quibus cum custodes trucidarentur, cetera multitudo repentino pauore oppressa in deditionem venit

Diruta et arce et urbe Artena, reductae legiones ex Volscis, omnisque vis Romana Veios conuersa est
Quindi, ricacciato in città il nemico che tentava una sortita, i Romani ebbero l'opportunità di fare irruzione e occuparono tutto, tranne la rocca; in essa, trattandosi di una fortificazione naturale, si era asserragliato un gruppo di armati, mentre in basso molti furono uccisi o fatti prigionieri

Ebbe inizio l'assedio, ma non si poteva espugnarla perché il presidio era più che sufficiente, data la ristrettezza del luogo; né si poteva sperare nella resa, visto che l'intera scorta pubblica di grano era stata portata all'interno della rocca prima che la città cadesse; stanchi di non venirne a capo, i Romani avrebbero rinunciato, se un servo traditore non avesse consegnato loro la fortezza

Questi fece infatti entrare da un passaggio scosceso i soldati che la conquistarono; dopo che le sentinelle caddero sotto i colpi, tutti gli altri, in preda al panico, si arresero

Rase al suolo la città e la rocca di Artena, le legioni furono richiamate dal territorio dei Volsci e tutte le forze romane furono concentrate su Veio
Proditori praeter libertatem duarum familiarum bona in praemium data; Seruius Romanus vocitatus

Sunt qui Artenam Veientium, non Volscorum fuisse credant

Praebet errorem quod eiusdem nominis urbs inter Caere atque Veios fuit; sed eam reges Romani deleuere, Caeretumque, non Veientium fuerat; altera haec nomine eodem in Volsco agro fuit, cuius excidium est dictum

Allo schiavo traditore, oltre alla libertà, furono dati in premio i beni di due famiglie e gli fu attribuito il nome di Servio Romano

Alcuni sostengono che Artena appartenesse ai Veienti e non ai Volsci

L'errore è dovuto al fatto che tra Cere e Veio esisteva una città con lo stesso nome; solo che quell'Artena, che poi era dei Ceretani e non dei Veienti, l'avevano già distrutta i re romani; quest'altra con lo stesso nome, della cui distruzione si è appena detto, si trovava nel territorio dei Volsci

Maybe you might be interested

Livio, Ab urbe condita: Libro 03; 13 - 24
Livio, Ab urbe condita: Libro 03; 13 - 24

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 03; 13 - 24

Livio, Ab urbe condita: Libro 39; 26 - 30
Livio, Ab urbe condita: Libro 39; 26 - 30

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 39; 26 - 30

Livio, Ab urbe condita: Libro 40; 31 - 35
Livio, Ab urbe condita: Libro 40; 31 - 35

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 40; 31 - 35

Livio, Ab urbe condita: Libro 24; 11-20
Livio, Ab urbe condita: Libro 24; 11-20

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 24; 11-20

Livio, Ab urbe condita: Libro 40; 01 - 05
Livio, Ab urbe condita: Libro 40; 01 - 05

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 40; 01 - 05

Livio, Ab urbe condita: Libro 36; 36 - 40
Livio, Ab urbe condita: Libro 36; 36 - 40

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 36; 36 - 40

Livio, Ab urbe condita: Libro 40; 11 - 15
Livio, Ab urbe condita: Libro 40; 11 - 15

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 40; 11 - 15

Livio, Ab urbe condita: Libro 21; 01-10

Livio, Ab urbe condita: Libro 30; 15 - 30

Livio, Ab urbe condita: Libro 01, 16-30

Livio, Ab urbe condita: Libro 01, 01-15

Livio, Ab urbe condita: Libro 21; 11-20

Livio, Ab urbe condita: Libro 34; 01 - 04