Gellio, Notti attiche: Liber 5, 9-10, pag 2

Gellio, Notti attiche: Liber 5, 9-10

Latino: dall'autore Gellio, opera Notti attiche parte Liber 5, 9-10
[1] Inter vitia argumentorum longe maximum esse vitium videtur, quae antistrephonta Graeci dicunt [1] Fra gli errori degli argomenti, sembra che il più grande sia di molto un errore, che i greci chiamano convertibile
[2] Ea quidam e nostris non hercle nimis absurde "reciproca" appellaverunt [2] Alcuni dei nostri li chiamarono "reciproci" non troppo assurdamente, per dio
[3] Id autem vitium accidit hoc modo, cum argumentum propositum referri contra convertique in eum potest, a quo dictum est, et utrimque pariter valet; quale est pervolgatum illud, quo Protagoram, sophistarum acerrimum, usum esse ferunt adversus Evathlum, discipulum suum [3] Quest'errore dunque accade in tal modo, quando un argomento proposto può essere ritorto contro ed essere rivolto contro colui, dal quale fu detto, e serve ugualmente in entrambi i casi; come è quello conosciuto, che dicono che abbia usato Protagora, il più acuto dei sofisti, contro Evatlo, un suo discepolo

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Gellio, Notti attiche: Liber 16, 18-19
Gellio, Notti attiche: Liber 16, 18-19

Latino: dall'autore Gellio, opera Notti attiche parte Liber 16, 18-19

[4] Lis namque inter eos et controversia super pacta mercede haec fuit [4] Infatti questa lite e discussione fra loro fu sul compenso pattuito
[5] Evathlus, adulescens dives, eloquentiae discendae causarumque orandi cupiens fuit [5] Evatlo, giovane ricco, fu desideroso di apprendere l'eloquenza e di discutere le cause

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Gellio, Notti attiche: Liber 12, 12-13
Gellio, Notti attiche: Liber 12, 12-13

Latino: dall'autore Gellio, opera Notti attiche parte Liber 12, 12-13

[6] Is in disciplinam Protagorae sese dedit daturumque promisit mercedem grandem pecuniam, quantam Protagoras petiverat, dimidiumque eius dedit iam tunc statim, priusquam disceret, pepigitque, ut relicum dimidium daret, quo primo die causam apud iudices orasset et vicisset [6] Egli si applicò alla disciplina di Protagora e promise di dare come compenso molto denaro, quanto aveva chiesto Protagora, e dette allora subito la metà di questo, prima di imparare, e promise, di dare la restante metà, il primo giorno in cui avesse perorato e vinto una causa davanti ai giudici
[7] Postea cum diutule auditor adsectatorque Protagorae fuisset et in studio quidem facundiae abunde promovisset, causas tamen non reciperet tempusque iam longum transcurreret et facere id videretur, ne relicum mercedis daret, capit consilium Protagoras, ut tum existimabat, astutum: [8] petere institit ex pacto mercedem, litem cum Evathlo contestatur [7] Poi pur essendo stato a lungo uditore e allievo di Protagora e avendo certo progredito intensamente nello studio dell'eloquenza, tuttavia non riceveva cause e trascorrendo ormai lungo tempo sembrava fare ciò, per non dare il resto del compenso, Protagora prese un'astuta decisione, come allora riteneva: [8] insistette a chiedere il compenso secondo l'accordo, intenta un processo con Evatlo

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Gellio, Notti attiche: Liber 13, 25-31
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Latino: dall'autore Gellio, opera Notti attiche parte Liber 13, 25-31

[9] Et cum ad iudices coniciendae consistendaeque causae gratia venissent, tum Protagoras sic exorsus est: "Disce," inquit "stultissime adulescens, utroque id modo fore, uti reddas, quod peto, sive contra te pronuntiatum erit sive pro te [9] Ed essendo venuti presso i giudici per trattare e definire la causa, allora Protagora così esordì: "Sappi - dice- o stoltissimo giovane, che in entrambi i modi avverrà ciò che chiedo, affinché tu paghi, sia che sia stato deliberato contro di te sia a tuo favore
[10] Nam si contra te lis data erit, merces mihi ex sententia tia debebitur, quia ego vicero; sin vero secundum te iudicatum erit, merces mihi ex pacto debebitur, quia tu viceris [10] Infatti se la controversia sarà stata effettuata contro di te, mi sarà dovuto il compenso secondo la sentenza, perché avrò vinto; se invece sarà stato giudicato a tuo favore, mi sarà dato il compenso secondo l'accordo, perché tu avrai vinto"

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Latino: dall'autore Gellio, opera Notti attiche parte Liber 4, 4-8

" [11] Ad ea respondit Evathlus: "Potui" inquit "huic tuae tam ancipiti captioni isse obviam, si verba non ipse facerem atque alio patrono uterer [11] A ciò Evatlo rispose: "Ho potuto oppormi a questo tuo cavillo così pericoloso, se io stesso non fornissi le parole e usassi un altro patrono

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