Gellio, Notti attiche: Liber 3, 15-16, pag 4

Gellio, Notti attiche: Liber 3, 15-16

Latino: dall'autore Gellio, opera Notti attiche parte Liber 3, 15-16
[15] Quod si ita neque ultra decimum mensem fetura mulierum protolli potest, quaeri oportet, cur Homerus scripserit Neptunum dixisse puellae a se recens compressae: chaire gyne philoteti; periplomenou d'eniautou texeis aglaa tekn',epei ouk apopholioi eunai athanaton [15] Che se così la gravidanza delle donne non può essere portata oltre il decimo mese, occorre ricercare, perché Omero abbia scritto che Nettuno aveva detto ad una fanciulla da lui da poco ingravidata: godi donna di quest'amore; al compirsi di un anno genererai splendidi figli, che non è vano il letto degli immortali
[16] Id cum ego ad complures grammaticos attulissem, partim eorum disputabant Homeri quoque aetate, sicuti Romuli, annum fuisse non duodecim mensium, sed decem; alii convenisse Neptuno maiestatique eius dicebant, ut longiori tempore fetus ex eo grandesceret; alii alia quaedam nugalia [16] Avendo chiesto ciò a diversi grammatici, parte di essi sostenevano che anche all'epoca di Omero, come di Romolo, l'anno fosse non di dodici mesi, ma di dieci; altri dicevano essere stato conforme a Nettuno ed alla sua maestà, che il feto di costui crescesse per più lungo tempo; altri certe altre frivole cose
[17] Sed Favorinus mihi ait periplomenou eniautou non "confecto" esse "anno", sed "adfecto" [17] Ma Favorino mi dice che periplomenou eniautou non è l'anno "finito", ma "vicino alla fine"

Maybe you might be interested

Gellio, Notti attiche: Liber 1, 24
Gellio, Notti attiche: Liber 1, 24

Latino: dall'autore Gellio, opera Notti attiche parte Liber 1, 24

[18] In qua re verbo usus est non vulgariae significationis [18] In tal caso non usò un termine di significato comune
[19] "Adfecta" enim, sicuti Marcus Cicero et veterum elegantissimi locuti sunt, ea proprie dicebantur, quae non ad finem ipsum, sed proxime finem progressa deductave erant [19] Infatti "adfecta", come s'espressero Marco Cicerone e i più autorevoli degli antichi, erano dette propriamente quelle cose, che non erano giunte ed erano state portate non sino alla fine stessa, ma vicino alla fine

Maybe you might be interested

Gellio, Notti attiche: Liber 5, 18-20
Gellio, Notti attiche: Liber 5, 18-20

Latino: dall'autore Gellio, opera Notti attiche parte Liber 5, 18-20

Hoc verbum ad hanc sententiam Cicero in hac fecit, quam dixit de provinciis consularibus Cicerone riportò in tal senso questo termine in quel discorso, che pronunciò sulle province consolari
[20] Hippocrates autem in eo libro, de quo supra scripsi, cum et numerum dierum, quibus conceptum in utero coagulum conformatur, et tempus ipsius partionis nono aut decimo mense definisset neque id tamen semper eadem esse fini dixisset, sed alias ocius fieri, alias serius, hisce ad postremum verbis usus est: Ginetai de en toutois kai pleio kai elasso kai holon kai kata meros; ou pollon de kai pleio kai elasso elasso [20] Ippocrate inoltre in quel libro, di cui ho scritto sopra, avendo stabilito il numero dei giorni, in cui si forma il concepimento condensato nell'utero, e il tempo della gestazione stessa al nono e al decimo mese e tuttavia aver detto che ciò non sempre avviene alla stessa scadenza, ma a volte avvenire più velocemente, altre più lentamente, alla fine usò tali parole: Si nasce in questi casi in un tempo più lungo o più breve o interamente o in parte; ma il più lungo e il più corto non lo è di molto

Maybe you might be interested

Gellio, Notti attiche: Liber 14, 2-4
Gellio, Notti attiche: Liber 14, 2-4

Latino: dall'autore Gellio, opera Notti attiche parte Liber 14, 2-4

Quibus verbis significat, quod aliquando ocius fieret, non multo tamen fieri ocius, neque quod serius, multo serius Con tali parole intende, che quando avveniva più velocemente, tuttavia non avveniva più velocemente di molto, né quando più lentamente, più lentamente di molto
[21] Memini ego Romae accurate hoc atque sollicite quaesitum negotio non rei tunc parvae postulante, an octavo mense infans ex utero vivus editus et statim mortuus ius trium liberorum supplevisset, cum abortio quibusdam, non partus, videretur mensis octavi intempestivitas [21] Mi ricordo essersi discusso accuratamente e attentamente a Roma su questo problema in un processo allora di non poco conto, se un bambino uscito vivo dall'utero all'ottavo mese e subito morto avesse maturato il diritto dei tre figli, poiché ad alcuni l'anticipazione dell'ottavo mese sembrava un aborto, non un parto

Maybe you might be interested

Gellio, Notti attiche: Liber 13, 7-12
Gellio, Notti attiche: Liber 13, 7-12

Latino: dall'autore Gellio, opera Notti attiche parte Liber 13, 7-12

[22] Sed quoniam de Homerico annuo partu ac de undecimo mense diximus quae cognoveramus, visum est non praetereundum, quod in Plinii Secundi libro septimo naturalis historiae legimus [22] Ma poiché abbiamo detto cio che abbiamo saputo sul parto annuale omerico e all'undicesimo mese, sembrò non doversi tralasciare, ciò che leggiamo nel settimo libro della storia naturale di Plinio Secondo