Gellio, Notti attiche: Liber 3, 15-16

Gellio, Notti attiche: Liber 3, 15-16

Latino: dall'autore Gellio, opera Notti attiche parte Liber 3, 15-16

[XV] Exstare in litteris perque hominum memorias traditum, quod repente multis mortem attulit gaudium ingens insperatum interclusa anima et vim magni novique motus non sustinente [XV] Risultare nelle lettere e tramandato attraverso i ricordi degli uomini, il fatto che a molti improvvisamente una grande gioia insperata provocò la morte per l'animo sopraffatto e che non reggeva la violenza di una grande ed improvvisa emozione
[1] Cognito repente insperato gaudio exspirasse animam refert Aristoteles philosophus Polycritam, nobilem feminam Naxo insula [1] Il filosofo Aristotele riferisce che Policrita, nobile donna sull'isola di Nasso, morì per una gioia insperata appresa all'improvviso
[2] Philippides quoque, comoediarum poeta haut ignobilis, aetate iam edita, cum in certamine poetarum praeter spem vicisset et laetissime gauderet, inter illud gaudium repente mortuus est [2] Anche Filippine, autore non sconosciuto di commedie, in età ormai avanzata, avendo vinto oltre l'aspettativa in una gara di poeti e godendo molto felicemente, morì all'improvviso durante questa gioia

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Gellio, Notti attiche: Liber 14, 2-4
Gellio, Notti attiche: Liber 14, 2-4

Latino: dall'autore Gellio, opera Notti attiche parte Liber 14, 2-4

[3] De Rhodio etiam Diagora celebrata historia est [3] Fu ricordata anche la vicenda su Diagora di Rodi
Is Diagoras tris filios adulescentis habuit, unum pugilem, alterum pancratiasten, tertium luctatorem Questo Diagora ebbe tre figli adolescenti, uno pugile, l'altro pancratista, il terzo lottatore

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Gellio, Notti attiche: Liber 1, 24
Gellio, Notti attiche: Liber 1, 24

Latino: dall'autore Gellio, opera Notti attiche parte Liber 1, 24

Eos omnes vidit vincere coronarique Olympiae eodem die et, cum ibi cum tres adulescentes amplexi coronis suis in caput patris positis saviarentur, cum populus gratulabundus flores undique in eum iaceret, ibidem in stadio inspectante populo in osculis atque in manibus filiorum animam efflavit Vide tutti questi vincere ed essere incoronati nello stesso giorno ad Olimpia e, baciandolo quando i tre giovani abbracciati poste le loro corone sul capo del padre, mentre il popolo plaudente lanciava fiori su di lui da ogni parte, lì nello stadio col popolo presente rese l'anima fra i baci e fra le braccia dei figli
[4] Praeterea in nostris annalibus scriptum legimus, qua tempestate apud Cannas exercitus populi Romani caesus est, anum matrem nuntio de morte filii adlato luctu atque maerore affectam esse; sed is nuntius non verus fuit, atque is adulescens non diu post ex ea pugna in urbem redit: anus repente filio viso copia atque turba et quasi ruina incidentis inopinati gaudii oppressa exanimataque est [4] Inoltre nei nostri annali troviamo scritto, nel tempo in cui l'esercito del popolo romano fu sconfitto presso Canne, che una vecchia madre ricevuta la notizia sulla morte del figlio fu sopraffatta da dolore e dal pianto; ma questa notizia non fu reale, e questo giovane non molto dopo quella battaglia tornò in città: la vecchia visto improvvisamente il figlio fu assalita e soffocata dall'eccesso e dal turbamento e quasi dalla rovina dell'insperata improvvisa gioia

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Gellio, Notti attiche: Liber 5, 18-20
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Latino: dall'autore Gellio, opera Notti attiche parte Liber 5, 18-20

[XVI] Temporis varietas in puerperis mulierum quaenam sit a medicis et a philosophis tradita; atque inibi poetarum quoque veterum super eadem re opiniones multaque alia auditu atque memoratu digna; verbaque ipsa Hippocratis medici ex libro illius sumpta, qui inscriptus est peri trophes [XVI] Quale differenza di durata nelle gestazioni delle donne sia stata tramandata dai medici e dai filosofi; e a riguardo anche i pareri di antichi poeti su quest'argomento e molte altre cose degne di ascolto e di ricordo; e le parole stesse del medico Ippocrate tratte dal suo libro, che fu intitolato riguardo agli alimenti
[1] Et medici et philosophi inlustres de tempore humani partus quaesiverunt [1] Sia medici sia filosofi illustri hanno discusso sulla durata della gestazione umana

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Gellio, Notti attiche: Liber 13, 7-12
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Latino: dall'autore Gellio, opera Notti attiche parte Liber 13, 7-12

Multa opinio est eaque iam pro vero recepta, postquam mulieris uterum semen conceperit, gigni hominem septimo rarenter, numquam octavo, saepe nono, saepius numero decimo mense, eumque esse hominem gignendi summum finem: decem menses non inceptos, sed exactos Ampia è l'opinione e questa ormai accettata come reale, dopo che il seme abbia fecondato l'utero della donna, che raramente viene generato un uomo al settimo mese, mai all'ottavo, spesso al nono, più spesso al decimo e che questo sia l'estremo termine del generare un uomo: dieci mesi non iniziati, ma finiti