Gellio, Notti attiche: Liber 12, 4-5, pag 2

Gellio, Notti attiche: Liber 12, 4-5

Latino: dall'autore Gellio, opera Notti attiche parte Liber 12, 4-5
[V] Sermo Tauri philosophi de modo atque ratione tolerandi doloris secundum Stoicorum decreta [V] Il discorso del filosofo Tauro sul modo e sul metodo di sopportare il dolore secondo i precetti degli Stoici
[I] Cum Delphos ad Pythia conventumque totius ferme Graeciae visendum philosophus Taurus iret nosque ei comites essemus inque eo itinere Lebadiam venissemus, quod est oppidum anticum in terra Boeotia, adfertur ibi ad Taurum amicum eius quempiam, nobilem in Stoica disciplina philosophum, aegra valitudine oppressum decumbere [I] Mentre il filosofo Tauro andava a Delfi per assistere alla riunuione dei giochi pitici di quasi tutta la Grecia ed essendo noi compagni a lui ed essendo giunti in questo viaggio a Le badia, che è un'antica città nella regione Beozia, qui viene riferito a Tauro che un certo suo amico, filosofo famoso nella dottrina stoica, era a letto soppaffatto dalla cattiva salute
[II] Tunc omisso itinere, quod alioquin maturandum erat, et relictis vehiculis pergit eum propere videre, nosque de more, quem in locum cumque iret, secuti sumus [II] Allora interrotto il viaggio, che diversamente doveva affrettare, e lasciate le carrozze si diresse subito a vederlo, e noi secondo l'abitudine, lo seguimmo nel luogo ovunque andasse

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Gellio, Notti attiche: Liber 1, 11
Gellio, Notti attiche: Liber 1, 11

Latino: dall'autore Gellio, opera Notti attiche parte Liber 1, 11

Et ubi ad aedes, in quis ille aegrotus erat, pervenimus, videmus hominem doloribus cruciatibusque alvi, quod Graeci kolon dicunt, et febri simul rapida adflictari gemitusque ex eo conpressos erumpere spiritusque et anhelitus e pectore eius evadere non dolorem magis indicantes quam pugnam adversum dolorem E quando giungemmo alla casa, in cui quello era malato, vedemmo un uomo con i dolori e le sofferenze del ventre, che i Greci chiamano kolon, ed essere afflitto insieme da una forte febbre ed emettere lamenti prorompenti da lui ed uscire sospiri ed affanni dal suo petto che indicavano non tanto il dolore quanto la lotta contro il dolore
[III] Post deinde, cum Taurus et medicos accersisset conlocutusque de facienda medela esset et eum ipsum ad retinendam patientiam testimonio tolerantiae, quam videbat, perhibito stabilisset egressique inde ad vehicula et ad comites rediremus: "vidistis" inquit Taurus "non sane iucundum spectaculum, sed cognitu tamen utile, congredientes conpugnantesque philosophum et dolorem [III] Dopo quindi, avendo Tauro ascoltato anche i medici e avendo discusso sulla cura da farsi e avendo incoraggiato quello stesso ad avere pazienza con l'esempio dimostrato di sopportazione, che vedeva, e giunti poi alle carrozze e tornando noi verso i compagni Tauro disse: "Avete visto uno spettacolo certo non piacevole, ma tuttavia utile a conoscersi, un filosofo e il dolore che s'incontrano e che lottano

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Gellio, Notti attiche: Liber 1, 1-2
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Latino: dall'autore Gellio, opera Notti attiche parte Liber 1, 1-2

Faciebat vis ina et natura morbi, quod erat suum, distractionem cruciatumque membrorum, faciebat contra ratio et natura animi, quod erat aeque suum: perpetiebatur et cohibebat coercebatque infra sese violentias effrenati doloris La forza e la violenza della malattia procurava, il che era proprio, lo strazio e e la sofferenza delle membra, mentre la ragione e la natura dell'animo faceva, ciò che era ugualmente proprio: sopportava e frenava e tratteneva fra sé le violenze del forte dolore
Nullos eiulatus, nullas conplorationes, ne uras quidem voces indecoras edebat, signa tamen quaedam, sicut vidistis, existebant virtutis et corporis de possessione hominis pugnantium" Non emetteva nessun gemito, nessun lamento, neppure parole sconvenienti, ma alcuni segni, come vedete, erano sintomi dei combattimenti del coraggio e del corpo circa il possesso dell'uomo"

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[IV] Tum e sectatoribus Tauri iuvenis in disciplinis philosophiae non ignavus: "si tanta" inquit "doloris acerbitas est, ut contra voluntatem contraque iudicium animi nitatur invitumque hominem cogat ad gemendum confitendumque de malo morbi saevientis, cur dolor aput Stoicos indifferens esse dicitur, non malum [IV] Allora fra i seguaci di Tauro un giovano non inesperto nelle dottrine della filosofia disse: "Se la sofferenza del dolore è tanta, che resiste contro la volontà e contro la decisione dell'animo e costringe l'uomo senza che voglia a lamentarsi e manifestare il male che tormenta, perché presso gli Stoici il dolore risultare indifferente, non un male
cur deinde aut Stoicus homo cogi aliquid potest aut dolor cogere, cum et dolorem Stoici nihil cogere et sapientem nihil cogi posse dicant Perché poi uno Stoico può o essere costretto da qualcosa o il dolore costringere, mentre gli Stoici dicono che il dolore non costringe nulla e che il sapiente non può essere costretto a nulla

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" [V] Ad ea Taurus vultu iam propemodum laetiore - delectatus enim videbatur inlecebra quaestionis -: "si iam amicus" inquit "hic noster melius valeret, gemitus eiusmodi necessarios a calumnia defendisset et hanc, opinor, tibi quaestionem dissolvisset, me autem scis cum Stoicis non bene convenire vel cum Stoica potius; est enim pleraque et sibi et nobis incongruens, sicut libro, quem super ea re composuimus, declaratur " [V] A queste cose Tauro col viso già quasi più lieto - infatti sembrava compiaciuto dall'interesse della discussione- disse: "se questo nostro amico stesse già meglio, avrebbe difeso i gemiti inevitabili di tal dall'accusa e, penso, ti avrebbe risolto questa questione, sai invece che io non concordo bene con gli Stoici o piuttosto con la filosofia stoica; infatti è per la maggior parte discorde sia con sé stessa sia con noi, come è dichiarato nel libro, che abbiamo scritto su quest'argomento