Quoniam, quae Graeci pathe vocant, nobis perturbationes appellari magis placet quam morbos, in his explicandis veterem illam equidem Pythagorae primum, dein Platonis discriptionem sequar, qui animum in duas partes dividunt: alteram rationis participem faciunt, alteram expertem; in participe rationis ponunt tranquillitatem, id est placidam quietamque constantiam, in illa altera motus turbidos cum irae tum cupiditatis, contrarios inimicosque rationi |
Perciò, ci piace che le cose che i Greci chiamano pathe siano da noi chiamati turbamenti piuttosto che malattie, nel chiarire le quali seguirò quella vecchia distinzione di Pitagora prima e poi di Platone, che dividono lanimo in due parti: ne fanno una ricca di razionalità, laltra priva e in quella partecipe della razionalità oppongono la tranquillità, cioè una abitudinarietà tranquilla e quieta, in quellaltra i moti torbidi tanto della rabbia quanto del desiderio, contrari e nemici alla razionalità |