Cicerone, In Verrem: 02; 36-40, pag 2

Cicerone, In Verrem: 02; 36-40

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 36-40
[101] Homo scilicet aut industria aut opera probata aut frugalitatis existimatione praeclara aut denique, id quod levissimum est, adsiduitate, qui ante quaesturam cum meretricibus lenonibusque vixisset, quaesturam ita gessisset quem ad modum cognovistis, Romae post quaesturam illam nefariam vix triduum constitisset, absens non in oblivione iacuisset sed in adsidua commemoratione omnibus omnium flagitiorum fuisset, is repente, ut Romam venit, gratiis praetor factus est

Alia porro pecunia ne accusaretur data

Cui sit data, nihil ad me, nihil ad rem pertinere arbitror: datam quidem esse tum inter omnis recenti negotio facile constabat
[101] Un uomo, ben inteso, che sera fatto apprezzare per la sua attività o per lattaccamento al lavoro, ovvero sera messo molto in luce per la fama della sua parsimonia o, per concludere con la cosa meno importante, per la sua quotidiana presenza; uno che prima di essere questore aveva trascorso la vita con prostitute e ruffiani, che aveva esercitato la questura nel modo che sapete, che dopo la sua funesta questura sera fermato a Roma appena tre giorni; uno che anche stando lontano non era stato sommerso dalloblio, ma era continuamente nella memoria di tutti per tutte le sue infamie: un uomo simile, dunque, da un momento allaltro, appena venuto a Roma, venne eletto pretore senza pagare

Altre somme di denaro vennero date in seguito per evitare lincriminazione

A chi siano state date non interessano nè a me nè a questa causa; ma che fossero state date era allora assai notorio tra tutti trattandosi dun fatto recente
[102] Homo stultissime et amentissime, tabulas cum conficeres et cum extraordinariae pecuniae crimen subterfugere velles, satis te elapsurum omni suspicione arbitrabare si, quibus pecuniam credebas, iis expensum non ferres, neque in tuas tabulas ullum nomen referres, cum tot tibi nominibus acceptum Curtii referrent

Quid proderat tibi te expensum illis non tulisse

An tuis solis tabulis te causam dicturum existimasti

[XL, 103] Verum ad illam iam veniamus praeclaram praeturam, criminaque ea quae notiora sunt his qui adsunt quam nobis qui meditati ad dicendum paratique venimus; in quibus non dubito quin offensionem neglegendae vitare atque effugere non possim

Multi enim ita dicent, "De illo nihil dixit in quo ego interfui; illam iniuriam non attigit quae mihi aut quae amico meo facta est, quibus ego in rebus interfui
[102] O uomo tanto stupido e insensato, quando tenevi i libri dei conti e volevi evitare di essere incriminato per le somme straordinarie, ritenevi che per sfuggire a ogni sospetto ti bastasse non registrare a credito i versamenti da te fatti e non annotare nei tuoi registri nessuna partita, mentre i Curzi registravano a debito tante somme da te ricevute

A che ti serviva non aver registrato i crediti che avevi con loro

O pensavi che per la tua difesa sarebbero bastati soltanto i tuoi libri contabili

[XL, 103] Ma veniamo ormai a quella brillante pretura e a quei capi daccusa che sono più noti a tutti i presenti che non a noi venuti qui a parlare dopo unattenta e puntuale preparazione: sicché a questo proposito sono sicuro che non mi riuscirà di evitare completamente la taccia di negligente

Molti diranno così: Non ha detto nulla di quel fatto cui io ho assistito; non ha fatto cenno di quellingiustizia che è stata fatta a me o di quella che è stata fatta a un mio amico: tutte cose di cui ho conoscenza diretta
" His omnibus qui istius iniurias norunt, hoc est populo Romano universo, me vehementer excusatum volo non neglegentia mea fore ut multa praeteream, sed quod alia testibus integra reservari velim, multa autem propter rationem brevitatis ac temporis praetermittenda existimem

Fatebor etiam illud invitus, me prorsus, cum iste punctum temporis nullum vacuum peccato praeterire passus sit, omnia quae ab isto commissa sint non potuisse cognoscere

Quapropter ita me de praeturae criminibus auditote ut ex utroque genere, et iuris dicendi et sartorum tectorum exigendorum, ea postuletis quae maxime digna sint eo reo cui parvum ac mediocre obici nihil oporteat
Da tutti costoro che conoscono le ingiustizie commesse dallimputato, cioè da tutto quanto il popolo romano, desidero essere assai scusato, ché non è per negligenza che trascurerò molti fatti, ma perché alcuni desidero riservarli integralmente ai testimoni, molti altri invece ritengo di doverli tralasciare per essere breve, per non parlare per troppo tempo

E farò a malincuore anche unaltra confessione, che, mentre costui non ha lasciato passare un solo istante senza commettere una colpa, io non sono assolutamente riuscito a conoscere tutti i suoi misfatti

Di conseguenza, per quanto riguarda i capi daccusa che si riferiscono alla sua pretura, statemi ad ascoltare col pensiero che, delle due specie di imputazioni che concernono da una parte lamministrazione della giustizia e dallaltra la sorveglianza sulla manutenzione dei pubblici edifici, voi dobbiate richiedermi soltanto quelli particolarmente degni dun imputato al quale non conviene rimproverare nulla che sia di scarsa e modesta importanza

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[104] Nam ut praetor factus est, qui auspicato a Chelidone surrexisset, sortem nactus est urbanae provinciae magis ex sua Chelidonisque quam ex populi Romani voluntate

Qui principio qualis in edicto constituendo fuerit cognoscite
[104] Appena eletto pretore, infatti, prese gli auspici da Chelidone , si alzò dal suo letto e ottenne dalla sorte la giurisdizione sui cittadini , cosa più gradita a lui e a Chelidone che non al popolo romano

Attenti adesso a come si comportò fin da principio nella redazione del suo editto

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